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Autore: Strekon    22/06/2003    1 recensioni
Un oscuro incantesimo ha colpito Hogwarts. Chi sarà in grado di ripristinare l'ordine? Una storia Dark con un fondo di romanticismo....
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lupin corse

“C’è bisogno di andare così lontano?” chiese Ron dopo aver camminato per un bel po’ dietro ad entrambi insieme ad Hermione. Nessuno dei due si voltò o accennò una risposta alla domanda del ragazzo. Forse non l’avevano sentito. Provò a chiederlo di nuovo. Come prima, neanche si girarono. Hermione guardava Ron sconcertata. Ma che stava succedendo? Dove stavano andando così di fretta? Accelerarono il passo e raggiunsero Draco e Ginny. Ron afferrò il biondino per una spalla e lo girò per guardarlo negli occhi.

“Ehi! Ho detto, c’è bisogno di andare così lontano?” il suo tono, ora, richiedeva una risposta. Ginny si fermò, e anche lei si voltò verso la coppia di ragazzi. Hermione stava riprendendo fiato da quella camminata tanto veloce. Draco alzò gli occhi al cielo e parlò, stancamente, alla sua giovane compagna.

“Senti, hanno ragione. Qui va bene?”

“Sì, credo di sì. Tanto un posto vale l’altro. Era per stare lontano dal lupo mannaro. Credo che sappia qualcosa” Hermione e Ron si fissarono ancora. Lontano da Lupin? E perché? Draco sorrise crudelmente, come spesso faceva ai tempi di Hogwarts, e posò gli occhi su quelli di Ron.

“Finalmente! Non ne potevo veramente più! Ho passato i tre giorni più brutti di tutta la mia vita! Ma ora…ne varrà la pena completamente, vero “eroe dei sogni”?” Ron non capì quello che sentiva. Cosa stava accadendo? Perché Draco diceva quelle cose? Non fece tempo a pensarlo che Ginny sollevò la bacchetta e la punto verso Hermione. Il sospirare affannato della ragazza si sospese per lo spavento. Il sorriso di Ginny divenne simile a quello di Malfoy.

Crucio” l’onda magica colpì Hermione che cadde a terra contorcendosi dal dolore. Ron sbiancò e mollò Draco. Si chinò accanto alla ragazza.

“No! Hermione, parlami ti prego! Ma che diavolo hai fatto!” urlava contro Ginny. La ragazza ancora non si era mossa. Alzò la bacchetta al cielo e recitò.

Morsmordre

*****

Lupin corse. Corse più forte che poté. Un cane nero lo seguiva a breve distanza e abbaiava per attirare l’attenzione. Bacchetta alla mano. Raggiunse il gruppo di persone che ancora guardava allibita i fuochi di artificio volare in cielo ed esplodere con un boato ed un colorato gioco di luci. Non si accorsero del professore che, trafelato, li raggiunse ancora ansimante. Il grosso cane tirò una manica della signora Weasley che si girò sorpresa e cacciò un gridolino nel vedere la bestia. Subito non realizzò di chi si trattava. Aveva visto Sirius Black trasformarsi da cane ad uomo quasi quattro anni prima e non pensò minimamente di trovarsi davanti il fuggitivo più ricercato degli ultimi anni intento a tirargli una manica. Poi se ne accorse e gridò di nuovo.

“Sirius Black! Cosa…Remus che succede?” la signora Weasley sembrava spaventata dalla situazione creatasi, e la faccia di Lupin, ancora piegato in due dalla corsa appena fatta, non prometteva nulla di buono.

“Black? Dove? Che dici mia cara? Cosa diavolo sta succedendo!?” il panico prese piede anche in Arthur che lasciò perdere i giochi esplosivi di Fred e spostò l’attenzione su i due appena arrivati e la moglie spaventata. I coniugi Granger non stavano capendo molto cosa stava accadendo, ma dalle reazioni delle persone davanti a loro, doveva essere qualcosa di grave. Remus tirò un respiro più profondo e parlò ansimando.

“Ron e Hermione…, dove sono…?” la sua faccia era rossa per lo sforzo. Fred si avvicinò notando che ora l’attenzione era spostata su Lupin che parlava.

“Io…non lo so. Erano qui attorno. Ron stava aiutando Fred a far partire i fuochi. Non so dove sia andato a finire” Molly non sapeva che dire. Non l’aveva ritenuta una cosa grave che i ragazzi si allontanassero da loro per cercare un po’ di privacy. Erano giovani, avevano bisogno di stare fra di loro, dopotutto.

“Sono andati fra il granturco, di là” Fred indicò un punto fra le piante dove si vedevano chiaramente i segni recenti del passaggio del gruppetto “ Ron mi ha detto che dovevano parlare. Credo per risolvere i loro dissapori” Lupin sembrò riprendersi subito. Guardò Arthur e gli fece cenno di seguirlo. Senza voltarsi e cominciando ad andare verso le piante parlò con voce stentorea.

“Andate tutti dentro. Arthur, Sirius, noi andiamo a prenderli. Ricordate di mirare per non uccidere. I nostri nemici sono Ginny e Draco, o almeno hanno quest’aspetto” con una galoppata il cane nero tornò umano, suscitando meraviglia fra i presenti non ancora venuti  a conoscenza della sua natura.

“S-Sirius Black!? Cosa ci fa lui qui? C-Come è arrivato a…Indietro!” il signor Weasley estrasse la bacchetta e la puntò contro l’uomo vestito di nero.

“Arthur, ti prego. Non è come sembra. Sirius è innocente. So che ti sembra difficile da accettare, ma fidati. Ti prego” Lupin usò un tono di voce che sembrava ed essere a metà fra la una supplica e uno che non ammette repliche. Arthur, seppur con grande sforzo, abbassò la bacchetta e annuì piano con il capo. Lupin aveva salvato suo figlio, non avrebbe mai permesso che gli accadesse qualcosa di male, ora. Insieme si diressero verso il campo. Fred li segui, anche lui con la bacchetta in pugno.

“Questa volta non voglio tirarmi indietro. Non so che sia successo, ma non ho fatto nulla per troppo tempo, Ora è il momento della riscossa” il signor Weasley non aveva mai visto suo figlio così serio. Ne fu orgoglioso, come sempre del resto. Era orgoglioso di tutti i suoi figli. Come poteva non esserlo.

Cominciarono a penetrare fra le piante alte più di due metri in cerca dei ragazzi, ma un lampo verde li bloccò nelle loro posizioni. Alzarono gli occhi al cielo, increduli davanti a quel che avevano di fronte. Il marchio nero brillava nel buio di quella notte.

*****

“Ma… Ginny, che significa… non… Malfoy ti ha….Oh mio Dio!” Ron non poteva credere a quel che aveva visto e pensare a quel che pensava. No, non poteva essere. Ginny rise di gusto. I suoi denti erano gialli e appuntiti.

“Che sciocco. Abbiamo fregato tutti così, vero Jail?” disse e si girò verso Draco. Anche il suo aspetto stava mutando. Il suo volto si stava come incavando e stava diventando più alto.

“Proprio così, Liaj, fratello mio. Potrai ottenere vendetta e perdono per il buon conseguimento della missione. Finisci la ragazza e recupera il ragazzo” degli occhi gialli e vispi si fecero vedere sul suo volto al posto dei suoi azzurri. Anche la cicatrice scomparve. Quella che pareva essere Ginny stava subendo la stessa mutazione, ma il suo volto aveva una bruciatura profonda che gli tagliava in due la faccia. Sembrava essere recente. Nera, come carbonizzata. Liaj non fece in tempo a raggiungere i due a terra che terminò la mutazione completamente. Due esseri, identici, fissavano Ron con sguardo omicida. Quelli non erano Draco e Ginny. Ma come avevano fatto a… non terminò la domanda nella sua mente che, quello che prima era Draco, estrasse una fiaschetta da sotto la tunica, l’aprì e verso il contenuto a terra.

“Una stupida pozione polisucco è stata sufficiente per fregare tutto il ministero. Veramente patetico…” il mangiamorte raggiunse i due e afferrò Ron per una spalla, scaraventandolo a terra. Afferrò Hermione e la sollevò di peso puntandogli la bacchetta sul petto.

“Saluta la tua amica, Weasley” ghignò Liaj fissando Ron, pronto a colpire la giovane. Ron non seppe che fare. Era capitato tutto troppo in fretta, doveva ancora realizzare cosa stesse succedendo. Non avrebbe potuto salvare Hermione. Questo lo aveva capito. Ne era conscio.

Cristo alzati Ron! Reagisci razza di idiota! La donna che ami sta per essere uccisa!

