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Autore: ChibyLilla    10/10/2013    2 recensioni
Harvey, Mike e...
“E si veste sempre come un pinguino?”
Harvey sentiva che la vena sulla sua fronte fosse ormai sul punto di esplodere.
“Ti vesti allo stesso modo,” rispose ansimante Mike, “quando non hai il camice,”
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harvey Reginald Specter, Mike Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma salve a tutti!!!
Dunque, questa è una piccola storiella senza senso che ho scritto qualche tempo fa. L’originale la trovate qui, se a qualcuno interessasse: http://www.fanfiction.net/s/9225987/1/It-never-rains-but-pours
Niente da dire, spero vi piaccia, anche se non è niente di che.
 
 
IT NEVER RAINS BUT POURS
 

“Mikey tutto okay?”

 
Harvey aveva già ripetuto quella domanda altre tre volte, ma davvero non sapeva cosa altro dire. Ricordava chiaramente il dolore di una spalla dislocata e decisamente non era piacevole, gli riusciva facile capire la sofferenza di Mike.
 
Mike aveva gli occhi chiusi, il braccio stretto nell’altro ed Harvey non poteva far altro che restare in piedi accanto a lui, accarezzando i suoi capelli leggermente appiccicati sulla fronte ed imprecando per il fatto che fossero ormai passati dieci minuti da quando avevano raggiunto l’ospedale ed ancora non era arrivato nessun medico a controllare la situazione. Li avrebbe sicuramente citati.
 
“Mike!” Harvey lanciò uno sguardo incuriosito al dottore appena apparso di fronte a loro che sembrava conoscere il suo ragazzo.
 
“Ethan”,  rispose Mike con un filo di voce, dando modo ad Harvey di capire che i due si conoscevano.
 
“Che hai fatto?” domandò il dottore, apparentemente preoccupato dal viso pallido del suo paziente.
 
“Sono caduto,” mormorò Mike a denti stretti, evitando di scendere in dettagli imbarazzanti; poi, all’espressione divertita dell’altro, si affrettò ad aggiungere, “Non ridere!”
 
“Dai, fammi dare un’occhiata” il sorriso rassicurante del dottore, di fronte al quale Mike sembrava essersi calmato, tranquillizzò finalmente anche Harvey.
 
Ethan strinse con una mano la mano di Mike e con l’altra il suo avambraccio. “Puoi muoverlo un po’?”
 
Mike se possibile impallidì più di quanto non lo fosse già, sillabando un “no” che non lasciava spazio a fraintendimenti.
 
Ethan comunque lo ignorò, muovendo leggermente il braccio di Mike e facendo trasalire. Poi arricciò le labbra, vagamente preoccupato; Harvey scoccò un’occhiata infastidita al medico che, voltato di spalle, non gli aveva prestato la minima attenzione.
 
“Mike, adesso andiamo a fare una radiografia, ok?” Mike annuì impercettibilmente, spaventato all’idea che muovere di più il collo potesse far aumentare il dolore, “Dobbiamo capire se c’è qualche frattura o se qualcosa non va con la clavicola.” Ethan ricordava chiaramente quanto Mike fosse insofferente a qualsiasi tipo di dolore e sapeva che probabilmente stava esagerando, ma era comunque suo dovere assicurarsi che non ci fossero  altre lesioni.
 
Mike strinse il braccio un po’ più forte, lasciandosi sfuggire uno sguardo spaventato che fece sorridere sia Harvey che Ethan; il dottore fu il primo a rispondere. “Ti accompagno, alzati fifone.”
 
I tre lasciarono insieme la stanza e mentre il tecnico aveva Mike in consegna, Harvey ne approfittò per chiarire un po’ di cose con quel dottore un po’ troppo in confidenza con il suo Mike.
 
“Non ha altri pazienti stasera?” domandò con fare inquisitorio, cercando di capire perché stesse aspettando proprio lì ed approfittando della situazione per osservarlo. Era alto quasi quanto lui, dall’aspetto un po’ troppo giovane ed inesperto per i suoi gusti, ma sorprendentemente piacevole.
 
Ethan rispose con un sorriso di circostanza, i suoi occhi color ghiaccio fissi in quelli di Harvey, “Mikey è un amico e so che è terrorizzato dagli ospedali. Preferisco non lasciarlo solo.”
 
