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Autore: Alex Wolf    07/10/2013    7 recensioni
Dal primo capitolo:
« Eleonora » mormorò una voce fievole. Un fremito scosse il mio corpo e io mi voltai. Legolas mi fissò con i suoi occhi azzurri e le labbra socchiuse. Era bellissimo, ed era li in piedi di fronte a me… ma doveva essere tutto un sogno. Perché lui mi odiava, io l’avevo tradito e lui me l’aveva ricordato, gridandomi contro. « Legolas » mi uscì dalla bocca. « C’è n’hai messo di tempo a trovarmi. »
Consigliato per chi ha letto "When you let her go".
Storia ispirata al film: "Il signore degli anelli: le due torri".
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Just can’t let her go.   
 


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Rimanemmo immobili a guardarci. Attorno a noi l’unico rumore proveniva da fuori. Sentivo il mio cuore battere talmente forte che pensai sarebbe uscito dal petto, e si sarebbe fiondato in quello di lui. La voglia di stringerlo era tanta, ma sapevo che non dovevo farlo. Lui non mi voleva più, o se mi voleva in qualche modo era per mandarmi lontana. E poi le fasciature che mi stringevano tutto il petto non mi lasciavano gestione del movimento, ogni mossa era un loro stridio e una mia smorfia. Ingoiai un fiotto d’aria e presi coraggio. « C-come stai? » mormorai, balbettante. « Io bene. Tu, come stai? » si accarezzò i capelli. Mi sembrò che avesse l’intenzione di fare un passo avanti, ma rimase fermo. « Bhe, non c’è male. Qualche ammaccatura qua e là… Dov’è Boromir? » L’elfo sussultò appena e mi schioccò un occhiata eloquente. Socchiusi le labbra e abbassai lo sguardo. Mi strinsi nelle braccia e mi dissi: « Vuoi dire che io non… non l’ho salvato? E’ stato tutto inutile? » « Non è stata colpa tua » cercò di rincuorarmi. « Ero li, e non ho potuto salvarlo. Se solo fossi rimasta sveglia, se solo. »  Prima che potessi completare la frase sentii dei passi e un vociare insistente. Poi tutto si placò quando alzai la testa. Aragorn mi fissò, e mi sentii piccola, piccola in confronto a lui. Poggiò una mano sulla spalla dell’elfo, si guardarono e poi venne verso di me. Mi ritrovai stretta dalle sue braccia ancora prima di poter capire cosa stesse succedendo. « Stai bene » sorrise prendendomi il volto tra le mani, per esaminarlo. Quella scena mi fece ridacchiare, quindi annuii. « Sono forte, io » gli ricordai, rifilandogli un pugno sul petto amichevolmente. La fasciatura che portavo strofinò le ferite, e io repressi una smorfia. « Sarete affamati » intervenne una terza voce. « Parlerete davanti a del buon cibo. »  Aragorn si mise di fianco e, continuando a tenermi stretta a se come un fratello, sorrise con un cenno del capo a un uomo. Questo indossava una lunga tonaca bianca, teneva in mano un bastone dello stesso colore e sul suo volto coperto da una barba folta e dei capelli color latte risaltavano duo occhi azzurri. Mi morsi il labbro per non urlare e annuii.
 

