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Autore: Yuki Kiryukan    08/10/2013    5 recensioni
Terza e ultima serie. Seguito di Awakening e Rebirth.
Ora a capo dello Scudo Rosso, Rebecca non può più permettersi di sognare: deve condurre una guerra e i Chimeri non sono più i suoi soli nemici.
Infatti, la prima persona con la quale la nostra protagonista dovrà confrontarsi è sé stessa, e tutti i sentimenti che albergano nel suo cuore.
Zach è finalmente al suo fianco, proprio come aveva sempre desiderato, ma le cose non sono più come una volta. Troppi avvenimenti hanno scosso il suo cuore e sembra addirittura aver dimenticato come amare.
La sua mente è ormai occupata dal desiderio di vendetta; quel profondo rancore rivolto alla persona che dovrebbe essere la sua famiglia: Jean Stain.
Riuscirà a riscoprire la forza dei sentimenti che l'hanno sempre spinta a lottare?
Esiste davvero quel miracolo chiamato amore, per cui vale la pena tradire?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Carissimi lettori, il ritardo è imperdonabile e non ho scusanti! :(
Vi dico che sono almeno due settimane che sono stata senza computer perché si è rotto lo schermo! Non è una scusante valida ma faccio del mio meglio per continuare le mie storie! >__<
Purtroppo quest'anno ho anche l'esame di stato e lo studio mi opprime già da ora!! Siate pazienti con me, prometto solennemente che questa storia avrà la sua conclusione! :)
Vi lascio alla meritata lettura, grazie ancora per la pazienza e per il sostegno che non mi fate mai mancare, siete tutti fantastici ed indispensabili per me!!! <3
Dedico a voi, miei amati lettori, questo capitolo con la speranza che vi piaccia e ricompensi la lunga attesa!
Un bacione e a presto!
Yuki!


 


 

                                       Intrecci - Seconda Parte 








  << Cliff! >> 

La voce acuta di Licya rimbombò nei corridoi e Kyle trasalì nel momento stesso in cui raggiunse le sue orecchie. 

Quella ragazza aveva la "dote" di irritarlo terribilmente anche solo chiamandolo per cognome. 

Si voltò infastidito e vide che stava avanzando a passo deciso verso di lui, con i ricci castani a rimbalzarle sulle spalle. Gli occhi attenti di un felino puntati contro.

  << Cosa vuoi, Wright? >> sbuffò, facendo di tutto per rendere evidente quanto fosse scocciato dalla sua presenza.

La ragazza però non sembrò affatto intimorita e disse:   << Dovrei essere io ad avere quell'aria annoiata addosso. Cosa diavolo stai facendo a zonzo, si può sapere? Siamo entrambi responsabili della squadra, vedi di prendere il tuo ruolo più seriamente >>

Lui alzò un sopracciglio scuro, sempre più irritato dalla sua sfrontatezza. Non lo conosceva nemmeno da un giorno e già osava parlargli con tanta arroganza.   << Di che diavolo parli? >> 

  << Allenamenti, ecco di cosa parlo >> sbottò  << A-l-l-e-n-a-m-e-n-t-i.  Il nuovo capo ha preso la decisione di mobilitarci perché attaccheremo non appena verrà accertata la posizione del nemico. Non mi pare il caso di stare ancora con le mani in mano >> si portò le mani sui fianchi   << E' tutto chiaro o vuoi che ti faccia un disegnino? >>

Kyle digrignò i denti. Non aveva mai provato l'istinto di picchiare una donna, ma fu costretto a ricredersi. 
  << Non disturbarti >> ringhiò  << Ho capito, ma non mi pare la fine del mondo se aspetti qualche minuto >> 

Licya assunse un'espressione di disappunto   << Cos'hai da fare di più importante? >>

Kyle sentì che stava per perdere la pazienza   << Che ti frega? >>

  << Non te la credere, di te non me ne importa proprio nulla. Semplicemente, facendo parte di una stessa  squadra, sono costretta a sapere quello che fai, purtroppo >> 

  << Puoi stare tranquilla, so bene quali sono le mie responsabilità >>

  << Beh, non si direbbe >> ribatté lei. 