Harvey preferì lasciar cadere momentaneamente la conversazione. Mikey? Quel tipo aveva chiamato il suo fidanzato Mikey? Decisamente non si era sbagliato, quel ragazzo era troppo in confidenza con Mike. E poi cosa diavolo voleva dire “lasciarlo solo”? Non aveva notato che Harvey era proprio lì?
 
Dopo i sette minuti più lunghi di cui Harvey avesse memoria, Mike fece ritorno con la stessa espressione sofferente con cui lo avevano lasciato, accompagnato dal tecnico che porse educatamente i risultati al medico, congedandosi.
 
Una volta tornati nella camera in cui erano prima, Ethan osservò attentamente la carta translucida, mentre Harvey e Mike aspettavano in silenzio, lanciandosi sguardi indecifrabili.
 
“Mike, è tutto ok, però adesso è il momento di rimettere la spalla al suo posto.”
 
“Proprio ora?”
 
Quando Harvey vide Ethan ignorare Mike completamente e porgergli due pillole, si sentì in dovere di intervenire. “Mike è allergico a--”
 
“Lo so, lo so” rispose l’altro con sufficienza, volgendosi poi a Mike. “Queste puoi prenderle, ma devo avvertirti che non sono molto forti. Sentirai comunque un po’ di fastidio,” che tradotto voleva dire che probabilmente non sarebbero servite a nulla, ma almeno avrebbero evitato che Mike andasse in panico ancor prima di cominciare.
 
Dopo averlo fatto distendere sul lettino, Ethan afferrò di nuovo il braccio di Mike ed il ragazzo strinse istintivamente la presa, terrorizzato. Il medico non riuscì a ruotare il braccio che di qualche centimetro, prima di avvertire una contrazione muscolare.
 
“Ok, Mikey, adesso però devi rilassarti, ok?”
 
Mike annuì, senza però riuscire a calmarsi, respirando profondamente attraverso un paio di labbra secche e quasi bianche.
 
Harvey assistette all’intera scena senza interferire, spaventato all’idea che Mike potesse svenire da un momento all’altro, probabilmente più per la paura che non per il dolore.
 
“Allora, dimmi, chi è il tuo amico?” domandò curioso Ethan, indicando Harvey con lo sguardo.
 
Mike sorrise, “Harvey è il mio ragazzo,” mormorò a voce bassa ed il cuore di Harvey si sciolse.
 
“Wow,” rispose il dottore e ad Harvey non sembrò troppo felice della rivelazione. “Non è un po’ vecchio per te? Anche se devo ammettere che non è male.”
 
Mike sorrise, consapevole che nelle parole di Ethan non ci fosse alcuna malizia. Harvey invece non era dello stesso avviso, a giudicare dal suo sguardo di fuoco. Gli avevano appena dato del vecchio?! Mike sarebbe andato in bianco per un mese ed Ethan probabilmente avrebbe passato il resto della propria vita a pulire le sale operatorie, dopo le accuse di molestie e malasanità che aveva intenzione di muovergli contro.
 
Stava per ribattere, poi si accorse che la parlantina un po’ troppo affettuosa del dottore aveva avuto il suo effetto e Mike si era rilassato abbastanza da permettere al medico di lavorare.
 
“Sembra ricco sfondato,” continuò il dottore.
 
“È un avvocato.”
 
Harvey avrebbe voluto dire, “Hey, ragazzi, sono qui!” soprattutto perché quella conversazione sembrava soltanto una tecnica di Ethan per sapere di lui e Mike stava al suo gioco. Il fatto poi che continuasse a provocarlo indirettamente, senza che potesse difendersi, gli faceva venir voglia di prenderlo a pugni.
 
A fermarlo era soltanto la sua presa sul braccio sofferente di Mike.
 
“E si veste sempre come un pinguino?”
 
Harvey sentiva che la vena sulla sua fronte fosse ormai sul punto di esplodere.
 
“Ti vesti allo stesso modo,” rispose ansimante Mike, “quando non hai il camice,” aggiunse tra i denti, quando il medico iniziò la manovra contraria alla precedente, avvicinando il braccio di Mike al busto.
 
