TenTen inspirò profondamente. Nelle sue narici sentì il profumo dei fiori di montagna. L’aria pulita. La guerra era lontana.
“TenTen…..”
Neji si era appena svegliato. Aveva un braccio ancora fasciato e anche le costole erano strette nelle bende bianche.
“Oggi c’è bel tempo!” disse lei allegramente “Potresti provare a passeggiare un po’! L’aria ti farà bene.”
“Tu cosa avresti voglia di fare se anche respirare fosse troppo difficile?”
Il suo umore era pessimo. Non aveva mandato giù l’idea di essere stato mandato lontano dal campo di battaglia dal suo stesso zio.
Era stata TenTen a convincerlo che era meglio non perdere un elemento come Neji e si era proposta di accompagnarlo per almeno un paio di giorni a riposarsi in alta montagna.
Neji non era stato consultato (per quasi due giorni era rimasto in coma) e quindi non aveva potuto ribattere che il suo compito era quello di stare lì.
In cuor suo però sapeva che lei aveva fatto la cosa migliore visto che i dolori gli rendevano quasi impossibili anche le cose più semplici.  Come respirare appunto.
TenTen mise in tavola una buona colazione (lei aveva già mangiato) e rimase a disposizione seduta davanti a lui. Conosceva il suo orgoglio e si era ripromessa di intervenire spontaneamente solo in caso di evidente difficoltà.
Mangiò in silenzio, un po’ di più del giorno precedente. Poi tornò a stendersi. TenTen uscì a fare quattro passi ma rimase fuori molto poco.
Quando tornò Neji respirava piano ma sembrava rilassato nel sonno. Si stese al suo fianco e sonnecchiò un po’ anche lei.
Si svegliarono contemporaneamente e lui diventò tutto rosso.
“Non sei abituato vero?” lo punzecchiò lei.
Lui borbottò qualcosa.
“Te l’ho detto quanto sono stata contenta che tu sei rimasto vivo?”
“Sì. Tante volte.”
“Se vuoi smetto di dirtelo.”
Lui per un attimo sembrò sul punto di commuoversi.
“No.” Disse tornando freddo “Non c’è ragione per smetterla.”
“Va bene.”
Il vento fece rumore contro le finestre. Mosse le tende e portò in casa il profumo.
“Hinata si è dichiarata…” disse TenTen all’improvviso.
Neji riaprì di scatto gli occhi.
“Sì.. Lo so. Ma era talmente evidente che solo uno scemo come Naruto non poteva accorgersi di lei.”
“Evidente lo è sempre. Ma mai per il diretto interessato.”
“Non capisco che vuoi dire.”
“Appunto.”
Lui si issò seduto e la osservò senza espressione.
“Comunque, spero che le vada bene. Almeno smetterà di penare d’amore.”
Lui annuì.
“Anche io le auguro ogni bene.”
A pranzo Neji si dimostrò di nuovo autosufficiente. Anzi aiutò lei ai fornelli.
“Vedo che te la cavi molto bene adesso.”
“Sì. E’ così.”
“Credo che domani ti lascerò solo allora.”
Lui che stava mangiando fece cadere il cucchiaio.
“Sai… Questi erano i patti. Ti avrei lasciato quando saresti stato meglio.”
Lui annuì.
“Giusto.”
Lei questa volta andò a distendersi per prima. Anche se non aveva fatto quasi niente si sentiva stanca.
Lui si presentò lì poco dopo.
La osservò mentre dormiva.
“Volevo chiederti cosa intendessi dire con ‘Evidente lo è sempre. Ma mai per il diretto interessato.’… Però credo di aver capito….”
Si chinò.
“Scusami….”
Il bacio fu semplice. Due labbra che si toccavano. Lei aprì piano piano gli occhi e sorrise. “Vedo che questo non ti riesce difficile.”
Lui sorrise arrossendo leggermente. Era molto carino quando finalmente esprimeva i suoi sentimenti.
“Puoi restare qui anche domani TenTen?”
“Se proprio lo vuoi Neji.”
Si stesero stretti assieme.
“Te l’ho detto che sono felice che sei rimasto vivo?”
“Lo sono anch’io….. Molto più di quanto tu credi….”
 
FINE