Con uno scatto, di cui neanche lui seppe mai con quali forze era riuscito a farlo, si alzò in piedi e saltò a peso morto contro il mangiamorte pronto a colpire. Lo avrebbe fermato con la vita, se necessario.

Ventilo Iniuria” una raffica di vento colpì Ron al fianco e lo scaraventò via, lontano da Hermione e dal suo aguzzino. Ma non fu l’unico. Anche Liaj, con una capriola, volò all’indietro atterrando ai piedi del fratello. Fred era arrivato appena in tempo. Era più giovane e agile, e conosceva quei campi come le sue tasche. Sorpreso dalla sua stessa audacia gridò e si parò davanti al fratello, mentre Lupin e gli altri raggiunsero Hermione. Arthur si chinò per accertarsi delle condizioni della ragazza. Stava bene, ma era molto scossa. Remus, bacchetta tesa, puntava Jail che osservava, alternando, il fratello e i nuovi arrivati. Sirius fissò l’uomo a terra vicino a Jail. Ancora lui. Aveva aggredito Ginny ed era riuscito ad uscirne vivo. Non sarebbe capitato ancora.

“E’ quello che ha aggredito Ginny” disse ai due attorno a lui, poi si rivolse all’interessato “questa volta non scapperai, te lo prometto” si mise in assetto da combattimento. Piegò braccia, gambe e mani come un esperto di arti marziali e respirò profondamente. Liaj tremava mentre fissava Black, pronto per dargli un’altra ripassata. L’ultima secondo le parole di Black. I due mangiamorte gemelli, dopo che furono entrambi in piedi, tenevano sotto tiro, per quanto possibile, i tre pronti a colpirli. “Fermi! Siete in arresto in nome del ministero della magia e dell’ordine dei Battlemage per violazione degli articoli 232, 345, 612, 1090 della costituzione magica! Non opponente resistenza e abbassate le bacchette” disse Lupin inflessibile. Il suo tono era così calmo e deciso che sorprese gli ascoltatori. Nonostante tutto quello che era capitato erano sempre al servizio del ministero. Non doveva dimenticarlo.

“Andate al diavolo, stupidi idioti! Che sciocchi, rimanete qua a pensare a noi, mentre c’è qualcuna che è sola soletta…” Jail disse questa frase con un odio profondo.

“Chi pensa alla piccola Weasley?” domandò divertito Liaj punzecchiando il gruppetto che lo puntava con le bacchette.

“E’ un bluff. Voi non sapete dov’è Ginny. Non si preoccupi signor Weasley, è al sicuro” Black girò lo sguardo verso l’uomo, preoccupato dai discorsi del mangiamorte.

“Smettete di fare resistenza ed arrendetevi! Appoggiate le bacchette a terra e inginocchiatevi senza lottare!” Lupin ormai urlava per convincere i due ad arrendersi.

“Gavroon Street, al numero 24. Secondo piano, se non sbaglio” disse con un sibilo Jail. Black spalancò gli occhi e cominciò a sudare freddo. Sapevano dove era nascosta Ginny. Era stato troppo imprudente.

“Remus sanno dove si trova Ginny. Che facciamo?” disse piano, con un tremito nella voce Sirius. Remus non staccava gli occhi di dosso ai ghigni dei due mangiamorte. Non doveva cedere all’ira. Non ora. Ma la luna era stata piena poco tempo fa. I sensi del lupo spingevano ancora per uscire allo scoperto. L’istinto ebbe il sopravvento.

Expelliarmus!” l’incantesimo colpì Jail. La sua bacchetta si staccò dalle dita e finì in mezzo al granturco. Cadde all’indietro, ma si rialzò subito. Liaj, contemporaneamente, lanciò un incantesimo su tutto il gruppo, attorno ad Hermione.

Ignis Flatus!” la palla di fuoco colpì in pieno Black che gridò dal dolore. Con un salto Lupin si allontanò dall’esplosione per avvicinarsi al mangiamorte. Arthur sollevò di peso Hermione e la lanciò lontano prima di essere investito anche lui dalle fiamme dell’incantesimo.

“Noooo! Papà!” Fred gridò e corse verso il padre steso a terra e completamente affumicato. Lì accanto Sirius Black lottava per mantenere i sensi svegli e non svenire. Ron pareva essersi ripreso e, zoppicando, corse verso Hermione. Il piede gli faceva male. Doveva essersi slogato una caviglia nell’impatto. Le cadute non erano il suo forte. Hermione sembrava svenuta.

