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Autore: yourloveisalie_    07/10/2013    3 recensioni
Secondo Italo Svevo l’uomo inetto è un uomo incapace di agire perché frenato dalle proprie paure.
Ed è così che è solito definirsi Christian: inetto.
Grazie al suo lavoro e alla vita perfetta donatagli fin dalla giovane età dal suo infinito albero genealogico, Christian crede di superare questo suo grande difetto.
Rebecca, invece, è una giovane ragazza di diciotto anni con una vita problematica a cui farebbe volentieri a meno. Ma quando conosce Christian, il quale riesce a vedere solo le cose positive della realtà perché ricoperto da banconote, capisce che la vita è uno splendido dono e non vale la pena buttarlo via.
All’apice del loro rapporto i problemi sembrano non esistere più e perfino Christian pensa di aver perso la sua inettitudine grazie a Rebecca. Ma tale pensiero viene respinto quando varie vicissitudini portano Christian a combattere faccia a faccia con il suo essere inetto
E sarà un duello decisivo perché, si sa, è sempre difficile liberarsi della nostra parte peggiore.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Saranno i sorrisi degli altri
quelli che non ti aspetti
a non farti sentire
i tuoi difetti.

 







 




3.

- Il prof Bianchi è pazzo - concluse Daniele, raggruppando le fotocopie con la sensibilità di un uomo primitivo.
Nel frattempo Rebecca, quasi senza accorgersene, aveva già letto il prologo e metà del primo capitolo aspettando l'autobus in compagnia del suo amico. Era la prima volta che riceveva compiti a casa che non fossero di una noia mortale ma, soprattutto, era la prima volta che un professore si lasciava controllare da studenti alle prime prese con la vita.
Di solito una persona adulta e capace non fa correggere quello che in futuro potrebbe diventare un libro a un branco di diciassettenni scapestrati, e per questo, Rebecca, nel suo piccolo, un po' si sentiva importante.
Forse dal suo giudizio sarebbe dipeso poi il futuro di una persona.
-..per quanto possa sembrare inquietante, credo di stimarlo - continuò Daniele, guardando spesso a destra e a sinistra nel tentativo di rintracciare l'auto - voglio dire, è dal primo anno che parla sempre del suo libro, del suo sogno di diventare scrittore, ed ora finalmente ci è riuscito. Vorrei avere la sua forza di volontà! -.
Rebecca restò a fissare qualche minuto il suo compagno, stupefatta da quelle parole.
- Da quanto tempo è che il prof Bianchi insegna in questa scuola? -.
- Sicuramente da più di quattro anni. E' molto giovane rispetto al resto degli insegnanti però gli studenti tengono a lui come se fosse...un comune mortale -.
Daniele rise per la battuta ma Rebecca era troppo presa dai propri pensieri per lasciarsi andare.
Quel discorso a fine lezione l'aveva mandata fuori di testa: sogni, speranza, felicità...erano cose ormai sparite nella vita grigia di una diciassettenne come lei. Eppure i ragazzi a quell'età dovrebbero essere spensierati, pieni di voglia di vivere e di fare.
Forse, l'unico momento davvero felice nella vita di Rebecca era stato l'altra sera, al pub, con i suoi amici ballerini a sfidarsi e a prendersi in giro per poi finire in bellezza con qualche drink e qualche sbronza.
Dalla scomparsa del padre, la vita non era più "vita" ma una vera e propria lotta per la sopravvivenza dove non esistevano amici o famigliari pronti ad aiutarti: ognuno faceva per sé.
- Eccolo, finalmente! - sentenziò il ragazzo, alzandosi improvvisamente in piedi e facendo scattare, così, anche Rebecca.
- Allora ci vediamo domani - disse lui prima di scomparire seduto su un sedile e di infilarsi gli auricolari del suo Ipod nelle orecchie.
Rebecca ricambiò il saluto con un cenno del capo e aspettò che l'autobus si fosse allontanato prima di ritornare seduta e continuare ad aspettare.
Si accomodò e riprese la lettura da dove era stata interrotta, sicura che l'avrebbe terminata entro ventiquattro ore e che avrebbe potuto trovare il tempo anche per rileggere il tutto.
 
