What about Yamato?
Capitolo due
-Sora!!-
La macchina rumorosa
in fondo, la faceva riconoscere a metri e metri di distanza. Yamato non potè non
pensarlo, scendendo dall’auto respirando l’aria pulita di quella cittadina così
diversa dal suo mondo.
-Mimi!-
E pigro a
quella esclamazione, riportò la sua attenzione sulla zazzera ramata che gioiosa
abbracciava quella che doveva essere la sposa. Alzò un sopracciglio dorato,
correggendosi: quella, era senza dubbio la sposa raggiante e agitata al punto
giusto.
Ghignò
silenziosamente, nel constatare che la sua donna sembrava aver dimenticato
completamente la tensione accumulata nell’abitacolo… e che per poco, non
dimenticava anche lui. Scosse lievemente il capo, tanto… l’aveva già capito che
lei, sfuggiva un po’ alle sue regole.
-Loro sono
molto unite.-
Si voltò, verso
una voce profonda, prodotta da un uomo con gli occhiali e dai capelli
azzurrognoli. “Senza dubbio questo tipo è
Jyou” Si disse, sicuro e giocando all’ispettore di polizia. I suoi occhi
azzurri difatti, si calamitarono verso il suolo sulle scarpe, dell’uomo che
aveva di fronte ricordando perfettamente le parole di Sora: “Jyou porta sempre degli assurdi mocassini
neri.”
Rispose con un
lieve sorriso a quell’affermazione mentre affabile, quello
gli tendeva la mano.
-Tu devi essere
Yamato.-
-Tu invece sei
Jyou Kido, dico bene?-
L’intellettuale
e scapolo annuì, pronto ad iniziare il suo interrogatorio ma
fu interrotto; con gran sollievo da parte di Yamato, che confermò
quell’individuo, sotto la voce “da evitare”. Proprio, come gli aveva detto
quella splendida testa ramata.
Completamente
partita, chiaro, dato che ora abbracciava il Kido dimenticandosi
di fare le dovute presentazioni.
La attirò a sé
quindi con il braccio, facendola avvampare. Ma in contemporanea a quel gesto, altre teste colorate scesero dalle scale della
villetta, tutti accorsi per il gran frastuono provocato dalla macchina e della
voce inconfondibile di Sora.
Matt allora con
un sospiro la liberò, spingendola leggermente dai suoi amici rimanendole a
fianco, studiandola nei minimi particolari.
E Sora rise
senza remore quindi, ad un vulcano dai capelli violacei che per poco non la strozzava(“questa è Miyako”); sorrise ad una
testa castana che abbracciò d’impulso (“…uhm
Hikari”) e strinse a sè dei capelli rossi (“Lo sposo”) dandogli una fraterna pacca sulla spalla.
-Ti ha
incastrato alla fine, eh?!-
La osservò in
silenzio, divertito dalla sua loquacità che si spense all’entrata in scena di
una testa bruna… “chi diavolo è?”
-Taichi..- e il suo sussurro, gli diede un leggero fastidio e si
ritrovò a scoccare il palato. Sora Takenouci, gli aveva tenuto nascosto
quell’invitato dal buffo nome e vedendola impallidire e arrossire insieme la
fulminò, molto amabilmente: insomma, come poteva lavorare così? Ma poi cambiò espressione quando una briosa ragazza dagli occhi verdi, Aiko si presentava come la ragazza di quest’ultimo.
E fu proprio
quello il momento.
Quando vide in
contemporanea tutti gli occhi, dopo quella presentazione, fissarsi su di lui:
pronti a interrogarlo. Carne al macello.
Quando sentì su di sé, quelle pozze castane che lo fissavano quasi astiosi e
quando decifrò dei capelli biondi esattamente come i suoi.
-Yamato?!-
Fu esattamente quello
il momento preciso in cui Yamato, capì che quel matrimonio non sarebbe stato
come gli altri.
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-Takeru.-
Il sorriso, uno
genuino, gli colorò le labbra andando a scompigliare i capelli biondi del
ragazzo, che rispondeva sotto quel nome.