 
°  °


 
Dopo il funerale del principe di Rohan, tutti si sederono a tavola. Legolas non mangiò praticamente nulla e si rifugiò con le spalle contro un pilastro della sala. Gimli e Aragorn mangiarono in abbondanza, assieme ai due piccoli forestieri ritrovati da Gandalf. La giovane Eowyn aveva deciso di prendersi cura di loro, e il nano pensò che non ci fosse donna più coraggiosa e dolce di lei, sebbene Eleonora fosse una guerriera. Ma la giovane compagna d’avventure tutto era fuorché dolce, o almeno così pensava. Ogni volta che la guardava, come in quel momento, leggeva nei suoi occhi freddezza e convinzione. Se fosse stata un uomo, tutti l’avrebbero seguita ammaliati dalla sua prodezza. Pensò. Da quando l’aveva rivista, qualche ora prima, però sembrava diversa. Quella diversità visibile solo dopo un po’ di tempo che non si vede una persona. Le era sembrata leggermente più magra, e malconcia: sotto gli occhi scuri erano apparse due occhiaie marcate e sembrava che le forze la stessero abbandonando. Sapeva delle brutte ferite che aveva riportato, delle fasciature che la costringevano a stare seduta e calma, ma none era quello che lo preoccupava. Lei non sembrava più lei, in tutti gli aspetti. E poi c’era un’altra cosa che non era mai riuscito a capire: cosa ci fosse tra la guerriera e il principe. Ogni tanto quando si voltava scorgeva lui a fissarla, e gli occhi azzurri gli brillavano di malinconia. Altre volte, gli era capitato, di trovare lei di sera a guardare Legolas in lontananza, mentre faceva la guardia e si era chiesto il perché di quel gesto. Non riusciva a capire se i due si amavano, o no. Era un bel rompicapo, ma almeno aveva qualcosa a cui pensare durante il viaggio: oltre a uccisioni, anelli da distruggere ecc… « E’ stato all’improvviso, erano disarmati » lo distrasse Lady Eowyn, alzandosi dal posto in cui era. Continuò a parlare, ma Gimli era troppo indaffarato a mangiare per darle molto retta. Erano giorni che non metteva nulla sotto i denti, tranne quello stupido pane elfico, e aveva bisogno di succulenta carne. Invece udii chiaramente le parole di Gandalf, il bianco: « Questo è solo un assaggio del terrore che Saruman scatenerà. Sarà sempre più spietato, perché ora è spinto dalla paura di Sauron: monta a cavallo e affrontalo. Allontanalo dalle donne e dai bambini. Devi combattere » disse solennemente Gandalf al re.  Il nano vide Eleonora muoversi scompostamente sul suo posto, quasi come quelle parole e avessero dato fastidio. Gimli la fissò, ma rimase muto ad osservarla. « Hai duemila bravi soldati che vanno a nord, mentre parliamo. Eomer ti è fedele, i suoi uomini torneranno e combatteranno per il loro re » intervenne Aragorn, la pipa in mano. « Saranno a trecento leghe da qui, ormai » lo informò il Theoden, avvicinandosi alla tavola dei bambini. « Bhe, io potrei raggiungerli » annunciò con forza la guerriera, rigirando una porzione di pollo nel suo piatto. Tutti la fissarono sorpresi da quell’intervento. « Eomer non può più aiutarci » l’ammonì il re. « Ma io posso, mio signore. Lo raggiungerei in poche ore, se non di meno. » si alzò bruscamente battendo un pugno sul tavolo, talmente forte da rovesciare le bottiglie di vino e i bicchieri. Poi, sul suo volto sicuro si dipinse una leggera smorfia di dolore. Con la coda dell’occhio il nano vide Legolas irrigidirsi, e voltare la testa verso la ragazza. I muscoli tesi e pronti a guizzare, gli occhi colmi d’ansia.  Gandalf si alzò repentinamente, dirigendosi da lei per aiutarla a sedersi. Mentre questa si portava una mano al ventre dolorante per lo sforzo, il mago guardò il sovrano. « Lo so, cosa vuoi da me » si affrettò a zittirlo il regnante. « Ma non arrecherò ulteriore morte al mio popolo. Non rischierò una guerra aperta. » Il nano guardò Theoden, e poi Aragorn che in un solo sguardo riuscì a capire le parole silenziose del piccolo uomo. « La guerra aperta incombe. Che tu la rischi, o no. » « Se ricordo bene: Theoden, non Aragorn è il re di Rohan ».
 

