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Autore: mylittlebird    06/10/2013    1 recensioni
- Perché mi hai baciato ieri sera?
- Perché lo desideravo.
- Ma tu non mi hai mai desiderato prima d'ora...
- Tu dici?
- Non mi avevi mai baciata cosi.
- Non sempre faccio tutto ciò che voglio! - fu la sua secca replica.
- Credevo il contrario - osservai con noncuranza.
- Mi stai provocando per caso?
- Non so,non ci sono abituata,però potrebbe essere divertente.
- Sta attenta a dove metti i piedi! - mi avvertì corrucciato in viso - E' un campo minato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Al mio piccolo angelo:Chiara.
Questa storia non sarebbe mai iniziata altrimenti,é la mia valvola di sfogo,
la mia analisi del dolore,il mio modo di tenerti ancora con me in qualche modo.
E, oggi come un anno fa,io ti ricordo nel mio piccolo.
Ti voglio bene tesò. <3

 



 
 
Che mi resta, dell'averti amato?
Solo la voce,d'un tratto senza eco
solo le dita,che non stringono nulla
solo la pelle,che cerca le tue mani
soprattutto la paura di amarti ancora
domani quasi morto.
Charles Aznavour



Buio.Totale. L'unica cosa che percepivo era che mi trovavo su un letto con delle lenzuola di seta ,a giudicare dalla morbidezza,e in balia di piacevoli sensazioni.
- Shhh! - mi ammonì con un tocco leggero sul braccio,al qaule sussultai per la sorpresa;lui ritrasse la mano.
Mi ero accorta di aver avuto una reazione un pò esagerata quindi,allungai la mano trovando il suo torace a pochi centimetri da me;il mio tocco lo portò ad avvicinarsi di nuovo e la sua mano morbida raggiunse un mio fianco,risalendo con estrema delicatezza.
Con l'altra mano trovai la sua guancia lasciandovi una timida carezza mentre una leggera barba mi solleticava il palmo.
Con il pollice seguii la mascella fino ad arrivare a disegnare il contorno di quelle labbra piene e soffici,e il suo respiro caldo mi fece sospirare.
Percepii le sue labbra a pochi millimetri dalle mie e mi scoprii smaniosa di sentirle ancora una volta sulle mie.
Gentile e calda la sua bocca rispose al mio richiamo,mentre le sue braccia mi stringevano a sè.
Mi piaceva come baciava:era passionale,istintivo ma rispettoso;mi piaceva come si armonizassero i nostri sapori;gli cinsi il collo per poi affondare le mani tra i suoi capelli corti e morbidi,accarezzando la nuca.
Staccandosi dalle mie labbra era sceso a torturarmi il collo,scoprendo uno dei miei punti deboli.
Mi stava facendo talmente impazzire al punto che strinsi i suoi capelli in un pugno aderendo di più al suo corpo provoncandogli una leggera risata seguita da un sospiro.
Le sue carezze si erano insinuate fin sotto il mio pigiama ritrovando un seno già turgido che strinse con enfasi facendomi gemere;si era fatto più ardito,non troppo comunque.
Improvvisamente faceva tanto caldo,avevo la pelle infiammata e le sue mani aumentavano quel calore interno che mi stava mandando a fuoco.
- Zayn...! - ansimai.
E poi più niente;scivolò via da me lasciandomi una sensazione di vuoto e freddo addosso.
Lo richiamai una,due tre volte:nessuna risposta e quando allungai le braccia per ritrivarlo caddi nel vuoto,in un vortice fatto solo di tenebre e ombre.
Urlai chiamando aiuto ma la mia voce veniva da questo risucchiata;era come trovarsi in un buco nero.
Era un sogno;uno stramaledettissimo sogno.
Il cuore mi rullava,il respiro era affannato,la pelle bollente,il suo profumo mi destabilizzava ancora i sensi e potevo ancora percepire la scia del suo tocco.
Possibile che fosse tutto frutto della mia mente?
No,non potevo permettermi di fare questi sogni;soprattutto ora!
E come se non bastasse mi ero svegliata eccitata,stramaledettamente eccitata.
- Cazzo!
Risuonò quest'imprecazione con tanta chiarezza nelle orecchie facendomi riscuotere dalla bolla idiliaca,e subito dopo,ne seguirono altre non del tutto felici.
Dopo un attimo di tentennamento dove fui assalita dal dubbio se stessi ancora sogando o meno,riconobbi la voce di Harry. 
Tremavo ancora per l'ingannevole e piacevole e distruttivo incubo,sommata a una sensazione di inquetudine.
Non lo vedevo da due giorni,anzi da due giorni ignoravo le sue chiamate e i suoi messaggi e già mi ero ridotta a uno stato pietoso.
