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Autore: liserc    04/04/2008    3 recensioni
«Oh, certo, dimenticavo che non puoi fare a meno di compatirti, visto che tu non hai tutto quello che ti serve! Insomma, sei ricco, hai una bella casa, degli amici, sei popolare, bello, intelligente, con una splendida famiglia…»
«Ma cosa ne sai tu della mia vita?! Nulla! Quindi evita di giudicarmi, se non mi conosci neanche un po’!»
Settimo anno per i Marauders. Una storia un pelo diversa dalle solite, con un James diverso, come lo immagino veramente io al settimo anno.
Genere: Generale, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Seventh Year at Hogwarts for the Marauders



Chapter 1: The first day.

James Potter camminava per la banchina della stazione, con Sirius Black, il suo fidato migliore amico, al fianco.

Lo sguardo, di solito allegro e pieno di felicità per l’inizio imminente dell’anno scolastico, era spento e triste.

Un sospiro uscì dalle sue labbra, mentre si preparava a salire sul treno, senza aspettare i suoi due altri amici, nonché componenti del gruppo dei Marauders: Remus Lupin e Peter Minus.

Sirius, sospirando a sua volta, lo seguì velocemente sopra il treno rosso, che fischiava in segno che sarebbe partito da lì a poco.

«Andiamo amico, è il tuo ultimo anno ad Hogwarts, sei diventato Caposcuola, sei il ragazzo più famoso della scuola, più popolare, il più desiderato dalle ragazze… Non puoi affrontare l’anno in queste condizioni!» gli disse, dandogli una leggera pacca sulla spalla.

James si girò verso di lui, lo sguardo chiaramente perso nei ricordi.

«Sì, hai ragione.» Rispose, mantenendo, però il solito tono di voce neutro, che ormai aveva da tutta l’Estate.

Sirius preferì evitare di commentare il suo comportamento, che lo faceva quasi innervosire.

D’accordo, per lui era stato un duro colpo, quello che era successo, ma… Al diavolo. Si allontanò dall’amico, che era diretto allo scompartimento dei Prefetti, alla ricerca degli altri Marauders.

James s'infilò nella carrozza, con lo sguardo insistentemente fissato a terra. Preferiva di gran lunga stare con i suoi amici, in un silenzio non imbarazzante, che non lì, in quel dannato scompartimento, ad ascoltare i Prefetti e i Caposcuola parlare di questo e di quel problema.

Alzò gli occhi solo una volta seduto, per fissarli fuori dal finestrino. E così continuò a fare, fino a che una voce cristallina non lo richiamò all’attenzione.

«Potter? Ti prego di dare il tuo parere.» Disse Lily Evans, il Caposcuola femminile della casa di Gryffindor.

Lui alzò lo sguardo su di lei, e fece uscire l’ennesimo sospiro dalle labbra secche e screpolate.

«D’accordo. A me va bene.» Disse semplicemente, prima di tornare a contemplare il panorama che si muoveva rapido fuori dal finestrino.

«Potter, sai almeno di cosa stiamo parlando?!» Replicò la rossa Gryffindor, fissandolo insistentemente negli occhi, decisa a coinvolgerlo nella discussione.

James, colto alla sprovvista, si voltò verso di lei, rimanendo però in silenzio; chiaro segno che non aveva idea di quale fosse l’argomento della discussione.

«Visti i tempi che corrono, pensavamo che sarebbe più intelligente fare i giri di sorveglianza in quattro: ci si potrebbe dividere in due coppie. Noi Caposcuola abbiamo il dovere di fare la ronda ogni sera, mentre i Prefetti potrebbero alternarsi le serate.» Gli spiegò velocemente la ragazza.

«Ti ripeto, Evans, che a me va bene.» Le rispose lui, telegrafico, con lo stesso tono neutro che aveva usato prima con il suo migliore amico «E ora ti sarei grato se evitassi di disturbarmi mentre mi occupo di faccende personali di più rilevante importanza che non decidere il metodo in cui fare le ronde. Grazie.» Aggiunse, in tono freddo.

«Oh, certo, dimenticavo che non puoi fare a meno di compatirti, visto che tu non hai tutto quello che ti serve! Insomma, sei ricco, hai una bella casa, degli amici, sei popolare, bello, intelligente, con una splendida famiglia…» Prese a dire Lily, con il tono di voce che andava via, via alzandosi sempre di più, rabbiosa.

«Ma cosa ne sai tu della mia vita?! Nulla! Quindi evita di giudicarmi, se non mi conosci neanche un po’!» Esclamò il ragazzo, al limite della sopportazione.

Sì alzò senza aggiungere altro, ed uscì dallo scompartimento sbattendo la porta con rabbia. La Evans l’aveva fatto veramente esplodere. Una bella famiglia… Già, magari. Suo padre era morto alla fine del suo quarto anno, e sua madre..

Sua madre era morta quell’estate, davanti ai suoi occhi, per una malattia incurabile anche nel mondo magico.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime, mentre apriva violentemente la porta dello scompartimento dei Marauders e la richiudeva alle spalle.

«Ehi Prongs, non dovresti essere nello scompartimento dei Prefetti?» Gli chiese Remus, seduto affianco al finestrino con un libro aperto in mano.

«No.» Rispose James, conciso e breve. Si sedette svogliatamente davanti all’amico e prese a fissare fuori dal finestrino.

«James… Dovrai superare questa situazione, prima o poi… Sono passati quasi due mesi…» Tentò Sirius, ottenendo solo uno sguardo gelido.

«Pad, per favore, evita di rompere i coglioni.» Rispose Prongs.

Il ragazzo si accigliò, ma rimase zitto.

Non era quello il momento per mettersi contro il suo migliore amico, lo sapeva bene. Era ancora distrutto per la perdita della madre, e, nonostante se lui avesse saputo della morte di sua madre avrebbe fatto salti di gioia, poteva immaginare lo stato d’animo di James.

Solo non ne poteva più di vederlo così: era in quello stato catatonico da ormai quasi due mesi, e non accennava a tornare il James Potter sfrontato e attaccabrighe di sempre.

Il tempo trascorse lentamente in quel vagone, nel silenzio totale dei Marauders, mentre tutti cercavano di non pensare all’anno che stava per cominciare.

Senza James a capo dei Marauders l’anno si sarebbe rivelato noioso e privo di senso.

Insomma, l’unico divertimento di Hogwarts erano gli scherzi ai Serpeverde, le scappatelle serali attraverso i passaggi segreti, le uscite con la luna piena – questo forse non era considerato divertente per Remus -, i festini che organizzavano nel loro dormitorio, e via dicendo.

Senza tutto questo, il loro ultimo anno scolastico si prospettava noioso, grigio, privo del solito divertimento che aveva il soggiorno nella miglior scuola di magia e stregoneria del mondo.

Alle sette di sera, quando il cielo era già tinto di un piacevole azzurro scuro, i quattro ragazzi si cambiarono, indossando le divise di Hogwarts.

Poco dopo, il treno si fermò alla stazione di Hogsmeade, dove i ragazzi, in religioso silenzio, salirono su una delle carrozze guidate da cavalli invisibili.

In sala grande era come se il malumore di James Potter fosse dilagato: non c’era quel solito brusio che c’era ad ogni banchetto d'inizio anno; o almeno, così sembrava ai Marauders, che si sedettero con poco entusiasmo al tavolo di Gryffindor.

Dopo il solito discorso di Dumbledore e lo smistamento, James e Lily precedettero gli alunni della loro casa attraverso il percorso che li avrebbe condotti al quadro di Fat Lady, incitando i ragazzini del primo anno a seguirli, e comunicando loro la parola d’ordine: ‘Golden Snitch’.

Alla fine della serata James era molto stanco, e avrebbe veramente apprezzato l’idea di andare in dormitorio e abbandonarsi sul suo letto, a perdersi fra i ricordi di quel dannato giorno, prima di addormentarsi, ma sapeva di dover fare la ronda assieme a Lily.

