“Per sempre” non è una bugia
Capitolo 8
“Per sempre” non è una bugia
<< Voi siete Minato e Kushina
>> disse Gaara, indietreggiando. I leggendari capelli rossi della
dea si
muovevano al vento, mentre il viso sorridente dell’uomo aveva
un’espressione in
cui si mescolavano tristezza e serenità. Hinata notò che
l’uomo, con i suoi
capelli biondi e la tunica svolazzante, assomigliava molto a Naruto,
anche se
era più alto; tuttavia, questo non le impedì di
preoccuparsi.
<< Chi sono loro? >>
chiese Hinata con il tono rotto dal pianto, alzandosi in piedi per
vedere oltre
la sabbia dorata.
Il dio del vento di primavera,
confuso, continuò a indietreggiare, intimorito nonostante
sapesse che non erano
nemici.
<< Cosa… >> domandò
ancora
la ragazza, sporgendosi oltre la sabbia. Nelle mani teneva la piuma di
Naruto,
sperando che si illuminasse anche se sapeva che non sarebbe accaduto.
<< Siamo venuti in vostro
soccorso >> disse Kushina, facendo un passo in avanti. <<
Naruto è nostro
figlio, non possiamo abbandonarlo così >>.
A quelle parole, Hinata fu colta dalla
sorpresa, mentre Gaara sciolse il muro di sabbia. I suoi occhi verdi
facevano
trasparire confusione e la meraviglia.
<< Ma Naruto è il figlio di
Mei... >> disse Hinata, con tono sommesso.
<< No >> precisò Minato,
lanciando una brutta occhiata nel punto in cui la dea della bellezza,
stanca,
si trovava. Il suo sguardo, oltre alla meraviglia, esprimeva tutta la
vergogna
che provava nei confronti di se stessa. << Noi l’avevamo
affidato a lei,
perché Innamoramento e Bellezza potessero cambiare il mondo. A
Naruto lo
dicemmo quando fu abbastanza grande da poter comprendere, e gli facemmo
promettere di mantenere il silenzio perché quello era il tempo
delle lotte con
i Titani, che avrebbero potuto sceglierlo come bersaglio temendo il suo
potere.
Potere che tuttavia, in lui, non si è mai manifestato pienamente
fino a questo
momento >>.
Minato fece un leggero cenno con la
testa nella direzione di Hinata, la quale si sentì colta da uno
strano imbarazzo.
<< Hinata, non preoccuparti
>>. La voce di Kushina era estremamente dolce e rassicurante. La
ragazza,
udendola, guardò nella direzione della dea, con il viso rigato
dalle lacrime.
<< Voi… potete…
risvegliarlo?
>> chiese Hinata, con il tono rotto dal pianto.
<< Sicuro >> rispose
Minato, avvicinandosi anche lui. << Siamo riusciti a convincere
il Fato a
cambiare il corso della Storia >>.
Gaara, che, a differenza di Hinata,
poteva capire il vero significato di quelle parole, spalancò
ancor di più gli
occhi.
<< Ma questo è
impossibile…
>>
<< No, non proprio… >>
disse Kushina, osservando attentamente il viso smagrito del figlio, con
la
benda azzurra che gli copriva gli occhi. Con il volto così emaciato, quel tessuto color cielo
era sembrava
pesante e sproporzionato.
<< Però devi spostarti, o
l’energia potrebbe farti male. Sei un’umana >> disse
Minato, rivolto a
Hinata. Lei, restia a lasciare Naruto, rimase immobile al suo posto,
sospettosa. Kushina e Minato si guardarono, poi tornarono a rivolgersi
alla
ragazza.
<< Hinata, Naruto si sveglierà
forse fra trecento anni se non ti sposti >> le disse Minato, con
pazienza. << Non gli faremo del male >>.
<< Hinata, fa come ti hanno
detto >>.
La voce di Gaara, sicura e speranzosa,
convinse Hinata ad allontanarsi di un metro dal corpo del dio alato. La
ragazza
osservò prima il dio e la dea avvicinarsi a Naruto, poi
incrociò gli occhi
verdi del dio del vento di primavera. Se fosse successo qualcosa a
Naruto…
<< Cominciamo >> dissero
contemporaneamente Minato e Kushina. I due s’inginocchiarono sul
corpo di
Naruto, lui sul lato sinistro e lei su quello destro; ciascuno
posò una mano
sulla fronte del dio e una sul proprio petto, all’altezza del
cuore.