 
Qualche ora più tardi, Rebecca (sola a casa, come sempre) si era arrangiata con il cibo e aveva già concluso il “libro” del professore scrivendo anche una specie di recensione che avrebbe poi mostrato al diretto interessato. Concluse tutti i compiti assegnatole entro le cinque del pomeriggio e, non avendo niente da fare, decise di uscire e recarsi in libreria per comprare l’ultimo libro della sua saga preferita: Harry Potter e i Doni della Morte.
Iniziò a leggere la saga del maghetto qualche anno prima e, da quel giorno in poi, non riuscì più a farne a meno. Infatti, spesso, si divertiva anche a leggere fan fiction riguardanti ciò oppure vagabondare per siti internet fondati dalle fan per eccellenza.
E’ affascinante quante cose siano in grado di fare i libri pur essendo così, apparentemente, silenziosi.
Non a caso Rebecca li preferiva rispetto ai film.
Il cielo, quella sera, non presagiva niente di buono: le nuvole in arrivo erano nere e cariche di pioggia. Tuttavia, Rebecca, ogni volta che entrava in una libreria, si sentiva a suo agio, si sentiva bene, nonostante il mondo esterno fosse tutto tranne che piacevole.
Girava per gli scaffali, leggendo titoli a destra e a manca in cerca di una nuova avventura. Vedeva la vita dietro ogni titolo, amore dietro ogni pagina.
La scrittura è la migliore amica dell’uomo: ascolta e percepisce tutto ciò che tu hai da dirgli e lo conserva dentro di essa come se fosse la cosa più preziosa, senza giudicarti. E’ la prima a consolarti se sei triste, la prima a condividere la gioia insieme a te se sei felice. Ti accoglie tra le sue braccia e ti porta in quel mondo fantastico, infinito, dove non serve avere nulla se non un’immaginazione senza confini.
Quel mondo in cui a Rebecca piacerebbe più di qualsiasi altra cosa vivere perché, si sa, la fantasia è sempre migliore rispetto alla cruda realtà.
Finalmente scorse il libro che stava cercando ma, quando allungò una mano per afferrarlo, qualcun altro aveva avuto il suo stesso pensiero e ciò che Rebecca sfiorò non era decisamente la copertina. E ne ebbe la conferma quando, alzando lo sguardo, riconobbe il viso del suo compagno Daniele.
Le orecchie della ragazza divennero di un rosso acceso.
- Non ci credo - disse Daniele sorridendo - anche tu conosci Harry Potter? -.
- Chi è che non conosce Harry Potter? - rispose lei sforzandosi con tutta se stessa di non sembrare imbarazzata. Quel contatto le aveva fatto male.
- Hai ragione - ammise lui. Prese l’ultima copia del libro che segnava anche la fine della saga e lo porse, gentilmente, alla ragazza senza smettere di sorridere.
- No, no. Prendilo tu -.
- No, lo do a te -.
- No, insisto -.
- Dai, io ho anche visto il film. Per me il libro può benissimo aspettare -.
Il ragazzo pronunciò quest’ultima frase con talmente tanta gentilezza e sincerità che Rebecca non seppe rifiutare ancora. Restò ferma immobile incastrata negli occhi di lui lasciando che Daniele le prendesse le mani per passarle il libro.
- Non dirmi che sei anche su Pottermore - chiese infine, sciogliendo un po’ la tensione venutasi a creare.
- Si, sono anche lì -.
- Fantastico! Se mi dai il tuo nickname sarò lieto di sconfiggerti a duello -.
Rebecca iniziò a ridere per la sfacciataggine del ragazzo.
- E se tu mi dai il tuo, di nickname, io sarò lieta di far perdere punti alla tua casa -.
- In quale casa sei? -.
- Grifondoro -.
- Grifondoro?! - chiese lui di rimando, sgranando gli occhi.
A Rebecca venne di nuovo da ridere.
- Io sono Serpeverde, cara. Hai perso a priori -.
Stavolta fu lei a sgranare gli occhi dallo stupore: non avrebbe mai immaginato una cosa del genere. Il finto stupore, però, durò ben poco perché Daniele riprese a scherzare e a prendere in giro Rebecca scatenando in quest’ultima una reazione mai vista prima.
Continuarono a parlare per minuti, forse ore, senza smettere un minuto di ridere e di essere squadrati dai proprietari della libreria che, ogni tanto, lanciavano loro sguardi sospetti.
Avrebbero preferito continuare a discutere fuori, all'aria aperta, ma aveva cominciato a diluviare e l’ombrello di Rebecca era rimasto a casa a farsi gli affari suoi. O forse era semplicemente lei ad esserselo dimenticato.
