Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Novalis    10/10/2013    5 recensioni
Quando il cuore ti viene spezzato in mille pezzi, non puoi far altro che raccogliere i cocci e provare a rimetterli insieme, con la speranza che la prossima volta sarà migliore! Ma a non pensarla così c'è Esmeralda, pasticcera studentessa in giurisprudenza che ha un solo obiettivo: evitare i ragazzi! Non a caso il genere maschile è da lei considerato peggio della peste.
Ma se un bel giorno, un paio di occhi neri, e un accento spagnolo si intrufolassero nella sua vita, iniziando a rompere lo scudo che si è costruita attorno al suo cuore?
Seguire il cervello e le proprie convinzioni o il proprio cuore? Ah...questo è il dilemma!
Dal testo:
"-Uff tu e la matematica. La matematica è una materia perfetta, l’amore non lo è. L’amore è pazzia, sogno, lacrime, litigi, sorrisi, farfalle nello stomaco, battiti accelerati, occhi lucidi, sorrisi stupidi e tanto altro, ma non di certo formule, numeri e perfezione. Sei un essere umano Esmeralda, non una macchina. Non puoi programmarti ogni cosa! Gabriele è un ragazzo bellissimo, dolce, gentile ed educato e pian piano ti ha fatto riscoprire quelle sensazioni che avevi sepolto nel tuo cuore da più di due anni."
Spero che la storia vi piaccia! :)
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bailamos

http://oi39.tinypic.com/ezr679.jpg

******

Ho sempre pensato che le ferite che fanno più male, non sono quelle arrecate dalle armi, da uno schiaffo o da un pugno, ma quelle causate dalle parole, dai gesti, e da quelle cose dolorose, che gli occhi, molte volte, hanno la sfortuna di vedere.

Anche i miei occhi hanno avuto questa grande sfortuna, nell’esatto istante in cui hanno incontrato lo sguardo spaventato e sorpreso di Adriano, il peggior essere maschile presente in questo pianeta. Un’emerita testa di rapa andata a male. Un essere di cui ci si dovrebbe solo vergognare, insomma…si capisce che lo odio, vero?

Che poi…odiare…non mi è mai piaciuto questo verbo…così forte, duro, aspro, intriso di cattiveria, quindi direi che più che odio provo pietà per questo ragazzo, troppo immaturo e smidollato da cedere subito alle avances della tipica gallinella barra tacchi dodici senza sale in zucca.

Ma poi perché farmi una cosa del genere? Perché? Non lo capisco proprio. E anzi modestamente, credo di non essere minimamente paragonabile a una così sottospecie di ragazza, visto che mi reputo e molti mi considerano una ragazza con la testa sul collo.

Certo potrei, spesso, apparire come una ragazza noiosa, grigia, pesante…troppo concentrata a passare tempo sui grandi tomi della legge, piuttosto che nelle discoteche. Troppo poco alla moda, per indossare unicamente grandi maglioni in inverno e troppe camicie in estate. Potrei, essere considerata anche troppo acida, per il modo in cui tratto gente dell’altro sesso. Sì…perché uno dei miei più grandi difetti è fare di tutt’erba un fascio, e non pensare minimamente che ci possano essere ragazzi seri e intelligenti. O almeno, la penso così e sono diventata acida dopo l’esperienza con Adriano.

Non a caso, sono spesso stata soprannominata “Miss Acidità” dalla mia migliore amica, Rachele. Una ragazza, totalmente diversa da me, una tipa che si potrebbe definire benissimo il mio opposto. Ma, d’altronde, come ho sentito spesso dire :”Gli opposti si attraggono”, quindi…un motivo per cui siamo amiche ci sarebbe anche.

Perché siamo opposte? Beh…perché Rachele, è l’emblema della vitalità, una ragazza tutto pepe, vestita sempre alla moda, con capelli ogni settimana tinti di un colore diverso, amante della vita e insegnante di balli latino-americani.

Ma, penso di avere anch’io qualche pregio. Infatti mi considero una persona giusta con chi se lo merita, paziente e dolce quando vuole e anch’io amo la vita.