Per questo chiese a Sirius di rimanere con lui in Sala Comune a tenerlo sveglio, affinché alle nove potesse cominciare la ronda. Fortunatamente all’ora prevista mancava poco, così, sbadigliando, seguì la rossa Gryffindor per i corridoi, rimanendo silenzioso per tutto il tempo.

Lily intanto si mordeva il labbro inferiore, nervosa. Voleva chiedergli scusa per quello che gli aveva detto sul treno, ma la sua indole orgogliosa non glielo consentiva.

Alla fine, prese il coraggio a due mani, da brava Gryffindor, e mormorò un «Scusa, Potter.» talmente flebile che James lo udì appena.

«E per cosa?» Chiese lui, fissando i suoi occhi smeraldini con i suoi color nocciola.

«Per oggi, sai, sul treno. Non… Non avrei dovuto dirti quelle cose. Mi dispiace.» Disse la rossa, fissando a sua volta gli occhi del compagno.

«Non c’è problema Lily. Davvero.» Rispose lui, accennando un sorriso che si spense subito.

«Posso sapere che ti succede, James?» Chiese lei, insicura di potersi permettere quella confidenza. Gli occhi guizzavano imbarazzati dal compagno al pavimento.

«Nulla. Perché?» Chiese lui, continuando a fissare il suo volto insistentemente, convinto a non distogliere lo sguardo.

Lily rialzò lo sguardo verso di lui «Sei cambiato.» gli rispose, riabbassando subito dopo gli occhi.

«Prima o poi la gente deve crescere, no, Evans? Tu sei cresciuta prima di me, tutto qui.» Le rispose lui, abbassando a sua volta lo sguardo.

«Oh, non prendermi per stupida! So benissimo che c’è qualcosa sotto!» Gli rispose lei, irritata dal fatto che lui tentasse di mentirle così spudoratamente. Insomma, poteva non dirle cosa lo turbava, ma mentirle no!

«Evans, cosa vuoi che ti dica?! Mia madre mi è morta davanti agli occhi! Sei felice adesso?» Rispose lui, alterandosi a sua volta. Il viso s'imporporò appena per la rabbia.

Lily sgranò gli occhi, stupita. Non sapeva cosa rispondere. «Mi dispiace.» disse solo, abbassando ulteriormente lo sguardo. Le sue scarpe le sembrarono più interessanti di quanto non lo fossero mai state.

«Grazie.» rispose lui, in un tono ironico e aspro che non gli aveva mai sentito. Era cambiato, dannazione, e tanto! Sentiva quasi di mancare quel ragazzino irrispettoso delle regole che era fino all’anno prima. Forse aveva ragione: era davvero cresciuto.

I due ragazzi finirono il giro di ronda senza parlare più, e tornarono velocemente al loro dormitorio.

«Buonanotte James» sussurrò Lily, prima di salire le scale del dormitorio femminile.

Il moro non rispose, e salì la scala che lo separava dal suo dormitorio, dai suoi amici, dal suo letto… Entrò in camera e chiuse lentamente la porta alle spalle, per non svegliare gli amici che già dormivano.

Si spogliò velocemente e si coricò. Rimase sveglio a lungo, a pensare, mentre calde lacrime gli bagnavano il volto. Poi, lentamente, cadde in un sonno tormentato dagli incubi.




****



La mattina, quando Remus lo svegliò, alle sette e mezzo, era più stanco di quanto non lo era prima di andare a letto, la sera precedente.

Con uno sbadigliò si avviò verso il bagno, dove si preparò velocemente. Scese insieme agli amici in Sala Grande per la colazione, mentre un sorriso gli spuntava sulla faccia.

Il primo sorriso dopo quel dannato giorno, di quella dannata estate.

Tornare a Hogwarts gli aveva fatto bene… Si sentiva già meglio, lontano da casa, lontano dai ricordi.

Si sedette al tavolo dei Gryffindor e prese a spalmare del burro su un panino, per poi ricoprirlo di marmellata alle fragole. Addentò la colazione famelico, prima di prendere a parlare con gli amici.