All’improvviso, il dio fu avvolto da un’aura ancora
più splendente del sole, più
luminosa di quella di Naruto, mentre la dea si ricoprì di
un’energia rossa e
brillante come la lava. I due flussi, che sembravano partire dai loro
cuori,
cominciarono a dirigersi verso Naruto, il quale ebbe uno spasmo e
ricominciò
subito a respirare visibilmente. Hinata e Gaara si guardarono, stupiti
davanti
a quella meraviglia di luci. Naruto, poi, mosse le dita delle mani, e
lacrime
di gioia cominciarono a scendere sulle guance di Hinata. Gaara scrutava
meravigliato e contento la scena, rincuorato dai movimenti
dell’amico.
<< Chi… chi sono loro? >>
domandò la ragazza a Gaara, curiosa di sapere chi fossero coloro
che dicevano
di essere i veri genitori di Naruto.
<< Loro sono… come dire…
l’Amore
Originario, l’Amore vero. Sono tra i primi dèi apparsi,
insieme a Fato, Urano e
Gea. Sono un unico dio, che partecipò all’instaurazione
dell’ordine del cosmo e
diede agli uomini la capacità di amare >>.
<< Ma è Naruto il dio
dell’amore… >> precisò Hinata, mentre
spostava lo sguardo da Gaara a
Naruto per osservare il corpo scheletrico rinvigorirsi.
<< No, lui è colui che guida
l’amore. E’ Innamoramento. La capacità di provare e
vivere l’amore l’hanno data
loro >>.
Hinata guadava stupita la scena,
sicura di non aver compreso niente di quello che le aveva detto Gaara.
Tuttavia, era contenta perché vedeva Naruto tornare allo stato
normale, sempre
più vigoroso e dal viso più pieno. La benda sugli occhi
non era più
sproporzionata.
<< E’ un po’ complicato da
spiegare >> disse Kushina, che le aveva letto nel pensiero.
<< Ma
abbiamo fatto di tutto per arrivare qui. Nessuno capirebbe, ma fidatevi
>>.
Hinata provò un enorme imbarazzo e,
avvampando tutta, abbassò lo sguardo, sentendosi impotente e
stupida. Dopotutto, che ne sapeva lei di come funzionava
lassù?
<< In… >>
Il dio alato, avvolto dalla luce
dorata e da quella rosso fuoco, farfugliò qualcosa, che la
ragazza e il dio dai
capelli rossi non compresero. Minato e Kushina, invece, sorrisero.
<< Hi… na… ta…
>> disse
infine Naruto, scandendo le sillabe nel sonno, e Hinata sorrise. Stava
per
avvicinarsi a lui, ma la sabbia di Gaara glielo impedì. Per
quanto impaziente,
la ragazza aspettò che l’Amore Originario finisse la sua
opera e che Naruto si
alzasse con il busto per andarlo ad abbracciare. Quando sentì di
nuovo il suo
petto pieno e vitale, Hinata si sentì veramente felice. Il suo
viso, appoggiato
sul collo del dio, faceva cadere i capelli scuri sulle ali arancioni.
Lo
strinse più forte, mentre le emozioni le si scioglievano in un
pianto gioioso.
<< Naruto! Io avevo paura che…
>>
<< Sh… >> Naruto
ricambiò
l’abbraccio, e si appoggiò dolcemente a Hinata. <<
Stai tranquilla, ora
tutto va bene… >>
<< Però… >> fece
Hinata,
ma fu bloccata da Naruto con un bacio. La ragazza, con il cuore
improvvisamente
colmo di gioia, si avvicinò di più a lui. Il bacio fu
breve, ma intenso e vivo.
Poi Hinata mise la testa sul petto caldo del dio, sentendo tutta
l’angoscia
scivolare via.
<< Bene >> disse Minato,
contento davanti al figlio. << Ora però… >>
Il dio e la dea sparirono, e in un
lampo furono davanti alla versione sciupata di Mei. La dea li guardava,
terrorizzata e piena di vergogna.
<< Tu hai quasi messo a
repentaglio la vita di nostro figlio >>. La voce di Kushina era
diventata
furiosa, e il tono era implacabile. << Ti sei salvata
all’ultimo, quando
hai annullato l’evocazione, ma per la tua stupida vendetta gli
stavi per fare
del male… >>
<< Io… >> cominciò
Mei, ma
Minato le lanciò uno sguardo che la fermò
all’istante, simile a un leone.
<< Ora, tu smetterai di
perseguitare quella povera ragazza, subito. Se accadrà ancora
qualcosa di
simile, niente ti salverà. Hai capito? >>
<< Sì. Chiedo perdono per tutto
quello che ho fatto… >> la dea, priva di forze,
stava per svenire. Tuttavia, inaspettatamente, Naruto apparve al suo
fianco. Si
era mosso così velocemente che nessuno lo aveva visto, e Hinata
si trovava per
terra, seduta dove i due si stavano abbracciando. Appena arrivato, il
dio le
toccò la spalla e le diede un po’ della propria energia.
Ciò fece sentire Mei
ancor più piena di vergogna, mentre il suo polso magro si
rinvigoriva. La dea,
domandandosi il perché di quel gesto, abbassò gli occhi.
<< Naruto >>, disse Mei,
ritornando più verso il suo solito aspetto. << Perdonami.
Io… >>
<< Tu stavi per fare del male a
Hinata e a me >> la interruppe Naruto, duro. Se non avesse avuto
la benda
azzurra, il suo sguardo sarebbe apparso sicuramente stato sprezzante.
<<
Stavi per strappare il nostro amore per la tua invidia e la tua
vendetta. Ti
dovrei odiare per questo >>.
Mei abbassò lo sguardo, pronta a
ciò
che suo figlio stava per dirle. Ora anche lui l’avrebbe
definitivamente
abbandonata…
<< Però tu mi hai protetto da
quando ero piccolo, mi volevi bene. Eri accecata dalla vendetta e stavi
per
fare del male, ma poi hai fatto marcia indietro. Penso che ci sia
speranza per
te >>.
Quelle parole lasciarono stupiti Gaara
e Hinata, che si domandarono come potesse Naruto dire una cosa simile.
Hinata,
specialmente, avrebbe voluto vedere Mei pagare per quello che aveva quasi fatto.
In un attimo, Naruto divenne
splendente, arancione come il tramonto. Emanava una luce caldissima, e
alcune
faville si staccavano da lui e viaggiavano verso le profondità
del cielo
notturno. Le code della sua benda, anch’esse del colore del
tramonto, si
muovevano per l’energia che proveniva dal suo stesso corpo, come
le vesti.
Ad un certo punto, il dio allungò il
braccio destro verso l’esterno, con la mano aperta: sotto gli
occhi attenti di
tutti, alcune particelle di luce si separarono da lui e andarono a
formare,
rapide e precise, una freccia di color oro e rosso, con una sfumatura
arancione
dove i due colori s’incontravano. Alla vista sembrava di legno,
ma era chiaro a
tutti che la sua natura era divina. Poi, velocissimo, Naruto si
chinò e punse
con la punta della freccia la mano sinistra di Mei; dopo il contatto,
da cui
non uscì sangue, la freccia si dissolse.
<< Quella era la freccia del
Vero Amore… >> sussurrò Minato, e Kushina
annuì.
La dea, stupita da quello che stava
accadendo, alzò lo sguardo e gli occhi le si riempirono di
lacrime, mentre il
senso di colpa cominciava ad attanagliarla sempre più.
<< Naruto… grazie…
>>
Il dio le sorrise, e le diede un altro
po’ di energia. Poi si voltò e, tornato allo stato
normale, si diresse in volo
da Gaara e Hinata, che l’aspettava ancora seduta.
<< Naruto… >>
cominciò la
ragazza, arrabbiata con Mei, << … come puoi…
>>
<< Hinata >> disse Naruto,
atterrando in piedi davanti a lei. Se non avesse avuto la benda, i loro
occhi
si sarebbero incrociati. << Lei è sempre la donna che mi
ha cresciuto,
che mi ha protetto. Poi è stata divorata
dall’oscurità. Ma, alla fine, mi
ameresti di più se avessi fatto qualcosa di diverso? >>
Hinata, per qualche secondo, tacque,
pensierosa; dopo, invece, appoggiò la testa sul petto di Naruto,
che si era
chinato su di lei, e i due si levarono in volo, tra le stelle del cielo.
<< Allora… >>
<< Sì. Vi abbiamo guidato noi
all’amore. Te l’avevamo promesso, no? >>
A Naruto tornarono in mente quelle
parole: “Tranquillo, non sei da solo e
abbandonato a te stesso. La strada verso il vero amore ti sarà
indicata. Non
impensierirti”.
I tre erano seduti nel tempio dove
Naruto era stato posto da piccolo, nello stesso luogo in cui il dio e
Hinata
avevano visto la manifestazione dei loro sentimenti.
<< Cioè >> intervenne
Minato, visto che fino a quel momento era stata Kushina a parlare,
<< noi
non vi abbiamo costretti all’amore,
influenzandovi. Vi abbiamo guidato,
così che i vostri sentimenti potessero uscire allo scoperto, se
fossero stati
presenti. Ci sembravate perfetti >>.
<< Ma la piuma… >>
cominciò
Hinata, assolutamente confusa, come Naruto, al ricordo della piuma di
Naruto
che la ragazza portava al collo. I due dèi avevano detto di aver
influenzato la
sua caduta. Cosa significava?
<< La piuma era già un segno del
nostro sostegno e della nostra approvazione. Inoltre, ti avrebbe
garantito una
protezione, se Mei ti avesse raggiunta. >>
Naruto e Hinata rimasero in silenzio,
meditabondi. In lontananza, si sentiva lo sciabordare delle onde,
mentre una
lieve brezza soffiava tra le antiche colonne.
<< Non siate turbati >>
disse Kushina, << il vostro amore è sincero. Avete la
piena conferma dell’Amore
Originario >>.
La ragazza, rendendosi conto del
significato di quelle parole, si sentì felice. Naruto, invece,
continuava ad
essere turbato, mentre le code della benda venivano mosse dalla leggera
corrente d’aria.
<< Qualcosa non va, figliolo?
>> chiese Kushina, seduta affianco al marito su una vecchia
colonna dalle
scanalature non molto erose.
Hinata, a quelle parole, rimase come
folgorata. Ovviamente. Naruto aveva ragione. Lui era un dio, vecchio,
se non come
l’universo, di sicuro molto più di lei, nonostante avesse
un aspetto giovane e
perfetto. Aspetto dunque eterno,
mentre lei tra un paio d’anni sarebbe già stata diversa.
L’angoscia l’assalì.
<< Naruto, io… >>
Hinata provò a dire qualcosa, ma poi
tacque. Subito dopo, però, le venne un’idea.
<< E se diventassi una dea?
>>
La ragazza, che si aspettava un cenno
di approvazione, rimase delusa nel vedere che Naruto non aveva cambiato
espressione. Minato a Kushina rimasero in silenzio, aspettando la
risposta del
figlio.
<< Hinata… tu te la sentiresti
di abbandonare i tuoi cari? Loro, per il momento, non possiedono
più i ricordi
che ti riguardano, ma tu sentirai la loro mancanza. E poi, un
giorno… >>
Naruto lasciò in sospeso la frase, ma
la ragazza capì a cosa si stava riferendo. E quella
consapevolezza la lasciò
devastata.
<< E tu cosa suggeriresti,
allora? >> domandò allora Hinata, che cominciava a
sentirsi attanagliata
dalla frustrazione e dalla disperazione. Le lacrime le inumidirono gli
occhi,
mentre vedeva tutti i suoi progetti crollare, e vedeva vanificarsi
tutto quello
che avevano vissuto. Tutto inutile. << Che cosa… >>
La ragazza tacque, vedendo il grande
sorriso di Naruto espandersi sul suo viso.
<< Mamma, papà… per voi
è un
problema? >> domandò il dio, rivolgendosi ai suoi
genitori. Marito e
moglie si guadarono, prima perplessi, poi più tranquilli.
<< No, niente affatto >>
risposero, avendo capito le intenzioni di Naruto. Hinata, invece, non
essendo
una dea, si sentiva rodere dalla curiosità. << Ma tu sei
sicuro? >>
La risposta di Naruto fu un sorriso di
sfida.
<< Sì >>.
<< Cosa stai dicendo? >>
domandò Hinata, guardando fisso il dio alato.
<< Eterno…
>> rispose Naruto, <<… ma non nel senso più
immediato
del termine >>.
<< Ehi, da quando il lessico di
Naruto si è arricchito così tanto? >>
bisbigliò Minato a sua moglie, con
un tono di voce volutamente sufficiente perché fosse sentito.
<< Non lo so >> rispose
Kushina, con lo stesso tono del marito. << Ma dopo millenni di
esistenza,
vuoi che non abbia imparato… >>
La dea non fece tempo a terminare la
frase che Naruto inarcò le sopracciglia nella loro direzione. Se
non avesse
avuto la benda, il suo sarebbe stato uno sguardo minaccioso. Minato,
Kushina e
Hinata risero di gusto.
<< Hinata, come si accende
questo coso? >> urlò Naruto,
tanto che anche i vicini lo sentirono e si lamentarono, come ogni volta.
<< Hai inserito la spina nella
presa prima? >>
<< Mm… mi sono dimenticato!
>>
<< Ecco, prima fallo, poi puoi
accendere il computer >>.
<< Papà, come fai a non sapere
come si accende un computer? >>
Naruto, ignorando la voce del bambino
prese la spina e la inserì nella presa dietro la scrivania; poi,
ricordandosi
di quello che gli aveva spiegato Hinata, andò alla ricerca del
pulsante e
riuscì ad accendere lo strano aggeggio.
<< Allora, ci sei riuscito?
>> domandò Hinata, entrando nella stanza.
<< Quasi… qual è la
password?
>>
<< Uff… otto anni di matrimonio e non sai ancora usare il computer… >>
Naruto, infastidito, incrociò le
braccia e aspettò che la moglie digitasse le lettere corrette.
Prima che la
donna schiacciasse il pulsante “Invio”, lui la prese e la
fece sedere sulle sue
ginocchia, in modo che potesse darle un bacio.
<< Ah, la vita da mortali…
>> disse Hinata, prendendo un po’ in giro il marito.
<< E’ dura,
vero? >>
<< Già >>
confermò Naruto,
posando il viso sulla sua spalla. << Chissà come se la
cava Gaara, ora
che è anche il dio dell’Innamoramento… a proposito,
ti ricordi il pulcino degli
usignoli? È divento “mamma” >>.
<< Oh, che bella notizia!
>> disse Hinata, prendendo tra le mani il volto di Naruto e
guardandolo
negli occhi azzurri, che le avevano sempre mozzato il fiato da quando
li aveva
visti per la prima volta. L’espressione della donna lasciava
trasparire
preoccupazione, e il marito le chiese subito il motivo.
<< Naruto… >>
cominciò
Hinata, alzandosi e tenendo per mano Naruto, che la seguì
davanti alla finestra.
<< Tu… tu non ti penti mai della tua scelta? Sei diventato
mortale per
me, abbandonando la tua forza e i tuoi poteri… non vorresti mai
tornare
indietro? >>
Naruto ascoltò la voce preoccupata
della moglie, poi l’abbracciò forte, ripensando alla prima
volta che l’aveva vista, quando era diventato un
mortale.
Gli tornò in mente il loro primo bacio, sia da dio che da umano,
il loro
matrimonio, la nascita del loro bambino. Ripensò alla stanchezza
che provava
ogni giorno, alzandosi alla mattina, e che aveva provato quando il
neonato
piangeva di notte e faceva i capricci davanti al cibo. Gli tornarono in
mente i
bei momenti con Hinata e le prime difficoltà che avevano
incontrato, per non
parlare dello scontro con il Juubi.
<< Hinata… >> disse
Naruto, tenendola stretta a sé. << Io ti ho promesso
“per sempre”, il
giorno del nostro matrimonio, e così sarà. “Per
sempre” non è una bugia, e non
mi rimangio mai la parola data. Io ti amo, e starò sempre con
te. La mortalità
non mi spaventa, perché mi sei sempre accanto. I miei genitori,
Gaara e gli
altri dèi mi sono vicini. E, alla fine, andremo nei Campi Elisi.
E’ vero, sono
un po’ diversi da come di solito si immaginano, ma sono un luogo
fantastico
>>.
Naruto sciolse l’abbraccio e, con lo
sguardo chino, prese la mano sinistra di Hinata, accarezzandola. La
pelle
chiara, di cui lui si sorprendeva ogni volta, faceva risaltare
l’anello
all’anulare.
<< Tu, invece, avresti dovuto
lasciare tutto per sempre >>.
Naruto guardò intensamente Hinata
negli occhi. Proprio come la prima volta che ebbe la possibilità
di vederla, nel santuario, si sentì felice.
Quello era l’amore che avrebbe resistito.
<< Ti amo, Hinata >>.
E dopo scattò il bacio, che sarebbe
stato dolce se un piccolo marmocchio non fosse entrato nella camera,
interrompendoli.
I suoi capelli erano scuri, con dei riflessi che ricordavano quelli
materni,
mentre gli occhi erano di un blu più intenso dell’oceano.
<< Bleah, che schifo! >>
<< Ehi, non usare quelle parole
>> disse Naruto, un po’ seccato. Poi, sorridendo, disse:
<< Di cosa
hai bisogno? >>
<< Possiamo andare a prendere il
gelato? >> chiese il bambino, speranzoso.
<< Guarda che siamo in Dicembre…
>> puntualizzò Hinata, gettando un’occhiata fuori
dalla finestra. Il
cielo chiarissimo annunciava neve.
<< Ma io voglio il gelato…
>>
Lui la guardò negli occhi chiari come perle, prima di baciarla un’altra volta, con le mani tra i capelli scuri, lunghi fino a sopra le spalle.
<< Hinata… >> disse
Naruto, prima di lasciarla andare, << questo è per sempre
>>. Poi
guardò la moglie allontanarsi, mentre canticchiava le note
finali di una canzone.
La stessa canzone che, da quando si era manifestata, tempo addietro,
era stata
la colonna sonora del loro amore. Naruto, ancora nella stanza, invece,
aggiunse
le parole.
Love love love …..
So
doy day ay ay ay, ay ay yeah
I just haven’t met you yet.
Spazio Autore
Ok,
partiamo con calma.
Ecco,
questo era l’ultimo capitolo di “ “Per sempre”
non è una bugia”, che ha
partecipato al NaruHina Contest V°
Edizione: “La nostra Leggenda”, indetto da Mokochan,
Yume_no_Namida e
ValeHina. Sono felice di aver partecipato a questo contest, e spero di
aver
fatto per Naruto e Hinata contenti (dopotutto, L’Amore Originario
ha detto
chiaro e tondo che il loro amore è sincero, meglio di
così!).
Spero
di non aver rovinato tutto con il finale – cosa che molto spesso
accade -, e
che il capitolo vi sia piaciuto. Forse questo è il meno fedele
alla storia che
ho inviato ai giudici, ma non era molto profondo, forse (mancava la
parte centrale,
in cui parlano Naruto, Hinata, Minato e Kushina).
Che
dire di più? Posso solo ringraziare tutti
coloro che hanno letto, recensito,
inserito la storia tra Seguiti, Preferiti e Ricordati. Vi ringrazio
infinitamente! Un grazie speciale va a SunliteGirl, che
mi è stata vicino, a ery98sole
e a Naruhinafra. E un enorme grazie
al mio amico F ,
che mi ha incoraggiato
ed è sempre “profondo”.
Uffa…
da un lato sono contentissimo, perché mi è piaciuto
moltissimo scrivere questa
fic, dall’altro sono triste, perché è già
finita. Però, dati i miei numerosi impegni, forse è
meglio così, o impazzirei. Veramente, non ce la faccio, e non so
quando pubblicherò ancora (eccetto la one-shot che ha
partecipato a un contest su "The Vampire Diaries", "Human",
indetto su EFP da Lua93). Ma
grazie per il sostegno che mi avete dimostrato!
Grazie
ancora per aver seguito questa fic,
grazie a tutti, veramente,
grazie!
Alla prossima!
P.S. Scusate, mi sono accorto troppo tardi di un errore: avevo scritto "emanciato" invecie di "emaciato"!