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Autore: Writer96    07/10/2013    7 recensioni
"-A volte si può solo sopravvivere. Si può fare questo, si può lasciare che la vita ci scorra addosso senza provare ad afferrarla, senza provare a porci attivamente nei suoi confronti. Senza essere rocce d’ostacolo, radici d’albero, ma letti dei fiumi, dei torrenti, di qualsiasi cosa che ci scorra addosso senza scalfirci.
Se siamo diventati letti di fiume, qualcosa deve averci fatto affogare, cadere, insomma, deve averci spinto a fondo. E se siamo arrivati così a fondo, probabilmente Archimede e tutta quella gente lì, che parla di una spinta, deve arrendersi davanti all’evidenza che alcuni corpi cadono come morti e tanti saluti, perché il dolore pesa, e sposta masse troppo grandi. E in queste volte si può solo sopravvivere. Lo capisci?-
La domanda si infrange, le parole che le sono uscite dalla bocca sono un continuo vomito di emozioni che va a sopperire la mancanza di risposta a tutte quelle lettere, James lo sa. E stringe il bordo del lavandino, mentre si volta lentamente verso di lei. Come se si dovesse muovere con tutta la delicatezza del mondo, per non ferirsi e non rompere niente."
Strana, direi.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Come si amano i pazzi'
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Survive





-Mi voglio limitare a questo. A sopravvivere.-
-Prego?-
Lily si volta, lo guarda, gli occhi verdi e le guance magre, scavate. Un capello ha sbagliato strada, forma un riccio in quella massa liscia e imperturbabile, ma James non se la sente di spostarlo e di sistemarlo, non nel momento in cui Lily Evans se ne sta rannicchiata accanto a lui e parla con voce atona, lo sguardo che lo penetra solo qualche istante, quasi a voler sottolineare la stranezza di quel momento.
Ci hanno messo un’estate in mezzo, loro due. James anche qualche metro di pergamena e otto bottigliette di inchiostro, ma solo perché Remus ha fatto l’idiota e ha deciso di dirgli che i suoi capelli erano orribili nel bel mezzo di una lettera, guadagnandosi una doccia, ma questo Lily non lo sa, anche se le lettere le ha lette tutte.

-Dopo l’incidente. Mi voglio limitare a sopravvivere.-
Ha il tono duro di chi non sa più cosa perdere, dove andare. Ha il tono di chi è sperduto e James la sente ed è così maledettamente vicina, rannicchiata sotto al lavandino del bagno del treno, che vorrebbe sfiorarla. Ma non lo farà. Non lo farà mai, perché gliel’ha promesso, in una di quelle mille lettere che le ha mandato. Le ha detto “Non ti sfiorerò neanche più, fino a quando non mi farai capire che ti sta bene che io lo faccia” e anche se Lily non ha risposto –ma non ha risposto mai, quindi questo è un dettaglio superfluo- sa che l’ha apprezzato.
-Perché?-
Lily sorride, amara, come solo lei sa fare. Per avere sedici anni, quasi diciassette, ha una capacità espressiva che fa impressione e una paura di fronte agli avvenimenti tipica di un bambino solo.

-A volte si può solo sopravvivere. Si può fare questo, si può lasciare che la vita ci scorra addosso senza provare ad afferrarla, senza provare a porci attivamente nei suoi confronti. Senza essere rocce d’ostacolo, radici d’albero, ma letti dei fiumi, dei torrenti, di qualsiasi cosa che ci scorra addosso senza scalfirci.
Se siamo diventati letti di fiume, qualcosa deve averci fatto affogare, cadere, insomma, deve averci spinto a fondo. E se siamo arrivati così a fondo, probabilmente Archimede e tutta quella gente lì, che parla di una spinta, deve arrendersi davanti all’evidenza che alcuni corpi cadono come morti e tanti saluti, perché il dolore pesa, e sposta masse troppo grandi. E in queste volte si può solo sopravvivere. Lo capisci?-
La domanda si infrange, le parole che le sono uscite dalla bocca sono un continuo vomito di emozioni che va a sopperire la mancanza di risposta a tutte quelle lettere, James lo sa. E stringe il bordo del lavandino, mentre si volta lentamente verso di lei. Come se si dovesse muovere con tutta la delicatezza del mondo, per non ferirsi e non rompere niente.

-Non conosco questo Archimede, non so cosa tu voglia dire con “tutta quella gente lì”. Ma non penso che dovresti farlo, e sai perché? Perché nella vita i momenti orribili accadono e ti rapiscono pezzi di anima e tu pensi che non sopravvivrai e invece poi ci riesci. Deve esserci una spiegazione, Lily, se non moriamo dopo ogni dolore.-
Lily si volta, lo guarda per la prima volta davvero. Il capello arricciato si incastra contro il marmo del lavandino e scivola di nuovo al suo posto, liscio, insieme agli altri. Se ci fosse più luce, se ci fosse più spazio, James guarderebbe ammirato il contrasto tra i suoi ricci scuri e quei capelli lisci e rossi, ma gli è permesso solo osservare lo sporco nelle intercapedini tra le mattonelle.
-C’è. Ci sarà, la spiegazione. Non voglio cercarla, ora. Voglio sopravvivere. Voglio fare il letto del fiume, voglio aspettare che arrivi una corrente più forte e mi porti di nuovo su.-
La voce è piena di una semplicità infantile e James sospira, poi si alza, le ginocchia che stridono, un gemito intrappolato tra i denti.

-Arriverà quella corrente, Lily. Promettimi però che quando la riconoscerai non opporrai resistenza. E promettimi che un giorno o l’altro mi risponderai.-
-A cosa?-
-Alle mie lettere. Ci metto l’anima dentro ogni volta, perché è colpa mia se tu ora vuoi solo sopravvivere.-
Lily annuisce, non si capisce se per dargli ragione o per promettere. Non si capiscono molte cose di ciò che fa Lily, soprattutto per quanto riguarda James, ma non c’è nessuno che si voglia chiedere perché sul serio.
Sarebbe capace di perdonarlo, quello “Sporca mezzosangue”, così come ha perdonato chi si è reso conto di aver sbagliato, pur senza poter cambiare.

-Un giorno o l’altro, Potter.-
-Mi perdonerai, Lily?-
-Lo si può comprendere nel sopravvivere?-
-Nel mio sopravvivere, sì.-

James esce, si chiude piano la porta alle spalle, non ascolta ciò che dice Lily. Non è ancora arrivato il momento di farsi amare da lei, non è ancora arrivato il momento di essere quella corrente. James vuole un perdono, perché sa cosa voglia dire avere paura di perdere un amico. E vuole che Lily gli sorrida, di nuovo, e che smetta di sopravvivere.







Writ's Corner
Non dirò nulla sulla mia sparizione, non è il momento, nè il luogo. Diciamo che non è un bel momento, questo, e l'ispirazione viene ancora più lunaticamente del solito.
Questa storia non è realistica, chi mai vedrebbe James e Lily fare una sorta di pace solo dopo un'estate? Ma ho voluto mostrare una Lily distrutta e un James che si sente in colpa, che ammira una ragazza che non capisce fino in fondo, che vuole far rialzare dal dolore in cui lui, indirettamente, l'ha gettata.
Vi chiedo una cosa. Siate clementi, con questa storia. Non lo chiedo quasi mai, lo sapete. Vi chiedo solo di leggerci dietro qualcosa.
Ancora l'amore non c'è, non si è creato del tutto.
Si creerà poi, serve ancora tempo. Ma intanto, serve fare pace.
Mi mancate, ma non mi sento ancora in grado di essere la solita Writ. Vogliatemi bene anche con queste scene alternative, con questi bagni sporchi, con questo scappare dal mondo fuori, con questo non cercarsi e trovarsi lo stesso, con questo rischio di ferire e di essere feriti, con questi amori troppo acerbi.

 
   
 
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