Fatto sta che con Daniele si sentiva benissimo, riusciva a ridere, ad essere spensierata, e se era questo il loro rapporto dopo neanche una settimana di scuola, figuriamoci cosa sarebbe diventato con il passare del tempo.
Forse era meglio non pensarci, visto che il viso della ragazza si fece immediatamente cupo.
Daniele se ne accorse.
- Ehi - disse, richiamando la sua attenzione - ti va di fare una scommessa? -.
- Spara - rispose lei, curiosa.
- Devi riuscire ad arrivare fino a quell'albero laggiù senza bagnarti - le indicò un punto non troppo lontano dalla libreria dove un albero quasi spoglio si ergeva in mezzo al grigio delle palazzine di fianco.
- Come faccio ad arrivare lì senza bagnarmi? Sta diluviando -.
- Se guardi bene c’è tutto un sentiero - Daniele si avvicinò ancora di più – puoi, per prima cosa, riparati sotto il tendone laggiù, poi correre di qua e finire sotto il balcone di quel palazzo. Da lì poi sei arrivata, devi soltanto essere veloce e ben attenta a dove metti i piedi -.
- E se io vinco che ci guadagno? -.
- Ehm, non so…una cioccolata calda? -.
A Rebecca quella specie di gioco sembrava decisamente stupido e infantile ma accettò comunque. Una bella cioccolata calda con quel tempo non le avrebbe fatto male.
Così camminò lentamente verso l’uscita: la pioggia batteva prepotente contro i vetri, il vento faceva volare le foglie e le pozzanghere in terra riflettevano tutto il grigio della città. Sarebbe stato praticamente impossibile non bagnarsi ma che importava? Bisognava almeno provare.
Poggiò il piede sinistro davanti quello destro, prese un bel respiro e, senza pensarci, iniziò a correre a perdifiato verso il punto asciutto più vicino pregando di non inciampare o fare figuracce simili.
Quando riaprì gli occhi, Rebecca si trovò sana e salva (ma soprattutto ancora completamente asciutta) sotto il tendone distante neanche un metro dalla libreria. Si girò, sorrise a Daniele e poi cercò di riacquistare concentrazione per passare al rifugio successivo. Di questo passo la ragazza avrebbe raggiunto quel maledetto albero in pochi secondi e avrebbe affondato il suo naso freddo in un mucchio di panna soffice. Ma fu proprio quando Rebecca si stava concentrando sul suo premio che qualcosa andò storto: la tecnica del “chiudi gli occhi e corri a perdifiato” non aveva funzionato.
Infatti Rebecca, correndo, era andata a finire in una pozzanghera, il suo piede era scivolato e adesso si trovava sdraiata a terra, bagnata dalla testa ai piedi e sporca. Il suo incubo peggiore si era realizzato.
Cercò di alzarsi in piedi ma la schiena le faceva troppo male per permetterglielo. Restò seduta finché non sentì qualcuno correre verso di lei e le orecchie tornarono rosso fuoco.
Aveva fatto una figuraccia non indifferente.
- Stai bene? - chiese Daniele, comparendo all'improvviso. Aveva un’espressione abbastanza preoccupata dipinta sul volto ed era completamente fradicio. Lo divenne ancora di più quando si inginocchiò per aiutare la ragazza ad alzarsi.
- Ho perso la scommessa - fu l’unica cosa che Rebecca riuscì a dire.











SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE E ANCORA SCUSATEMI PER IL MIO SUPER MEGA EXTRA RITARDO!
Vi giuro che farò tutto il possibile affinché non accada più ma, se proprio vogliamo dirla tutta, la colpa non è soltanto mia, è anche di quella maledettissima cosa chiamata scuola. Prendetevela anche con lei u.u
Comunque, che si dice gente?
Io vi dico solo che ci ho messo una settimana per scrivere questo schifo di capitolo (dopo qualche giorno che passi senza pensare alle tue storie, l’ispirazione fa i bagagli e se ne va. Chissà perché…) e che vi sto preparando una bella sorpresina. Ma non aggiungo altro, altrimenti che sorpresa sarebbe? :P
Vi ringrazio per la vostra pazienza, la vostra disponibilità e vi ringrazio soprattutto per la vostra esistenza: io senza di voi non sarei nulla. Spero che continuerete a seguirmi anche se non sarò più disponibile ventiquattro ore su ventiquattro com’ero quest’estate (purtroppo).
Ringrazio anche le fantastiche persone che mi hanno tenuto compagnia su ask: siete tutti bellissimi :*
Alla prossima!


 

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