E tutti gli occhi
continuavano a indugiare sulla sua figura mentre ora
Sora era passata ad delizioso rosso peperone.
-Vi conoscete?-
Lui le lanciò
un lieve sguardo che la fece rimanere di sasso. –Amore,-
disse esattamente così, trovando un immenso gusto nel ricalcare quella parola
soprattutto per gli sguardi sorpresi degli astanti – lui è mio fratello, il
fratello minore di cui ti ho parlato.- Poi quelle iridi profonde si
specchiarono in medesime dello stesso colore.
-Ma che ci fai
qui?-
E Takeru
arrossì facendo brillare i suoi occhi sorridendo dolcemente alla castana che
gli stava vicino. –è per Hikari… te ne ho parlato, ricordi?-
-Vuoi dire
che…Kari?-
-Ma guarda un
po’ i casi della vita…- Miyako battè le mani raggiante.
Sora invece sbiancò semplicemente per poi cambiare colore di nuovo, alla
stretta forte della mano di Yamato che sembrava volerla rassicurare.
-Ecco Sora…
questo è Takeru, è il mio ragazzo, io ecco anche io te ne ho parlato…Ci siamo
conosciuti all’università.- E la dolce voce di Hikari bastò per farla
ridacchiare, per stringere la mano di Takeru, per prendere un sospiro profondo
e per presentare –il suo uomo- al mondo.
-Bhe, allora vi
presento il fratello di Takeru: Yamato Ishida.-
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-Lui. Cioè.-
Taichi si prese
il volto tra le mani, scrutando i due personaggi che parlavano tra loro nel
salone. Izumi si torturò di nuovo i bottoni della sua camicia e sospirò pronto
a subirsi quel colloquio.
-Lui. Cioè. –
fece una smorfia di disgusto. -È Biondo.-
Il rosso
esasperato, guardò la porta del corridoio: la sua Mimi era sparita in quella
direzione. Brontolando le sue iridi si fermarono sulla cucina, dove un’inquietante
Miyako sembrava cucinare. –Tua madre se ne è andata ma,
ha lasciato un paio di manicaretti, lo sai?-
-Voglio dire,
hai visto è biondo! Una ramata non va bene con un biondo.-
Izumi capì
molto presto che non poteva smuovere in alcun modo il soggetto quella
conversazione. –Mi ha raccomandato di farli assaggiare a tutti.-
-E ha gli occhi
azzurri.- Lo disse come se quella fosse stata una bestemmia o una maledizione e
trattenne una risata nervosa che rilegò nella sua gola.
Stavolta Izumi,
sospirò: -Tua sorella, Taichi, sta con suo fratello…- Il castano si voltò con
un cipiglio severo, scocciato- Che centra questo, adesso??-
Izumi per tutta
risposta si riabbottonò la camicia. –Quando si mangia?!-
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-Tuo fratello
sa che tu…?-
-Si.-
-Acci’-
-Quindi ha
capito che io sono la tua…-
-Si.-
-…‘denti.-
Lei glielo
bisbigliò sforzandosi davvero di sembrare serena mentre
Yolei apparecchiava la tavola rettangolare. Sora le fece un sorriso, ritornando
subito dopo a mangiarsi le unghie e a perdersi in quelle pozze azzurre.
-Perché tu non
mi hai detto di questo Taichi?-
Rimase un po’
spiazzata e lui facendosi più vicino a lei, tanto che Sora potè sentire il suo
fiato caldo sulla guancia, le prese la mano che continuava a torturarsi.
-Ta…Taichi è solo un amico.-
-Amico.-
Lei fece una
smorfia.
-Si, è solo un
amico… mi ha anche presentato Aiko, la sua ragazza…-
-Ragazza.-
Lei fece una
piccola smorfia. Yolei finiva di sistemare i piatti con l’aiuto della giovane
Yagami.
-Takeru
piuttosto sa che…-
-Si.-
-E lo dirà?-
-No. Tranquilla.-
-Tranquilla.-
Lei glielo soffiò al suo orecchio con un cipiglio crucciato, imitando quasi la
sua indifferenza e la sua espressione. E lui ghignò spostando lo sguardo
altrove.