Stupiti, i Marauders, non fecero domande circa il cambio d'umore dell’amico, ben felici che sembrasse essere tornato quasi normale.

Proprio mentre James finiva il suo primo panino e Sirius il suo secondo, comparve la McGranitt, che con un colpo di bacchetta riempì i loro orari.

Erano quasi li stessi: si erano impegnati agli O.W.L. per ottenere voti alti nelle stesse materie, e ora frequentavano tutti i corsi necessari per diventare Auror, una volta usciti da Hogwarts.

«Dannazione, l’orario del lunedì è proprio pesante: due ore di Pozioni, seguite da una di Trasfigurazione… Una d’Incantesimi e due di Storia della Magia!» disse Sirius, osservando sconsolato l’orario fin troppo fitto.

«Beh, però abbiamo un’ora buca appena dopo pranzo, quindi potremmo andare in riva al lago a finire i compiti delle vacanze» rispose pacatamente Remus, indicando la casella vuota sotto l’ora di Trasfigurazione.

«Moony, per una volta nella vita ti do ragione! Dobbiamo goderci gli ultimi giorni di sole, prima che venga l’autunno e cominci a piovere!» rispose Sirius, sorridendo raggiante.

James, dal canto suo, fece un cenno con la testa in segno d'accondiscendenza, prima di sorridere a sua volta. Guardò in alto, dove il soffitto della Sala Grande indicava una giornata limpida e soleggiata.




****



Lily Evans si svegliò alle sette e quarantacinque del mattino, quando la sua sveglia, poggiata sul comodino, cominciò a suonare insistentemente.

La ragazza, ancora desiderosa di dormire, la spense e si rigirò nel letto, intenzionata a riaddormentarsi. Poi, il ricordo che quello era il primo giorno di scuola, la fece alzare dal letto.

Ancora mezza addormentata, cercò di svegliare le sue compagne di stanza: Alice Welkins, Daphne McRoyal, e Margareth Bennet. Alice, come suo solito, non voleva saperne di alzarsi, così che Lily, assieme a Daphne, fu costretta a toglierle le coperte per farla alzare dal letto.

Fu così che cominciò la prima giornata di scuola, nel dormitorio femminile del settimo anno. Mentre Lily si pettinava i capelli, Margareth si lavava i denti e Alice, ancora assonnata, si sciacquava il volto con dell’acqua ghiacciata.

Daphne, in camera, indossava velocemente la divisa di Hogwarts.

«Lily, per favore, mi puoi dare la spazzola?» chiese la ragazza, dalla camera, dopo aver infilato il golf grigio sopra la camicia bianca. In risposta si vide arrivare addosso una spazzola rosa. «Ouch!» disse, quando questa le finì sulla testa.

La prese e spazzolò velocemente i capelli mossi, prima di fermarli ai lati del volto con delle mollette nere.

«Alice, Maggie, siete pronte?» chiese Lily, quando si fu infilata a sua volta la divisa. Era davanti allo specchio che finiva di sistemarsi il nodo della cravatta rosso-oro.

Le due risposero con un cenno del capo, e il gruppetto di ragazze si preparò a lasciare il dormitorio.

Scesero le scale e, notando che erano quasi le otto e mezza, corsero per i corridoi del castello raggiungendo la Sala Grande.

Arrivate lì, si sedettero nei posti accanto ai Marauders, salutandoli. I ragazzi ricambiarono, e Lily notò che James sembrava più felice di come l’aveva lasciato la sera prima.

Probabilmente, pensò, era merito del castello: anche lei era felice di ritornarci, e di abbandonare la casa di famiglia, dove regnava la tensione assoluta per via del disprezzo che sua sorella Petunia provava per lei.

Le quattro ragazze si fecero consegnare l’orario delle lezioni dalla professoressa McGranitt e fecero velocemente colazione, prima di dirigersi verso i sotterranei, seguite a poca distanza dai Marauders.

Lily amava Pozioni: era la sua materia preferita dal primo anno. E forse per il suo talento innato, forse per la passione che ci metteva, il professore di pozioni, Slughorn, la adorava.

