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Autore: alchemillaa    06/10/2013    2 recensioni
Una Larry smielosa. Lou e Haz si sono promessi di passare la notte insieme dopo il concerto di Dublino ma i manager costringono Lou a volare a Londra, perché deve mantenere la sua copertura con Eleanor, senza neppure permettergli di salutare l'amore della sua vita. E allora l'unica soluzione è la loro canzone della speranza. Per non arrendersi, perché Larry is real.
Don't give up on us - The Maine
Grazie come sempre alla mia Meliloto, perché mi sopporta come nessuno riesce a fare
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La canzone. Credo sia la mia preferita dei fantastici 'The Maine'. Vale davvero un ascolto! :3
Lou POV

“Grazie Dublinooooo!”
“Siete stati fantastici!”
“Al prossimo tour!!”
 
Scendiamo dal palco a passo veloce, ancora gasati ed eccitati da quello che è stato uno dei nostri migliori show. Afferro Harry per la mano, trattenendolo dall’andare nel suo camerino. Si ferma e mi guarda sorridendo. “Lascia che vada a farmi una doccia e a cambiarmi LouLou, abbiamo la notte intera per stare insieme”. Sorrido, amo quando usa quel nomignolo, sembra così dolce e innocente. Qualità che ormai non gli appartengono più. Lo afferro per la nuca, aggrappandomi ai suoi bei riccioli per far sì che si chini verso di me. Sfioro le sue labbra con le mie e lascio un dolce bacio all’angolo della sua bocca. “Fai presto, non vorrei dover cominciare senza di te” sussurro al suo orecchio causandogli un brivido di eccitazione. Mi guarda sogghignando “piccolo provocatore che non sei altro. Non osare cominciare senza di me,” dice passando la mano sul mio petto e facendola posare sul cavallo dei miei pantaloni “credo che il tuo amichetto, qui, avrà qualcosa da ridire.” Sorride mentre se ne va, camminando all’indietro, tenendo gli occhi fissi nei miei. Io pure sorrido, ho di sicuro l’espressione imbambolata che mi viene quando Hazza fa lo scemo con me.
 
“Tomlinson? Louis, dove sei?”
 
Assorto come sono nel pensiero di cosa mi aspetta stanotte con quel figo del mio ragazzo quasi non rispondo. Almeno finché una delle mie guardie del corpo non si posiziona nella mia traiettoria visiva.
 
“Che? Scusa, ero distratto, dimmi Jay.”
“Devi venire con me Louis.”
“No scusa, in realtà devo andare in camerino e prepararmi, perché ho questa serata libera e gradirei davvero molto passarla in compagnia di Harry e di un letto. O del pavimento. O del tavolo. Comunque sia senza uscire dal camerino ecco.”
“Louis devi venire con me, il tuo manager mi ha mandato a prenderti. Devi tornare a Londra e presenziare al pranzo con la famiglia di Eleanor. Sei obbligato e io sono costretto a portartici, anche contro la tua volontà. Vorrei non farlo, lo sai che mi spiace, ma dobbiamo andare.”
“O-o-okay f-fammi salutare Harry ti prego” balbetto sull’orlo delle lacrime. Non voglio lasciarlo, non voglio per l’ennesima volta essere strappato a lui, il mio cuore non può reggere senza la sua ragione per cui battere.
 
I am weakness, I am greatness,
I'm anything, you want me to be
I am wasted, and I'll make this
The anthem for a dying breed

 
“No no no non abbiamo tempo, dobbiamo andare” mi dice Jay. Vedendo come sono ridotto, incapace di muovermi e con le guance rigate dalle lacrime mi prende sotto braccio e mi porta nella limo. Mi chiude dentro con la sicura e sale davanti al posto dell’autista.
“Mi dispiace Louis, lo sai vero? Mi dispiace tanto, sto solo facendo il mio lavoro” dice Jay scusandosi e cercando di intercettare i miei occhi dallo specchietto retrovisore. So che non è colpa sua, so che non vorrebbe farlo e che esegue semplicemente gli ordini di quei bastardi, ma ora come ora non mi sento di rassicurarlo. Tantomeno di aprire bocca. Non me la sento davvero.
 
Tengo ostinatamente lo sguardo fisso fuori dal finestrino, guardo le case di Dublino sfilare veloci. Le luci dei lampioni che si confondono tra loro diventando strisce chiare contro il cielo nero di nuvole. Prima o poi, ce la faremo. Potremo stare insieme e nulla, nemmeno uno stupido fottuto contratto potrà separarci.