Stupeficium” Ron crollò a terra colpito dalla forza dell’incantesimo. Jail pareva essersi ripreso la bacchetta e subito colpì il rosso per avvicinarsi ad Hermione. L’avvolse con il suo logoro mantello e fissò il ragazzo con occhi freddi e di sfida. Ron alzò la testa e ricambiò il suo sguardo. Provava odio in quel momento.

“Vienila a prendere ragazzo. Ti aspetto. Anche tua sorella e il suo ragazzo sono lì. Vienili a prendere giovane Weasley” disse con aria di sfida a Ron ancora steso a terra. Era appena tornata da lui e l’avrebbe persa di nuovo. Jail si preparò a scomparire con la ragazza, ma non tenne conto di un particolare. Un piccolo particolare. Una bacchetta spuntò dal mantello del mangiamorte andandosi a posare sotto il suo mento. Spalancò gli occhi e, finalmente, smise di ridere.

“Sorpresa” disse Hermione “Zephyro Glacies!” un turbine azzurro partì dalla bacchetta della ragazza e colpì in pieno la testa del mangiamorte, che con uno scatto cadde all’indietro. La testa colpì il suolo e si frantumò come un vaso di vetro. Hermione si sollevò da terra in un lampo e raggiunse Ron.

“Tutto bene?” Ron la guardò rapito. Quella ragazza era piena di sorprese.

“Sì, grazie… ma che razza di incantesimo era quello?” Hermione gli sorrise mentre lo aiutava ad alzarsi.

“Bello eh? L’ho imparato a scuola. In biblioteca c’è tanta di quella roba sugli incantesimi bellici che neanche te la immagini” il rosso era senza parole. Allora Hermione non perdeva il suo tempo in biblioteca solo per scrivere lunghi e noiosi temi o ricerche. I suoi occhi si persero nel suo sorriso. Quella sì che era una ragazza. Sotto tutti i punti di vista.

Intanto l’altro gemello ringhiò alla vista del fratello morto. Si vedeva bene la vena pulsare sulla sua fronte. Era veramente fuori di se. Avrebbe vendicato il fratello ucciso. Ma non ora. Con uno sonoro pop scomparve davanti agli occhi furenti dei presenti. Lupin provò a colpirlo con un incantesimo stordente, ma il mangiamorte fu più veloce e scomparve nel nulla. Lupin si avvicinò a Sirius e lo aiutò ad alzarsi. Era ferito, ma se la sarebbe cavata. Il signor Weasley, invece, era solo coperto di fuliggine. Il corpo di Black aveva assorbito quasi tutta l’esplosione, riparando Arthur. Fred lo aiutò ad alzarsi e, con Lupin, portarono i due feriti verso casa. Ron ed Hermione li raggiunsero correndo.

“Dobbiamo andare. Sanno dove sta Ginny!”

*****

Era ancora seduta a tavola. Fissava la porta in attesa del ritorno di Sirius. Testa appoggiata sulle mani e mani sul tavolo. Cominciava a scocciarsi. E a preoccuparsi. Doveva incontrarsi con Lupin per chiedere di Draco, e il fatto che non fosse ancora tornato non era un buon segno.

Avrà avuto dei problemi durante il viaggio. Sì, deve essere così. Più che un pensiero era un modo per convincere se stessa. Era logico che qualcosa non andasse. La cena si stava raffreddando e la notte aveva già preso sopravvento sul giorno a parecchio. Ciondolava le gambe sotto la sedia, come quando era a scuola ed era in apprensione per un esame o un test di magia. Aspettare e attendere non erano mai stati il suo forte. Ora basta. Era stufa di rimanere come un gargoyle di pietra davanti alla porta, seduta. Si alzò e decise che avrebbe iniziato a mangiare senza Sirius. A parte la fame, lo faceva per ripicca. Così impara a fare tardi e farla preoccupare.

Prese il suo piatto dalla tavola e si avvicinò ai fornelli dove stavano due pentole e una padella. Si servì un pezzo di pollo, il petto era il suo preferito, e un paio di cucchiaiate di patate rosolate. Dall’ultima pentola prese un carciofo gratinato alla birra, era una delle ricette che gli veniva meglio, e le piaceva parecchio. Poggiò il piatto davanti alla sedia e si sedette, di nuovo, per cenare.