°   °
 
 
Legolas riportò le braccia al petto, strette fra loro. Con la coda dell’occhio teneva sotto controllo Isil, mentre cercava di seguire la discussione fra il regnante di Rohan e la compagnia. Era bello sapere che lei stava bene: certo aveva un po’ d’acciacchi, ma era viva al contrario di… Boromir. A ripensare all’amico scomparso gli si formò un nodo in gola. Sebbene fosse stato arrogante, e avesse turbato leggermente l’equilibrio durante i mesi della spedizione la sua mancanza si sentiva. « Allora qual è la decisione del re? » domandò Gandalf, staccandosi dal capezzale della ragazza che ancora si teneva le mani sul ventre. « C’è ne andremo. Partiremo questo pomeriggio, non sarà troppo tardi. » Il silenzio regnò nella stanza per molto dopo quella risposta. L’unico rumore era quello delle posate dei bambi, che facevano quando sbattevano contro le scodelle. « Qualcuno porti quella ragazza da suo zio » ordinò poi il sovrano indicando la guerriera. Legolas si voltò immediatamente e sgranò gli occhi. Suo zio? Da quando lei aveva qualche parente nella Terra di Mezzo? Eleonora sembrò pensare lo stesso, perché quando i loro occhi si incrociarono per qualche secondo vi lesse le stesse domande. Due guardie si avvicinarono a lei e la sollevarono per le spalle, malamente. Il giovane elfo allora si staccò dal pilastro su cui era e le andò incontro. Allontanò le guardie e la guardò. Lei sorrise, o almeno accennò a farlo poi gli voltò le spalle e si diresse verso l’uscio. « Posso andare da sola, Sire. Non c’era bisogno dei cani da guardia. Io non sono lei. » e uscì. Legolas rimase impalato, imbarazzato e colpito dalla sfacciataggine di lei.  Quando la porta si richiuse alle sue spalle, lui esplose in un piccolo ringhio frustrato. Perché ogni volta che faceva qualcosa di gentile per lei, o ci provava almeno, Eleonora lo respingeva? Cosa poteva aver fatto di tanto male al mondo per meritarsi quello? Proprio non riusciva a capirlo.
 

 
°  °
 
 
Fuori dal palazzo l’aria era calda, e umida. La poca gente che stava fuori sulle verande mi osservava curiosa e sospettosa al tempo stesso. Tutto era così triste li: come doveva essere vivere sperduti nel nulla? Mi mancavano città Italiane, mi mancavano i miei amici, mi mancava persino mia sorella. Li dove in quella radura, in quei dintorni non c’erano altro che lande desolate e montagne. Sospirai, scocciata. Prosegui dritta sul tuo cammino, guerriera. Poi volta a destra: li una sorpresa ti aspetta. Un uomo che ha significato amicizia per te. Che ha finto per te.  Sussultai appena. Titano! Gridai dentro di me, la voce che aveva ripreso colore. Sono contento di sapere che stai bene, custode. Ho temuto per la tua vita. Ho la pellaccia dura, io. Scherzai mentre svoltavo, come lui mi aveva consigliato. Quando ti rivedrò? Presto, vero? Mia cara Eleonora. Io sono il tuo guardiano, arriverò quando avrai bisogno di me. Ma, Titano io… Quando avrai bisogno di me. Ripeté il dragone, e poi il contatto con la sua mente scomparve. Alzai gli occhi al cielo, e lo fissai sospirante. Il mio dragone, mi mancava davvero molto. Feci ancora qualche passo quando, a un certo punto, venni attirata da un manto nero. Sbattei violentemente le palpebre, per accertarmi che fosse chi credevo essere e quando me ne resi conto cominciai a correre. Correvo: con il vento fra i capelli. Correvo: fregandomene delle ferite. Correvo: come se quella corsa mi avesse potuto salvare la vita. Correvo. Saltai, prima di pensare a qualunque altra cosa, sulle spalle dell’uomo e strinsi le mie gambe sul suo bacino. Gring. In quel momento non pensavo a nient’altro. Era vivo, e stava bene. « Sei vivo! » stillai stringendolo ancora. Lui rise di gusto a annuì. « E anche tu stai bene, a quanto posso sentire. » « Ti devo la vita, Gring. Mi hai portato dal re, ti sei fatto scambiare per mio zio… » « Come l’hai capito? » mormorò sorpreso lui. « Titano. Titano mi ha fatto intuire tutto. » « Quel dragone » sbuffò. « Mi fa sempre venire i colpi al cuore. » « Già. Ma ora non importa. Sono felice di sapere che stai bene  » risi, quando lui fece un giro su se stesso e poi mi mise giù, voltandosi. Esaminai i lineamenti del suo volto stanco: i capelli erano leggermente grigi rispetto all’ultima volta che ci eravamo visti. La barba più curata, e portava un orecchino all’orecchio sinistro. Per il resto indossava un grembiule di pelle chiara rovinata sopra i pantaloni, e una camicia nera. La faccia leggermente sporca di nero, a causa della fuliggine del camino. Sorrisi e gli accarezzai una guancia, pulendolo. Era come un padre per me, gliel’avevo sempre ripetuto, e lui mi aveva sempre ripetuto che io ero come una figlia. E ora finalmente ci rincontravamo dopo tanto. « Sono felice di rivederti » mormorai. « Anche io » mi strinse in un abbraccio degno di quel nome.
 