Entrata nell’aula, che si trovava nei sotterranei, Lily e Remus si sedettero al loro solito posto: i due banchi in prima fila, davanti alla cattedra.

Il corso era frequentato da pochi alunni fin dall’anno precedente: dopo gli O.W.L. molti avevano abbandonato la materia. Gli unici a seguirla ancora erano Severus Snape e Lucius Malfoy per quanto riguardava gli Slytherin, e tre Ravenclaw che Lily non conosceva.

Oltre a loro, ovviamente, c’erano i Marauders, e le sue tre amiche.

Tutti e otto, infatti, volevano diventare Auror, una volta usciti dalla scuola, e Pozioni era uno dei corsi necessari per venir ammessi al corso del Ministero.

Durante le due ore di lezione, il professor Slughorn chiese agli alunni di preparare una pozione chiamata Amortentia: una pozione d’amore che però, il professore specificò, non era in grado di infondere il sentimento nella persona che la beveva, ma solo una forte ossessione.

James, con un ghigno che tanto ricordava il James degli anni passati, disse «Sentito Evans? Potrei usare questa pozione su di te! Così finalmente finiresti per cadere al mio fascino…». L’affermazione provocò le risate dei compagni, compresa quella di Lily.

«Il problema è, Potter, che neanche con l’Amortentia riuscirei mai ad innamorarmi di un mollusco come te!» disse, ridendo ancora. Le piaceva avere questo scambio di battute con James.

Il professore li riprese, dicendo che dovevano preparare la pozione nel massimo silenzio, e così fecero: due ore dopo delle piccole fiale erano poggiate sulla scrivania di Slughorn, e questi si complimentava con la Evans per l’ottimo lavoro svolto.

La sua pozione, insieme a quella di Snape, James, Sirius e Remus, era perfetta.

Per questo Gryffindor ottenne quaranta punti - «Ve li siete davvero meritati, ragazzi!» -, mentre Slytherin ne ottenne dieci - «Complimenti Severus! Sei sempre stato il mio alunno migliore, insieme alla signorina Evans!» -.

Tutti i ragazzi, al suono della campanella, uscirono dal sotterraneo e si diressero verso l’aula di Trasfigurazione. Chiacchierando animatamente fra di loro, i Marauders programmavano cosa fare durante l’ora buca subito dopo pranzo.

Poco più avanti, anche Lily, Maggie, Daphne e Alice pensavano a cosa fare: i compiti delle vacanze li avevano svolti tutti, e a Pozioni non erano stati affidati compiti per la lezione dopo. Dovevano solo sperare che non ne desse neanche la McGranitt, così avrebbero potuto rilassarsi per un’oretta.

Arrivati all’aula di Trasfigurazione in perfetto orario, i ragazzi si sistemarono ai loro soliti posti, e la lezione cominciò. Si trattava di trasfigurazione umana molto complessa, ma in questo i Marauders erano imbattibili. Erano o non erano Animagi?

Anche Lily se la cavava bene, mentre Alice proprio non riusciva a cambiare la forma del suo naso. Nonostante si sforzasse, quello rimaneva esattamente come al solito, con il disappunto della ragazza.

Alla fine della lezione si diressero tutti insieme a pranzo, chiacchierando fra di loro, soddisfatti del fatto che la McGranitt avesse lasciato come unico compito l’esercitarsi nella metamorfosi umana.

A pranzo i due gruppi si separarono: le ragazze da una parte e i ragazzi dall’altra, ad organizzarsi per il pomeriggio.




****



Al tavolo dei Gryffindor, nell’angolo che si erano scelte le quattro amiche, le ragazze chiacchieravano delle loro vacanze: in treno erano state separate per quasi tutto il viaggio, e la sera erano crollate, troppo esauste per raccontarsi i fatti accaduti in due mesi di lontananza.

«Maggie, tu non ce la racconti giusta! Questo ragazzo com’è?!» chiese Daphne, curiosa.

Maggie, dal canto suo, divenne di un bel rosso scuro sulle guance «Ragazzo? Quale ragazzo?» chiese, innocentemente. Sperava di non dover parlare della cotta che si era presa.