Buon appetito Ginny.

Infilzò la prima patata, che sentì i passi sulle scale. Sbuffo stancamente, ma in realtà era contenta che Sirius fosse a casa. Si ficcò la patata in bocca, si alzò da tavola e andò ad aprire la porta. Masticava con gusto quella prelibatezza, proprio buona. Aprì la porta, pronta a fare una finta sgridata all’uomo, ma le parole le morirono in bocca.

“Sirius, non sei mai puntuale. Guarda che è già tutt…” un uomo ben vestito in giacca e cravatta si girò al suono della sua voce. Aveva capelli a caschetto, lievemente mossi e lucidi, come se fossero unti con lacca o gel. La sua pelle era pallida e i suoi occhi nascosti dalle lenti di un paio di occhiali neri. Non si capiva dove stesse guardando, ma vide la ragazza e sorrise. Spostò con il braccio il mantello nero che lo avvolgeva quasi completamente, e si alzò gli occhiali sulla fronte. Ora Ginny li vedeva. Erano bianchi. Completamente bianchi, ma non era cieco. La fissava. La fissava e sorrideva.

“Ginny Weasley?” chiese con voce pacata e profonda.

“Che cosa vuole? Perché è qui?” chiese lei di rimando. Era spaventata. Qualcuno che neanche sapeva chi fosse la cercava e lei era sola, senza aiuti di nessun genere.

“Suppongo di sì” disse retoricamente lui “me ne dispiaccio signorina, ma sono qui per portarla via. Mi hanno pagato per questo” e si inchinò, come per scusarsi di quello che stava per fare. Ginny spalancò gli occhi, cacciò un grido e sbatté la porta in faccia al suo rapitore.

“Ma perché la gente fa sempre così…” l’uomo parlava fra se e se sconsolato. Si rimise gli occhiali sul naso e afferrò salda la maniglia. La girò nel senso opposto e con un sonoro CRACK ruppe la serratura, la porta e anche un pezzo di muro. La spinse piano e con un cigolio si spalancò rivelando l’appartamento in rovina. Sul lato sinistro, che dava sulla strada, vi era una piccola cucina. Un tavolo era stato apparecchiato per due, e uno dei piatti era pieno di cibo. L’uomo si avvicinò e annusò le prelibatezze cucinate da Ginny.

“Quanto mi piacerebbe, ma ora non posso. Neanche poi, a dire il vero” con passo lento si diresse nel salotto, che veniva usato anche come camera da letto. Oltre ad un divano ed un letto distrutto non c’era nulla. Due porte nell’angolo della stanza. Si avvicinò con la consueta flemma. Aprì la prima. Il bagno, anche quello aveva visto giorni migliori. Aprì la seconda. Quella stanza sembrava essere un insieme di mobili, mobiletti, armadi, cassettiere e simili. Tutti ben chiusi. Sbuffò rassegnato. Sbatté le palpebre un paio di volte e gli occhi prima bianchi divennero come infuocati, di un rosso accesso. Cominciò a guardarsi intorno.

“Ridicolo” farfugliò, e si diresse ancora verso il bagno. Come se Ginny se ne fosse resa conto, uscì dal suo nascondiglio dietro la porta del bagno e corse verso l’uscita dell’appartamento. Una macchia scura le sfrecciò accanto. Quel tizio era, ora, davanti a lei, fra la porta e il suo corpo.

“Bambina cattiva. Ti ho detto che devi venire con me. Per piacere smettila di scappare e nasconderti” il suo tono di voce era sempre calmo. Innaturale per il tipo di persona che era. Seppur spaventata, Ginny pensò ad un piano di fuga, e sperò che funzionasse. Corse verso la finestra del salotto che dava sul vicolo e vi si gettò attraverso. Fortunatamente era aperta, non ebbe da preoccuparsi per i vetri infranti. Cominciò a precipitare dal terzo piano.

Wingardium Leviosa” il suo corpo si fece leggero ed atterrò piano su un cassonetto troppo piccolo per tutti quei rifiuti. Scese con un balzo e si diresse verso la strada principale. Meglio i babbani che quel tizio che voleva rapirla. Raggiunse la strada e si fermò a riprendere fiato. Non credeva ancora a quel che aveva appena fatto. Se l’era cavata da sola. Era riuscita a scappare lasciando il suo inseguitore a bocca asciutta. Prese coraggio e si disperse fra la folla di orientali. Entrò in un pub nascosto dalle bancarelle e si avvicinò al bancone.

“Salve posso sedermi qui?” chiese al signore dietro al bancone. Lui la guardò incuriosito.

“Sicuro bella signorina. Basta che te o il tuo amico consumiate qualcosa” Ginny divenne bianca per il terrore. Il suo amico? Si girò di scatto e vide accanto a lei l’uomo dagli occhi bianchi. Non aveva più gli occhiali da sole.

“Di spiace smetterla di scappare?” il suo sguardo ora pareva un po’ meno tranquillo di prima. Anche la sua voce lo era. Afferrò Ginny saldamente per una spalla e la trascinò fuori dal locale.

“Ora, signorina, faremo a modo mio” il suo tocco era freddo e faceva tremare la ragazza. Cercava di divincolarsi inutilmente, quando tre ragazzi dall’aria poco raccomandabile li fermarono entrambi.

“Ehi bello, mi sembri troppo pieno di grano per girare da queste parti in cerca di una puttanella” il ragazzo che sembrava essere il capo del gruppo si rivolse con aria strafottente al rapitore. Ora gli occhiali calzavano di nuovo sul suo naso.

“Non ti sembra il caso di darne un po’ anche a noi di tutti quei soldi? Avrai le tasche pesanti, amico” si fece avanti un altro del trio di bulli che stava circondando la coppia.

“Avanti, fratello. Siamo povera gente, dacci una mano, ti prego” il terzo bullo, un ragazzo di colore, finì di accerchiarli e parlò con falsa pietà nella voce.

“Penso che non sia il caso di essere così minacciosi. Purtroppo non ho nulla dietro da darvi. Vi consiglio di andarvene da qui ho un lavoro da sbrigare” e strattonò lievemente Ginny “non voglio compiere altri mansioni senza essere pagato. Non ne ricaverei nulla”

“Oh, l’amico non ha soldi. Che dite, gli buchiamo la carcassa e ci prendiamo il suo bel vestitino e la suo sgualdrinella?” il capo estrasse un coltello a serramanico e lo agitò solennemente di fronte all’uomo. I suoi compagni lo incitavano a proseguire. La lama si agitò un poco nell’aria.

“Allora? Vuoi sborsare ora? Preferisci uscirne vivo?” il tono del bullo era sempre più minaccioso.

“Detesto lavorare gratis…” commento piano l’uomo ammantato. In una attimo era scivolato alle spalle dal ragazzo con il coltello. Allungò il braccio e lo afferrò saldamente per il collo. Il ragazzo aprì gli occhi spaventato e cominciò ad ansimare. Lo stava soffocando. Con uno scatto lo sollevò da terra di quasi mezzo metro e lo lasciava penzolare. Il coltello era caduto a terra. Gli altri due bulli erano terrorizzati dalla scena.

“Ebbene? Non salvate il vostro amico? Non sembra avere una bella cera. Begli amici, meritate tutti lo steso destino” gettò la sua preda verso un mucchio si cassonetti e sollevo gli occhiali sopra la testa. Gli occhi bianchi ricomparvero sul suo volto. E tornarono rossi. Le sue mani divennero artigliate e veloci recisero la testa del ragazzo di colore. L’altro non ebbe il tempo di dire qualcosa che si ritrovò impalato nel petto dagli stessi artigli.

“Vite sprecate” sussurrò l’uomo estraendo le mani insanguinate dal petto dell’ultimo ragazzo. Ginny era sconvolta. Non poteva credere a ciò che aveva appena visto. Quell’uomo, se di un uomo si trattava, aveva ucciso a sangue freddo e con una facilità estrema, tre ragazzi forti e robusti. La paura era tanta, troppa per rimanere ferma e buona. Scappò di nuovo e raggiunse un altro stradino fra i palazzi decadenti. Sapeva che non sarebbe riuscita a fuggire. Quel tizio era dietro di lei, e da come si era mosso, non l’avrebbe lasciata fuggire per molto o tanto lontano. Anche se aveva ancora la bacchetta non era abbastanza addestrata per combattere contro qualcuno, soprattutto contro quel tale. Ginny correva e pensava, pensava e correva. La bacchetta! La estrasse e la allungò verso la strada. Pregò che funzionasse. Come la superficie di un lago, l’aria si increspò e comparve dal nulla un autobus blu enorme, che si fermò davanti alla ragazza. Una scritta sul davanti recitava Nottetempo.