A quel punto Kyle esplose:  << Stammi bene a sentire Wright >>  esalò con tono minaccioso  << Tu non mi piaci e sono certo che la cosa è reciproca >>

  << Puoi scommetterci >> annuì lei, per nulla intimorita dal cambio di tono del moro. Continuava a fronteggiarlo con fierezza ed orgoglio degni di una leonessa.
 
  << Bene >> proseguì Kyle  << Quindi propongo di non renderci la vita impossibile più di quanto non sia. Limitiamo i nostri incontri e le nostre conversazioni al lavoro, ok? >>

  << Non potrei trovarmi più d'accordo >> assentì ancora  << Quindi, se non vuoi prolungare ancor di più quest' estenuante dialogo, ti consiglio di seguirmi >> 

Il moro si morse l'interno della guancia. Da quel poco che la conosceva, aveva capito che quel tono non ammetteva repliche.

Così, si ritrovò a dire:  << E va bene, ma dopo vedi di venirmi a cercare il meno possibile >>

  << Ti assicuro, passare del tempo con te è proprio l'ultimo dei miei interessi >> rispose lei con impassibilità.

Dopodiché, in silenzio, camminarono verso il loro settore. Dopo alcuni passi Licya disse, guardando dritto di fronte a se:  << Lo so che stavi andando nel settore medico per inseguire il capo, ma ricorda che gli uomini troppo assillanti vengono sempre piantati >> 

Kyle rimase senza parole, tanto che non seppe che rispondere.  Scrutò la ragazza con gli occhi ambrati sbarrati e il suo astio verso di lei crebbe.

Maledetta arpia che non sei altro!

  << Fatti i cazzi tuoi >> esalò alla fine. 

Licya fece spallucce, continuando a non degnarlo di uno sguardo  << Come vuoi. Ho detto solo ciò che è evidente >> 

  << Peccato che tu non sappia nulla di quello che c'è tra me e Rebecca >> 

  << E sinceramente non mi interessa nemmeno >> 

  << Allora perché ficchi il naso in faccende che non ti riguardano? >>  

Quella volta Licya puntò gli occhi castani e verdi su di lui  << Ho solo preannunciato come andrà a finire >>

  << Bene, allora lascia dire anche a me quello che aspetterà a te: insopportabile come sei, diventerai una zitella acida per il resto della vita >> ghignò  << Ma del resto, già lo sei >> 

Per la prima volta, la maschera di calma imperturbabile che Licya aveva sempre mantenuto andò in mille pezzi. Le goti della ragazza si arrossarono violentemente e dischiuse la bocca, in evidente assenza di parole per ribattere.

Kyle rise sotto i baffi, soddisfatto di aver finalmente fatto centro. Non ne poteva davvero più di quella faccia impassibile e sicura di sé.

  << Come diavolo di permetti, figlio di puttana?! >> sbraitò.

  << Ma come, tu puoi fare insinuazioni gratuite su di me, mentre a me è proibito? >> 

  << Adesso ti affetto, stronzo che non sei altro! >> 

E stava per farlo davvero se Alec, il leader degli arcieri, non fosse comparso nella scena al fianco di Evan. 

  << Wow! >> esclamò, visibilmente sorpreso << E' la prima volta che mi capita di vedere Licya così furiosa! >> rise e guardò Kyle  << Devi averla proprio fatta incazzare, eh? >> 

  << Mio fratello è in grado di far perdere la pazienza a chiunque >> gli confessò Evan con un'alzata di spalle   << E' praticamente una sua dote naturale! Chissà come fa >>

  << Evan chiudi quella fogna del cazzo! >> sbottò il moro. 

Licya, nel frattempo,  aveva ripreso ad indossare la sua solita espressione seria e composta  << Non diciamo cretinate >> disse  con voce perfettamente tranquilla, che urtò Kyle per l'ennesima volta  << Non posso essere turbata da lui >>  indicò il moro  << Perché per me vale meno di zero >> 

Alec emise un fischio d'ammirazione, Evan se la rise e Kyle strinse i pugni, irritato alla massima potenza dall'arroganza di quella giovane donna.

