Il giorno dopo mi svegliai ovviamente sfinito, con un filo di mal d’orecchie ancora, e l’arsura su tutto volto. Mi misi la sveglia alle sei in punto, e mi alzai per poi andare in bagno, radermi, mettermi un po’ di fondotinta per coprire il mio pallido volto, mi lavai i denti, mi attaccai ai denti superiori quella dentiere bianco splendente, di quelle che si mettono sopra ai denti, mi lavai i capelli e mi feci la doccia, poi mi vestii molto bene, cospargendomi di profumo.
Ci impiegai circa un’ora a fare tutto quanto, e alle sette in punto presi la valigetta (controllando rigorosamente che ci fosse tutto) e uscii, per recarmi in automobile all’agenzia. Arrivai alle sette e mezza, con circa un’ora di anticipo.
Appena arrivai Izzy sembrò sollevata. <>
Annuii semplicemente, e andai ad appoggiare la valigetta nel mio ufficio, per dedicarmi a eseguire gli ordini di Izzy, che, come al solito, si era ridotta all’ultimo minuto per preparare tutto, e mi stava contagiando con la sua frenesia.
Passò circa un oretta e mezza, comprai il ghiaccio: tutto era in ordine. Io e Izzy ci sedemmo ad attendere che arrivassero le otto e mezza.
Ecco, dal mio IPhone vidi che erano chiaramente le 08:29, quando il campanello della porta squillò. Entrarono una ragazza bassa, dall’aria vagamente eccentrica, i capelli biondo chiaro, così come la sua carnagione, e gli occhi blu intensi. Quegli occhi mi ricordarono qualcosa, qualcosa di bello e brutto allo stesso tempo.
L’altro era un uomo, dalla carnagione olivastra, occhi neri e capelli neri, un po’ lunghi. Ci strinsero la mano, e Izzy sembrò vagamente imbarazzata. Quando strinsi la mano della signora Lewis, il tremolio mi avvolse: quella mano fredda, così come i suoi occhi blu oltremare, mi portò alla mente qualcuno. Qualcuno di misterioso, del passato. Riconobbi anche qualcosa di familiare nell’uomo, ma molto meno.
I due si accomodarono di fronte a noi. Eravamo tutti e quattro imbarazzati: avrei chiesto alla signora Lewis, se anche lei notava qualcosa di familiare in lui, se non fossi stato così maledettamente imbarazzato, e tutto così maledettamente formale.
“Buonasera…” riuscii a proferire io, dopo qualche minuto di silenzio tombale.
“Buonasera… io sono la signora Lewis, e lui è il signor Morgan.”
Izzy annuì. “Quindi voi volete comprare una casa a Toronto…”
“Ehm.. sì!” la interruppe il signor Morgan all’improvviso.
In quel momento quando posai lo sguardo sulla Lewis tutto mi fu chiaro: fui colpito da una stretta al cuore, e non mi parve vero. Ma doveva essere lei, quel suo sguardo magnetico, quegli occhi privi di malvagità… Dawn. Quella dolce ragazza che, a 16 anni, 12 anni prima, mi aveva quasi ucciso, mi aveva fatto sentire come non mai… e avevo commesso l’errore di eliminarla. Come ero patetico, a quei tempi.
Ci ero stato male, dopo. Circa 5 anni di sofferenze, perché mi auto commiseravo, sapevo di aver fatto qualcosa di male, e che avrei perso Dawn per sempre.
Forse gli altri avevano già capito da tempo, o intuito, chi ci trovavamo davanti.

rieccomi!!! Allora, non è che lo scorso capitolo abbia avuto quel successo.... ABBIATE PIETA'!! Mi lasciate una recensione? Una piccola piccola recensione? :D Qui l'OOC è chiaramente Scott, ma anche Izzy lo sarà un po' (insomma non potevo usare una pazza di categoria A), ma molto poco ;)
PS Il capitolo sembra più lungo del precedente, almeno su Word D: