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Autore: FuyuShounen    09/10/2013    2 recensioni
Partecipante al - NaruHina Contest V° Edizione: “La nostra Leggenda” - indetto da Mokochan, Yume_no_Namida e ValeHina su EFP. Fanfiction vincitrice del premio “Best Raiting Green” e del “Premio Vale”.
Si dice che l’antichità e il mondo classico siano ormai morti, relegati in un passato il cui confine temporale è ormai invalicabile. Noi siamo i moderni, il nostro universo è completamente diverso. Mah… e se non fosse vero?
Questa è la storia di un amore che unisce che unisce un passato mitico, sebbene vivo e vegeto, e la realtà dei nostri giorni. E’ la storia di una ragazza giapponese, ma greca in linea paterna, e di un “giovane”, millenario, dio alla ricerca del vero amore. Infine, è anche la storia di antiche invidie e vendette, che serpeggiano nel mondo per avvelenare tutto ciò che incontrano, finché non avranno raggiunto il loro scopo…
E' la storia di Amore e Psiche.
Attenzione: accenni SasuHina/SasuSaku
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Mei Terumi, Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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chapter 8

“Per sempre” non è una bugia


Capitolo 8

“Per sempre” non è una bugia


<< Voi siete Minato e Kushina >> disse Gaara, indietreggiando. I leggendari capelli rossi della dea si muovevano al vento, mentre il viso sorridente dell’uomo aveva un’espressione in cui si mescolavano tristezza e serenità. Hinata notò che l’uomo, con i suoi capelli biondi e la tunica svolazzante, assomigliava molto a Naruto, anche se era più alto; tuttavia, questo non le impedì di preoccuparsi.

<< Chi sono loro? >> chiese Hinata con il tono rotto dal pianto, alzandosi in piedi per vedere oltre la sabbia dorata.

Il dio del vento di primavera, confuso, continuò a indietreggiare, intimorito nonostante sapesse che non erano nemici.

<< Cosa… >> domandò ancora la ragazza, sporgendosi oltre la sabbia. Nelle mani teneva la piuma di Naruto, sperando che si illuminasse anche se sapeva che non sarebbe accaduto.

<< Siamo venuti in vostro soccorso >> disse Kushina, facendo un passo in avanti. << Naruto è nostro figlio, non possiamo abbandonarlo così >>.

A quelle parole, Hinata fu colta dalla sorpresa, mentre Gaara sciolse il muro di sabbia. I suoi occhi verdi facevano trasparire confusione e la meraviglia.

<< Ma Naruto è il figlio di Mei... >> disse Hinata, con tono sommesso.

<< No >> precisò Minato, lanciando una brutta occhiata nel punto in cui la dea della bellezza, stanca, si trovava. Il suo sguardo, oltre alla meraviglia, esprimeva tutta la vergogna che provava nei confronti di se stessa. << Noi l’avevamo affidato a lei, perché Innamoramento e Bellezza potessero cambiare il mondo. A Naruto lo dicemmo quando fu abbastanza grande da poter comprendere, e gli facemmo promettere di mantenere il silenzio perché quello era il tempo delle lotte con i Titani, che avrebbero potuto sceglierlo come bersaglio temendo il suo potere. Potere che tuttavia, in lui, non si è mai manifestato pienamente fino a questo momento >>.

Minato fece un leggero cenno con la testa nella direzione di Hinata, la quale si sentì colta da uno strano imbarazzo.

<< Quando Urano pose termine ai conflitti, >> riprese Minato, << lui continuò a tenerlo segreto dietro il nostro consiglio, per evitare che qualche dio, volendo rovesciare l’ordine cosmico, potesse servirsi dei Titani e considerarlo nuovamente un potenziale bersaglio. O anche nel caso in cui i Titani fossero tornati. Tutto andava bene, ma negli ultimi secoli la situazione è un po’ degenerata. Tuttavia, non si era mai arrivati fino ai livelli visti oggi >>.

<< Hinata, non preoccuparti >>. La voce di Kushina era estremamente dolce e rassicurante. La ragazza, udendola, guardò nella direzione della dea, con il viso rigato dalle lacrime.

<< Voi… potete… risvegliarlo? >> chiese Hinata, con il tono rotto dal pianto.

<< Sicuro >> rispose Minato, avvicinandosi anche lui. << Siamo riusciti a convincere il Fato a cambiare il corso della Storia >>.

Gaara, che, a differenza di Hinata, poteva capire il vero significato di quelle parole, spalancò ancor di più gli occhi.

<< Ma questo è impossibile… >>

<< No, non proprio… >> disse Kushina, osservando attentamente il viso smagrito del figlio, con la benda azzurra che gli copriva gli occhi. Con il volto così emaciato, quel tessuto color cielo era sembrava pesante e sproporzionato.

<< Però devi spostarti, o l’energia potrebbe farti male. Sei un’umana >> disse Minato, rivolto a Hinata. Lei, restia a lasciare Naruto, rimase immobile al suo posto, sospettosa. Kushina e Minato si guardarono, poi tornarono a rivolgersi alla ragazza.

<< Hinata, Naruto si sveglierà forse fra trecento anni se non ti sposti >> le disse Minato, con pazienza. << Non gli faremo del male >>.

<< Hinata, fa come ti hanno detto >>.

La voce di Gaara, sicura e speranzosa, convinse Hinata ad allontanarsi di un metro dal corpo del dio alato. La ragazza osservò prima il dio e la dea avvicinarsi a Naruto, poi incrociò gli occhi verdi del dio del vento di primavera. Se fosse successo qualcosa a Naruto…

<< Cominciamo >> dissero contemporaneamente Minato e Kushina. I due s’inginocchiarono sul corpo di Naruto, lui sul lato sinistro e lei su quello destro; ciascuno posò una mano sulla fronte del dio e una sul proprio petto, all’altezza del cuore. All’improvviso, il dio fu avvolto da un’aura ancora più splendente del sole, più luminosa di quella di Naruto, mentre la dea si ricoprì di un’energia rossa e brillante come la lava. I due flussi, che sembravano partire dai loro cuori, cominciarono a dirigersi verso Naruto, il quale ebbe uno spasmo e ricominciò subito a respirare visibilmente. Hinata e Gaara si guardarono, stupiti davanti a quella meraviglia di luci. Naruto, poi, mosse le dita delle mani, e lacrime di gioia cominciarono a scendere sulle guance di Hinata. Gaara scrutava meravigliato e contento la scena, rincuorato dai movimenti dell’amico.

<< Chi… chi sono loro? >> domandò la ragazza a Gaara, curiosa di sapere chi fossero coloro che dicevano di essere i veri genitori di Naruto.

<< Loro sono… come dire… l’Amore Originario, l’Amore vero. Sono tra i primi dèi apparsi, insieme a Fato, Urano e Gea. Sono un unico dio, che partecipò all’instaurazione dell’ordine del cosmo e diede agli uomini la capacità di amare >>.

<< Ma è Naruto il dio dell’amore… >> precisò Hinata, mentre spostava lo sguardo da Gaara a Naruto per osservare il corpo scheletrico rinvigorirsi.

<< No, lui è colui che guida l’amore. E’ Innamoramento. La capacità di provare e vivere l’amore l’hanno data loro >>.

Hinata guadava stupita la scena, sicura di non aver compreso niente di quello che le aveva detto Gaara. Tuttavia, era contenta perché vedeva Naruto tornare allo stato normale, sempre più vigoroso e dal viso più pieno. La benda sugli occhi non era più sproporzionata.

Insieme alla contentezza, tuttavia, la ragazza sentì crescere la rabbia dentro di lei, e corrucciò il viso. Se loro erano così potenti da cambiare il destino, perché non erano intervenuti prima? Era il loro figlio…

<< E’ un po’ complicato da spiegare >> disse Kushina, che le aveva letto nel pensiero. << Ma abbiamo fatto di tutto per arrivare qui. Nessuno capirebbe, ma fidatevi >>.

Hinata provò un enorme imbarazzo e, avvampando tutta, abbassò lo sguardo, sentendosi impotente e stupida. Dopotutto, che  ne sapeva lei di come funzionava lassù?

<< In… >>

Il dio alato, avvolto dalla luce dorata e da quella rosso fuoco, farfugliò qualcosa, che la ragazza e il dio dai capelli rossi non compresero. Minato e Kushina, invece, sorrisero.

<< Hi… na… ta… >> disse infine Naruto, scandendo le sillabe nel sonno, e Hinata sorrise. Stava per avvicinarsi a lui, ma la sabbia di Gaara glielo impedì. Per quanto impaziente, la ragazza aspettò che l’Amore Originario finisse la sua opera e che Naruto si alzasse con il busto per andarlo ad abbracciare. Quando sentì di nuovo il suo petto pieno e vitale, Hinata si sentì veramente felice. Il suo viso, appoggiato sul collo del dio, faceva cadere i capelli scuri sulle ali arancioni. Lo strinse più forte, mentre le emozioni le si scioglievano in un pianto gioioso.

<< Naruto! Io avevo paura che… >>

<< Sh… >> Naruto ricambiò l’abbraccio, e si appoggiò dolcemente a Hinata. << Stai tranquilla, ora tutto va bene… >>

<< Però… >> fece Hinata, ma fu bloccata da Naruto con un bacio. La ragazza, con il cuore improvvisamente colmo di gioia, si avvicinò di più a lui. Il bacio fu breve, ma intenso e vivo. Poi Hinata mise la testa sul petto caldo del dio, sentendo tutta l’angoscia scivolare via.

<< Bene >> disse Minato, contento davanti al figlio. << Ora però… >>

Il dio e la dea sparirono, e in un lampo furono davanti alla versione sciupata di Mei. La dea li guardava, terrorizzata e piena di vergogna.

<< Tu hai quasi messo a repentaglio la vita di nostro figlio >>. La voce di Kushina era diventata furiosa, e il tono era implacabile. << Ti sei salvata all’ultimo, quando hai annullato l’evocazione, ma per la tua stupida vendetta gli stavi per fare del male… >>

<< Io… >> cominciò Mei, ma Minato le lanciò uno sguardo che la fermò all’istante, simile a un leone.

<< Ora, tu smetterai di perseguitare quella povera ragazza, subito. Se accadrà ancora qualcosa di simile, niente ti salverà. Hai capito? >>

<< Sì. Chiedo perdono per tutto quello che ho fatto… >> la dea, priva di forze, stava per svenire. Tuttavia, inaspettatamente, Naruto apparve al suo fianco. Si era mosso così velocemente che nessuno lo aveva visto, e Hinata si trovava per terra, seduta dove i due si stavano abbracciando. Appena arrivato, il dio le toccò la spalla e le diede un po’ della propria energia. Ciò fece sentire Mei ancor più piena di vergogna, mentre il suo polso magro si rinvigoriva. La dea, domandandosi il perché di quel gesto, abbassò gli occhi.

<< Naruto >>, disse Mei, ritornando più verso il suo solito aspetto. << Perdonami. Io… >>

<< Tu stavi per fare del male a Hinata e a me >> la interruppe Naruto, duro. Se non avesse avuto la benda azzurra, il suo sguardo sarebbe apparso sicuramente stato sprezzante. << Stavi per strappare il nostro amore per la tua invidia e la tua vendetta. Ti dovrei odiare per questo >>.

Mei abbassò lo sguardo, pronta a ciò che suo figlio stava per dirle. Ora anche lui l’avrebbe definitivamente abbandonata…

<< Però tu mi hai protetto da quando ero piccolo, mi volevi bene. Eri accecata dalla vendetta e stavi per fare del male, ma poi hai fatto marcia indietro. Penso che ci sia speranza per te >>.

Quelle parole lasciarono stupiti Gaara e Hinata, che si domandarono come potesse Naruto dire una cosa simile. Hinata, specialmente, avrebbe voluto vedere Mei pagare per quello che aveva quasi fatto.

<< Come hanno detto mamma e papà >> continuò il dio, voltandosi per un attimo verso i due, contento. << Tu dovrai lasciare in pace me e Hinata. Cerca di conoscere il vero amore, così potrai scoprire che la felicità non è preclusa nemmeno per te >>.

In un attimo, Naruto divenne splendente, arancione come il tramonto. Emanava una luce caldissima, e alcune faville si staccavano da lui e viaggiavano verso le profondità del cielo notturno. Le code della sua benda, anch’esse del colore del tramonto, si muovevano per l’energia che proveniva dal suo stesso corpo, come le vesti.

Ad un certo punto, il dio allungò il braccio destro verso l’esterno, con la mano aperta: sotto gli occhi attenti di tutti, alcune particelle di luce si separarono da lui e andarono a formare, rapide e precise, una freccia di color oro e rosso, con una sfumatura arancione dove i due colori s’incontravano. Alla vista sembrava di legno, ma era chiaro a tutti che la sua natura era divina. Poi, velocissimo, Naruto si chinò e punse con la punta della freccia la mano sinistra di Mei; dopo il contatto, da cui non uscì sangue, la freccia si dissolse.

<< Quella era la freccia del Vero Amore… >> sussurrò Minato, e Kushina annuì.

La dea, stupita da quello che stava accadendo, alzò lo sguardo e gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre il senso di colpa cominciava ad attanagliarla sempre più.