See the light in the night when you're fading away
Trust in us, we're all that you've got these days
Take a look inside my heart
Oh, let’s get carried away



Quanto starà male Harry in questo momento, non oso nemmeno pensarlo. Anzi ci penso, eccome, perché soffro quanto lui, né più né meno. Devo fare qualcosa. Devo. Prendo il telefono, devo parlargli adesso, perché non appena arriveremo all’aeroporto e il manager mi vedrà mi obbligherà a consegnarglielo.
“Jay, non devi dire ai manager quello che sto facendo. Prometti che non gli dirai che ho telefonato ad Harry. Cancellerò la chiamata e non ne rimarrà traccia, ma tu non fare la spia, okay?”
“No, promesso. Ma cancellala davvero eh”
“…” maledizione, perché non risponde? “C’è la segreteria Jay, la segreteria, perché non mi risponde?” “Louis, siamo a 5 minuti dall’aeroporto, lasciagli un messaggio oppure hai perso la tua occasione”.
Richiamo alla velocità della luce il numero di Harry e appena dopo il bip inizio a parlare, come se ne andasse della mia vita.
“Ehi Haz ciao. S-s-sono stato portato via” sussurro nel telefono, incapace di trattenere le lacrime “d-devo essere con Eleanor domani per non so che pranzo e non so che cosa. Mi dispiace tanto, pensavo davvero che saremmo stati insieme. I-io ti amo tanto okay? Ricordatelo, ricordatelo soprattutto in questi periodi in cui passiamo tanto tempo lontani. Perché io tornerò da te, te lo giuro, anche se fossi dall’altra parte del mondo. Io non mi arrendo, tu non devi farlo. Okay Haz? Fallo per me. Il contratto scadrà tra poco okay? Resisti per me. Non ti arrendere.” poi prendo un respire a pieni polmoni cercando di calmarmi e comincio a cantare al telefono la nostra canzone, QUELLA canzone.
 “Don't you dare, don't you ever give up,
Don't you ever give up, oh whoa
Don't you dare, don't you ever give up,
Don't you ever give up on us, my dear

Singhiozzo ancora, sempre al telefono. “Mi hai capito Haz, non osare arrenderti. Devo attaccare, ti amo.”
 
Spengo la telefonata non appena Jay mi fa cenno con la mano per dire che siamo arrivati all’aeroporto. Spengo il telefono e lo infilo sul fondo della borsa che c’è accanto a me. Non gli verrà neanche il dubbio così che io possa aver telefonato ad Harry.
Jay apre la mia portiera. Io mi asciugo gli occhi, afferro la borsa ed esco, ringraziandolo con un sorriso appena accennato. Arrivo all’imbarco del mio volo e salgo, con il mio manager alle calcagna, l’ombra sulla mia vita, il mio oppressore, il mio inferno personale. E non mi guardo indietro, perché mostrarmi debole non è davvero nel mio stile.

Harry POV
 
E’ la terza volta che esco dalla doccia perché mi sembra di sentir bussare. E’ strano che ci metta così tanto, ma so che verrà. Adesso corro fuori dalla doccia perché sento la suoneria di Lou. They don’t know about us risuona in tutto il camerino mi fiondo in giro da un mobile all’altro senza riuscire a trovare il telefono. Alla fine è nella tasca dei miei skinny, ma quando lo trovo è troppo tardi. Ha già attaccato. Chissà cosa sta succedendo. Ho il presentimento più brutto di sempre. Non è possibile. Mi vesto alla velocità della luce afferrando le prima cose su cui riesco a mettere le mani e corro fuori dal camerino, lasciando il telefono sul letto. Corro dal camerino di Lou ed entro, senza neanche bussare. Tutto è vuoto, cassetti aperti e ante dell’armadio spalancate. Non è da lui. Non è stato lui a prendere tutte le sue cose. Avrebbe comunque lasciato tutto in ordine quel piccolo perfezionista. Con le lacrime agli occhi e i capelli bagnati che grondano acqua sulla mia fronte esco, dove le nostre guardie del corpo ci aspettano solitamente. L’unico che manca è Jay. E questo non è davvero bello. Sento il cuore infrangersi mano a mano che capisco che Louis non verrà da me stasera.
 
