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Autore: rekichan    09/10/2013    2 recensioni
Certo, su di me si è cantato molto. Sono state scritte storie, fatte supposizioni, narrate leggende e continue bubbole.
Sì, cari miei: bubbole, frottole o come le volete chiamare, perché finora nessuno è riuscito a capirmi fino in fondo. E spero che questo misero aspirante scrittore a cui mi sono affidato e che ho preso in custodia (sì, mio piccolo e tenero amanuense, parlo proprio con te!) riesca a farmi esprimere al meglio in modo che tutti voi poveri e stolti umani possiate rendervi conto della mia magnificenza.
Genere: Comico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Stavo cercando di scrivere e improvvisamente ho sentito una voce che protestava riguardo le “cialtronaggini” di noi “miseri esseri umani” sul suo conto e che non avrebbe sopportato oltre alcuna ingiuria. Pensando di essermi addormentato per la stanchezza e di trovarmi in un sogno, ho replicato: «Visto che ti lamenti tanto, perché non scrivi te?»

A quanto pare sono stato preso in parola perché, quando mi sono svegliato, sul mio foglio bianco era stato scritto il seguente racconto.

 

Caoticamente me

 

“Please allow me to introduce myself, I’m a man of wealth and taste

Scherzo, gente, scherzo. Alla fin fine è inutile prenderci in giro a vicenda citando i mitici Rolling Stones, giusto? Lo sapete tutti chi sono. No, non vengo da un film, o da una canzone.

Certo, su di me si è cantato molto. Sono state scritte storie, fatte supposizioni, narrate leggende e continue bubbole.

Sì, cari miei: bubbole, frottole o come le volete chiamare, perché finora nessuno è riuscito a capirmi fino in fondo. E spero che questo misero aspirante scrittore a cui mi sono affidato e che ho preso in custodia (sì, mio piccolo e tenero amanuense, parlo proprio con te!) riesca a farmi esprimere al meglio in modo che tutti voi poveri e stolti umani possiate rendervi conto della mia magnificenza.

Ma andiamo avanti, penso sia giunto il momento di presentarmi seriamente. Oh sì, so anche essere serio. Serissimo a dirla tutta, sebbene non sempre riveli questo lato del mio carattere. Ma sto divagando! Torniamo al punto, o alla virgola, o a chi per loro.

Beh, direi di partire dal principio. C’è stato un tempo, un momento nell’immensa storia dell’Universo in cui non c’era nulla, nel modo più assoluto. C’eravamo solo io e mio fratello, Fato, che girovagavamo in questo totale e immenso niente.

Chi ci ha creati? Non si sa. Forse siamo sempre esistiti, forse è la vostra stessa immaginazione ad averci generati. Forse dovreste smettere di fare domande a cui non troverete mai risposta, o forse la risposta sta proprio nel farsi delle domande impossibili. Per quanto mi riguarda, potete continuare a domandare. Mi piacciono le domande, i problemi, la confusione che si crea nei vostri piccoli cervelli quando cercate di decifrare ciò che non è alla vostra portata. Amo gli indovinelli, le situazioni complicate e i ragionamenti che fate per tirarvene fuori. Amo i vostri problemi e come cercate di risolverli. Amo la vostra logica, quella di tutte le creature che popolano l’Universo.

Ah, come dite? Pensate di essere davvero soli? Poveri sciocchi! È per questo che voi umani del pianeta Terra siete così divertenti, con quella vostra mania di considerarvi unici e inimitabili. Nessun abitante degli altri mondi è così ingenuo e megalomane al tempo stesso. Solo voi e forse è proprio questo che vi rende dei bersagli particolarmente interessanti.

Oh, non pensate che io sia la diretta causa di tutte le vostre disgrazie. Come direbbe la piccola Casualità: «Non è colpa mia, è stato un caso!», ma voi non ci credereste, giusto?

Quindi bando alle ciance! Gettiamo via i mantelli e le maschere, con cui continuiamo a ricoprirci e facciamo cessare questo rocambolesco girotondo! I miei fratelli non saranno contenti di vedermi consegnare a voi – sì, proprio a voi umani! – il segreto dell’Universo, ma non è un problema nostro. Parliamo per una volta senza veli, venitemi vicino e vedrete che non sono così terribile come mi dipingete.

Come ho già detto, un tempo c’eravamo solo io e Fato, finché mi capitò di annoiarmi. Cosa assai strana, perché di solito non mi annoio mai – c’è sempre qualcosa di divertente da fare! -, ma provate voi a passare le giornate immersi nel nulla più assoluto con solo vostro fratello (se così ci possiamo definire) impegnato a fare perennemente la maglia con i suoi fili!

Dunque, mi stavo annoiando. E quando mi annoio non è mai una buona cosa, perché di solito mi metto a giocare con i nastri che Fato ha attorno a sé. Ne tiri uno quando non guarda, sposti quell’altro, affianchi due colori che non dovevano esserci e… puf! Prima che lui potesse fermarmi era spuntato quello che voi chiamate Universo.

Come dite? Troppo facile? Certo! Almeno finché Tempo e Necessità non sono spuntati fuori proprio dal suddetto Universo! Così, dal nulla! E sì che non è stata una bella sorpresa, ma penso che nella loro nascita ci fosse proprio lo zampino di Fato, almeno a giudicare da come mi ha guardato e, alzando le spalle, ha detto: «Era destino!»

Come se non bastasse, Necessità ha ritenuto indispensabile mettere a posto quella confusione primordiale che era l’Universo. E quindi cos’ha fatto? Ovvio! Ha pensato bene di afferrarmi, dividermi in due parti e generare quella piaga di Ordine!

Perché quelle facce stupite? Mai sentita l’affermazione “trarre ordine dal caos”? Pensavate che fosse un modo di dire? No, ragazzi miei! È vita vissuta questa!

Fatto resta che a quel punto la mia vita è stata letteralmente invasa! Addio tranquillità! Addio pace celeste!

Eh? Ah, sì. Avete ragione, non mi è mai interessata la tranquillità, né la pace. Ma, se è per questo, non mi piace neanche la guerra. Voi umani pensate che io sia cattivo, crudele, che mi diverta a vedervi in difficoltà e a complicarvi la vita: non è così. Sono un incompreso, da voi e dai miei stessi fratelli. Certo, mi piace creare confusione, mettervi davanti a problemi apparentemente insormontabili ma, parliamone, come sarebbe la vostra vita senza di me? Non lo sapete che è grazie al sottoscritto che non siete fermi all’età della pietra? Se foste privi di problemi, il vostro cervello lavorerebbe per risolverli? Avreste mai avuto così tanti progressi in ogni campo, da quello scientifico a quello sociale, se non vi foste trovati in mezzo a situazioni di grave difficoltà, magari anche prossimi a un’estinzione?

Per una volta non farò sforzare i vostri poveri cervellini e ve la darò io la risposta: no. Semplicemente no, miei cari. Per quanto odioso, sono I-N-D-I-S-P-E-N-S-A-B-I-L-E!

Mi presento: sono colui che scombina quotidianamente i fili di Fato, che gareggia con Casualità, che fa impazzire Ordine; sono mal sopportato da Tempo e tollerato da Necessità (indovinate perché…). Insomma, non sono propriamente amato dai miei fratelli e sorelle, ma sono comunque il più anziano di tutti loro, anche se continuano a trattarmi come un bambino, solo perché mi piace creare un po’ di confusione qua e là. Perfino Equilibrio, il mio adorato figlioletto, fatica a capire la motivazione delle mie azioni. Ma, come tutti, sa che sono indispensabile. In fondo senza di me non esisterebbe nessuno di loro. Ora che ci penso… Senza di me non esisterebbe proprio niente!

Quindi pensatemi con affetto ogni tanto e non maleditemi troppo per ciò che sono. Seguo solo la mia natura, esattamente come fate (o dovreste fare) tutti voi. Addio, gentili lettori! E grazie per aver ascoltato queste parole. Come dite? Non vi ho ancora detto il mio nome? Che sbadato! Che ci volete fare, ho una tale confusione in testa… Ma d’altronde, come potrebbe essere altrimenti? Sono Caos!

 

 

N/A: Avevo scritto questo racconto un annetto fa, per un contest indetto da una casa editrice. Non l’ho potuto pubblicare allora, il contest non l’ho vinto, quindi non vedo niente di male a metterlo qui XD.
Per ora rimane una one-shot. Poi un giorno deciderò se ampliarlo o meno, visto che è la base di un’intera saga futura.

Per ora godetevelo.

   
 
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