<< Naruto… grazie… >>

Il dio le sorrise, e le diede un altro po’ di energia. Poi si voltò e, tornato allo stato normale, si diresse in volo da Gaara e Hinata, che l’aspettava ancora seduta.

<< Naruto… >> cominciò la ragazza, arrabbiata con Mei, << … come puoi… >>

<< Hinata >> disse Naruto, atterrando in piedi davanti a lei. Se non avesse avuto la benda, i loro occhi si sarebbero incrociati. << Lei è sempre la donna che mi ha cresciuto, che mi ha protetto. Poi è stata divorata dall’oscurità. Ma, alla fine, mi ameresti di più se avessi fatto qualcosa di diverso? >>

Hinata, per qualche secondo, tacque, pensierosa; dopo, invece, appoggiò la testa sul petto di Naruto, che si era chinato su di lei, e i due si levarono in volo, tra le stelle del cielo.

 

 

<< Allora… >>

<< Sì. Vi abbiamo guidato noi all’amore. Te l’avevamo promesso, no? >>

A Naruto tornarono in mente quelle parole: “Tranquillo, non sei da solo e abbandonato a te stesso. La strada verso il vero amore ti sarà indicata. Non impensierirti”.

I tre erano seduti nel tempio dove Naruto era stato posto da piccolo, nello stesso luogo in cui il dio e Hinata avevano visto la manifestazione dei loro sentimenti.

<< Cioè >> intervenne Minato, visto che fino a quel momento era stata Kushina a parlare, << noi non vi abbiamo costretti all’amore, influenzandovi. Vi abbiamo guidato, così che i vostri sentimenti potessero uscire allo scoperto, se fossero stati presenti. Ci sembravate perfetti >>.

<< Ma la piuma… >> cominciò Hinata, assolutamente confusa, come Naruto, al ricordo della piuma di Naruto che la ragazza portava al collo. I due dèi avevano detto di aver influenzato la sua caduta. Cosa significava?

<< La piuma era già un segno del nostro sostegno e della nostra approvazione. Inoltre, ti avrebbe garantito una protezione, se Mei ti avesse raggiunta. >>

Naruto e Hinata rimasero in silenzio, meditabondi. In lontananza, si sentiva lo sciabordare delle onde, mentre una lieve brezza soffiava tra le antiche colonne.

<< Non siate turbati >> disse Kushina, << il vostro amore è sincero. Avete la piena conferma dell’Amore Originario >>.

La ragazza, rendendosi conto del significato di quelle parole, si sentì felice. Naruto, invece, continuava ad essere turbato, mentre le code della benda venivano mosse dalla leggera corrente d’aria.

<< Qualcosa non va, figliolo? >> chiese Kushina, seduta affianco al marito su una vecchia colonna dalle scanalature non molto erose.

<< Ecco… >> disse il dio, incerto, <<… come farà il nostro amore ad essere eterno, se io sono immortale e lei no? >>

Hinata, a quelle parole, rimase come folgorata. Ovviamente. Naruto aveva ragione. Lui era un dio, vecchio, se non come l’universo, di sicuro molto più di lei, nonostante avesse un aspetto giovane e perfetto. Aspetto dunque eterno, mentre lei tra un paio d’anni sarebbe già stata diversa. L’angoscia l’assalì.

<< Naruto, io… >>

Hinata provò a dire qualcosa, ma poi tacque. Subito dopo, però, le venne un’idea.

<< E se diventassi una dea? >>

La ragazza, che si aspettava un cenno di approvazione, rimase delusa nel vedere che Naruto non aveva cambiato espressione. Minato a Kushina rimasero in silenzio, aspettando la risposta del figlio.

<< Hinata… tu te la sentiresti di abbandonare i tuoi cari? Loro, per il momento, non possiedono più i ricordi che ti riguardano, ma tu sentirai la loro mancanza. E poi, un giorno… >>

Naruto lasciò in sospeso la frase, ma la ragazza capì a cosa si stava riferendo. E quella consapevolezza la lasciò devastata.

<< E tu cosa suggeriresti, allora? >> domandò allora Hinata, che cominciava a sentirsi attanagliata dalla frustrazione e dalla disperazione. Le lacrime le inumidirono gli occhi, mentre vedeva tutti i suoi progetti crollare, e vedeva vanificarsi tutto quello che avevano vissuto. Tutto inutile. << Che cosa… >>

La ragazza tacque, vedendo il grande sorriso di Naruto espandersi sul suo viso.