-Sora, Yamato
prendete pure posto… Volete sedervi vicino o…-
Il biondo alzò
le spalle e Sora cordiale rispose che per loro in fondo, era indifferente.
Dentro di sé però la ramata sperò di avercelo di fronte quel brutto muso, per
potergli tirare un calcio ad ogni battuta fuori luogo.
Ma, si dovette ricredere quando tutti presero posto e quando lui la fece
accomodare in un modo molto galante, verso la sua sedia di legno. Tuttavia, aveva
ancora quella sottile smorfia sulle labbra rosee e la vicinanza tra di loro era ancora al minimo.
-Yamato che hai
inte-
Non riuscì a
terminare la frase, per un suo bisbiglio leggero e incomprensibile.
-Tieniti
pronta.- disse solo non dando una spiegazione logica.
-Pronta per
cosa…?-
Le labbra di
Yamato erano calde e morbide e scoprirle sopra le sue, le provocò un brivido che
percorse tutta la schiena. Il tocco fu leggero ma intenso e anche se durò poco,
confondendosi con il rumore delle sedie e delle portate, Sora non potè non
sentire le guance in fiamme e il battito cardiaco al massimo.
Lui si separò
quasi con la stessa foga, scoprendo quel bel viso tutto imporporato.
Sora non potè
non fulminarlo con la stessa velocità mentre, lui ora
con un solito ghigno, prendeva posto proprio di fronte a lei e capitava per
puro caso, vicino a Taichi. E avvampò
ancora di più, sentendo subito dopo, quelle pozze scure su di lei e quando realizzò
di essere in mezzo ad Aiko e a Takeru.
“Oh, insomma Mimi io sono venuta per stare
con te.” Si morse il labbro, stizzita e desiderosa
di tirare un calcio a quel biondo che aveva di fronte, odiandosi perché sentiva
stranamente il suo profumo addosso. “Come
è possibile che io abbia addosso il suo profumo?”
E doveva ancora infilzare quei spaghetti fumanti e rossi, quando chiara e netta
la voce di Jyou piombò sulla sua testa.
-Allora, Yamato
dove vi siete conosciuti tu e Sora?-
“Oh, che cena meravigliosa.”
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- Ci siamo conosciuti al suo studio stilistico. Quando sono
venuto a controllare delle crepe sui muri.-
-Crepe sui muri?-
Era incredibile, come i suoi amici proseguissero
nell’interrogatorio e Yamato non aveva neanche potuto assaggiare decentemente la
cena di Miyako, dimostrando un autocontrollo invidiabile.
-Si, sto nell’edilizia, sono un ingegnere di
un’importante impresa di Tokyo.-
-Accidenti Takeru, hai un fratello importante eh?-
Il biondo annuì imbarazzato all’affermazione di Aiko e in contemporanea Sora, desiderava scivolare sotto il
tavolo imbandito. Nessuno l’avrebbe notata: “tanto vale tentare, i sedili sono anche di pelle…”.
-E ti piace il tuo lavoro, Yamato?-
Stavolta Sora, per poco non si strozzò con il vino bianco
del suo bicchiere. Lui indifferente, rispose che non era male e che aveva dei
vantaggi. Takeru allora non potè non ridacchiare, lanciando un’occhiata alla
migliore amica di Mimi e alzò un sopracciglio, incuriosito dalla prossima
domanda per il fratello.
-Dei Vantaggi?-
E lui con calcolata lentezza, fece fondere i suoi occhi
in delle pozze rossastre. Alzò il bicchiere di vino rosso, sollevandolo con
maestria, in direzione della donna che aveva di fronte.
–Ho conosciuto Sora, grazie al mio lavoro.-
E lei lo odiò
senza indugi, scoccando il palato. “Presuntuoso.”
-Oh…- Miyako si
intromise con un sospiro, sognando probabilmente il suo amore ad occhi aperti. -E
vi siete innamorati subito?-
-Si.- -No!- Due
rispose opposte, come il liquido nei loro contenitori di vetro.
Sora da ottima
pessimista… pensò che la festa era finita, che erano
stati scoperti; invece lui si limitò a un sorriso che le parve sincero….
