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Autore: Ary Granger    08/10/2013    1 recensioni
Un anno. Sembra solo ieri che impazzava la dura lotta contro Voldemort.
Hermione Granger non riesce a capacitarsi di come il tempo sia passato così velocemente.
E non riesce ancora a capacitarsi che Ron non sia più lì con lei.
Sembra solo un'ombra di quella orgogliosa e perspicace grifondoro di una volta che ora vorrebbe solo dimenticare ogni cosa.
Una nuova minaccia e nuovi pericoli la trascineranno però nuovamente a quel periodo di terrore a fianco di qualcuno che forse la guerra ha segnato più lei.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                             Vecchie e Nuove Conoscenze

                                                                                                                                                                                                               A Martina



Un raggio di luce illuminava chiaramente le stanza immacolata di Hermione che la sera prima, sfinita, si era appisolata nel divano.
Il suono della sveglia a forma di gallo la risvegliò dal suo sonno tormentato: gli incubi ormai erano una compagnia costante della quale non riusciva a sbarazzarsi.
Stropicciandosi gli occhi, stiracchiò le gambe intorpidite e con un colpo di bacchetta zittì la sveglia. Si rialzò dal divano raccogliendo i libri intorno al suo salotto e si diresse dapprima verso la doccia e poi verso la camera da dove uscì completamente vestita. Osservò l’orologio al suo polso, un regalo di suo padre per il superamento a pieni voti dei M.A.G.O., e constatò che era in perfetto orario. Si diresse in cucina dove afferrò due biscotti dalla credenza ed uscì di casa sigillandola con un perfetto incanto colloportus e vari incantesimi protettivi.
Si diresse verso il retro della casa, pressoché isolato se non per qualche gatto randagio e concentrandosi si smaterializzò all’esterno dell’ospedale.
Percorse gli ampi corridoi pieni di guaritori ed entrò nell’aula dei laboratori di anatomia del professor Rocherson.
Il docente, un uomo di circa trent’anni, seduto dietro una splendida cattedra di mogano scuro, alzò gli occhi verdi su di lei appena la vide entrare in aula. Figlio di un rinomato guaritore americano purosangue, James J. Rocherson, nonostante la giovanissima età, era la punta di diamante dell’intero ospedale, nonché primario nel reparto di ferite da maledizioni proibite, scelta dettata anche dalla morte del padre per opera di una potente Cruciatus che lo rese orfano appena adolescente, giacchè la madre era morta tre anni dopo la sua nascita.
“Buongiorno signorina Granger, lei è come sempre la prima ad arrivare in aula per le mie lezioni” disse sorridendole e avvicinandosi con una sfilza di fogli in mano. “Ho appena finito di leggere la sua relazione sul caso del carcinoma maligno di elfo.” Le pose davanti il compito. “E come sempre è assolutamente perfetta.”
La ragazza osservò le sue sei pagine di pergamena scritte minuziosamente e sollevando il capo rispose con sorriso “La ringrazio professore”.
Il guaritore riprese il compito, ritornando alla sua cattedra “Beh, non potevo aspettarmi nulla di meno dalla studentessa migliore dell’intero corso”.
Benché purosangue, il professore dimostrava tendenze abbastanza babbanofile e più che ben tolleranti nei confronti degli’ impuri’: motivo in più perché Hermione lo ammirava, oltre che per il suo essere un ottimo medico ed insegnante.
Qualche minuto dopo gli studenti cominciarono a fluire in una tumultuosa folla nell’aula e tra di essi Malfoy, che come sempre si diresse verso i banchi in fondo alla stanza e silenziosamente prese pergamena, piuma e calamaio mentre il professore iniziava a spiegare l’argomento del giorno: la struttura encefalica con annesse patologie.
“Bene ragazzi” disse il professore giunto al termine delle tre ore. “Prima che ve ne andiate volevo informarvi del fatto che ho corretto le pergamene che mi avete consegnato tre giorni fa”. Si sollevò dalla sedia e cominciò a consegnare i plichi di fogli agli studenti “Molti sono scadenti, altri abbastanza buoni e due sono invece sono i lavori più accurati che abbia mai visto per un primo anno di medimagia!” disse con fermezza osservando Hermione e gettando un’occhiata in fondo all’aula .
 “Come ben sapete ogni anno, prendo come miei assistenti gli alunni migliori di tutti e sei gli anni di corso.” terminò il professore. “A dispetto dell’esperienza che possono avere gli alunni dei altri anni, ho scelto i due autori di queste relazioni”.