°  °
 


Legolas si nascose dietro una casa, e assieme a lui anche Gimli fece lo stesso. I due avevano deciso di seguire la ragazza per tutta Rohan se fosse stato necessario, per assicurarsi che stesse bene e non facesse stupidaggini. « Cosa fa? » chiese il nano, sporgendosi leggermente. « Si è messa a correre… e va sempre più veloce » lo informò l’elfo. « E, ora è saltata a cavalluccio su un uomo. E lo abbraccia stretto » il cuore del giovane batté più lentamente, chiuso in una morsa di ghiaccio. Ingoiò un fiotto di saliva, che gli scivolò per la gola sembrando ferro: graffiando tutto fino a spezzettarsi nel cuore. « E ora lui la fa girare, e lei ride. » « Lei sa ridere? » si stupì Gimli. Legolas gli riservò uno sguardo di fuoco, che il piccolo guerriero ignorò. Gli occhi di ghiaccio del principe non lasciarono neanche per un momento la figura di lei: che ora accarezzava il volto dell’uomo sorridente. Il fabbro le accarezzava le braccia protettivamente e entrambi parlavano, ridevano e annuivano. Poi scomparvero nella casa, e scomparirono dalla sua vista. Legolas tirò un pugno alla casa li vicina, ferendosi le nocche che cominciarono a sanguinare, per la frustrazione. Chi era quell’uomo? Pensò. Che diamine aveva a che fare con lei, e perché sembravano così intimi? Quella situazione gli dava alla testa. Lo faceva impazzire, davvero. « Che ti prende, ragazzo? » chiese il nano, raggiungendo a corsa l’elfo che si era già allontanato dall’abitazione. Sto’ male. Lei è con un altro. Io so che non mi ha mai amato, che era un gioco insignificante il nostro, come allora. Dovevo saperlo che era rimasta uguale. Avrei dovuto ricordarmi chi era. E ora ho il cuore che grida, che supplica pietà. Che mi urla di riaverla, di stringerla fra le mie braccia e baciarla, come allora. E invece sto’ male: piango su me stesso, come se tutto fosse perduto per sempre. Eppure la guerra non è perduta, il mio regno non è perduto, la mia vita non è perduta. Ma io si. Io sono perso. Avrebbe voluto gridare. Ma non lo fece, rimase muto ad autocommiserarsi. « Tutto bene? Stai bene? » tentò di nuovo l’amico. « Non lo so » fu l’unica risposta dell’elfo.

 
 
 
Holaaa! Come suggerito da una fan ho provato a fare il punto di vista dalla parte di Gimli. Che ne pensate? Prima di fare i miei discorsi, volevo ringraziare: TUTTE VOI CHE RECENSITE LA MIA SOTRIA, oppure l’avete messa fra le seguite/preferite/da ricordare ecc…
A voi, lettrici silenziose chiedo di esporvi: lasciate recensioni. Ditemi che ne pensate della storia. Mi farebbe molto piacere.
P.s: ho trovato una splendida foto che ritrae il mio stereotipo per Eleonora. La splendida Crystal Reed ( dalla serie Teen Wolf, che io adoro) :


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Spoiler!!!!! Attenzione: Se NON volete rovinarvi  i prossimi capitoli non leggete.
 
Nei prossimi capitoli conosceremo REALMENTE Isil: che sarà “interpretata” da Zara Larsson ( la cui foto era in uno dei capitoli della scorsa FF), una splendida cantante:

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