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Autore: Bottom    07/10/2013    1 recensioni
Salve a tutti! Questa è la prima ff che decido di pubblicare. Come molti di voi, anche io non ho digerito il finale del 7 libro perciò ho deciso di dare una seconda possibilità ad un personaggio in particolare: Severus Snape. La storia segue l'epilogo di Harry Potter and the Deathly Hallows ed è ambientata circa 21 anni dopo la fine del racconto.
Un nuovo nemico del mondo magico sta preparando la sua vendetta e Ron, Hermione ed Harry verranno coinvolti in qualcosa più grande di loro. Tra segreti da svelare, eventi inspiegabili e complotti macchinosi, il trio ritroverà una vecchia conoscenza che finirà per sconvolgere le loro vite. Spero mi seguirete in questa avventura!
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Hermione/Severus, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Era arrivato il momento. Il suo momento. Lo aveva sognato, desiderato, bramato. Era diventato un’ossessione. Sin da bambino aveva cercato in tutti i modi di distinguersi, di dimostrare che anche lui valeva qualcosa, ma ogni volta incorreva sempre in una cocente delusione. Non bastavano le attenzioni di sua madre e i suoi continui incoraggiamenti; al contrario, quei forzati e goffi tentativi di farlo sentire uguale agli altri lo umiliavano, rendevano ancora più evidente la distanza che lo separava da quel mondo che gli era precluso. Ma adesso poteva finalmente dire basta, prendere in mano la propria vita e dimostrare a tutti che essere cresciuti all’ombra dei propri fratelli e dei propri genitori può avere i suoi vantaggi: chi potrebbe mai pensare che un piano così elaborato come quello che di lì a poco avrebbe cominciato a prendere forma, fosse il parto del suo cervello? Avrebbe gustato fino in fondo la sua vendetta mentre l’evolversi degli eventi andava già a suo vantaggio. La partita era iniziata e le sue pedine erano pronte a eseguire i suoi ordini. Dargli scacco non sarebbe stato facile.
 
 
 
La pioggia incessante e la nebbia che non accennava a diradarsi, rendevano ancora più pesante e opprimente l’atmosfera di quella giornata. Il mondo magico piange la prematura scomparsa del suo Ministro Kingsley Shacklebolt: così titolava la Gazzetta del Profeta in quel funesto primo venerdì di Novembre. Chiunque avesse voluto partecipare alle esequie avrebbe solo dovuto seguire con lo sguardo la folla che si assiepava nei pressi di una verdeggiante radura al cui centro, ben visibile, era stato allestito un palco, per consentire alle varie autorità di elogiare e ricordare le virtù del defunto. Come sempre accade in circostanze come questa, solo espressioni encomiastiche sarebbero state pronunciate dai vari oratori; nessuna critica, nessuna polemica, forse solo un leggero velo di ipocrisia che, anche se palese, sarebbe stata comunque perdonata. 
Il corteo funebre, avvolto da un irreale quanto mesto silenzio, era costituito da tutti i maghi e le streghe che erano riusciti in breve tempo a raggiungere Londra. Era sembrato strano a molti che i preparativi del funerale avessero richiesto così poco tempo, data l’eccezionalità di un evento così imprevisto. Eppure per quanto la notizia della morte del Primo Ministro avesse fatto clamore, nessuno ancora aveva osato chiedersi come questa fosse avvenuta e quali ne fossero state le cause. Il tempo delle domande era stato momentaneamente rimandato.
Dopo la sepoltura la folla cominciò a disperdersi e un orecchio attento avrebbe potuto cogliere i primi commenti appena sussurrati:
-Davvero non capisco…come può essere accaduto? Era un uomo così energico! - disse più a sé stessa che a qualcuno in particolare una donna grassoccia con spessi occhiali da vista.
-Non è possibile che sia morto all’improvviso…- sembrò farle eco una donna il cui viso era completamente coperto da una pesante sciarpa rossa.
-Si dice che i suoi collaboratori abbiano cercato di nascondere il suo grave stato di salute – disse un uomo tarchiato dalla lunga barba nera, facendo attenzione che le sue parole venissero appena udite. 
