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Autore: Cocomero_    09/10/2013    1 recensioni
(Storia decisamente interrotta, dopo due anni e quasi mezzo direi decisamente abbandonata...)
Un ragazzo di nome Zayn, casa nuova, scuola nuova, vita nuova per la terza volta da quando frequenta il liceo. Il racconto della sua giornata e dei suoi pensieri avviane solo durante i sette minuti in cui dura una sigaretta...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 Settembre, Sigaretta numero 28, ore 14:35
 

Zayn aprì il cassetto della scrivania e cominciò a rovistare tra i fogli alla ricerca di una matita; neanche una settimana che aveva fatto il trasloco e già lì dentro regnava il caos, i suoi album da disegno lasciavano uscire angoli di fogli dai lati, il pennino nero era poggiato da un lato insieme ai carboncini mentre i pastelli a cera erano sparsi sul fondo mezzi sbriciolati, qua e là erano buttati dei pezzetti di carta stropicciata con sopra degli schizzi. Tre CD riflettevano la luce del sole proveniente dalla finestra, la custodia di due era incrinata mentre la terza doveva essere stata buttata anni prima; due paia di cuffiette giacevano aggrovigliate in un angolo, di tutte e due funzionava solo l’auricolare destro; i quaderni che aveva usato in quei giorni sovrastavano il tutto in attesa di essere messi nella libreria ancora da montare.

Di matite neanche l’ombra, chiuse con un botto il cassetto e aprì con cautela quello accanto; la differenza era sconcertante, tanto l’altro era in disordine tanto questo era perfettamente organizzato. Spostò l’album dei disegni finiti, cercò tra i pennarelli, aprì la scatola dei pastelli, alzò la tavoletta degli acquerelli, lanciò uno sguardo tra le bombolette di colore spray e infine la trovò in mezzo ai tubetti di tempera, piccola e apparentemente insignificante. Quel mozzicone di matita temperato da tutti e due i lati, era uno dei suoi tesori più importanti, un tempo era stata laccata di arancione, adesso il legno era tornato a vedersi e gli spigoli del profilo esagonale si erano arrotondati smussandosi.

Ce l’aveva da quando era bambino, una volta era entrato nell’enorme studio scuro del padre, aveva attraversato la stanza e si era arrampicato sulla poltrona dietro alla scrivania di vetro mentre i codici giuridici lo fissavano dall’alto della libreria nera alle sua spalle. Seduto sulla comoda pelle profumata, aveva iniziato a far girare la sedia, poi a salire e scendere spingendo la leva sotto alla seduta e infine a muoversi avanti e indietro sulle rotelle; una volta annoiatosi aveva iniziato ad aprire i cassetti in cerca di qualcosa di divertente da fare, aveva preso una penna e i fogli dalla stampante e aveva disegnato con un tratto tutt’altro che infantile, aveva tirato fuori i foglietti prendi-appunti e dopo averli piegati ad aeroplano li aveva lanciati per la stanza e infine si era imbattuto in un portapenne tutto completamente pieno di lunghe, appuntite matite arancioni  tutte uguali, erano dodici, della stessa identica lunghezza.

Ne aveva presa una e, una volta tornato a casa il papà, lo aveva pregato di regalargliela. Quella matita era rimasta intatta per anni, in attesa di essere riunita alle altre una volta che Zayn fosse andato a vivere con il padre; poi neanche due anni prima, in uno dei suoi momenti l’aveva usata e da quel momento non aveva più smesso, era la matita dei disegni, quando stava a casa usava quella.

Zayn posò delicatamente il mozzicone sopra alla cartellina con i disegni e sfilò al volo un pastello colorato chiudendo con cura il cassetto, staccò un post it dal blocchetto giallo e iniziò a buttare giù una probabile lista della spesa:
  • Uova
  • Pasta
  • Parmigiano
  • Latte
  • Bastoncini di pesce
  • Mele
  • Fettine
  • Bicchieri di carta
Abbastanza soddisfatto poggiò il pastello e piegando il foglietto se lo infilò in tasca; fuori il sole picchiava forte nonostante fosse già metà settembre, ma lo stomaco aveva cominciato a brontolare e il frigo era vuoto quindi si sedette sul letto, si infilò di nuovo le scarpe e spense la cicca nel posacenere sulla scrivania pronto ad uscire.
 
Mie unice ragioni di vita (dopo la cioccolata e il rumore delle macchine sull'asfalto bagnato) ho Sonno!
E va sempre peggio, il caffè non funziona più, il thè neanche per sbaglio e il calore dell'aula in cui seguo macroeconomia dopo pranzo insieme a altre 399 persone è il colpo finale. Ormai mi prendono in giro, appena apro bocca per dire qualcosa, qualcuno mi chiede se per caso ho sonno...
Vorrei dormire fino a Natale (magari riuscirei anche a dimagrire), ma non credo sia possibile...potrei sempre provarci...
Lo so che è un capitolo noioso e che non serve neanche alla storia, ma mi piaceva raccontare un po' di come è Zayn e di qualcosa del passato, il prossimo capitolo è pronto, se ci riesco lo metto domani...vorrei aggiornare più spesso ma momentaneamente ho il cervello preso da medie, mediane e bilanci di stato, o per lo meno dovrei...
Ho sonno, questo è uno spazio autrice molto depresso, xmela
 
  
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