“Benvenuta sul Nottetempo. Mezzo di emergenza per… ehi, con calma!” Ginny era già salita superando il bigliettaio.

“Sembra che la ragazza abbia fretta, eh Ernie. Parti và” il giovane bigliettaio si rivolse al conducente, un vecchio mago, che con un ceno di assenso, chiuse le porte e riprese a guidare. Era salva. Ce l’aveva fatta. Non poteva ancora crederci. Si sedette sfinita su un letto vicino al conducente e all’altro ragazzo e trasse un sospiro di sollievo.

“Allora? Vai di fretta eh? Dovresti pagare però, dove ti portiamo? A proposito, io sono Stan, mentre lui è Ernie” ed indicò l’autista intento a guidare.

Ginny non sapeva dove andare. Non c’era un luogo sicuro, a dire la verità. Infine decise.

“Al ministero, grazie”

“Orpo! Hai sentito Ernie? Vuole andare al ministero! Luogo importante per una ragazzina. Posso chiederti nove falci e il tuo nome?” Ginny allungò i soldi e rispose.

“Ginny Weasley, molto piacere Stan. Non sono mai stata così contenta di salire sul Nottetempo” Ginny si rilassò e sorrise al bigliettaio. Lui sorrise di rimando, poi la indicò spalancando gli occhi.

“Weasley! Come Ron Weasley, l’eroe dei sogni! Lo conosci? Sei sua parente? Cavoli che fortuna!” Stan la guardava rapito. L’eroe dei sogni? Stava parlando di Ron? Doveva essere successo qualcosa di importante, ma da quando viveva con Sirius non aveva ancora letto un giornale. Decise di far finta di non conoscere il fratello. Non sapeva cosa fosse successo, era meglio ignorare la cosa finché non si fosse informata.

“No, mi spiace. Siamo solo omonimi”

“Cavoli, peccato! Hai sentito Ernie, non sono parenti” Stan sembrava deluso dalla cosa. Si voltò per mettere in ordine i soldi appena incassati. Ginny cominciò a guardarsi attorno. Era sempre come lo ricordava. Era già salita sul Nottetempo in precedenza. L’estate di tre anni fa andò al mare con i suoi amici, ed usarono il Nottetempo per viaggiare. Fu un viaggio indimenticabile. Anche perché lei si fidanzò con Harry durante la vacanza, e rimasero l’una vicino all’altro a coccolarsi e baciarsi per tutto il viaggio di ritorno. Puntò lo sguardo verso il letto dove era stata abbracciata con Harry. Le pareva di sentire ancora le sensazioni di quel momento. Non era mai stata così felice in vita sua. Tornò alla realtà e vide che proprio su quel letto, stava sdraiata una persona. Aveva la veste logora che lo copriva completamente. I capelli neri parevano confondersi con quel vestito stracciato che indossava. D’un tratto girò la testa verso Ginny, e lei vide la sua faccia. Era pallida, quasi cadaverica. Quegli occhi la penetrarono nell’anima. Si girò di scatto incapace di sostenere quello sguardo. Sentiva che la stava ancora guardando. Decise di fare finta di nulla e si mise a parlare con Stan. Dopo poco cambiò il tema della conversazione, spostandolo sull’altro passeggero.

“Stan, chi è quel tizio” indicò Ginny l’uomo coperto di stracci.

“Chi? Quello là? Non lo so, non si è presentato. E’ salito ha detto “ministero, grazie” ha pagato e si è andato stendere sul letto. Poco loquace, eh Ernie?”

Anche lui andava al ministero. Non poteva essere un “nemico”, allora. Ultimamente Ginny dubitava di tutto e tutti, con quello che le era capitato.

“Quando arriveremo, Stan?”