-Nessuno ha il coraggio di dirlo ma secondo me è stato eliminato! Tutte quelle riforme che miravano a  rendere il nostro mondo più moderno e aperto al cambiamento hanno destato un certo malcontento e questo è il risultato! – gli rispose il mago dal volto rubizzo che lo accompagnava.
Due uomini e due donne, appena in disparte, avevano udito questi discorsi e camminando in direzione di una piccola taverna, non poterono fare a meno di avanzare anch’essi delle ipotesi e trarne poi le dovute conclusioni:
-E’ innegabile che ci sia qualcosa di strano in questa morte…qualcosa di poco chiaro – disse la strega dai folti capelli bruni.
-Non credere di essere l’unica a pensarlo – aggiunse l’uomo dai capelli rossi che avanzava a passo lento accanto a lei.
-E questo quando lo avrei detto Ron? Sentiamo! – rispose lei piuttosto irritata.
-Non è necessario che tu lo dica…lo rende evidente la tua proverbiale presunzione.
-Stammi a sentire! Se pensi che…
-Adesso basta! – tuonò la voce della giovane donna che li accompagnava – E’ mai possibile che ogni cosa diventi per voi una scusa per litigare? Siete davvero insopportabili!
Il tono e le parole usate furono sufficienti a spegnere ogni altro tentativo di discussione e a far piombare nel silenzio quella reciproca ostilità che ormai era diventata sempre più evidente.  
-Ginny – disse il mago che fino a quel momento si era limitato ad ascoltare senza intervenire, per non peggiorare ulteriormente la situazione – sai come sono fatti…calmati.
-Hai ragione Harry, devo calmarmi. A volte però penso che se li schiantassi la farebbero finita una volta per tutte!
-Non c’è bisogno di ricorrere a metodi tanto drastici Ginny. Tolgo subito il disturbo – disse Hermione con freddezza.
-Non è necessario. Sarò io ad andarmene. – rispose Ron mostrando un forte disappunto.
-Ci risiamo… – aggiunse Ginny ormai rassegnata.
-Che ne dici se li lasciassimo qui? Prima o poi dovranno firmare una tregua e tornare a casa se non vogliono congelare qui fuori. – disse Harry rivolgendosi alla moglie.
-Tu dici? Io non credo…perché non inviti Hermione a bere qualcosa di caldo con te nella taverna mentre io cerco di calmare Ron?
-Forse è meglio. Ti aspetto dentro.
Anche se non fu facile, si riuscì a porre fine ad una diatriba che sembrava non volesse concludersi. Hermione ed Harry, i due vecchi amici che avevano affrontato avventure e peripezie che nessuno, neanche nei suoi sogni più vivaci, aveva solo osato vivere, si ritrovarono seduti ad un tavolo accanto al camino acceso.
-Vuoi dirmi cosa sta succedendo tra te e Ron? Negli ultimi tempi litigate più del solito…sembra quasi che non riusciate a fare altro che punzecchiarvi a vicenda! – disse Harry visibilmente preoccupato.
-Cosa vuoi che ti dica…tra noi le cose non funzionano più. E’ evidente! Non ha più senso nasconderlo e fingere che i nostri siano i banali litigi di una coppia sposata da quasi quindici anni, perchè non è così…
-Hermione io non posso credere che…
-Basta così Harry! Apprezzo il tuo interessamento ma non credo che tu possa fare qualcosa per aiutarci. – con queste decise parole la giovane donna mise fine ad un tentativo sincero, seppure maldestro, di minimizzare la crisi che il suo matrimonio stava attraversando. Una crisi che ormai li stava allontanando sempre di più. Se i figli fino a quel momento erano riusciti a preservare con la loro solo presenza un’illusoria serenità familiare, con la loro partenza, tutto era venuto inevitabilmente a galla: le incomprensioni, le mancanze di entrambi, non erano più bilanciate da quella passione giovanile che i primi anni di matrimonio aveva permesso loro di superare tutte le enormi differenze che caratterizzavano il loro rapporto. Era inutile nasconderlo…lei e Ron appartenevano a due mondi troppo lontani tra loro, due mondi che non si sarebbero mai incontrati e, per la prima volta, complice la maturità, ne erano entrambi consapevoli. Perché continuare questa farsa allora?