Mi giro per tornare indietro e sento un rumore di pneumatici che si fermano alle mie spalle. Mi volto e c’è Jay, nella limo. Posteggia e poi si accorge del mio sguardo, che è fisso su di lui ed è un misto tra disperazione e volontà di sapere. Mi fissa e poi abbassa lentamente lo sguardo. Lo so che gli dispiace, è il suo lavoro, che non ci può fare nulla. Ma il mio cuore è spezzato lo stesso. Appena rialza lo sguardo su di me io annuisco, mi metto le mani in tasca e torno verso il mio camerino, con le lacrime che mi impediscono di vedere. Mi butto sul letto e abbraccio il cuscino e piango, piango mi sciolgo nelle mie stesse lacrime. Il telefono è accanto a me e si illumina. Non ne ho voglia, davvero. Voglio solo piangere. Il telefono continua ad illuminarsi con intervalli di un minuto. Un messaggio in segreteria. Afferro il telefono, cercando di vedere attraverso le lacrime. Premo il tasto numero 1 e ascolto.
 
“Ehi Haz ciao. S-s-sono stato portato via” dice la voce di Louis al telefono. Ommioddio sta piangendo. “D-devo essere con Eleanor domani per non so che pranzo e non so che cosa. Mi dispiace tanto, pensavo davvero che saremmo stati insieme. I-io ti amo tanto okay? Ricordatelo, ricordatelo soprattutto in questi periodi in cui passiamo tanto tempo lontani. Perché io tornerò da te, te lo giuro, anche se fossi dall’altra parte del mondo. Io non mi arrendo, tu non devi farlo. Okay Haz? Fallo per me. Il contratto scadrà tra poco okay? Resisti per me. Non ti arrendere.” Continuo a piangere istericamente, aggrappandomi al telefono come fosse la mia ancora di salvezza. E poi Lou canta. Canta la nostra canzone.
 “Don't you dare, don't you ever give up,
Don't you ever give up, oh whoa
Don't you dare, don't you ever give up,
Don't you ever give up on us, my dear

Fa una piccolo pausa e poi aggiunge “Mi hai capito Haz, non osare arrenderti. Devo attaccare, ti amo.”
 
Appena il messaggio finisce non riesco più a trattenermi e inizio a singhiozzare come i bambini ad alta voce, senza aver paura di essere sentito. Anzi, vorrei che tutti sapessero del mio dolore. Maledetto contratto, maledetti manager.

I am selfless, I am selfish,
I'm anything, that I want to be
This is violent, this is hon
est,
It's the anthem for a dying breed



Subito dopo cancello il messaggio perché so che non devono esserci prove di nostri contatti. Mi asciugo gli occhi, infilo una felpa e afferro l’ipod con le cuffie. Non posso stare qui. Esco e la mia guardia del corpo, John si avvicina.
“John, voglio stare da solo, grazie. Vado a fare una passeggiata”
 
See the light in the night when you're fading away
Trust in us, we're all you've got these days
Take a look inside these eyes
Oh, let’s get carried away

 
Ottengo un grugnito in risposta, mi infilo le cuffie e cerco la nostra canzone. Camminerò finché non mi faranno male i piedi, ascoltando solo questa.

Don't you dare, don't you ever give up,
Don't you ever give up, oh whoa
Don't you dare, don't you ever give up,
Don't you ever give up on us my dear

Don't give up on us
No, don't give up on us



Cammino ancora. E sono le 4 del mattino. Ma non importa davvero. Devo solo ascoltare. La canzone della speranza, l’unica cosa che ho per non arrendermi.
 
*beebeep*
1 nuovo messaggio da: numero sconosciuto
 
LIBERTA’: 3 DICEMBRE 2013.
 
Sorrido. Guardo ancora una volta il telefono e ricomincio a camminare.

Don't give up on us
No, don't give up on us

 
Don't you dare, don't you ever give up,
Don't you ever give up, oh whoa
Don't you dare, don't you ever give up,
Don't you ever give up on us, my dear

***
Spazio dell'autrice! :3
Okay, io non credo di aver mai messo in nessuna fanfiction uno spazietto dove scrivere ciò che penso. Però meglio cominciare adesso che mai no?
Wohoo due song-fic a distanza di due giorni, qui scherziamo proprio!
Comunque fatemi sapere che ne pensate, considerato che una delle mie più care amiche vorrebbe strangolarmi perchè sono entrambe OS e le piacerebbe se continuassi.
Enjoy :)


 
 
 
  
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