“I due ragazzi che non hanno ricevuto il compito si presentino tra dieci minuti nel mio studio per discutere degli orari ed del loro lavoro nei laboratori di ricerca ed analisi. Gli altri sono liberi di andare. Buona giornata!”. Raccolte le sue carte, Rocherson si avviò verso l’uscita, seguito dagli studenti.
Hermione ordinò i suoi appunti ed uscì velocemente dall’aula, il cuore che batteva all’impazzata.
Lavorare come assistente del professore era un sogno che si avverava. Di solito non sceglieva mai tra le matricole del primo anno e la ragazza non avrebbe mai sperato in una tale fortuna. Cercando di farsi strada tra i numerosi studenti  che le intralciavano il cammino, raggiunse finalmente qualche minuto dopo lo studio del primario.
Con un profondo respiro bussò ed aprì la pesante porta dopo aver ricevuto il permesso per entrare.
“Mi scusi il ritardo ma...” le parole le si bloccarono in gola alla vista del ragazzo seduto su una delle poltrone dello studio del professore.
“Non si preoccupi signorina Granger” disse con un ampio sorriso il dottore. “Prego, si sieda pure! Stavamo discutendo con il suo futuro collega del lavoro che vi attende! Conosce già il signor Malfoy? Signorina mi sta ascoltando?”
Hermione infatti non aveva sentito una sola parola del professore ed era rimasta fissa con lo sguardo sul ragazzo, che la osservava a sua volta e che rispose per lei.
“La signorina Granger ed io siamo vecchi conoscenti professore.” disse Draco distogliendo lo sguardo da Hermione con una smorfia sul viso. La ragazza, riscuotendosi dal torpore, posò la pesante borsa ai suoi piedi e cercò di prestare attenzione al discorso del guaritore seduto di fronte a lei su un’imponente sedia in pelle, dietro un’ampia scrivania di legno pregiato.
“Bene, quindi bando alle presentazioni, posso finalmente illustrarvi il lavoro che vi attenderà al mio fianco.” esclamò con voce ferma il docente.
“Oltre a seguirmi durante le visite nel reparto di cui sono responsabile, effettueremo esami di ricerca medica ed investigativa, quando gli Auror ministeriali lo richiederanno, nei laboratori che sono posti nei sotterranei dell’ospedale.” Così dicendo fece apparire in aria con un tocco di bacchetta un modellino tridimensionale della pianta del San Mungo illuminando il reparto di cura di maledizioni oscure e i laboratori di ricerca.
“Naturalmente sarete dispensati da seguire alcuni corsi che si interporranno con il vostro lavoro ma non dal conseguirne gli esami. Avete qualche domanda?” concluse osservandoli per qualche istante in attesa, senza ricevere risposta “Bene, direi di aver detto tutto il necessario! Vi aspetto domani mattina alle 8 nel laboratorio B.  Potete andare!” concluse il professore.
Malfoy prese la giacca che aveva poggiato nel bracciolo della poltrona e, afferrata la borsa in pelle nera, si affrettò ad uscire dallo studio.
Hermione, appena uscito il ragazzo, si avvicinò alla scrivania del dottore col cuore in gola,.
“Mi scusi professore” cominciò titubante, mordendosi il labbro inferiore. “Volevo chiederle se può dispensarmi dal lavoro di assistente”.
“Come? Vuole rifiutare l’incarico? Pensavo ne fosse entusiasta!” ribattè Rocherson alzando lo sguardo dalle sue carte per puntarle addosso i suoi occhi smeraldo.
“Si, ma vede io non...”
“Lei cosa? Ci sono studenti che ucciderebbero per una tale opportunità e lei vorrebbe rifiutare? Via, qualsiasi motivazione non è sufficiente. Domani mattina si presenterà alle 8 in laboratorio. Penso sia tutto, signorina Granger.”
Senza alcuna via di scampo la ragazza, si affrettò ad annuire ed ad uscire dalla stanza e dall’ospedale. Intravide Draco seduto su uno dei gradini di ingresso.
“Immagino che tu abbia chiesto di essere esonerata dall’incarico, vero?” chiese il ragazzo con voce ferma, rialzandosi.
 “Mi dispiace deludere le tue speranze Malfoy ma, nolente o volente, sono ancora l’assistente di Rocherson. Credo che tu ti debba abituare alla mia presenza costante.”
