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Autore: _Mollica_    08/10/2013    2 recensioni
Caroline capisce che, forse Tyler non è l'uomo giusto per lei. Nella vita si cresce e molte volte ti accorgi di esserti aggrappata ai ricordi che hai di una persona e non a chi hai davvero davanti. Caroline mette in dubbio i suoi sentimenti e se stessa, Damon ed Elena cercano di vivere la loro storia d'amore, Stefan fugge dalla loro relazione, e Bonnie è sparita. Klaus è a New Orleans e presto avrà visite.
Se vi ho incuriosito almeno un po', entrate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Hayley, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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cap. 8



8.

RICONCILIAZIONE




- Damon ti dico che non è normale! - guardavo Damon furibonda, non capiva la mia preoccupazione per la relazione di Stefan e Caroline.
- Elena, sono grandi abbastanza per prendere da soli decisioni di questo tipo. Lasciamoli fare. - il suo tono di voce era indifferente.
- Stanno sbagliando, e tu lo sai. Parla con tuo fratello e io proverò di nuovo a parlare con Caroline. -
- Ma cosa te ne importa? Si sono solo messi insieme non stanno uccidendo persone insieme! - odiavo quando mi urlava contro con quel tono.
- Non si amano. - lo dissi con un filo di voce.
- Lo so, e ben presto se ne accorgeranno anche loro, e torneranno ad essere amici. Fine. -
Era tutto così semplice per lui, ma per me non lo era. Stefan e Caroline avevano sofferto tanto per amore, ma io non volevo che si accontentassero. Non riuscivo a capire come, proprio loro due, che avevano sempre creduto così tanto in questo sentimento, adesso si arrendessero. Avevo paura. Paura che rimanessero chiusi in una relazione senza senso. E mi sentivo in colpa, volevo aiutarli.
- Oppure, visto che passano ogni momento insieme potrebbero anche innamorarsi sul serio. - Damon, adesso, mi guardava con l'ombra di un sorriso in volto.
- Non sono fatti per stare insieme. Loro sono amici. - sapevo di sembrare pesante continuando a lamentarmi per la loro relazione, ma non potevo farne a meno.
Damon mi si avvicinò, all'improvviso, con uno sguardo deluso e un po' triste. Le sue mani mi strinsero il volto e lo avvicinarono al suo. Ammirai i suoi splendidi occhi, la cornice di tutti i miei sogni.
- Dimmi la verità, Elena. Ti da fastidio che Caroline stia con Stefan? - manteneva un tono di voce neutro, ma io sapevo che dentro stava soffrendo. Farmi questa domanda non era stato facile per lui.
- All'inizio, forse sì, lo ammetto. Ma, credo sia normale, Damon. Io e Stefan ci siamo amati e mi è sembrato strano vederlo insieme alla mia migliore amica. E' passata subito, però, questa sensazione. Quello che mi preoccupa è la loro reazione quando tutto questo sarà finito. Non si stanno aiutando, si stanno facendo del male. - il sospiro liberatorio di Damon sulle mie guance, mi fece sorridere. Probabilmente voleva farmi questa domanda da quando Stefan e Caroline ci avevano detto di avere una relazione.
All'improvviso le labbra di Damon assalirono le mie. Risposi a quel bacio cercando di trasmettergli tutto l'amore che provavo per lui.
Sapevo che Damon aveva paura di perdermi, ma era davvero una preoccupazione inutile perché lo amavo e avrei continuato a farlo per l'eternità.