«Oh, è così evidente che sei cotta! Ma voglio sapere chi è il fortunato!» esclamò Daphne, che continuava a importunarla, sicura del fatto che l’amica fosse innamorata.

Le guance di Maggie si avvicinavano pericolosamente al color porpora. «Oh, lo conosci benissimo Daphne… E io lo trovo semplicemente stupendo!» rispose la moretta. Gli occhi azzurri si accesero di una luce d’ammirazione.

«Ma chi? Sirius? Peter? O forse… Remus?» Chiese Alice, intromettendosi nella discussione.

Maggie tremò sulla sedia nel sentire quei nomi. La faccia talmente rossa che sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro. Fece segno di sì con la testa.

«Remus?!» esclamò stupita Lily, avvicinandosi all’amica, per quanto il tavolo che le separava lo permettesse.

«Shh! Lily sei pazza ad urlarlo così?! Ti potrebbe sentire!» esclamò Maggie in risposta, mentre gli occhi guizzavano al gruppo dei Marauders, per assicurarsi che nessuno avesse sentito l’esclamazione della rossa.

Le ragazze scoppiarono in una risata collettiva.

«E tu, Daphne, invece? Si vede lontano un miglio che anche tu sei cotta di qualcuno! E immagino anche di sapere chi è… Un ragazzo tenebroso… Occhi grigi, capelli neri… Che in questo momento ride con l’eterno spasimante di Lily! Ci ho preso, vero?» Disse Alice, ammiccando all’amica.

Daphne divenne rossa in zona guance. «Lo ammetto, ho una cotterella.. Ma è passeggera. Passerà.» rispose, abbassando gli occhi verdi sul piatto del suo pranzo.

«Ma bene! Entro la fine dell’anno scommetto che saremo tutte fidanzate!» disse Alice, ridacchiando.

«Sì, sì, certo. E a me chi mi prende? Sono talmente spaventosa che i ragazzi mi vedono e scappano!» esclamò Lily, ridendo.

A Maggie quasi cadde la forchetta di mano «Lily, ma sei impazzita? Hai una fila di ammiratori infinita, e per di più di tutte le case!» disse, alludendo ai numerosi sguardi che la rossa riceveva.

Quella divenne immediatamente rossa «Non dire sciocchezze» disse, sorridendo imbarazzata.

«E poi per Lily c’è sempre Potter!» disse Daphne, ridendo apertamente alla faccia sconvolta dell’amica.

«Andiamo ragazze, abbiamo un’ora buca prima di incantesimi e voglio godermi l’ultimo sole in riva al lago. Vi va?» Lily sorrise e si alzò, subito seguita dalle altre ragazze, e insieme a loro uscì velocemente dalla scuola.




****



Intanto i quattro Marauders facevano più o meno gli stessi discorsi.

«Ehi, Remus, hai visto che bella ragazza è diventata Maggie?» chiese innocentemente Sirius, provocando l’immediato rossore sulle guance di Moony.

«Ah sì? Non l’avevo notato.» rispose quello, cercando di passare per indifferente. Sirius rise «Andiamo, non negare che ne sei cotto!» gli disse, ridendo.

«Come se tu non avessi preso una sbandata per Daphne! Si vede benissimo come la guardi!» rispose Remus, cercando di sviare l’attenzione da lui.

«Questo non è affatto vero! Daphne è carina, ma nulla di più. È una delle tante.» rispose Sirius. Al contrario degli altri, era capace di mascherare benissimo i suoi sentimenti.

«Bene, bene, e adesso anche Sirius è innamorato! Così ora non sono più il solo…» sorrise James, alludendo alla rossa che passava vicino a loro in quel momento.

«Ehi ragazze, andate fuori? Possiamo unirci a voi?» propose Sirius, sorridendo.

«Certo, venite pure! Però sbrigatevi, non vogliamo perdere il poco tempo che abbiamo per aspettare voi!» rispose Daphne, riprendendo a camminare, seguita dalle amiche.