Harvey sogghignò. Ben fatto, ragazzo! E comunque il suo vestito in tre pezzi era tutto tranne che un abito da pinguino.
 
“Abbiamo quasi fatto, Mikey”
 
I pensieri di vendetta di Harvey furono interrotti dall’urlo di dolore di Mike che gli fece strabuzzare gli occhi.
 
“Fatto.”
 
Finalmente Ethan sistemò un tutore intorno al braccio di Mike, gli posò un dolce bacio sulla fronte e si congedò, ricordandogli di ritornare dopo tre settimane.
 
Harvey poté finalmente tirare un sospiro di sollievo e questo per due buone ragioni: la prima era che il viso di Mike aveva ripreso il suo abituale colorito roseo e la seconda era che non doveva più fingere di essere una persona educata di fronte a quel medico da quattro soldi.
 
Ray li aspettava nel parcheggio del pronto soccorso e, una volta saliti in auto, Mike si decise finalmente a parlare. “Harvey, mi dispiace,” gli disse scegliendo accuratamente un tono dolce e supplichevole allo stesso tempo. Non si era reso conto di quel che era successo poco prima, mentre succedeva, ma a mente più lucida, con lo sguardo arrabbiato di Harvey su di sé, aveva capito di aver fatto qualcosa di sbagliato.
 
“Mike, chi diavolo era?”
 
“Il medico di turno a quanto pare,” Mike tentò, consapevole che quella non fosse la risposta giusta.
 
“Sembravate piuttosto in confidenza.”
 
“Harvey, c’è una cosa che ti dovrei dire.” Mike deglutì, spostando lo sguardo fuori dal finestrino e pregando che Harvey avrebbe capito.
 
“Già, Mikey dovresti proprio spiegare qualcosa a questo pinguino!”
 
Mike chiuse gli occhi. Harvey si sarebbe arrabbiato ancora di più. “Ethan è il mio ex ragazzo”, spiegò, forzandosi di tener fermo il tono della propria voce. “Ma giuro che non lo vedevo da quasi un anno e che--”
 
“Ex ragazzo?”
 
“Si, ci siamo conosciuti un po’ di tempo fa e--”
 
“Non mi avevi detto di avere degli ex!”
 
“Ethan è l’unico. E poi tu non mi hai mica detto con quante donne sei stato!”
 
“Hai detto bene, Mike! Con quante donne. A me non interessa sapere se sei stato con Jenny, con Rachel, o con chi per loro. Ma Ethan mi sembrava un uomo. Avresti dovuto dirmelo.” Harvey sapeva che la sua pretesa non aveva alcun senso e che saperlo prima non avrebbe fatto alcuna differenza. La verità era che Harvey era sempre stato il più esperto tra i due, Mike sembrava sempre non sapere come muoversi o cosa dire ed era Harvey a guidarlo, dentro e fuori dal letto. Sapere che Mike avesse avuto esperienze diverse dalle sue cambiava tutto. Anche se poteva sembrare patetico ed irrazionale, era così. “E poi mi sembrava un bel po’ in confidenza, per essere un ex ragazzo, Mike.”
 
“Si, lo so.” Mike considerò l’idea di spiegare ad Harvey perché fossero così intimi e di dirgli la verità su come si erano lasciati, ma capì che non sarebbe stata la mossa migliore.“Mi dispiace, per tutto. Lui è … una persona molto impulsiva, ecco.”
 
“Impulsiva o no mi ha dato del vecchio e tu ne hai riso.”
 
“Harvey, stava cercando di distrarmi e ci è riuscito facendomi pensare a te.”
 
Harvey non poté fare a meno di sorridere. Apparentemente Mike era riuscito ad imparare bene come rigirare la frittata. Sembrava così dispiaciuto che quasi Harvey si sentì in colpa ad essersi arrabbiato con lui.
 
Alla vista del suo sorriso il cuore di Mike divenne più leggero. “Puoi perdonarmi, amore mio?” domandò, sbottonando i pantaloni di Harvey con la mano sana, un sorriso malizioso sulle labbra.
 
Harvey ghignò. “Sei perdonato, ragazzo. Ma non pensare neanche di toccarmi per il prossimo mese!”
  
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