Fanfic su artisti musicali > Emblem3
Segui la storia  |       
Autore: maelle    07/10/2013    1 recensioni
[STORIA SOSPESA MOMENTANEAMENTE]
"So che in questo momento starai sorridendo tristemente, forse hai voglia di piangere. Ma non farlo, sorridi, sorridi con me. Sii felice, perchè io lo sono."
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2

Into The Sunset 








Ricordo ancora la prima volta in cui ti ho visto, come se fosse successo ieri.
Ero seduta ad un tavolo di quel bar sulla Main Street leggendo un buon libro, mentre aspettavo che qualche cameriere venisse a prendere l'ordinazione.
E arrivasti tu. Tutto muscoloso e spaccone, ancora rido al ricordo.
Subito pensai che fosti un dopato, lo so che pensiero stupido, ma non era umanamente possibile avere tutti quei muscoli. Avresti potuto staccarmi la testa con un solo abbraccio, se avessi voluto.
Sinceramente non so cosa trovasti di bello in me, non ero sicuramente il tuo tipo, non ero sicuramente una tipica ragazza californiana. 
Anzi, tutt'altro.
Al''inizio ti rifiutavo, mi sembravi uno di quei ragazzi superficiali, ma ora che ci penso avrei voluto passare più tempo, ma si sa: nulla dura per sempre. 
E mi spiace di non essere stata sincera, ma avevo fatto una promessa a me stessa. Ti ringrazio di non avermi abbandonata, comunque. 
E sì, queste sbavature sono causate dalle mie lacrime. Non volevo andarmene, non così senza avere lottato: sono stata presa alla sprovvista, come quando si picchia qualcuno che è già a terra.
 Ho paura, chi mi terrà la mano per proteggermi, quando tu sarai lontano da me?.
Sei stato con me nei momenti peggiori, quando mi sentivo male (molto spesso negli ultimi tempi) mi rassicuravi tra le tue calde braccia.

Non smetterò mai di dirti grazie.






Era il tramonto quando parcheggiammo l'auto in vialetto ombroso costeggiato da bellissimi alberi con verdi fronde.
- Bella casa, wow. - esclamò stupita Lyn alla vista della casa.
Era veramente bella, l' avevo affitta qualche giorno fa; un vero affare!, così diceva l'annuncio sul giornale. 

- L'affitto è buono e anche la vista. Sento l'odore di mare da qui! - esclamai entusiasta. - Amo il mare. -

- E io amo i californiani, guardate là! - ci indicò invece Paige, notando un gruppo di ragazzini con un bel fisico, questo lo devo ammettere, ma decisamente fuori portata.

- Scherzi? Avranno sedici anni! Che schifo Paige! - ridacchiò Lyn seguita a ruota da me, Paige si limitò ad alzare le mani in segno di scuse.

La mia camera era deliziosa, anche quelle delle altre ragazze; erano tutte e tre di media grandezza, con una finestra grande e un letto matrimoniale, oltre che i soliti mobili.
Mi avvicinai alla mia finestra che si affacciava sul mare, a differenza delle finestre che si trovavano nelle stanze delle mie amiche. Respirai a pieni polmoni, mentre una leggera brezza marina mi accarezzava il viso dolcemente e mi scompigliava i capelli castani leggermente mossi. Non potevo chiedere di meglio, o forse sì..
Una finestra sul mare avrebbe potuto liberarmi da tutte le paure e le sofferenze che mi attendevano? Non credo esistesse nulla che potesse alleviare il mio dolore.

- Ehi, Erin? - mi richiamò alla realtà Lyn, - Io e Paige pensavamo di andare a fare un salto in spiaggia e mangiare un boccone in un pub lì vicino, Paige vuole cercare di conoscere qualche ragazzo, sei dei nostri? - ci riflettei sù.

Scossi la testa con un leggero sorriso sulle labbra sottili - No, penso che andrò ad un bar qua vicino. Non sono in vena di incontri, non oggi, non in queste condizioni.- annuì in risposta con un'espressione triste dipinta sul volto.
Durante il viaggio non mi ero sentita bene, avevo avuto parecchi giramenti di testa e avevo rimesso un paio di volte. Si erano così preoccupate per me, sono felice di averle al mio fianco. Spero che non mi abbandoneranno quando le cose si faranno più difficili.
Le sentii uscire di casa qualche minuto dopo, avevo da poco finito di mettere a posto le mie cose nella camera e così mi apprestai a prepararmi.
Niente doccia, non ne avevo voglia, bastava darmi solo una rinfrescata e mi cambiai la maglia sul quale c'era qualche residuo del vomito di quel pomeriggio - Che schifo. - mormorai disgustata io stesso. I pantaloncini di jeans li lasciai, così come le mie adorate scarpe blu ormai logorate dal tempo.
Diciamo che quella maglietta grigia a mezze maniche aveva avuto giorni migliori e mi infilai invece una canotta color verde smeraldo, mi lavai il viso e i denti, sistemai i capelli; infine presi la mia borsa di stoffa e vi infilai dentro un libro che avevo comperato ad un'area di sosta quella mattina.