La odiava, che poteva farci? Gli era così antipatica che si credeva capace di lasciarla in mano al nemico senza muovere nemmeno un dito in suo soccorso.

Non che lei l'avrebbe aiutato in caso di bisogno, ne era più che sicuro. 

La ragazza riprese a camminare, sorpassando i due arcieri senza più dire una parola, e Kyle non ebbe altra scelta che starle dietro, mugolando insulti e imprecazioni. 

Perché doveva essere in coppia con un tipo del genere rimaneva ancora un mistero.






                                                                                  ******************************






  << Ehi Garreb. Idiota? Testa di cazzo? Mi stai ascoltando? >>

Il torturatore si ridestò solo quando Ivo richiamò la sua attenzione per l'ennesima volta, usando tutti gli insulti possibili. 

Con immenso orrore si rese conto che, da quando si era sciolta la riunione, lui non aveva fatto altro che osservare di sottecchi quella Chimero.

Quella Misa.

Stava parlottando a gran voce con Eleanor a diversi metri da loro, di cosa non sapeva dirlo. 

  << Certo che ti ascolto >> disse alla fine, scompigliandosi i capelli e dandosi mentalmente del cretino.

Ivo alzò un sopracciglio scuro   << Beh, mi aspettavo più entusiasmo dopo aver proposto di mostrarti le nuove camere per le torture >>

Ah, Garreb non l'aveva nemmeno sentito dire una cosa simile. Cazzo, era messo proprio male. 

Guardò per l'ennesima volta Misa e la maledisse. 

Per colpa sua si sentiva un perfetto idiota. E la cosa non gli capitava mai, fra l'altro.

  << Cos'è che stai guardando, di preciso? >> fece Ivo   << Quelle due Chimero? >>

Sentendosi improvvisamente con le spalle al muro, Garreb si sentì in dovere di precisare:  << Mi danno    fastidio >> 

  << Ignorale, io ho intenzione di fare così >>

  << Credevo che per un tipo come te fosse più divertente far "scorrere sangue" >> 

Ivo si gratto la testa  << Non credere che non mi piacerebbe. Anzi, vorrei testare i nostri nuovi strumenti proprio su di loro. Ma non ho voglia di stare a sentire quella mocciosa >>

  << Chi, Rebecca? >>

  << Già >>

Garreb rise sotto i baffi  << Non credevo ti facesse così paura >>

  << Non fare il coglione; come se una ragazzina come lei potesse in qualche modo spaventarmi >> ribatté prontamente l'altro  << Semplicemente è il nuovo capo e non c'è modo di revocarla dall'incarico. E non so tu ma io non ci tengo a finire nelle celle di isolamento >>

 

"Sappiate che questi provvedimenti saranno presi verso chiunque causerà tensioni o liti interne. Chimeri o umani, non fa differenza. Chiaro?"



Garreb masticò qualche imprecazioni e mise le mani in tasca. Ancora una volta non poté trattenersi dall'osservare la Chimero e non si trattenne più.

Senza dare alcuna spiegazione al compagno, camminò verso di loro, che continuavano a parlare.

  << Ehi voi due, volete piantarla di starnazzare come oche? Questo non è un parco giochi >> 

La bionda lo inchiodò col suo sguardo color verde-acqua  << Ma tu non un niente di meglio da fare che rompere le palle a noi? >> 

Misa invece gonfiò le guance  << Non stiamo facendo niente di male! >>

  << State infastidendo me >> precisò il torturatore. 

  << Sai quanto mi frega >> ribatté Eleanor.

Misa invece inclinò un po' la testa di lato e disse:  << Se ci dici dov'è il settore medico non sarai più costretto a sentirci >> 

Garreb alzò un sopracciglio ma a parlare fu Ivo, comparso alle sue spalle:  << Perché volete andarci? >> 

Eleanor sbuffò   << Non dobbiamo certo dare spiegazioni a due buzzurri come voi, quindi... >> 

  << Lì ci sono Rebecca e Gwen >> ammise invece Misa, schietta e genuina  << E io ed El vorremmo raggiungerle >>

  << Ma quanto sei idiota >> sospirò rassegnata la bionda, battendosi una mano sulla fronte.