Cercai di debellare quei sospiri,quelle carezze,quella voce e quei baci dala mia mente.
Difficile ritonare alla realtà quando le fantasie sembrano più concrete della stessa realtà.
- Merda! - un'altra imprecazione,le sue non non erano ordinarie bestemmie come quelle che rimbombavano nello sferiterio,qundo un giocatore sbagliava il colpo e il tamburello batteva a vuoto,né come quelle dei contadini,quando in pieno luglio si alzava il vento freddo portando la grande.
Erano il genere di frasi rococò,a loro modo sofisticate,come madonacristudunboia.
A quel punto mi allarmai:forse era peggiorato.
Mi buttai giù dal letto dirigendomi nella sua stanza;a metà strada mi girai verso la porta del bagno - spalancata - e lo trovai intento a guardarsi allo specchio e quantificare i danni.
Lo zigomo e la palpebra violacea spiccavano sul viso cereo.
Portava i pantaloni di una tuta a torso nudo.
- Ma tu il cervello lo fai funzionare ogni tanto? - gli chiesi acida!
Mi regalò uno sguardo trucido per poi ignorarmi.
- Guarda che sei ancora in uno stato febbrile,non puoi permetterti di girare nudo! - lo apostrofai.
- Non sono nudo e,comunque,sto bene. - disse continuando ad armeggiare con un tubicino stranamente familiare.
- Che stai facendo? - gli chiesi allora,nel tono più pacato che riuscii a trovare.
- Cerco di nascondere questi, - indicò le ferite riportate in viso - ma sto coso non funziona!
Era esilarante vederlo alle prese con il trucco.
- Che hai da ridere?
- Niente. Da qua! - gli presi il tubicino dalle mani accorgendomi poi che era un roll-on per le occhiaie e non un correttore,tra l'altro mio.
- Con questo non risolverai niente,è per le occhiaie e agisce dopo dieci giorni di applicazione.
- Non ne so niente di sta roba! - si giusticò.
- Lo so,perciò dovresti chiedere aiuto ogni tanto! - lo ammonii bonariamente prendendo il mio borsellino dei trucchi nei cassettini del mobiletto riservati a me.
Tirai fuori correttore, fondotinta e cipria.
- Che vuoi fare con quei cosi? - chiese indietreggiando di qualche centimetro.
- Vuoi o no nascondere quei lividi?
- Si,ma non ho intenzione di sembrare una statua imbalsamata!Ho una reputazione da mantenere!
Ci manca solo che mettesse in mezzo la sua reputazione.
- Allora evita di uscire per qualche giorno e vedrai che la tua reputazione non verrà scalfita.Altrimenti queste te le devi "spalmare in faccia".
- Io devo uscire di casa oggi,Due giorni sono più che sufficienti per sentirsi come un carcerato!
La febbre alta non lo aveva lasciato riprendersi nemmeno il giorno successivo,solo dal tardo pomeriggio aveva dato segni di lucidità ma soprattutto aveva ripreso a fare casini.
Con la scusa che dovevo studiare per un esame,che avrei dovuto sostenere a breve, ero rimasta a casa occupandomi ogni tanto anche del bambino in cerca di cure e coccole,anche se,non avevo fatto altro che autocommiserarmi e piangermi addosso tutto il giorno.
Ero stata assalita da una tristezza epica e sospettavo anche il perché,anche se non riuscivo a capacitarmi come avessi fatto a ridurmi in quelle condizioni in cosi poco tempo per un ragazzo.
Harry si era accorto che c'era qualcosa che non andava:difatti aveva smesso di fare le sue battute idiote e mi aveva lasciato alla mia solitudine.
Gilene fui riconoscente.
- Oh,poverino.Costretto a poltrire a casa!Chi mai lo vorrebbe? - chiesi irisoria.
- Mi stai prendendo in giro?
- Probabile! Ma sto anche cercando di farti capire che sei ancora moribondo e queste - gli affondai il dito nell'ematoma a livello addominale,facendolo piegare in due - devono ancora "cicatrizzarsi".
- Stronza,mi hai fatto male! - sibilò con voce stozzata.
- Te lo meriti,sei testardo come un mulo. - gli dissi riponendo le mie cose nell'astuccio.
- Questa è solo una scusa per rimanere da sola con me? - azzardò tutto sornione facendomi girare e avvicinandosi pericolosamente a me.
- Vedi che non stai ancora bene?!Dici ancora stronzate. - gli appoggiai le mani sul petto mantenendo le distanze.
Sentii il freddo marmo aderirmi a livello renale e quasi sobbalzai a quel contatto ma ,ogni mio minimo movimento fu ostacolato dalla figura del riccio di fronte.
