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Autore: Mannu    02/04/2008    0 recensioni
L'onta del pesante bracciale metallico degli schiavi infanga il nome di un onesto mercante. Una giovane, mite donna con una forza insospettabile cambia il suo futuro. Mercenari in viaggio in cerca di avventura cavalcano ignari del pericolo. Molte strade si intrecciano tra loro e sullo sfondo una terra oppressa dal Tiranno.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I libri della grande Taliba'
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Libro Quinto - Il Bracciale 10
10.

Non poteva esserne sicuro a causa dei sobbalzi del carro, ma guardando Taliba da lontano ad Ander sembrò che qualcuno stesse ritto sulle mura, tra la porta e uno dei tozzi torrioni dove si trovavano le guardie. Quel qualcuno non sembrava un soldato: ne aveva visto passare uno poco prima e nonostante la distanza le due piccole sagome non corrispondevano.
- Quando mi darai le mie dieci monete? - chiese il vecchio contadino quasi sdentato girandosi verso di lui.
- Quando saremo ben distanti, come promesso.

In piedi sulle mura della città Dora guardava lontano senza sapere bene cosa cercare. Aveva rinunciato a trovare il ladruncolo in quella città: poteva essere letteralmente ovunque. Ogni sacrosanto giorno c'era la coda per entrare e uscire da ognuna delle porte della città e le piazze e le vie erano sempre affollate. Chi me lo fa fare, si disse stringendosi nella pelliccia: da lì si dominava sia la città sia la valle dove essa sorgeva, ma soffiava un vento gelido da far rabbrividire fin dentro le ossa. Volse lo sguardo entro le mura, sulle centinaia di testoline che vedeva agitarsi in continuazione ovunque, tutte indaffarate, tutte con i propri pensieri. Dora sentì d'un tratto di non appartenere a quel posto. All'improvviso voleva andarsene, tornare al Diner's, voleva di nuovo poter stuzzicare Marcus anche se avrebbe dovuto farlo col suo fisico da lasagne al forno, come diceva lui per prenderla bonariamente in giro. Dora non mangiava mai le lasagne.
Proprio quella possibilità di essere un'altra l'aveva attirata in quel posto ora non sembrava più così irresistibile. La chiamavano strega, era temuta perfino dai soldati. Era forte, poteva diventarlo ancor di più, poteva essere bellissima, le bastava pensarlo. Per un attimo pensò che non era quello che voleva.
Riprese a camminare verso il torrione dove aveva trovato il passaggio per arrivare al camminamento, contando per distrarsi gli anelli infissi nelle pietre che sostenevano le gabbie appese lungo le mura.
   
 
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