“Sono riuscito a sopportarti ad Hogwarts, penso di riuscirci anche qui, non credi Granger?” fece lui osservandola con un occhiata gelida che venne però distolta quando i suoi occhi  grigi incontrarono quelli nocciola di lei. “Comunque pensavo solo che lavorare a stretto contatto con il figlio di un Mangiamorte assassino non rientrasse tra i tuoi programmi. Per questo avevo rinunciato anch’io all’incarico.” Così dicendo raccolse la propria borsa e si smaterializzò senza darle possibilità di replica.
La grifona osservò il punto in cui era sparito, cercando di interpretare le sue parole. Parole in apparenza sensibili ma era inutile dire che, nonostante tutto, per Hermione era rimasto lo stesso spocchioso, viziato ragazzo di Hogwarts. Nulla di meno, nulla di più.
Il telefonino della ragazza vibrò nella tasca del cappotto e dando una rapida occhiata al display, rispose con un sospiro “Ehi Ginny...”
Dall’altro capo del telefono una voce vivace ribattè “Finalmente riesco a parlarti! Cominciavamo a darti per dispersa a casa! Come stai?”
“Scusa, ma sono stata molto impegnata in questa settimana, comunque va abbastanza bene, tu?”
“Ma sarebbe bastato anche un piccolo biglietto tramite gufo! Tutto bene anch’io, sono ad Hogsmeade ed aspetto Fleur con il piccolo Louis, tu dove sei?” domandò con curiosità la rossa.
“Io ho appena finito le lezioni al San Mungo ed...”
Ginevra non le fece terminare la frase, interrompendola subito con uno strilletto “Ma perché non ci raggiungi allora? Non sai quanto sarei felice di rivederti e lo sarebbe anche Fleur!”
Hermione si morse il labbro inferiore e tentò di rispondere “Ginny io non posso...”
“Oh! Avanti, prendiamo un thé insieme e poi sei libera di scappare ovunque tu vorrai! Nessuno ti tratterà più di un ora!” borbottò.
Espirando con forza la ragazza capitolò alle suppliche dell’amica con un flebile “Ok però...” “Perfetto! Ci vediamo al Café de Paris tra dieci minuti. Ci sei già stata giusto? Quindi sai dove smaterializzarti! A tra poco!” concluse l’altra chiudendo la chiamata senza nemmeno salutarla.
Rimise il telefono nella tasca del cappotto ed emise un altro sospiro. Era da molto tempo che non vedeva Fleur ed il marito mentre il bambino, nato sette mesi prima, lo aveva visto solo tramite alcune foto che Ginny le aveva inviato tramite gufo. Ormai evitava di avere contatti con i Weasley, nonostante la cosa le facesse più male che mai: erano la sua seconda famiglia.
Tenendo stretta la bacchetta a sé si smaterializzò sul retro del piccolo locale nel centro di Londra. Si sistemò velocemente il cappotto e girò in fretta l’angolo. Non fece in tempo a dare un’occhiata intorno che un lampo rosso le piombò addosso, stringendola forte.
“Hermione! Quanto mi sei mancata!” esclamò Ginny con gli occhi luminosi quando ebbe lasciato la presa sulla ragazza.
Ginevra Weasley, dopo la vittoria su Voldemort ed i suoi seguaci, aveva ripreso i suoi studi ad Hogwarts, intenzionata più che mai ad intraprendere la carriera ministeriale come il padre, nonostante questo significasse vedere quasi ogni giorno Harry, con cui, dopo una lungo tira e molla, si era lasciata definitivamente, anche se non smettevano mai di vedersi poiché Molly sembrava essersi attaccata al “ragazzo sopravvissuto”, specialmente dopo la morte di Ron e Fred.
“Avanti , andiamo dentro, Fleur ci aspetta con Louis al tavolo!” disse trascinando l’amica per un braccio.
Il locale era caldo e delicatamente illuminato da piccole candele bianche ed azzurre che rilasciavano un profumo delicato di talco e vaniglia. I tavoli in ferro battuto, ricoperti da tovaglie azzurre, erano disposti circolarmente tra loro creando piccole nicchie al cui centro vi era una lunga lampada che sprigionava piccole farfalle colorate che, come bolle di sapone scoppiavano appena le si toccava.
In fondo alla sala trovarono Fleur con in braccio il piccolo Louis sorridente.
“Fleur, guarda chi sono riuscita a convincere a raggiungerci!” disse squillante Ginny andando incontro alla cognata.
La francese posò il bambino sul passeggino accanto alla sua sedia ed abbracciò con calore prima la rossa e poi Hermione.
“Mia cara! Non sai quanto volevo vederti! Anzi, mi correggo, volevamo vederti!” e così dicendo prese il bambino tra le braccia. “Lui è Louis” disse raggiante.