<< Mamma, papà… per voi è un problema? >> domandò il dio, rivolgendosi ai suoi genitori. Marito e moglie si guadarono, prima perplessi, poi più tranquilli.

<< No, niente affatto >> risposero, avendo capito le intenzioni di Naruto. Hinata, invece, non essendo una dea, si sentiva rodere dalla curiosità. << Ma tu sei sicuro? >>

La risposta di Naruto fu un sorriso di sfida.

<< Sì >>.

<< Cosa stai dicendo? >> domandò Hinata, guardando fisso il dio alato.

<< Eterno… >> rispose Naruto, <<… ma non nel senso più immediato del termine >>.

<< Ehi, da quando il lessico di Naruto si è arricchito così tanto? >> bisbigliò Minato a sua moglie, con un tono di voce volutamente sufficiente perché fosse sentito.

<< Non lo so >> rispose Kushina, con lo stesso tono del marito. << Ma dopo millenni di esistenza, vuoi che non abbia imparato… >>

La dea non fece tempo a terminare la frase che Naruto inarcò le sopracciglia nella loro direzione. Se non avesse avuto la benda, il suo sarebbe stato uno sguardo minaccioso. Minato, Kushina e Hinata risero di gusto.

 

 

<< Hinata, come si accende questo coso? >> urlò Naruto, tanto che anche i vicini lo sentirono e si lamentarono, come ogni volta.

<< Hai inserito la spina nella presa prima? >>

<< Mm… mi sono dimenticato! >>

<< Ecco, prima fallo, poi puoi accendere il computer >>.

<< Papà, come fai a non sapere come si accende un computer? >>

Naruto, ignorando la voce del bambino prese la spina e la inserì nella presa dietro la scrivania; poi, ricordandosi di quello che gli aveva spiegato Hinata, andò alla ricerca del pulsante e riuscì ad accendere lo strano aggeggio.

<< Allora, ci sei riuscito? >> domandò Hinata, entrando nella stanza.

<< Quasi… qual è la password? >>

<< Uff… otto anni di matrimonio e non sai ancora usare il computer… >>

Naruto, infastidito, incrociò le braccia e aspettò che la moglie digitasse le lettere corrette. Prima che la donna schiacciasse il pulsante “Invio”, lui la prese e la fece sedere sulle sue ginocchia, in modo che potesse darle un bacio.

<< Ah, la vita da mortali… >> disse Hinata, prendendo un po’ in giro il marito. << E’ dura, vero? >>

<< Già >> confermò Naruto, posando il viso sulla sua spalla. << Chissà come se la cava Gaara, ora che è anche il dio dell’Innamoramento… a proposito, ti ricordi il pulcino degli usignoli? È divento “mamma” >>.

<< Oh, che bella notizia! >> disse Hinata, prendendo tra le mani il volto di Naruto e guardandolo negli occhi azzurri, che le avevano sempre mozzato il fiato da quando li aveva visti per la prima volta. L’espressione della donna lasciava trasparire preoccupazione, e il marito le chiese subito il motivo.

<< Naruto… >> cominciò Hinata, alzandosi e tenendo per mano Naruto, che la seguì davanti alla finestra. << Tu… tu non ti penti mai della tua scelta? Sei diventato mortale per me, abbandonando la tua forza e i tuoi poteri… non vorresti mai tornare indietro? >>

Naruto ascoltò la voce preoccupata della moglie, poi l’abbracciò forte, ripensando alla prima volta che l’aveva vista, quando era diventato un mortale. Gli tornò in mente il loro primo bacio, sia da dio che da umano, il loro matrimonio, la nascita del loro bambino. Ripensò alla stanchezza che provava ogni giorno, alzandosi alla mattina, e che aveva provato quando il neonato piangeva di notte e faceva i capricci davanti al cibo. Gli tornarono in mente i bei momenti con Hinata e le prime difficoltà che avevano incontrato, per non parlare dello scontro con il Juubi.

<< Hinata… >> disse Naruto, tenendola stretta a sé. << Io ti ho promesso “per sempre”, il giorno del nostro matrimonio, e così sarà. “Per sempre” non è una bugia, e non mi rimangio mai la parola data. Io ti amo, e starò sempre con te. La mortalità non mi spaventa, perché mi sei sempre accanto. I miei genitori, Gaara e gli altri dèi mi sono vicini. E, alla fine, andremo nei Campi Elisi. E’ vero, sono un po’ diversi da come di solito si immaginano, ma sono un luogo fantastico >>.