Dannazione adesso avevo i suoi pettorali praticamente sbattuti in faccia, a causa della  superiore altezza del ragazzo. 
Come si fa a restare impassibile a questo?
- Quindi mi prenderesti a schiaffi, se tentassi di baciarti? - mi provocò lui, con un sorriso presuntuoso, sistemandomi i capelli dietro l’orecchio.
Non lo fare. Non ci provare nemmeno. 
- Fossi in te, non lo farei!- lo avvertii.
Harry fece orecchie da mercante. Mi guardò negli occhi con fare irriverente e avvicinò lentamente il viso.
Serrai le labbra e trattenni il respiro.
Anche se la testa mi suggeriva di muovermi,gli arti erano paralizzati.
Faceva sempre quest'effetto su di me.
Harry sorrise di trionfo, prima di far sfiorare le nostre labbra. Ma tutto ciò che ottenne fu incastrare il mio labbro inferiore tra le labbra, poiché restai immobile e, con una buon dose di autocontrollo, indifferente.
SBAM. Cinque dita in rilievo sulla guancia di Harry.
- Mi hai dato uno schiaffo! - si rese conto Harry, stupito, toccandosi la parte lesa.
- Ti ho dato uno schiaffo! - ripetei annoiata. 
Eppure quel brivido lungo la schiena era ancora lì.
- Facciamo un patto. - propose imperterrito illuminandosi in viso,senza muoversi di un millimetro.
- Io non faccio patti con te! - accettare sarebbe stato come fare un patto col diavolo.
- Temi per la tua incolumità o hai paura di perdere? 
- Io non ho paura. Solo,non voglio vincolarmi a te con un patto che sicuramente sarà a tuo favore! - gli puntai il dito contro.
- Andiamo! Per chi mi hai preso? Io sono un ragazzo per bene,un signore! - si atteggiò tutto pomposo.
- I signori non inchiodano le ragazze come me al lavandino e non si presentano rudi.
- Oh,no fanno di peggio! Io almeno aspetto il tuo consenso.
Non mi sembrava avesse atteso poco fa!
- Che non avrai mai,ti ripeto. - risposi oltraggiata.
- Vedremo. Ti faccio una proposta: io resto a casa se tu resti a farmi compagnia.Magari potresti dirmi anche perchè hai gli occhi cosi gonfi e spenti? - azzardò.
Si,certo! Dato che c'ero potevo confessargli tutti i miei problemi,desideri e peggiori incubi.
Ma che diavolo gli suggeriva il cervello?
- Ho lezione e come hai detto poco fa,stai bene.Quindi restare a casa per te è solo una precauzione,non un obbligo.
- Non hai rifiutato però.Quindi un pò sei tentata. - proferì più a se stesso che a me stupito.
- Non me ne frega niente. - risposi acida.
- Eppure devi ammttere che siamo stati bene,ieri;inoltre   sei rimasta qui con me appurandoti che stessi bene;perchè? - questa volta chiese in tono serio.Non c'era un barlume di celia nei suoi occhi.
- Perchè non volevo sentirti lagnare all'infinito. - mi ero ripetuta,come un mantra,ieri e anche a Zayn il giorno prima,ignorando la prima parte.
- E io ci devo credere? - alzò il sopracciglio sfidandomi.
- Assolutamente si.
- Dimostramelo,allora.
- Dimostrarti,cosa?
- Dimostrami che non lo hai fatto perchè eri preoccupata,perchè in fondo ti facevo pena,perc-
- Te l'ho già detto,Harry:tu non mi fai pena. Mi dispiaceva solo che un tuo amico ti avesse ridotto cosi per una ragazza,anche se aveva tutte le ragioni del mondo di essere incollerito.
La luce che aveva negli occhi si spense immediatamente appena ne feci accenno.
Per quanto volesse nasconderlo,questa vicenda aveva provato anche lui.
Subito dopo mi lasciò libera di muovermi ritornando a guardarsi lo zigomo e l'occhio nero.
Approffittai del momento per allontanarmi,ma un passo in avanti e mi ritrovai il polso stretto in una presa ferrea:la sua.
- Puoi ... puoi fare qualcosa per questi? - con un espressione afflitta mi avvicinò lentamente verso sé.
Credo che lo sguardo che gli riservai fosse stato talmente eloquente di ciò che sentivo,che aggiunse subito:
- Giuro,che faccio il bravo! - senza mai nascondere quel sorriso impertinente.
Passai i successivi cinque minuti a "ristrutturare" il viso del riccio.
- Sta fermo! - gli ordinai diverse volte;infastidito dal dolore si ritirava indietro.
Ogni tanto gli sfuggirono guaiti soffocati di dolore,ma fece buon viso a cattivo gioco.
Mi sentii come in soggezione per lo sguardo che mi riservava:penetrante,intenso e probabilmente ci lessi anche gratitudine.