-Esmeralda…domani hai un esame?-mi chiese la tutto pepe, distraendomi dai miei pensieri.

-No, Rac! Ma devo studiare sei capitoli dei problemi giuridici della responsabilità intergenerazionale. La settimana prossima ho un esame!

-Che cosa? Sai che per me è arabo quando parli dei tuoi libri!

-Esagerata…-risposi ridendo, mentre lucidavo il bancone della gelateria, dove lavoravo.

Una gelateria con la G maiuscola, aggiungerei. Tutta in stile anni cinquanta, con le pareti metà verniciate d’azzurro e metà coperte da mattonelle bianche e nere. Con vari poster appesi di attori e musicisti anni cinquanta e sessanta e con un magnifico jukebox vicino alla porta d’entrata.

-No, non sono esagerata! Lo sei tu! A proposito che ne dici, se stasera vieni a vedere una mia lezione di ballo, e poi dopo andiamo a mangiare da Amedeo?-mi chiese con la sua vocina dolce.

-Mhm…non so! Come ti ho appena detto, devo studiare, quindi…

-Uffa, che lagna che sei, mamma mia! La mia bisnonna Giovanna è molto più attiva di te! Per cui…oggi ti riposi e domani pensi a studiare! Okay? Hai solo ventitré anni, cavoli!-disse esasperatamente la mia amica.

Aveva ragione! Non osavo darle torto, ma ero fatta così e non riuscivo ad essere diversa! O meglio ,niente mi spingeva ad esserlo.

-Va bene, ma domani guai a te se non mi fai aprire i libri!-le dissi puntandole il dito contro.

-Sììì…-esclamò euforicamente facendo saltellare i suoi riccioli, questa settimana di una tonalità rossiccia.

-Beh…questa settimana te li sei tinti di rosso?-le chiesi toccandole un ricciolo.- vogliamo fare le gemelline?-continuai ridendo.

-Cosa? No…solo che volevo vedermi con i capelli rossi, e poi…anche i tuoi sono tinti!

-Capisco, capisco! Fosti proprio tu a consigliarmi di tingermeli di rosso, ricordi?-le chiesi.

-Sì che mi ricordo! Come scordare il giorno dopo il diploma, quando andammo insieme da Nina, la parrucchiera per farceli tingere. Io me li feci celesti!

Risi al ricordo a alla faccia semi sconvolta di mio padre quando mi vide! Ero un’altra ragazza all’epoca.

-E ricordi quando Adriano voleva che cambiassi colore?-chiesi, tristemente al pensiero.

-Ancora con questo Adriano? Ma vedi di dimenticarlo! Devi cambiare Esme…essere un’altra persona e goderti ogni istante della tua vita, perché si vive una volta sola ed è brutto vivere ancorati al passato! A tal proposito perché oggi, non solo vedi una mia lezione ma balli anche tu con noi?…Sii una mia allieva! Nel gruppo si aggiungerà anche un altro giovane, che ha fatto l’iscrizione la settimana scorsa.

Tzè…un giovane? No, grazie!

-Motivo in meno per non venirci! Sai che odio quando vuoi accasarmi.

-Esmeralda, Esmeralda! Basta, per favore! Sei giovane e bella…goditi un po’ la vita, per favore! Ho letto la sua iscrizione e pare che sia italiano con radici spagnole…già mi immagino qualche gran dio.- disse con ogni sognanti.- E poi il mio non è un volerti accasare è solo volerti far conoscere nuova gente, nuovi ragazzi e farti capire che ci sono anche dei bravi ragazzi e che non sono tutti degli stolti!

-Okay…hai ragione! Ma da quando leggi le iscrizioni dei nuovi allievi?-chiesi curiosamente.

-Da sempre, carina! E ora metti un po’di musica, sta arrivando un cliente.

A quelle parole, mi avvicinai al jukebox e diedi spazio ad Elvis Presley con la sua :”Jailhouse Rock”.

Dopo aver servito due confezioni di gelato alla fragola, una torta gelato e due coni al pistacchio, io  e Rac rimanemmo a riordinare il locale e a rifornire le casse dei gelati finiti, quando dalla cucina nel retro della gelateria, si avvicinò il signor Alfredo Raffaldo, padre di Rachele, nonché mio datore di lavoro e uno dei pochi esseri di genere maschile a starmi simpatico.

-Ragazze, temo di dovervi dare una brutta notizia.- disse toccandosi i mustacchi brizzolati.

-Cosa papà? Non tenerci sulle spine!

-Mhm…allora è successo che Renato, il nostro factotum si è licenziato, per motivi famigliari di cui non ha voluto proferire parola. Il problema è , che come ben sapete la sua presenza era molto indispensabile per questo locale. Portava gelati e dolci a domicilio, scaricava i prodotti che arrivavano sapendo catalogare ogni gusto e spezia, ed era in grado di fare molte altre cose. Ergo, con lui se n’è andato un pezzo della gelateria.

La faccia di Rachele, così come la mia, era un qualcosa tra lo spaventato e il sorpreso!

Renato licenziato? L’unica cosa bella di questa frase era la rima baciata!

Ma com’era possibile? Da cinque anni che lavoravo nella gelateria, l’avevo sempre visto come un uomo tranquillo e lavoratore. Chissà cosa gli era successo? Bah…

-E quindi? Adesso che si fa? Sai che da noi vengono tanti clienti…come faremo?-chiese, in preda all’ansia Rachele.

-Tranquille…una possibile soluzione ci sarebbe. Infatti lo stesso Renato mi ha detto che conosce una coppia di persone affidabili che ha un figlio disoccupato, con molta esperienza lavorativa. A quanto mi han detto, ha lavorato in vari bar e in alcune pizzerie. Quindi…potremmo provare a metterlo in prova!-concluse Alfredo.

-Un ragazzo? Ancora non avete capito che non si può fare affidamento su i giovani di oggi?-dissi.

-Esmeralda, non iniziare a fare pregiudizi stupidi! Se il ragazzo è bravo è bravo! Così come ci sono ragazzi stupidi ci sono anche ragazze stupide, come quella che abbindolò Adriano per cui…-mi disse Alfredo.

Già…quella stupida!

-Okay…sei tu il capo, dunque scegli tu!-risposi.

-Ci sto anch’io!-rispose Rac.

-Perfetto! Allora mi faccio avere il numero del giovane e appena è possibile, magari proprio questa settimana , lo mettiamo in prova.

Così detto Alfredo se ne andò, lasciando in me una strana sensazione all’altezza dello stomaco. Come avrei fatto a lavorare con un essere maschile diverso da mio padre, Renato o Alfredo?

***

Dopo aver finito le mie ore lavorative e aver dato il cambio a Giulia e Margherita, due altre mie colleghe di lavoro, tornai a casa, dove ad aspettarmi c’erano le fatidiche pulizie domestiche. Ah…che stress!!

***

-Pronto, Rachele? Senti ma per questa lezione come dovrei vestirmi?-chiesi alla mia amica, al telefono, mentre caricavo la lavatrice nella mia piccola casa e mentre la mia amabile Carota, passeggiava per la casa, con in bocca le mie pantofole.

-Allora hai deciso di essere una mia alunna? Veramente? Aaaaaaa…-concluse gridando euforicamente la mia amica.

-Ehi, ehi…calma! Diciamo che ho pensato a ciò che mi hai detto e …quindi, voglio conoscere nuova gente! Però, ballerò solo per oggi! Sai che sono una frana.

-D’accordo, come vuoi tu! Comunque non sei una frana, sei solo troppo…rigida. Dovresti imparare a scioglierti di più nei balli così come nella vita. E quale miglior strumento se non alcune lezioni di balli latino-americani?

-Non so…provo con oggi! Sai che tra il lavoro, l’università e l’affitto da pagare, non so se avrò il tempo!-dissi spostandomi in bagno, per una bella doccia.

-Vedremo, tu prova con oggi! Comunque vestiti con abiti comodi e scarpe comode. Oggi ci divertiremo!

-Perfetto! Allora vieni a prendermi tu verso le 19.00?

-Sì Esmeralda! Ciao!

E così detto chiusi la chiamata con la mia amica e mi fiondai nella doccia, non prima però di aver detto al mio pastore scozzese dal pelo rossiccio, di mollarmi le pantofole. Mi sa che dovevo mettere anche quelle in lavatrice!

***

-Si parte, allora? Vedrai che ci divertiremo…sono un’insegnate fichissima io, non come il professore di biologia al liceo, hai presente?

-Sì…-dissi ridendo-ricordo eccome…ricordo soprattutto quando doveva spiegare chimica ma finiva col farci non capire niente.- continuai mettendomi la mano sulla bocca, come ero solita fare quando ridevo, mentre Rachele partiva nella sua panda rossa.

-Già! Comunque…fidati…nella lezione di oggi, imparerai molte cose e passerai due ore ganzissime! Siamo un gruppo affiatato. C’è Michelle, una ragazza francese davvero deliziosa! Nicolas che oltre a ballare suona la chitarra divinamente…Emanuele che però vuol farsi chiamare Bobby, e per il quale io ho una cotta…poi…

-Cosaaa?-le chiesi interrompendo il suo discorso.

-Che c’è?-mi chiese, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.

-Come che c’è? Hai una cotta per un tuo allievo?

-No…cioè sì! Ma non preoccuparti, è più grande di me! Ha ventisei anni ed è…bellissimo!-continuò con aria sognante.

-Mhm…e quando pensavi di dirmelo? E poi…com’è?

-Te l’ho appena detto! Ed è un gran fico! Biondo con due occhi blu. E con blu…non intendo i classici azzurri, bensì blu come il mare di notte o come il cielo senza stelle e senza luna.

-Ohh…che estro poetico, mamma mia! Sei cotta come una mela al forno!-le dissi ridendo.

-Eh già…ti dirò me ne sono accorta non molto tempo fa, ma…non ho voluto dirti niente prima perché non ero certa di quello che provavo!

-Capisco! Non vedo l’ora di conoscerlo!

Mi sorrise, e dopo aver girato per alcune strade, si fermò davanti alla scuola di ballo dove lavorava.

Una struttura molto bella e attrezzata dalle migliori e più moderne attrezzature, ma dallo stile interno classico ed elegante.

Dopo aver salutato alcuni ragazzi, e due insegnanti di danza classica, andò in una piccola stanza, dove si cambiò, indossando dei leggings e un vestitino colorato, e un paio di scarpe nere col tacchetto.

-Beh…che fai lì impalata? Togliti anche tu il giubbotto!-mi disse, mentre si cambiava.

-Sì!

Così detto sbottonai il mio piumino, rimanendo con un semplice paio di pantaloni della tuta neri e con l’unica maglia che avevo trovato in casa. Una maglia orrenda, aggiungerei! Con tanto di Spongebob stampato sopra. Regalo di mio nonno Achille per il mio ventiduesimo compleanno.

Mi considerano ancora una bambina in famiglia!

Dopo aver legato i miei capelli in una crocchia disordinata, mi avviai con Rac in una piccola sala da ballo, riempita già da alcune persone.

-Buonasera ragazzi cari!-esclamò la mia amica entrando.

-Oh ciao Rachele!-le risposero in coro dei ragazzi, mentre io assistevo timidamente alla scena, ancora sulla soglia della stanza.

-Lei è Esmeralda, mia migliore amica e mia collega di lavoro alla pasticceria di mio padre. E’ la sua prima lezione, e speriamo non l’ultima.- disse ridendo e guardandomi.- la faremo divertire?-continuò chiedendo ai giovani.

-Sìì-gridarono in coro, avvicinandosi per stringermi la mano.

Sembravano dei bravi ragazzi.

-Bene…allora! Ad occhio e croce ci siete tutti, ma non so se sapete che da oggi si aggiungerà un nuovo ragazzo al nostro gruppo.

-Sì…è un mio amico.- rispose un giovane dalla capigliatura bionda e dagli occhi tendenti al blu.

Che fosse il famoso Emanuele, detto Bobby?

-Ah…bene!-rispose diventando rossa in viso Rachele.

Sì, era Bobby!

-Arriverà a minuti…mi ha mandato un sms.- continuò il biondino, guardando Rac.

-Perfetto…allora aspettiamo ancora cinque minuti!-rispose ridendo e guardandomi.- che ne dite di presentarvi ad Esmeralda, intanto?-continuò .

-Sì…io sono Michelle, e vengo da Parigi!-mi disse avvicinandosi una ragazza dalla carnagione molto bianca e dai lisci capelli biondi.

-Io Alberto, ma puoi chiamarmi Al.-continuò un ragazzo molto alto.

-Io invece, sono…

-Scusate il ritardo!-disse una voce maschile interrompendo una ragazza che si stava presentando.

-Oh…sei arrivato! Non fa nulla…dobbiamo ancora iniziare! Ti stavamo aspettando!-disse Rachele voltandosi verso la porta d’entrata.

Il giovane che aveva parlato, era rimasto fuori la porta, ma appena la mia amica gli parlò entrò.

-Scusate ancora! Grazie di avermi aspettato. Sono Gabriele Levanti!- disse con uno accento particolare.

Sembrava tanto l’accento di Antonio Banderas nella pubblicità della “Mulino Bianco”.

Me l’aveva detto Rachele che il nuovo arrivato aveva radici spagnole.

-Figurati, caro! Puoi metterti vicino ad Esmeralda, la ragazza dai capelli rossi. E' anche lei nuova come te e vi troverete meglio insieme…stando ancora alle prime armi.

Cosa?? Oh no…no…no! Rachele, me la pagherai!-pensai furibonda.

-Certo!-rispose.

Sentivo lo aguardo del ragazzo posato su di me, ma non mi andava di guardarlo.

Dopo qualche attimo i ragazzi si sistemarono in file e lo spagnolo si avvicinò a me.

-Ciao! Sono Gabriele, piacere di conoscerti!-mi disse, tendendomi una mano.

A quel punto mi girai, trovando due occhi neri guardarmi sorridendo.

Era un ragazzo molto alto e aveva un fisico atletico. La sua carnagione era abbronzata e una cascata di riccioli neri gli incorniciava il volto.

Completamente l’opposto del mio ex.

-Salve! Sono Esmeralda De Angelis!-gli risposi puntando lo sguardo sulle nostre mani che si stringevano.

-Wow…bel nome…e bella maglia!-continuò ridendo.

Voleva prendermi in giro? Sì, voleva farlo!  Lo capii dal tono ironico con cui aveva pronunciato l'ultima frase, guardando con un sopracciglio alzato la mia T-shirt.

Ritrassi subito la mia mano e lo fulminai con lo sguardo.

Gabriele Levanti, fai molta attenzione.

 

***

Ciao ragazzi! Innanzitutto grazie di essere arrivati fin qui!^^

Sono Novalis, per chi non avesse letto qualcos’altro di mio, piacere di conoscervi!

Esmeralda e Gabriele sono personaggi che camminavano nella mia testa già da un po’. Finalmente ho trovato il modo di scrivere le loro vicende su carta.

Spero tanto che questo inizio vi sia piaciuto! Si vede soprattutto un tratto della vita delle due amiche e della protagonista si sa che è una persona molto acida e per alcuni versi antipatica. Aspetti affiorati in lei dopo una brutta ferita sentimentale di cui si saprà meglio in seguito.

Sarei davvero onorata se mi lasciaste una recensione anche piccina piccina, che mi aiuterebbe a capire se la storia è abbastanza carina da meritare di avere un seguito o se è meglio che mi dia all’ippica! Ahaha!XD

Alla prossima,

Novalis :D

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Novalis