Il piccolino, alla vista della ragazza, sorrise vivacissimo. I delicati capelli rossi che ricoprivano la nuca erano segno distinguibile del marchio Weasley mentre gli occhi ed i tratti del tenero viso paffuto e sorridente appartenevano chiaramente al ramo francese della madre.
“Perché non lo prendi un po’ in braccio?” disse porgendogli il piccolo fagottino.
“Oh io non so se sono in grado...” esitò la ragazza.
“Suvvia, non è mica così difficile” ribadì Fleur. “Con un braccio gli circondi le spalle e con l’altro reggi il suo peso sotto” .
Hermione si ritrovò così tra le braccia il piccolo che, felice nonostante non avesse mai visto prima la ragazza, prese a giocare con i suoi ricci emettendo delle piccole bollicine con la bocca.
Era una bella sensazione avere un bambino tra le braccia: era dolce e rassicurante.
“Visto? Non è poi così male vero?” domandò sorridente la madre mentre prendevano posto.
“No, non lo è per niente...”
Osservò bene il piccolo: avrebbe potuto benissimo essere figlio suo e di Ron. Al solo pensiero un piccolo tuffo al cuore fece capolino facendole distogliere lo sguardo, pregando che le altre non si fossero accorte dei suoi occhi un po’ lucidi.
“Comunque Ginny ha fatto più che bene ad invitarti qui. Mi ha risparmiato la briga di inviarti un gufo!” disse con calma la francese scostandosi una ciocca bionda che le era scivolata sul viso coprendole gli occhi azzurri.
Hermione restò perplessa, osservando con aria interrogativa prima l’amica seduta accanto a lei e poi nuovamente Fleur.
“Io e Billy vorremmo che tu fossi la madrina di Louis!” esclamò la madre del bambino che, del tutto estraneo alla conversazione, tentava di afferrare con le delicate manine le farfalle che al suo tocco scomparivano.
“Io? Madrina di Louis?”
“Certo, tu ed Harry” rispose Ginny sorridente.
“La cerimonia avverrà il mese prossimo alla Sacre Heart Church”. La francese poggiò una mano sul braccio della riccia “Sarei davvero onorata se tu accettassi”.
Hermione guardò il bambino in braccio a lei, che distolse immediatamente la sua attenzione dalle farfalle ricambiare il suo sguardo, sorridendole come sempre ed emettendo lievi borbottii, poi alzò lo sguardo verso la madre ed emozionata rispose “Sono io onorata di essere stata scelta come madrina”.
Ginny, alla risposta dell’amica, batté entusiasta le mani “Benissimo, dobbiamo solo scegliere il luogo del ricevimento e tutto sarà perfetto!”
Fleur rise “Ma cherié, tua madre non ammette che altre persone gestiscano la cucina, quindi il giardino della Tana andrà più che bene! Per di più in questi giorni non c’è nemmeno Billy per tener testa a Molly quindi...”
“Ma...”
“Lo sai che niente e nessuno è in grado di far cambiare idea a tua madre. Credo che tu debba arrenderti in partenza!” fece sorridendo Hermione, lasciando borbottare Ginevra tra sé.
 
Diverse ore più tardi, Hermione ritornò a casa con la borsa carica di libri, segno tangibile del fatto che era passata in biblioteca.
Abbandonò il cappotto all’ingresso e con un colpo di bacchetta accese il fuoco. Preso un libro di fisiologia dalla sua pesante borsa, si diresse verso il salotto e sdraiatasi sul divano cominciò a studiare per alzarsi solamente verso mezzanotte e piombare stancamente sul letto della camera.
La notte trascorse tra i soliti incubi che le troncavano il respiro e le facevano scivolare calde lacrime sulle guance. L’alba la colse in posizione fetale ancora sveglia, tremante e singhiozzante. Facendosi forza, si alzò e cominciò a prepararsi con calma. Impaziente e soprattutto stanca di aspettare ancora inutilmente, decise di smaterializzarsi mezz’ora prima dell’orario che aveva programmato. Superando i vari corridoi e reparti riuscì finalmente a raggiungere i sotterranei dell’ospedale e così il laboratorio secondo le indicazioni fornite dal professore. Aprì la porta ed un forte odore di disinfettante ed alcool le inondò le narici. La stanza, interamente dipinta di bianco era disseminata di macchinari medici babbani tra i più costosi ed avanzati, alcuni disposti su ampi tavoli forniti di pozioni e strani cimeli mai visti. Sul fondo della sala in quel momento era seduto su degli sgabelli in metallo un gruppo di 4 persone tra cui distinse nettamente la chioma bionda di Malfoy.