-Oh, per me è
stato subito un colpo di fulmine. Anche
se lei si ostina a dire che non è stato lo stesso, io so
che non è vero.- Lei ridacchiò. –Sei sempre il solito.- Accidenti forse se
l’erano cavata. Ma una voce, che Sora conosceva fin troppo bene, la fece trasalire.
-Qual è la sua
canzone preferita?-
Taichi Yagami,
la discerneva meglio di chiunque l’altro e i suoi occhi dilatati si posarono
sulla figura di Matt, che manteneva la solita calma e freddezza. Perché non
l’aveva avvisato di quel pericolo? Trattenne il respiro preparando una scusa
qualsiasi per coprirlo.
-Hey There Delilah.-
E Taichi ingoiò
l’amaro boccone, rimanendoci secco, perché la risposta era esatta.
Sora dal canto sua si chiese come diavolo aveva fatto.
-E qual è il
suo colore preferito?- Prima di voltarsi incredula verso Mimi. “Ti ci metti anche tu?”
Matt rimase di
nuovo freddo. –Oh, è una stilista è normale che comunque sia a lei piacciono
tutti i colori, anche se ha una preferenza spiccata per il marrone.-
E lei in cuor
suo, dovette ammettere che quel tizio, valeva davvero tutta la metà della sua
carta di credito.
-Volete
finirla? Mi sembra di sentire un interrogatorio ad un condannato a morte.-
“Koushiro. Oh Dio grazie, per farlo esistere.”
Allora il suo
anello fece rumore afferrando il bicchiere, ridendo mentre
lo portava in alto. –Giusto! E propongo un brindisi ai due sposi di questa
tavola!-
##
-…Dio ma ti
rendi conto che ti sposi??-
Lei le strinse
le mani. Radiosa. –Si. Mi sembra quasi irreale.-
-Sono così felice per te…-
Mimi divenne
seria quasi pensosa. I suoi occhi castani inquadrarono la figura di Izumi che
versava un drink al nuovo arrivato.
-Ed io sono
felice, di avere qui, la mia testimone! Non potevo sposarmi senza di te…- Le
fece un occhiolino, prima di abbassare la voce. -Ma di un po’ questo Yamato? Ne
sei innamorata?-
Sora arrossì di
botto a quella domanda, annuì non sapendo ancora cosa aggiungere.
-E…pensi più
a…-
Bastava poco
per capirsi e Sora scosse il capo freneticamente. –No. Lui, lo trovo bene. Mi
sembra felice assieme ad Aiko…- Mimi sospirò,
stringendole ancora le mani nivee.- Sai cos’è che non sopporto? Il fatto che tu
ti sia allontanata da qui, per colpa sua. A volte mi viene voglia di
gonfiarlo.-
Uno sbadiglio
rumoroso proveniente da Miyako, fece realizzare sia a Mimi che a Sora l’orario
che si era fatto. Dopo la cena erano state così prese a parlare della loro vita
che, come al solito si era già fatta mezzanotte.
-Oh… io devo
tornare a casa dalla zia e da mia madre!- Mimi scrollò le spalle sottili mentre, Izumi le si avvicinava, la camicia in
disordine, quasi strapazzata. E vedendolo in quel modo, le ci volle poco per
ridere di gusto. –Amò, sembra che tu sia andato contro un treno!-
-Oh, ti diverti
vero?…- Il suo tono era quasi frustato per poi assumere una cadenza calda. -Rimani
con me, amore, non abbiamo avuto modo di parlare in questi giorni...-
Sora si alzò
dal tavolo, guardando intenerita i due sposini e a quelle parole, realizzò di
botto che nella sua città, si ritrovava ad essere un’ospite. Cavolo e vedendo
Jyou, che lottava con la sua valigia si rese davvero conto dell’assurdità della
situazione.
###
Taichi, non
disse nulla al pigiama che Joe aveva in mano. Non disse nulla, anche se forse
qualche battuta l’avrebbe fatta molto volentieri, dato
che sulla maglia, l’uomo aveva stampato un enorme libro. Non disse nulla.