Camminai per un paio di isolati cercando un bar che mi convincesse e lo trovai. Era sulla Main Street, o almeno credo, non sapevo come tornare indietro una volta finita la mia esplorazione.
La mia entrata fu accompagnata dal campanellino posto sopra la porta di vetro, facendo girare mezzo bar.
- Buonasera! - mi salutò cordialmente un signorotto abbastanza anziano dietro al bancone, mentre serviva un cappuccino e tre caffè, che ricambiai con un ampio sorriso e andai a sedermi ad un tavolo vicino alla vetrata, poco distante dall'entrata.
Guardai il menù, inutilmente oserei dire, non sapevo cosa diavolo significassero tutti quei nomi. Ditemi voi cos'è un 'katusafu' o un 'comagur'. Non sapevo nemmeno pronunciarli.
Ero ancora intenta a fissare il menù con un'espressione da totale imbecille per cercare di capire se avessero un semplice cheesburge, che non mi accorsi che un cameriere era venuto a prendere la mia ordinazione.

Tossicchiò per ricevere attenzione - Prima volta qui, vero? - ridacchiò. Io sorrisi senza alzare lo sguardo.

- Esattamente cosa sarebbe un ' turunuvun..' oh ci rinuncio! - e gettai la spugna così, gettando il menù.

Il ragazzo rise ancora - Quello è un panino con la salsiccia e crauti. Semplice. - finalmente lo guardai, era un ragazzo più o meno della mia età, biondo e con due
dilatatori abbastanza grandi. Più grandi del mio, sì, io ne avevo uno da nove millimetri ma i suoi dovevano essere di un centimetro o più. Ed era muscoloso, parecchio muscoloso. Non avrei mai voluto farlo arrabbiare, ne avrei il terrore.

Lo guardai con uno sguardo ancora più da pesce lesso - Seriamente? Mi pigli per il culo? - questa volta a ridere fui io, più che altro era una risata isterica. E io che avevo paura fosse un procione in salsa salamoia. 

- Mai stato più serio in vita mia. - disse ancora sorridendo sotto i baffi.
Ne dubito, pensai.

- Comunque, cosa prendi? - 

- Posso ordinare un cheesburger? Non so come la chiamate qui. E poi dell'acqua naturale. Grazie. - finii sorridendo.
Il biondo scrisse tutto nel suo taccuino e poi mi guardò come se aspettasse che io dicessi altro. Ma rimasi solo a guardarlo con fare interrogativo.
Che vuole questo?

- Non mi hai ancora risposto, sei nuova? - mi richiese.

- Oh giusto, sì mi sono trasferita qua oggi con delle mie amiche. - risposi annuendo di tanto in tanto come per dare conferma a ciò che stavo dicendo.

- Quale buon vento ti porta in questa piccola città? - mi sorrise, se solo avesse saputo il motivo del mio traferimento non sarebbe stato molto sorridente, anzi avrebbe sicuramente provato pena per me e io non ne avevo bisogno.
Sono qui per trascorrere il mio ultimo anno di vita, dici che si può aggiungere della majonnese nel mio panino?

- Mi.. Ci siamo trasferite per..per - pensa cazzo, pensa. - Per cambiare aria. Tutto qui. - conclusi per niente soddisfatta.

Invece lui parve capire - Sì capisco, tutti prima o poi hanno bisogno di aria nuova. - 

- Comunque piacere, mi chiamo Drew. - mi porse la mano leggermente sudaticcia che strinsi subito.

- Erin, sono Erin. - gli sorrisi e ben presto ricambiò per poi allontanarsi per andare a consegnare l'ordinazione.

Sfilai il mio adorato libro dalla borsa, ero più che mai intenta a leggerlo quando venni interrotta. 
Ancora?

- Ti spiace se mi siedo? Gli altri tavoli sono occupati, tu sei la più carina qui dentro e sto morendo di fame. -
Ci credo che ero la più carina, il resto della clientela erano anziani, il più giovane avrà avuto sessant'anni.

- No nessun problema, Drew. Ma non stavi lavorando? - domandai.

- Ho finito il turno proprio ora. E mi sono detto: perchè non andare a rompere le palle alla nuova arrivata? - ridacchiò.
In fatto di rompere le palle, ci stai riuscendo bene. 

Sorrisi, per gentilezza.








Buonasera!

Chiedo scusa se posto così tardi, tornando alla storia, non so se qualcuno la stia leggendo ma ho deciso di continuarla ugualmente ahahah
e ringrazio la ragazza che ha recensito :)
Se volete darmi consigli o dirmi se qualcosa non va nel modo in cui scrivo o proprio nella trama ditemelo pure, provvederò a modificarlo!
vado, non mi trattengo oltre, il prossimo lo caricherò tra una settimana circa.


bacioni, martina
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Emblem3 / Vai alla pagina dell'autore: maelle