“Ragazzi siamo al completo ormai, anche l’altra assistente è arrivata!” disse una voce maschile allegra e dal tono bonario avvicinandosi ad Hermione con il resto del gruppo.
L’uomo che aveva parlato, di circa trent’anni con splendidi capelli neri ed occhi nocciola, le si presentò. “Piacere io sono Joseph McPheenning, il guaritore responsabile del reparto di genetica magica nonché collega di laboratorio di Rocherson!” disse porgendole la mano ed ammiccando.
“Piacere professore!” rispose Hermione stringendogli la mano con decisione.
“Professore? Oh, non mi chiamare così, in fondo,ho solamente dieci anni più di lei, almeno a occhio, miss…?”
“Lei è Hermione Granger” disse con voce atona Draco, osservandola per qualche istante.
La strega fu colpita dal tono del ragazzo: si sarebbe aspettata rancore, rabbia ed odio, ma non aveva colto nessuna emozione.
Il medimago a quelle parole strabuzzò gli occhi per la sorpresa “Granger? Non posso credere di avere davanti i miei occhi la salvatrice dell’intero mondo magico! Oh Gesù!”
Una voce maschile più anziana ma di certo più imperiosa esclamò “Joseph, non mi sembra il caso di imprecare o bestemmiare per determinare la tua sorpresa e la tua gioia!”. Toccando paternamente la spalla alla ragazza, aggiunse “Mia cara, io sono il professor William Forster e sono l’anatomopatologo dell’ospedale, piacere!”. Le offrì  una mano affusolata, in netto contrato con la figura appesantita a cui apparteneva.
“William, lo sai bene che quando Joseph sente parlare di mudblood non capisce più niente!”.
A parlare era stata una donna che sedeva sullo sgabello da laboratorio, con un completo color panna coperto da un elegante camice bianco ed i capelli rossi tenuti su con un fermaglio sulla nuca, che scrutava con aria quasi disgustata Hermione.
“Welsam, tieni a bada il tuo stupido orgoglio purosangue o potresti pentirtene!” disse con malcelata rabbia il bruno medimago.
“Oh che paura! Tremo tutta!”
“Non osare sfidarmi!”. Estrasse prontamente la bacchetta subito imitato dalla donna, scagliando uno schiantesimo parato prontamente dalla bacchetta del giovane Malfoy.
L’anziano medimago invece, con un semplice colpo di bacchetta, rapido e veloce, disarmò la donna.
“Smettetela immediatamente! Siamo in un ospedale, non in un campo di guerra! Joseph, cerca di calmarti e tu, Lauren, tieni a freno la lingua!” disse con tono calmo ma che non ammetteva di certo repliche.
Nel medesimo istante la porta del laboratorio si spalancò lasciando entrare il giovane professore, interrompendo così qualsiasi diverbio.
“Buongiorno a tutti. Il generale Houlden mi ha contattato per un duplice omicidio avvenuto stanotte in condizioni alquanto inusuali. Mi è appena stava postata tramite gufo una passaporta per andare ad analizzare l’intera scena del delitto e recuperare i corpi per il sezionamento.” disse con tono fermo “Granger, Malfoy: voi oggi osserverete soltanto.”
L’intero gruppo si preparò silenziosamente all’immediata ispezione con assoluta serietà, portando con sé il necessario per compiere il proprio lavoro sul luogo.






Angolo Autrice
Allora dopo un sacco di tempo torno ad aggiornare questa storia che io amo. Ho avuto un periodo piuttosto difficile ed impegnativo e questa storia, abbastanza impegnativa (almeno per me) non trovava il suo dovuto spazio. Torno oggi con le idee un pò più chiare e con una concentrazione più alta grazie anche all'aiuto di una ragazza che ha ascoltato i miei dubbi sulla storia e mi ha sostenuto, aiutandomi a capire ancor meglio i personaggi ed il modo in cui descriverli. Quindi questo capitolo è dedicato a lei, la mia 'EDITRICE', Martina.
Grazie di tutto, sei un tesoro!
Per quanto riguarda il capitolo vediamo finalmente il primo incontro tra Draco ed Hermione! In un anno, con la guerra e le strage conseguente, sono cambiate tante cose ed anche i nostri personaggi sono cambiati e maturati. Come si evolverà la situazione? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Vi mando un bacio ed a presto!
Ary Granger

Ps: Fatemi sapere che ne pensate!

 
  
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