-Avanti cosa
c’è?-
Anche perché
era dannatamente facile parlare con Jyou, che aveva la capacità innata di
capire prima di tutti, i pensieri delle persone. “Forse per questo vuole fare il medico. Insomma magari vai da lui e
senza neanche bisogno che gli dici: -mi fa male la schiena-…lui prescrive già
la medicina giusta.” Taichi allora si lasciò
scappare solo una parola, come un borbottio esasperato, perché sentiva qualcosa
di strano nell’aria, e forse perché il torchio non aveva dato buoni frutti.
-Controllali.-
E non ammise
altro, scoccando il palato. Anche se il suo cervello era una fucina di
pensieri, tutti diretti verso quel libro stampato ed in bella mostra su quel
pigiama a maniche corte.
L’uomo dai
capelli azzurrognoli comunque lo rassicurò, con un cenno del capo e Taichi si
ritrovò a sentire la sua risata educata; per l’entrata in scena di Aiko, che sbraitando e blaterando che moriva di sonno e che
era tardi e che doveva guidare… lo conduceva fuori dalla
porta, tenendolo per un orecchio.
###
Assurdità? Sora,
si guardò intorno battendo nervosa un piede sul parquet. Come
aveva anche solo potuto ammettere, la parola assurdità: quando tutto quello che
le stava capitando era come minimo: anormale? Forse c’era qualche
telecamera nascosta. Forse era stata rapita, forse aveva semplicemente cambiato
universo, senza esserne resa conto.
Osservò il suo
pigiama a vestito bianco, corto con qualche ricamo sui bordi (l’unico decente che
aveva trovato in casa): lì, amabilmente
ripiegato su un letto matrimoniale.
Batte cigliò. Sì, il suo pigiama buttato lì, su un letto a due piazze. Rimpianse le sue dita che
componevano il numero di cellulare di Yamato Ishida. Nessuno ha una macchina
del tempo, vero?
E naturalmente anche
se provava a chiudere gli occhi e poi a riaprirli: il letto matrimoniale
rimaneva in quella camera. Santo cielo, come doveva comportarsi? Non poteva di
certo spedirlo sul divano del salone, dato che la cosa sarebbe sembrata molto
strana. E poi di là c’erano un Jyou ronfante e Takeru.
Lo vide uscire
dal bagno che avevano in camera. Spazzolino blu in una mano, profumo di
dentifricio alla menta nell’aria al suo passaggio. I capelli un po’
scarmigliati, gli occhi azzurri che si posavano su di lei. Indossava una
canottiera bianca e dei pantaloncini azzurri che lasciavano scoperte le gambe
nude, muscolose.
Spostò gli
occhi volutamente da un’altra parte, sbuffando, lui battè ciglio aprendo la sua
valigia con la solita tranquillità.
-Scusami…ehm..- Sora
continuò a non guardarlo. Rivolgendosi buffamente al muro che aveva di fronte.
-Guarda che
mica sono nudo.- Lei strinse un pugno, sapendo già l’espressione che aveva attinto
quel biondo da strapazzo. –Comunque destra o sinistra?-
Sora stavolta
si voltò, il pigiama in mano, l’espressione stupita. –Destra o sinistra…?!-
Lui chiuse di
scatto la valigia, guardandola. –Preferisci dormire a destra o a sinistra?- Lei
si rivoltò verso il letto. –Ah.- Un’esclamazione che non era di certo una
risposta, eppure Yamato si ritrovò ad anticiparla. –Ho capito a destra.-
Lei sbuffò.
Pensando che quel tipo aveva ragione. Anche se lei nella sua dimora, di solito
si piazzava proprio al centro del suo letto, per poi ritrovarsi a destra
abbracciata al cuscino di sinistra. Un lieve tic, si impossesso
delle sue sopracciglia.
-Come facevi.-
Yamato prese un
libro, sedendosi sul letto con un tonfo ed aspettando la domanda, di quella
voce gentile ma determinata al tempo stesso. –Come cavolo facevi a sapere che
la mia canzone preferita era quella?-
E lui sorrise
misteriosamente, in quel modo che le dava tanto ai nervi.
-L’hai
canticchiata in macchina stamattina.-
Lei batte
ciglio, fece per parlare ma lui l’anticipò …assurdamente….
-E la prima
volta che ci siamo visti nel tuo studio, stavi dicendo a una ragazza che il
marrone è un colore caldo e che a te piaceva molto.
Sora col
pigiama in mano ora, era semplicemente esterrefatta.
-Non so ancora però qual è il tuo drink preferito o se questo Taichi
è stato davvero determinante nella tua vita. Ti sei rattristata e imbarazzata
insieme, nel salutarlo stasera. Non mi hai detto tutta la verità eh, Sora? Ma,
lo scoprirò comunque.- Lei divenne di un colore inconfondibile.- In fondo che
ti piaccia o no, amore, per più di una settimana io sarò il tuo ragazzo.-
E lei per tutta
risposta sbuffò, mettendo il muso come una bambina offesa. E sbattè la porta
del bagno, riapparendo solo quando indossava quella ridicola vestaglia bianca.
-Comunque caro,
per tua norma e regola io di solito dormo al centro del letto e non a destra!-
Yamato Ishida
dal canto suo sembrava non averla nemmeno sentita, si limitò solo a
canticchiare una nota canzone, facendola innervosire. Frustata Sora si litigò
con le fresche coperte del letto matrimoniale: - Oh it's
what you do to me…-
Ecco
qui il secondo capitolo XD! Stavolta è toccato a me Sae
e spero che vi piaccia quanto il primo, eh Memi è riuscita a creare
perfettamente l’atmosfera di casa Koushiro, ma del resto la mia sorellì *_* è fatta così, state attenti perché ruba l’anima
a tutti i personaggi facendoli suoi!! XD Preparatevi a
tutto e di più dove niente è per scontato u.u io vi
ho avvisati!
La
canzone dal quale si prende la nota frase esclamata da Yamato è appunto Hey There Delilah dei Plain White T's che non ci appartiene minimamente (purtroppo ç.ç) il © è dei legittimi proprietari, è una delle tante canzoni che
amiamo non che la preferita di Memi ^^
E il rigo che esclama Matt “Oh it's what
you do to me” significa: “Oh, è l’effetto che mi fai!”
Ma passiamo a voi grazie per le recensioni, rendete Memi e me,
troppo felici!
-HikariKanna: Tesoro nostro, ti
ringraziamo veramente per i complimenti!! ^^ eheh che vorrà Yama da Sora, qui forse si capisce già
qualche cosa! (Risata malefica da parte di Sae andata è chiaro-.- e sono solo le nove) Ti ringrazio
tantissimo! Un bacione tvtb anche noi!!
-Dea Nemesis:
^^ un caloroso saluto da me Sara e da Memi! Grazie per averci lasciato una
recensione spero tantissimo che questo capitolo ti invogli a seguire la storia!! Si sicuramente ne leggerete
delle belle! Un bacione a presto!
-Kari89: Allora ti
sei fatta un idea tesoro di quello che Yamato vuole da
Sora? Eh dai lo intuirete molto presto! Un bacione da me e da Memi
-DarkSelene89Noemi:
Davvero ci capivi poco man mano che leggevi cara Dark? Era il nostro intento **
no vabbhe la situazione a mano a mano si fa più
chiara, vedrai! Un grazie speciale per tutto!
-Beamarkecope: ^^Grazie Bea per il
complimento, Memi anche ha delle idee che vedrete come coinvolgeranno tutti!
Grazie davvero da parte nostra il tuo sostegno è oro per noi! ^^ ecco il
secondo capitolo tutto tuo, un bacio!
-Kalie: ^^ Graziee
per la tua recensione, oddio non ucciderci XD! Ecco il capitolo spero davvero
che ti piaccia, sono curiosa di sapere la tua reazione!!
Un abbraccio
-Sora89: Tesoro!
Grazie grazie e grazie sia da parte mia che da Memi
per il commento che ci ha fatto sorridere di cuore! Spero che il capitolo ti
piaccia è una au molto
incasinata a dirla tutta XD! Un bacione
^.^ un abbraccio a tutti anche a chi legge soltanto, vi rilascio
nelle mani della mia Sorellì!
Yours Sae