********************************************************************

Nella sua camera, Caroline era distesa sul suo grande letto, con solo una vestaglia a coprire il suo completo di pizzo color crema. Per la prima volta da quelli che le sembravano secoli, era sola. Aveva appena finito di salutare sua madre, Elena, Damon e...Stefan.
Per quella sera poteva prendersi un po' di riposo e rilassarsi senza fare assolutamente niente. Non era costretta ad essere compiacente, a fingere di essere felice e spensierata. Poteva starsene semplicemente lì, distesa con i suoi soli pensieri a farle compagnia. Come era bello non sentire nessuno ridere, scherzare in continuazione. Dal momento stesso in cui era tornata non aveva più avuto un attimo per se stessa. Spostò lo sguardo osservando la sua camera. Era come era sempre stata. Era lei ad essere cambiata, a sentirsi così diversa da quella di una volta. Aprì il cassetto del suo comodino e accarezzò il foglio che custodiva gelosamente all'interno.
In quel foglio c'era il ritratto del suo viso vicino al muso di un cavallo.
Klaus.
Come già un miliardo di volte da quando era tornata, i suoi pensieri volarono a lui, ai lineamenti del suo volto, all'espressione dei suoi occhi, alle sue spalle larghe, ai suoi capelli così irresistibili... a ciò che era accaduto. Si incontrava qualcuno che si è sicuri di dover odiare, gli si rivolgeva la parola e pian piano si scoprivano inaspettati aspetti di lui, si beveva qualcosa con lui, si dimenticavano i prorpri impegni, le proprie convinzioni.
E ci si innamorava. 
Aveva preso una decisione, quella giusta, e si impose di pensare ad altro. Ormai, non c'era più alcun motivo di pensare a Niklaus Mikaelson.
Nessun motivo al mondo.
Non l'avrebbe mai più rivisto. E la sua dichiarazione d'amore era soltanto l'infatuazione di uomo che voleva sempre tutto nella sua vita. E che non permetteva che una donna lo rifiutasse. Come poteva aspettarsi, dopo quello che era successo, che lei, lo rivedesse? Che cosa gli faceva credere che volesse avere una relazione con lui?
Caroline si impose di chiudere gli occhi e si mise a sedere sul letto, avvolta nella vestaglia, indispettita contro se stessa per aver concesso ai suoi pensieri di indirizzarsi su quella strada.
Con il dorso della mano si asciugò una lacrima che le era scivolata su una guancia e con uno sforzo di volontà, raccolse il libro sotto il suo letto e cominciò a sfogliarlo. Aveva sempre amato i romazi che raccontavano storia d'amore epiche, leggendarie...eterne. Ma aveva letto soltanto due o tre pagine quando squillò il telefono, irrompendo prepotentemente nel mondo in cui era fuggita a rinchiudersi.
- Pronto? -
- Caroline? - riconobbe immediatamente la sua voce e, si maledisse per aver risposto al telefono senza controllare.
Dopo alcuni minuti in silenzio si riscosse.
- Sì? - il suo tono di voce era così fiebile, che le parve di averla solo pensata quella parola.
- Io...io...mi stavo chiedendo se non potrei vederti. Lo so che mi hai già detto tutto quello che pensi, ma mi è venuto in mente che forse ti interesserebbe parlarne con più calma, e...be', forse potresti anche solo ascoltarmi. - il cuore le batteva all'impazzata. Non sapeva cosa fare. Decidere di non vederlo e rifiutare qualsiasi spiegazione o dargli una possibilità di spiegarsi? Non riuscì a sopportare l'improvviso pensiero che forse avrebbe anche potuto non rivederlo mai più.
- Caroline...- si accorse solo allora che non aveva ancora risposto, la voce di Klaus era rotta. Molto probabilmente pensava che avesse interrotto la comunicazione. - Sei lì? -
-Sì. - Perché le faceva una cosa simile? Perché dopo averla tradita, distrutta, la buttava in quella assurda indecisione? Si era rassegnata e allora perché insisteva nel torturarla?
- Sì, ci sono. -
- Cosa ne pensi? Io...devo parlarti, Caroline. Sono sceso dall'aereo da pochi minuti. Ho pensato soltanto di venire un attimo per vedere se potevo salutarti. Poi, però, mi sono accorto che molto probabilmente non avresti apprezzato la sorpresa. Quindi, ti ho chiamato. Credevo che non mi avresti risposto...-
- Dove sei? - Caroline si accigliò lievemente mentre glielo chiedeva.
- Sono fuori, davanti alla porta di casa tua. - Klaus aveva un tono di scuse, così confuso e pieno di vergogna che le fece nascere involontariamente un sorriso malinconico.
- Io non credo sia il caso. -
- Ti prego, Caroline. Devi lasciarmi spiegare. Mi hai lasciato senza lasciarmi rispondere alle tue accuse!-
- Klaus, smettila. Ti già detto tutto ciò che dovevo dirti. -
- Lasciami almeno parlarti, poi sarò contento e potrai anche ridirmi tutte le belle parole che mi hai detto la scorsa volta. Mi farò anche picchiare, ma ti prego Caroline, ascoltami! - era così strano sentire il grande e invincibile Klaus dirmi quelle parole. Mi inteneriva il suo gesto e senza pensarci cominicia ad annuire.
- Guarda cosa mi fai dire e fare. Mi renderai un essere smielenso e inutile, ma non mi importa. - borbottava al telefono come se non lo stessi ascoltando.
- E va bene. Sali in camera mia, ma solo per pochi minuti. - quando riattaccai il telefono mi tremava la mano e sentivo la testa che mi girava talmente forte da dover chiudere gli occhi.
Non ebbi neppure il tempo di infilarmi un abito, che già Klaus bussò leggero alla porta della mia stanza. Mi limitai ad avvolgermi più strettamente nella vestaglia e a lisciarmi i capelli. Esitai per un momento che mi parve senza fine davanti alla porta, prima di aprirla. Girai la maniglia e poi rimasi lì immobile, a fissare l'uomo straordinariamente bello che aspettava fermo davanti a me.
Klaus rimase immobile e silenzioso, come me per un momento, poi Caroline fece un passo indietro e con un gesto lo invitò a entrare.
- Ciao. - lui appariva nervoso, aveva un'aria da ragazzino e si fermò a fissarla per un lungo momento dall'altro lato della stanza.
Lo guardai gravemente in quegli occhi, che mi seguivano nervosi nella stanza.
Perché, diamine, dopo tutto quello che aveva fatto, il solo vederlo mi faceva salire il cuore in gola?