Sirius le si affiancò «Ehi, è così che si trattano gli amici? » chiese, con un ghigno dipinto sul volto «Da quando siamo amici, Black?» chiese lei, sorridendo allo stesso modo.

«Ehi, così mi offendi!» esclamò il ragazzo, una mano sul cuore e un’espressione falsamente ferita. La ragazza ridacchiò e gli tirò un pugno affettuoso sulla spalla.

Il gruppo uscì dal portone di quercia del castello, per ritrovarsi poi nell’immenso giardino della scuola. Si avviarono verso il solito albero, il salice vicino al lago, dove erano soliti sedersi.

In un modo o in un altro, si divisero in piccole coppie: l’unico a rimanere solo fu Peter, perché a loro si era unito anche Frank Longbottom, il fidanzato di Alice fin dal quinto anno.

Il ragazzo era seduto in disparte, a leggere il libro di Trasfigurazione ed ad esercitarsi nella metamorfosi.

Insomma, mentre Lily e James bisticciavano come erano soliti fare, Daphne e Sirius chiacchieravano amabilmente di Quiddich e Remus e Maggie leggevano appoggiati alla corteccia dell’albero.

L’ora passò velocemente, tanto che presto i ragazzi furono costretti a dirigersi verso l’aula di Incantesimi, dove li aspettava una noiosissima lezione su un incantesimo assolutamente inutile.

Le ore passarono, e dopo l’ora di Incantesimi dovettero seguire due ore di Storia della Magia, mentre Rüf spiegava l’ennesima rivoluzione dei Troll.

Alla fine delle lezioni i ragazzi erano assonnati e stufi come non si sentivano da tempo: il primo giorno era più pesante di quanto si aspettassero.

Si diressero verso la sala comune, dove passarono il resto del pomeriggio a chiacchierare fra loro, fino all’ora di cena.

Finita anche la cena, tornarono in dormitorio, dove rimasero a giocare a Scacchi, a Gobbiglie e a chiacchierare fino a mezzanotte. A quell’ora Lily dichiarò che era ora di andare a letto, e, con l’autorità da Caposcuola che aveva, li spedì tutti in dormitorio.




****



«Remus, quando ci sarà la prossima luna piena?» chiese James, svestendosi.

Il ragazzo guardò il cielo fuori dalla finestra, poi il calendario appeso alla parete «Tranquillo Prongs, mancano ancora due settimane al grande evento.» rispose, infilandosi sotto le coperte.

«Buonanotte ragazzi!» sussurrò Peter, prima di spegnere la luce.

I quattro si addormentarono quasi immediatamente, tranne James. La sera si faceva ancora cogliere dalla malinconia. Si aspettava di trovare un gufo da parte di sua madre, che gli raccomandava di comportarsi bene… Una lacrima scese sulla guancia, ma il ragazzo l’asciugò subito, e poco dopo cadde addormentato.




****



Ok, eccomi qui con una possibile long-fic James/Lily.

Ho cercato di immaginare James come un personaggio diverso da come è descritto in tutte le fic. Niente scherzi per il suo settimo anno, se non contro Severus… Che, chiedo perdono ai Fans, ma io non apprezzo troppo.

Dunque, che dire? Spero di aggiornare presto, anche se le idee sono come al solito scarse e il tempo poco.

Se lasciate una recensione mi fate felice, comunque, mi aiutate ad andare avanti a scrivere! Quindi, se vi va, lasciatemi scritto qualcosa, di positivo o negativo, non m’importa… Anzi, se sono commenti negativi li apprezzo, perché mi aiutano a migliorare :)

Ah, volevo precisare che il personaggio di Peter avrà un ruolo minore nella storia, perché come personaggio lo odio. E sfido a trovarne un fan!

Piccolo annuncio: sono in cerca di un beta-reader, perchè mi sono resa conto oggi degli errori che faccio e che potrebbero essere visibili con una seconda lettura. Se siete interessati, contattatemi pure all'indirizzo: liserc@hotmail.it !

Bene, al prossimo capitolo!
Lis.
  
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