Naruto sciolse l’abbraccio e, con lo sguardo chino, prese la mano sinistra di Hinata, accarezzandola. La pelle chiara, di cui lui si sorprendeva ogni volta, faceva risaltare l’anello all’anulare.

<< Tu, invece, avresti dovuto lasciare tutto per sempre >>.

Naruto guardò intensamente Hinata negli occhi. Proprio come la prima volta che ebbe la possibilità di vederla, nel santuario, si sentì felice. Quello era l’amore che avrebbe resistito.

<< Ti amo, Hinata >>.

E dopo scattò il bacio, che sarebbe stato dolce se un piccolo marmocchio non fosse entrato nella camera, interrompendoli. I suoi capelli erano scuri, con dei riflessi che ricordavano quelli materni, mentre gli occhi erano di un blu più intenso dell’oceano.

<< Bleah, che schifo! >>

<< Ehi, non usare quelle parole >> disse Naruto, un po’ seccato. Poi, sorridendo, disse: << Di cosa hai bisogno? >>

<< Possiamo andare a prendere il gelato? >> chiese il bambino, speranzoso.

<< Guarda che siamo in Dicembre… >> puntualizzò Hinata, gettando un’occhiata fuori dalla finestra. Il cielo chiarissimo annunciava neve.

<< Ma io voglio il gelato… >>

Il piccolo capriccio del piccolo fu sedato dai due genitori, e il bambino, dopo qualche lacrimuccia da coccodrillo, andò a giocare con dei dinosauri di gomma. Poi, prima di uscire dalla stanza, Hinata consigliò a Naruto di radersi, perché la barba cominciava a pungerle le guance. Il marito, ridendo, la prese per mano e le diede un bacio, stringendola a sé. Alla donna, dopotutto, quel po’ di barbetta bionda come l’oro non dispiaceva: anzi, era da uomo.
Lui la guardò negli occhi chiari come perle, prima di baciarla un’altra volta, con le mani tra i capelli scuri, lunghi fino a sopra le spalle.

<< Hinata… >> disse Naruto, prima di lasciarla andare, << questo è per sempre >>. Poi guardò la moglie allontanarsi, mentre canticchiava le note finali di una canzone. La stessa canzone che, da quando si era manifestata, tempo addietro, era stata la colonna sonora del loro amore. Naruto, ancora nella stanza, invece, aggiunse le parole.

 

Love love love …..
So doy day ay ay ay, ay ay yeah
I just haven’t met you yet.

 

 

Spazio Autore

Ok, partiamo con calma.

Ecco, questo era l’ultimo capitolo di “ “Per sempre” non è una bugia”, che ha partecipato al NaruHina Contest V° Edizione: “La nostra Leggenda”, indetto da Mokochan, Yume_no_Namida e ValeHina. Sono felice di aver partecipato a questo contest, e spero di aver fatto per Naruto e Hinata contenti (dopotutto, L’Amore Originario ha detto chiaro e tondo che il loro amore è sincero, meglio di così!).

Spero di non aver rovinato tutto con il finale – cosa che molto spesso accade -, e che il capitolo vi sia piaciuto. Forse questo è il meno fedele alla storia che ho inviato ai giudici, ma non era molto profondo, forse (mancava la parte centrale, in cui parlano Naruto, Hinata, Minato e Kushina).

Che dire di più? Posso solo ringraziare tutti coloro che hanno letto, recensito, inserito la storia tra Seguiti, Preferiti e Ricordati. Vi ringrazio infinitamente! Un grazie speciale va a SunliteGirl, che mi è stata vicino, a ery98sole e a Naruhinafra. E un enorme grazie al mio amico F , che mi ha incoraggiato ed è sempre “profondo”.

Uffa… da un lato sono contentissimo, perché mi è piaciuto moltissimo scrivere questa fic, dall’altro sono triste, perché è già finita. Però, dati i miei numerosi impegni, forse è meglio così, o impazzirei. Veramente, non ce la faccio, e non so quando pubblicherò  ancora (eccetto la one-shot che ha partecipato a un contest su  "The Vampire Diaries", "Human", indetto su EFP da Lua93). Ma grazie per il sostegno che mi avete dimostrato!

Grazie ancora per aver seguito questa fic,

grazie a tutti, veramente,

grazie!

 

Alla prossima!

FuyuShounen
P.S. Scusate, mi sono accorto troppo tardi di un errore: avevo scritto "emanciato" invecie di "emaciato"!

  
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