*****

- Dicci tutto! - ordinò Domi,senza nemmeno aspettare che mi sedessi.Pochi minuti dopo aver finito la "rifinitura facciale" con Harry,rientrata in camera trovai un messaggio:
"Dipartimento di Fisica,aula C,secondo piano.
P.s. Queste tue "scomparse" stanno diventando sospette, lo vogliamo sapere se ti sei data ala pazza gioia col moretto sexy. "
Il messaggio era stato eloquente e in altri momenti ci avrei riso su per le piccanti supposizioni velate,invece m'incupii.
Una sgradevole sensazione di vuoto e tristezza venne a galla:era opprimente quasi da far mancare il respiro.
E fu in quel momento che capii di essermi legata a Zayn cosi tanto e irrimediabilmente in cosi pochi giorni.
- Cosa vuoi sapere?
- Bè tanto per cominciare puoi dirci perché non sei venuta a lezione ieri? - intervenne Lea.
- Harry si è sentito male,ha avuto la febbre alta per tutto il giorno e mi dispiaceva lasciarlo solo in balia delle allucinazioni. - spiegai ricevendo uno sguardo torvo e scettico.
- Oh poverino! - lo commiserò - Poteva scegliersi un altro momento per stare male.
- Dai,questo non è carino! - lo rimproverai.
- Nemmeno lui lo è stato con noi e tanto meno con te;ti ha reso la vita un inferno e tu hai il coraggio di difenderlo? - domandò risentita.
Per quanto lo odiassi non ero riuscita a far finta di nulla quando due sere fa lo trovai accasciato,quasi morente,sul muro. Era come se mi fossi dimenticata delle sue parole taglienti ed emotivamente distruttive.
- Non lo sto difendendo. Però,voi cosa avreste fatto nella mia situazione? 
- Avrei chiamato un medico e me ne sarei andata! - tagliò corto Lea.
- Mi dispiace,ma io non sono cosi. Non avrei mai avuto la forza di lasciarlo lì e non sapere se era grave o meno. - dissi accorata.
- Parli come se stesse per morire! - mi fece notare Domi - Sicura di averci detto tutto? - domandò sospettosa.
Cercai di non farmi prendere dal panico. Che diavolo gli avrei raccontato?
Rivelare l'episodio della sera precedente mi faceva sentire come se stessi esponendo Harry a macchinazioni mentali negative volontariamente.
Come consegnarlo alla fossa dei leoni:ok, loro erano mie amiche e se glielo avessi chiesto, non avrebbero sparso la voce in giro ma, si sa,qui anche le pareti hanno le orecchie.
No,non me la sentii cosi feci la cosa più stupida del mondo!
- Ho un problema ancor più grave delle vicende personali di Harry. - bisbigliai a bassa voce evitando di farmi sentire dagli altri e dal professore che se avesse potuto ci avrebbe già ucciso da un pezzo con quegli occhi assassini.
- Cioè! - dissero in coro.
Per una volta sentivo la volgia di confidarmi con qualcuno,di non tenermi tutto bene.
La mamma diceva sempre:se hai un problema,parlane con qualcuno,poi ti sentirai meglio,sollevata.
- E' venuto Zayn,l'altra sera.
- Ecco:queste sono le cose che vogliamo sapere! - sottilineò con un epico mivimento sopracilgiare mettendosi sull'attenti.
- Per farla brev- ....
- Tu non devi farla breve,noi dobbiano sezionare la struttura delle frasi,analizzare le espressioni facciali,le attenzioni e i riguardi che ha avuto nei tuoi confronti,come si è comportato. Ecco,queste cose.Quindi  dacci un pò di materiale succulento su cui spettegolare,non puoi tenertelo tutto per te,tanto lo puoi avre ogni volta che vuoi.
- L'ho cacciato di casa! - ammisi amaramente.
- Se stai parlando del tuo coinquilino playboy,hai fatto bene. Ma,ti prego dimmi che non si tratta di Zayn.
Annuii mesta all'ultima affermazione con gli occhi già pieni di lacrime.
- Se ha osato farti qualcosa di male io...
- No,non ha fatto niente! - dissi con quel filo di voce spezzata che mi ritrovai.
'Almeno non quando era stato cosciente' pensai.
- E allora perchè?
- Gli ho trovato un s... un succhiotto sul collo! - mi riusciva ancora difficile pensarlo o anche solo pronunciarlo.
- No,non mi sembra il tipo. 
- Ci sarà sicuramente un malinteso.
Parlarono in coro.
Incredule,lo difendevano come se fossero certe,come se lo conoscessero da una vita e ci mettessero la mano sul fuoco della sua buona fede.