Garreb strinse i pugni senza farsi notare. Gli bruciava ammetterlo, ma lo infastidiva parecchio il fatto che Misa gironzolasse sempre dietro a Rebecca.

Non poteva fare a meno di seguirla, alla stregua di un cagnolino fedele e premuroso. 

Il ricordo della forza, della tenacia e del coraggio che aveva dimostrato durante la loro improvvisata missione di salvataggio, gli erano ancora impressi nella memoria. 



"Sono qui per salvare Rebecca!"



Quando poi si capacitò di quali fossero i suoi pensieri, restò attonito. 

Visto dal di fuori poteva quasi sembrare... geloso. 

Tsk, che grandissima stronzata. 

Lui, temibile e irrefrenabile torturatore dello Scudo Rosso, geloso di quella Chimero? Del suo voler stare accanto a Rebecca? 

Solo fottute stronzate. 

Come se lui fosse tipo da sentimentalismi simili. Preferiva di gran lunga cavarsi da solo gli occhi piuttosto che diventare un rammollito simile.

  << Se facendo così posso avervi fuori dalle palle... >> disse infine, intenzionato a scacciare quei pensieri ridicoli dalla sua mente  << Seguitemi >> 

  << Tsk, a me pare che sia tu piuttosto che non riesci a scodinzolare lontano da noi >> gli fece notare Eleanor con l'arroganza e spavalderia che ormai la contraddistinguevano   << C'è forse qualcuno che ti interessa in modo particolare, Hidd? >>  aggiunse, con il sorriso di chi ha capito tutto. 

Una vena sulla tempia del torturatore prese a pulsare.  << Stai mettendo a dura prova la mia già limitata pazienza bionda, ti avverto >> 

  << Uuh, che paura. Credevo che l'avessi capito che le tue minacce del cazzo non mi hanno mai intimorito >> 

  << Allora forse dovresti cominciare ad esserlo >> 

  << Dio, piantatela >>  si intromise Ivo  << Se fate così sembrate quasi amici, mi fate ribrezzo >> 

Garreb ed Eleanor si voltarono verso il torturatore con aria allibita e disgustata allo stesso tempo  << Mai! >> esclamarono all'unisono,  mentre Misa ridacchiava. 

  << L'avevo detto che, quando vuoi, sei anche simpatico >> disse, rivolta a Garreb. 

Per l'ennesima volta, il torturatore fu colpito dalla sua totale purezza e ingenuità; doti che una Chimero non avrebbe nemmeno dovuto sapere dove stavano di casa.

Misa era diversa, inutile fingere che non se ne fosse accorto. Il problema era... quanto diversa? 

Quanto riusciva ad influire su di lui?

Quanto era disposto a perdonarla per il peccato che aveva commesso nei suoi confronti, uccidendo il suo adorato fratellino?

Quanto?

Fece scoccare la lingua, infastidito dai suoi stessi pensieri, e riprese a camminare con le due Chimero e persino Ivo al seguito, che sembrava particolarmente interessato ad assistere ai suoi battibecchi con Eleanor. Ormai erano diventati una specie di show nella sede.

I Chimeri che erano "passati dalla loro parte", per quanta diffidenza provasse ancora verso di loro, Garreb  sapeva che avrebbero cambiato le carte in tavola, e la posta in gioco.

La svolta che da anni lo Scudo Rosso stava cercando per raggiungere l'atteso obiettivo, Jean Stain, era finalmente arrivata grazie ai loro nemici naturali.

Quanto questo si sarebbe rivelato positivo? 

Con quali conseguenze avrebbero dovuto fare i conti, presto o tardi?

Perché, con tutti gli avvenimenti che avevano scosso e segnato nel profondo la sua giovane vita, Garreb si era abituato a non cantar vittoria troppo presto.







  
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