****************************************************************************************

Ce l'avevo fatta.
Ero riuscita a convincerla a incontrarmi.
Mentre la contemplavo, mi chiesi perché ero andato lì. Che cosa le avrei detto? Che cosa potevo dirgli all'infuori del fatto che ogni volta che la vedevo ero più innamorato di lei della volta precedente.
Caroline sospirò e mosse qualche lento passo, attraverso la stanza. Si guardò attorno e poi tornò a posare lentamente lo sguardo su di me.
- Klaus, mi dispiace. Non riesco a togliermi l'immagine di Hayley incinta di tuo figlio e tu che me lo tieni nascosto. - la sua voce era quella di una donna delusa e ferita. Sembrava una regina. Ogni cosa in lei era aristocratica, il suo portamento, la sua espressione, il modi in cui si teneva eretta, perfino con quella vestaglia. Solo l'espressione di intensa sofferenza che aveva negli occhi e che non poteva essere nascosta, la rendeva più vulnerabile.
- Ho sbagliato a non dirti subito di Hayley, ma avevo così paura di rovinare tutto prima ancora che cominciasse. Tutti i miei sogni si stavano avverando e io non volevo perderti, prima ancora di averti. -
- Questo non ti giustifica. -
- Me ne rendo conto. Ma, ti prego cerca di capirmi. Avevo paura. Avevo una fottutissima paura. Hayley non conta niente per me. E' stata l'avventura di una notte e solo perché ero ubriaco. All'inizio non volevo neanche il bambino, ma poi mio fratello mi ha aiutato a capire. Ma. lascerei tutto per te, Caroline. Non hai che da chiedermelo. - la guardai supplichevole.
- Non ti chiederei mai di abbandonare tuo figlio. Posso capire che tu abbia avuto una notte di passione con lei. La cosa che non posso perdonarti e che tu me l'abbia tenuto nascosto! Avevo il diritto di saperlo! So che abituato a dire bugie a tutti, ma con me ho sempre pensato che fossi sincero. -
- E lo sono sempre stato. Ho sbagliato a non dirtelo e adesso ne pago le conseguenze. -
- Mi dispiace Klaus. Ho bisogno di un uomo che sia sincero con me, che condivida tutto con me... -
- E io sono pronto a farlo. Voglio farlo! -
- Non mi è sembrato...-
- Anche a me dispiace, ma voglio ringraziarti. - mi avvicinai deciso verso di lei e strinsi il suo viso angelico a coppa. - grazie a te, ho scoperto cosa vuol dire amare qualcuno. - mi persi nei suoi immensi occhi, profondi come il cielo. - ti amerò per sempre. - senza più resistere, calai le mie labbra sulle sue e suggelai la mia promessa con un lungo bacio.
All' inizio credevo che mi avrebbe respinto, poi però sentii le sue piccole mani che mi stringevano i capelli, arruffandoli.
All'improvviso si scostò bruscamanete e mi diede le spalle.
- No, Klaus. No! Non tentarmi. - si voltò e mi puntò contro due occhi fiammeggianti. - vattene. -
- Caroline. - lei si voltò di nuovo, poi si rigirò e la vidi cambiare di colpo espressione. Non sapevo cosa l'avesse intenerita se il mio tono di voce stravolto o i miei occhi lucidi.
Fatto sta, che mosse qualche pass verso di me e poi alzando le braccia mi circondò il collo e e cercò avidamente la mia bocca.
- Oh, tesoro, ti amo...ti amo...ti amo...- erano dolci le mie parole, eppure frementi. Caroline mi strinse a sè e mi baciò, Mi sentivo avvolto dal suo amore. Poi, senza rendermene conto le feci scivolare dalle spalle la vestaglia e mi inginocchiai a baciare quel corpo mentre Caroline restava in piedi davanti a me, come una dea. Che avrei venerato per sempre. Sembrò che passassero ore prima che ci stancassimo di baciarci, di toccarsi,di stringerci l'uno all'altro.  La presi fra le braccia e la adagiai delicatamente sul suo letto. Era bellissima.
- Caroline? - la richiamai dolcemente, volevo che fosse convinta di quello che stavamo per fare. Non volevo vederla pentirsi il giorno dopo.
Lei mi sorrise esitante. Mi bastava, mi spogliai velocemente e mi distesi accanto a lei tornando ad accarezzarla.
La guardai negli occhi e mi persi in quell'azzurro celestiale.
Avrei fatto le cose per bene stavolta.
L'avrei protetta, amata e rispettata per l'eternità, se me lo avesse permesso.




NOTE DELL'AUTRICE

Perdonatemi!! Vi supplico! Mi dispiace per questo ennesimo ritardo, ma davvero non potevo postare prima. Mi sto rendendo conto che riesco a malapena a continuare una storia, figurarsi due! Ho avuto anche dei problemi nello scrivere gli ultimi capitoli perché ero un po' demotivata e non ispirata. Se sono riuscita a continuare e grazie a tutte le persone che commentano e che seguono la mia storia. Vi ringrazio, a voi dedico questo capitolo con la speranza che vi piaccia.
Fatemi sapere che cosa ne pensate e davvero molto importante per me. Prometto di rispondervi, come ho sempre fatto perché credo sia molto importante.
Un bacio enorme a tutti
A presto
_Mollica_


  
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