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Autore: N a s h i r a    08/10/2013    2 recensioni
Harry, Ron ed Hermione sono prigionieri a Villa Malfoy, quando Dobby giunge in loro soccorso, ma qualcosa va storto nella fuga. Hermione rimane indietro. Imprigionata e torturata da Bellatrix, viene ridotta ad una pallida ombra di quella che era un tempo. Dopo le terribili sevizie subite, però, ecco il contrordine: la Mezzosangue deve vivere. Così a Draco Malfoy viene ordinato di prendersi cura di lei, e quello che per Hermione era stato, fino a poco prima, un nemico, diviene il suo unico contatto umano, colui che (volente o nolente) veglia su di lei. Un Draco diverso dal tracotante serpeverde che spadroneggiava per i corridoi di Hogwarts, un ragazzo che, suo malgrado, ha scoperto che il mondo è molto diverso da come gli era stato dipinto che nella guerra, nell'infliggere morte e seminare distruzione, non c'è niente di glorioso.
Ma perché Voldemort decide di tenere in vita Hermione?
Che piani ha in serbo per la giovane Mezzosangue?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo Terzo


 

Eterna risorge sempre la speranza, come un fungo velenoso.

C.Bukowski


 

-Padre. Come posso esservi d'aiuto?- chiese Draco. Freddo. Composto come l'etichetta richiedeva. Suo padre era ormai allo stremo delle forze.

Lucius Malfoy aveva ormai perso il favore del Signore Oscuro e, con esso, tutto il suo potere, la sua tracotanza e il suo autocontrollo. Sapeva che sarebbe bastato un soffio per farlo scendere ancora più in basso. E, per scendere più in basso del fango in cui si trovava adesso, sarebbe potuto finire solo sotto terra. Nel senso letterale del termine.

Molti pensavano che, nella nuova infamante condizione in cui era venuto a trovarsi, l'algido e orgoglioso mangiamorte non avrebbe resistito a lungo. Come poteva, un uomo abituato a considerarsi così largamente superiore agli altri, accettare di trascinarsi nella scia di coloro che, fino a poco prima, lo guardavano con timore e rispetto?

Lucius non era mai stato un impavido. Dopotutto anche lui, come tutta la sua famiglia, era stato un Serpeverde. Tuttavia era un padre, e un marito.

La sua famiglia aveva già pagato troppo per i suoi errori.

Non aveva mai visto Narcissa piangere. Da altera dama purosangue qual'era, tratteneva quel groviglio informe di dolore e paura ben serrato in eleganti abiti immacolati. Ma chi come suo marito, si fermava a osservarla, poteva notare più di una crepa nell'algida barriera che la donna aveva eretto intorno a se, una struttura che ogni giorno era più difficile da sostenere per quella sua bianca schiena, sempre dritta eppure così fragile. La profonda sofferenza che Narcissa era stata addestrata a nascondere trasudava ormai comunque da ogni suo poro.

E poi c'era Draco. Il suo unico erede. Non poteva nemmeno rivolgere il pensiero a suo figlio senza sentire il senso di colpa penetrargli le ossa. Aveva cresciuto quel ragazzo per prepararlo al destino glorioso che era sicuro di potergli offrire. Una vita perfetta in un mondo dove il suo nome, la sua ricchezza e il suo sangue puro gli avrebbero aperto qualsiasi porta. E lui stesso, il suo fallimento, avevano strappato quella visione, quella promessa, dagli occhi dell'ultimo dei Malfoy.

Il Signore Oscuro aveva da subito iniziato a fargli scontare gli errori di Lucius, affidandogli, astutamente, il compito di uccidere Silente. Se avesse fallito, come tutti si aspettavano, sarebbe stata la rovina della famiglia Malfoy. Se invece lo avesse portato a termine beh... con Albus Silente fuori dai giochi le carte in tavola sarebbero decisamente cambiate e Lord Voldemort avrebbe tenuto saldamente le redini della vicenda. O almeno questo era quello che pensava allora.

Sì grazie al voto infrangibile che Narcissa aveva riuscito a strappare a Severus Piton, Albus Silente era morto, ma quella guerra si era rivelata comunque una bestia indomabile.

Nessuno osava anche solo pensare a una cosa del genere quando il Signore Oscuro era vicino, ma ormai era chiaro a tutti quanto fosse difficile la situazione in cui si trovavano.

Harry Potter era svanito nel nulla e non si era semplicemente nascosto secondo il loro Signore. Sarebbe stato troppo poco Potter darsi alla macchia per salvarsi la pelle mentre i suoi compagni morivano. Tramava qualcosa. Certo, ora loro avevano Hermione Granger e lei poteva essere una pedina importante, ma nessuno era davvero fondamentale, fatta eccezione Potter stesso.

I Mangiamorte e coloro che con loro simpatizzavano continuavano a patire la guerriglia dell'Ordine della Fenice senza riuscire a ripagarlo con la stessa moneta. Si comportavano come se sapessero esattamente dove e quando colpire. Era circolata per un po' di tempo, sussurata a mezza bocca, l'idea che potesse esserci un traditore tra i seguaci dell'Oscuro, e lo stesso aveva sommariamente giustiziato alcuni sospetti. Ovviamente senza risolvere nulla.

In altre parole, stavano perdendo.

E Lucius Malfoy aveva deciso che, per quello che lo riguardava, non era intenzionato a perdere altro.


 


 

-Padre?- ripeté Draco. L'uomo non sembrava aver udito le sue prime parole. Al secondo richiamo si riscosse, si passò la mano tra i capelli, estrasse la bacchetta e, con un gesto secco, imperturbò la stanza.

Ovviamente quello era solo l'ultimo degli incantesimi e degli oggetti magici posti a protezione del suo studio.

-Draco, dobbiamo parlare- ripeté.

-Grazie padre, credo di aver compreso questo punto. Possiamo procedere?- ribatté il ragazzo, pungente. Amava suo padre e avrebbe dato la vita per lui, ma, allo stesso tempo, non riusciva ad accettare il suo cambiamento. Era cresciuto credendolo un uomo infallibile. Era cresciuto con uomo potente, pieno di eleganza e fascino, un uomo onorato, rispettato e temuto soprattutto.

Non rimaneva più molto di quell'uomo.

Lucius Malfoy sospirò.

Sapeva cosa vedeva suo figlio. Vedeva il suo fallimento.

Ma non era ancora troppo tardi per cambiare le carte in tavola.

-Draco... quello che sto per dirti è... molto pericoloso. Cercherò di essere più conciso possibile, ma ti prego di non interrompermi e di valutare bene la cosa prima di darmi un'opinione- disse. Il suo tono grave aveva riacquistato una sfumatura autorevole.

Draco comprese che c'era qualcosa di grosso in ballo.

-Farò come voi dite, padre- rispose, questa volta con gentilezza, accomodandosi su una poltrona mentre Lucius, dall'altra parte della stanza, faceva lo stesso.

-Sei un ragazzo intelligente Draco. Ti sarai accorto che la nostra situazione è piuttosto difficile. E non mi riferisco solo a quella della nostra famiglia ma anche ai seguaci dell'Oscuro. Questa guerra non sta andando come avevamo progettato-. Lui, l'impassibile e algido Lucius Malfoy, abbozzò un sorriso nel tentativo di alleggerire l'atmosfera. Ma non funzionò: i gelidi occhi di suo figlio rimasero fermi e impassibili, indagatori. L'uomo si lasciò quasi sfuggire un sospiro. Suo figlio era un vero Malfoy.

-Camminiamo sull'orlo di un precipizio, Draco. A questo punto basterebbe un soffio di vento per farci precipitare e io questo non posso permetterlo. So che tu credi che io sia un uomo finito, che si è ridotto a vestire i panni del tirapiedi- continuò, con la voce tremante di rabbia -ma la sorte avversa mi ha piegato, non spezzato- concluse. E, nonostante avesse esplicitamente chiesto di non essere interrotto, a quel punto lanciò un'occhiata supplichevole al biondissimo e sottile giovane elegantemente accomodato nella poltrona davanti a lui, sperando di ricevere da lui un appoggio.

Draco comprese che era opportuno parlare.

-So bene che nessuno può spezzarti, padre. Tuttavia ancora mi sfuggono le vostre intenzioni.- disse, cercando di mantenere ferma la sua voce. Dentro di sé, però, tremava.

-I mangiamorte non hanno speranza Draco! E noi, tra di loro, ne abbiamo ancora meno. Ce ne andiamo via!- disse Lucius Malfoy, tutto d'un fiato, in un sussurro carico di terrore, euforia e promesse.

Draco scattò in piedi. Suo padre stava peggio di quanto pensasse.

-Padre! Sapete bene quanto rischiate anche solo a pensare una cosa del genere! Finirete per farvi uccidere!- sibilò muovendosi verso di lui, con l'intenzione di afferrarlo e scuoterlo per farlo tornare in sé. Ma fu lui quello afferrato.

Suo padre era scattato in piedi e lo aveva tirato per un braccio. Lo sguardo fiero che da tanto tempo nessuno scorgeva più sul suo volto. Troneggiando sul ragazzo parlò, questa volta con voce ferma.

-Ci faremo uccidere tutti se non facciamo qualcosa subito. E in ogni caso meglio morire da Malfoy che vivere da servo-. Accompagnò la frase con una ferrea stretta al braccio.

Draco non sapeva cosa pensare. Era spaventato.

-E dove vorreste portare tutti noi, di grazia?- ribattè.

-All'Ordine della Fenice- rispose suo padre, calmissimo.

-Un'idea brillante padre! Di certo ci riserveranno ogni onore e ci daranno la loro stanza migliore!- fece Draco, riducendo gli occhi a due fessure e fissando Lucius.

-Forse no, ma di certo ci accoglieranno bene. Soprattutto se gli riportiamo, sana e salva, Hermione Granger. Soprattutto se quello che l'ha salvata sei stato tu.- concluse suo padre, l'antico sorriso di nuovo stampato sul suo volto.

La Granger!” si disse Draco. Come aveva potuto non pensarci?


 


 


 


 


 


 

Spazio autrice

Ciao a tutti voi! Volevo innanzitutto scusarmi per avervi fatto aspettare più del previsto questo capitolo, e in secondo luogo ringraziarvi per i commenti (bellacullen_32 e Ielma) e per aver aggiunto la mia storia tra le preferite (Marlight, The_Black_Fire, Fily_1D, Cataaaaaaaaa e Cornelia_b) le seguite (Alexandra_Potter, aquizziana, auror_99, barbarak, bimba88, cartina follemente innamorata, cloelia133, Cmirtilla, Cornelia_B, disincantodelcuore, Enza85, ielma, Keyla99, lupacchiotta_mannara, lyllly, Mae, mucchi_na, mya95, nicol86, Pervinca95, radio asis, stekken, tigre, Veritaserum00, viddy, Wald_Arya, Wingardium_Leviosa97) e le ricordate (_casillina_).

Sperando che questo capitolo vi sia piaciuto, vi mando i miei migliori saluti.

Nashira

  
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