Harry aveva capito ormai da tempo che le cose tra i suoi due amici erano cambiate e che il loro rapporto si era lentamente deteriorato. Anche se non era facile da accettare bisognava guardare in faccia la realtà e cercare di stare vicino ad entrambi aiutandoli ad affrontare questo nuovo stato di cose.
Fu Hermione, improvvisamente, a rompere il silenzio per rivolgersi all’amico e dirgli:
-Tornando a quanto è accaduto al nostro Primo Ministro, credi davvero che sia morto per cause naturali?
Harry si destò dai suoi pensieri e guardò la giovane con una certa apprensione:
-Credo di sapere cosa ti passi per la testa Hermione, ma non ci sono né prove né indizi che possano far pensare ad altro.
-Ne sei proprio sicuro? O sarebbe più appropriato dire che noi non abbiamo alcuna prova o indizio? – lo sguardo che accompagnava le parole della strega diventava sempre più penetrante.
-Non posso negare che il ministero ultimamente sia diventato un vero covo di veleni e dissapori…sembra quasi che sia stata innescata una bomba pronta ad esplodere – rispose Harry visibilmente turbato.
-Pronta ad esplodere dici? – disse Hermione con una punta di sarcasmo nella voce - Io direi che con questa morte, la bomba è esplosa eccome!
-Cosa vuoi dire? – riprese il mago, ormai sicuro di cosa l’amica stesse insinuando - Che la morte di Kingsley è stata premeditata dai suoi oppositori politici?
Invitandolo con un chiaro gesto ad abbassare la voce, Hermione guardò Harry e gli disse:
-Non credo che questo sia il posto più adatto per parlarne ma non puoi negare che le ultimi leggi emanate dal suo governo abbiano dato non poco fastidio ai membri dei partiti più conservatori.
-Si, questo è vero – rispose Harry - Ma ne converrai anche tu che da qui a dire che qualcuno abbia addirittura deciso di uccidere il Primo Ministro, ce ne corre!
Con un lieve sorriso Hermione disse:
-Non mi stupisce più nulla dopo quello cui ho assistito nella mia vita, fino ad ora.
-Su questo non posso che essere d’accordo con te – aggiunse l’amico rivivendo con quella breve frase e in un battito di ciglia gli anni passati ad Hogwarts.
Alzando lo sguardo dal caldo liquido scuro che nella taverna polverosa in cui si trovavano osavano chiamare the, Hermione notò la presenza della cognata che infreddolita si dirigeva verso di loro.
-E’ arrivata Ginny – disse, rivolgendosi ad Harry.
Sedutasi accanto al marito, la strega dai capelli rossi prese la parola:
- Hermione credo di essere riuscita a far sbollire il tuo caro maritino. E’ a casa che ti aspetta.
-Ti ringrazio – fu la risposta appena sussurrata -  ma non era necessario che ti disturbassi, davvero – in cuor suo ringraziava Ginny ma non si illudeva di certo che Ron la aspettasse a braccia aperte. E a dire il vero, neanche le interessava.
-Sarà meglio che vada – disse ad un tratto, alzandosi dalla sedia e indossando la sua sciarpa preferita -  Harry, pensa a ciò che ti ho detto. Avremo modo di riparlarne. A presto.
Con queste poche parole, uscì dal locale lasciando dietro di sé una scia di discorsi interrotti, alcuni dei quali trovarono voce nelle domande di Ginny:
-Cosa voleva dire? Di cosa avete parlato?
-Della morte di Kingsley – rispose Harry, con uno sguardo vacuo, quasi assente - Hermione è convinta che ci sia qualcosa di inspiegabile dietro tutta questa vicenda ed io, per quanto ritenga la sua teoria inverosimile, non posso ignorare i suoi sospetti.
      Cambiando repentinamente e quasi brutalmente discorso, Ginny disse:
- Credi che si lasceranno?
-Di chi parli? – le rispose un sorpreso Harry, ancora chiaramente rapito da tutt’altri pensieri.
-Di Hermione e Ron, naturalmente! – sembrò rimproverarlo la moglie.
-Non lo so Ginny, davvero non lo so – riprese il mago osservando i ceppi del camino che scoppiettavano - Posso solo dirti che ho una strana sensazione. Non so perché ma comincio a temere che presto dovremo affrontare qualcosa di ben più grave della fine di un matrimonio.
 
      
  
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