“Domattina. Verso le otto e mezza, al massimo alle nove. Vuoi qualcosa per colazione? Se me lo dici, te la preparo domattina”

“Sì, grazie. Se hai qualcosa da mangiare anche adesso lo prendo volentieri” Stan annuì con un sorriso ed una strizzata d’occhio. Servì a Ginny una porzione di coniglio in umido con contorno di broccoletti saltati, il tutto accompagnato da una succo di zucca. Ginny mangiò soddisfatta. Soddisfatta di essere riuscita a scappare. Sirius avrebbe capito, e poi si sarebbe fatta viva lei per non farlo stare in pensiero. Al ministero, dopotutto, c’era Lupin. Lo avrebbe contattato. Decise di stendersi un po’. Si addormentò e sognò Draco. Erano insieme e felici. Con loro c’era un bambino. Era biondo ed aveva gli occhi scuri come i suoi. Giocavano felici tutti e tre. Spensierati e senza preoccupazioni. Una voce la chiamò svegliandola dal suo sogno del paradiso.

“Signorina Ginny. Stiamo per arrivare, è meglio che si prepari” Stan le era accanto con il vassoio della colazione.

Ecco il nuovo capitolo! Il 14!! Spero che piaccia perché l’ho cambiato 2/3 volte prima di finirlo. Speriamo in bene….ma ora passiamo ai ringraziamenti: Angi, fic lunga….che vuoi sono nella fase descrittiva della mia vita! Come vedi Draco (in un modo o nell’altro) si è salvato…Che vuol dire la coppia Piton/Harry? Non è una yaoi la mia fic!!!!; Eli e Kia, mistero chiarito? Ok come vedete questo capitolo è abbastanza polleggiato, lo uso come “raccordo tranquillo”. Continuate così che quando leggo le vostre recensioni son sempre più contento J; Keijei, wow, grazie per l’incoraggiamento! Come già detto, mistero chiarito…; Mikan, e no. Quello non era Draco, ma dov’è Draco? Mha, chissà…(eheheheh). MILLE punti a Mikan per aver beccato la Pozione Polisucco. Chi ha più punti alla fine della Fic puo sfasciare a mie spese una multipla con tutti gli optional ed il pieno appena fatto; Ice, vedo il tuo Master e rilancio di Corso di specializzazione (che rilancio schifoso NdHarry) (Và a giocare in autostrada, Potter, chissà che non ti stenda una macchina… NdMe), cmq in sto capitolo sono stato molto buono, non è successo nulla di MALVAGIO…; Mikisainkeiko, ti assicuro che ho avuto tempo per pensarci e il capitolo “sentimenti”, che pubblicherò quanto prima, sarà fuori dall’ordinario. Psicologia di Hermione per un bel pezzo…almeno si capisce cosa pensa sta ragazza!! (prima che tutti le diano della DFC); Anja, Come vedi tutto si è concluso bene…sé, ti piacerebbe! Aspetta che scriva il prox capitolo e vedrai come ti incasino la storia!!!!!; Giuggy, che ha scritto una sfilza di recensioni sto giro! Zenchiu! Mi minacci con l’uomo gatto!?!?!?!? Non posso fare altro che scrivere sottomesso…(dall’idiozia di quell’ “uomo”(????)); Kiak, hai fatto un riassunto perfetto! Pensa quando la storia sarà finita che casino che salta fuori!!!! Non distruggo le famiglie!!! Ma i Weasley, nei libri, stanno sempre tutti bene (sembra un film anni 30!!); Gius, scrivi assieme ad Angi quindi le risp sono le stesse. E’ bello vedere gente che legge e recensisci le fic a coppia!!; Ron, grande!! (ma quand’è che aggiorni…) noi eterni single (2 palle!!!!) sappiamo come comportarci! Schifo a scuola e Fan fic( o son scemo o sono un genio….); Matt,Pete & Dave (Anja's fiends), premettendo che il mio inglese fa schifo (Anja pensaci tu!!!!): Thankyou for your message! I add a chapter each 3-4 days (usually). I’m happy because english teenagers read my fic. I hope my english teacher suicide her self, when she read that Fic (EHEHEHEHEHEH, non si preoccupi prof, io l’adoro!); Ultimo, e soprattutto meno importante perché lo conosco di persona ed è mio amico, Sorti!!!! (applausi) Ok ok, il nome battlemage lo ha invetato lui per il gioco di ruolo di D&D quindi battlemage™ ora è registrato. Contento? Cmq Ginny è incinta a 17 anni. Paese che vai …..

Vabbuò gente, è tutto per ora. Mi raccomando: RECENSITE; RECENSITE; RECENSITE!!!!

PS Mi è venuta l’ispirazione per un'altra Fic…vedrò se scriverla subito o no.

See you again!!!!

   
 
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