- Magari era solo un'irritazione cutanea.
Ma da che parte stavano?
- Si, un'irritazione con tanto di incisura dentale! - sbottai ormai stizzita.
Non sopportavo l'idea di essere stata cosi stupida,di essermi lasciata coinvolgere tanto da non vedere oltre l'evidenza:Carol era una presenza costante nella sua vita,che lui la volesse o meno.
"Visto,sceglie sempre me!" mi aveva mimato a casa sua e ora queste risuonavano più violente che mai in testa.
Mi ero talmente persa nei miei pensieri - non approdati a nulla - che non mi accorsi che ormai eravamo rimaste solo noi in aula e,soprattutto,non avevo sentito nulla di quello che avevano detto in seguito le ragazze.
- Hope? Hope? Mi stai ascoltando?
- Si,scusami.Dicevi?
- Che forse dovresti lasciarlo perdere,prima che sia troppo tardi. Non ne vale la pena. - concluse Lea, una volta uscite di fronte alle gradinate di Fisica che si ibridavano a quelle di Economia.
Lasciarlo perdere era troppo doloroso;era già troppo tardi.
Ma non volevo,e non potevo,permettergli di giocare con me o con i miei sentimenti.
Forse ero stata troppo affrettata e dovevo concedergli il beneficio del dubbio;in fondo anche lui,per quanto ne sapevo,barcollava nel buio.
Mentre attraversavamo il cortile universitario,illuminato da dei pallidi raggi solari,notai una folta chioma corvina avanzare prepotentemente nella nostra direzione.
- Sei patetica! - mi urlò contro,una volta davanti.
La prima volta non avevo notato quanto fosse diafana la sua pelle in contrasto con quelle labbra carnose e rosse,e quelle iridi vitree che le conferivano un aspetto glaciale,quasi surreale, ma allo stesso tempo delicato e ingannevole.
- Cosa vuoi? - sbottai irritata.
Ci mancava solo lei a rendere grigia la mia giornata.
Troppo rumore in un giorno che non va.
- Hai osato marchiarlo. Mi sembrava di essere stata chiara l'altra volta.
- Ma di che diavolo stai parlando? - cadevo dalle nuvole.
- Non fare la finta tonta,che sei più furba di quello che sembri:una gatta morta praticamente!Ma a me non fai paura.
- Il succhiotto! - bofonchiò Domi alla mia destra,arrivando alla giusta conlcusione prima.
Ora si spiegava tutto:lei non c'entrava niente e pensava fossi stata io.
Scoppiai a ridere sguaiatamente;mi divertiva l'idea che Zayn gli avesse lasciato intendere che ero stata io.
Neanche il tempo di realizzare ciò o delle reali intenzioni di Carol - le sue epressioni facciali subirono un mutamento ogni secondo,quasi che fosse indeicsa - che questa mi aveva già colpito con un brutale schiaffo sulla guancia.
- Come osi!?
- Come osi tu,stronza!Prima fai l'affabile e poi ti concedi come una puttana ad un uomo già impegnato! Insomma,il tuo amichetto Harry non ti ha insegnato a cosa si va incontro quando t'impossessi di ciò che non è tuo? - disse a denti stretti,colma di rancore. 
Ero ancora incredula per l'atto violento,per i "complimenti" non molto blandi.
E che diavolo ne sapeva lei di quello che era successo a Harry?
Nessuno ne era a conoscenza,non l'avevo detto nemmeno a Zayn. 
E poi,perché si stava sfogando in un cortile universitaro attirando l'attenzione di molti,dandomi della meretrice,tra l'altro?
Ma di certo non sarei passata io per la poco di buono!
Prina ancora che mettessi in atto le mie azioni,lei fu più veloce:mi artigliò il viso con le unghie,procurandomi due graffi sulla gota sinistra.
Ora basta!
Contracambiai:agguantai Carol per i capelli,obbligandola ad inarcarsi all'indietro,e avvicinai le labbra al suo orecchio.
- Puoi fare tutte le scenate di questo mondo,picchiando e offendendo la gente a tuo piacimento,passando per pazza,ma non è cosi che riconquisterai Zayn.Sei solo una povera illusa.Breacking news,honey:lui ha scelto me. - ringhiai in tono derisorio,impregnato di un veleno agrodolce che aveva il sapore della vittoria.
Molte persone erano accorse incuriosite;le ragazze si precipitarono a portarmi via di lì;non valeva la pena farsi espellere per colpa di quella stronza.

