"Noi partiamo"

Aveva esordio così, Arthas, quella sera.

Io come gli altri ero a bocca aperta non capendo di cosa stesse parlando, a rompere il silenzio fu Gatid che, sempre piagniucolando, chiedeva il motivo di quella improvvisa decisione.

"Siamo rimasti anche troppo. Io e Nasha abbiamo ancora un lungo viaggio da intraprendere."

Non aprii bocca, non volevo rischiare di venir incenerita dallo sguardo di Gatid, visibilmente arrabbiato.

Finimmo la cena nel più completo silenzio e ci dirigemmo verso le camere.

Io mi soffermai alcuni minuti in più per aiutare Osha nel riordinare la tavola.

"Ti devo parlare.." mi aveva sussurrato in un orecchio Arthas prima di dirigersi nella sua camera.

Non ci ero mai entrata e mi stupii dell'ordine in cui la trovai. Neanche la nostra, tutta femminile, era in così tanta pace, anzi, le due ragazze erano anche abbastanza disordinate, per mia sfortuna.

"Allora, partiremo domani mattina presto. Prepara i bagagli non voglio rimanere qui un minuto di più."

"Posso almeno sapere dove hai intenzione di andare?" dissi turbata

"Non lo so..." a sentire quelle parole quasi mi cadde la mascella "...lontano da qui."

"Okey." feci per andarmene ma le sue braccia mi cinsero i fianchi

Quasi persi un battito, avevo cercato autocontrollo dopo ciò che era successo al lago, si poteva dire che quasi lo evitavo per non causare situazioni spiacevoli, e lui adesso mi abbracciava.

"Mi stai evitando?"

Colpita e affondata pensai. Non gli sfuggiva niente e mentirgli non avrebbe aiutato la soluzione

"Forse.."

"E perché mai?" disse confuso

"Per evitare incomprensioni"

"Fra noi?" il suo tono stava mutando, un accenno di rabbia iniziava a farsi sentire.

"No, fra tutti noi a proposito si noi due" dissi poco sicura di aver fatto capire il concetto

"Sono confuso" disse come a dimostrare la mia imcompetenza in questo genere di spiegazioni

Gli accennai un sorriso accarezzandogli la guancia con il palmo della mano facendogli capire che non aveva molta importanza, che dopo la partenza tutto sarebbe stato semplice. Un dolce bacio sulla fronte e mi diressi in camer dove per mia fortuna le ragazze già russavano.

"A presto Tywin" dissi stringendogli la mano e baciano Osha.

Poi presi lo zaino e precedenti Arthas.

"Il viaggio sarà lungo?" chiesi una ventina di minuti dopo la partenza

"Dipende dalla destinazione.." disse Arthas con un sorriso "dove ti piacerebbe andare?"

"Tu dove sei nato?" dissi sfacciata

Lui su fermò guardandomi per un secondo

"In un posto assai lontano..per arrivarci ci vogliono anni"

La mia bocca da spalancata divenne un sorriso pieno di iniziativa, avevamo tutto il tempo del mondo

"Iniziamo da li, ti dispiace?"

Arthas mi fece un no col capo e trasformandosi mi disse

"Sali, poco distante da qui ce una casa. Prima di partire io e te abbiamo un conto in sospeso"

Anche se aveva il volto da lupo riuscii a intravedere dal suo sguardo quel senso di desiderio e passione che sembravano apogliarmi con gli occhi.

Salì sulla schiena affondando le mani in quella pelliccia che da tanto non vedevo e immergendovi la faccia "cavalcammo" diretti vero sud.

Quella notte sarebbe stata la prima magica di una lunga serie che non avrei mai dimenticato.

Nota dell'autrice:

Oddio è da tantissimo che non continuo questa ff.

Devo ammettere, a malincuore, che mi sono dimenticata tutte le idee con le quali speravo di continuarla. Questo è quindi il finale aperto (neanche tanto in realta...) che a malincuore ho scritto.