 

*****
 
 
Un frizzantino vento invernale,il suo fruscio sulle foglie e l'armoniosa melodia che emanavano era diventato il mio calmante.
"Concentrati su altro,non ci pensare" mi avevano consigliato le ragazze.
E,non essendoci elementi differenti o interessanti su cui focalizzarisi senza perderci le meningi,optai per le risorse della natura.
- Sei appena diventata la mia eroina! - esordì Domi quando ci accomodammo ai piedi di un albero secolare.
- No ho mai assistito a una scena del genere! - confessò basita Lea.
- Credemi,esserne senza volerlo la protagonista,non è il massimo! 
Nelle mie vene scorreva ancora quell'adrenalina vendicativa che ti da la forza di fare qualsiasi cosa,eppure io ero come inebetita.
Troppe cose non tornavano.
Se non era stata lei,allora chi?
Anche questa era una sua vecchia pretendente o una nuova scintilla?
E fino a che punto si erano spinti?
Ma soprattutto,volevo veramente saperlo?
No,mi disgustava solo l'idea.
Era ... raccapricciante.
Ma non lui...lui no.
- Hope,hai considerato l'idea di andargli a parlare per cercare di chiarire le cose? - domandò una Domi ,stranamente pensierosa.
Si,un milardo di volte. Ma non sapevo cosa dirgli,e inoltre mi sentivo una codarda per non avergli risposto al telefono e non so se sarei stata nemmeno lucida da poter mettere due parole di senso compiuto insieme.
- Non voglio vederlo ora. - furono le ultime parole famose.

 

*****
 


Passai il resto del pomeriggio a rimuginare sull'accaduto, quasi in uno stato di trance.
Ritornata a casa,non riuscii a concentrami sui libri cosi pensai che facendo qualcosa di pratico i pensieri potessero essere occultati quel poco per non impazzire.
Cosi per tutto il tempo mi sono mossa per casa come un automa ercando di impegnarmi in cose pratiche come mettere la lavatrice,sistemare l'armadio,pulire la stanza e lucidare la cucina,di nuovo, ma il pensiero correva continuamente a Zayn.
Di tanto in tanto le emozioni provate prendevano talmente corpo,in maniera cosi intensa da farmi mancare le forze e stringermi lo stomaco senza pietà.
Pietà.
Era proprio cià che dovevo dare alla mia psiche prima di essere rinchiusa in qualche manicomio e al mio cuore troppo ballerino nelle ultime ore,necessitava di riposo.
E io necessitavo di risposte e le avrei avute subito.






 
Holaaaa! :)
Non sono molto entusiasta di questo capitolo, credo di aver fatto un buco nell'acqua
però boh....fate voi.
Mi piacerbbe davvero sapere cosa ne pensate. 
Anyway,buona lettura e alla prossima.
Bacioni <3

 
  
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