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Autore: orkaluka    10/10/2013    1 recensioni
Quando dalle foreste di Hogwarts spariscono gli unicorni Melinda si offre volontaria per le ricerche, queste cominciano insieme a Ted e James, finiti, ovviamente, in castigo. Purtroppo però la questione non finisce qui, perché di fatti strani ad Hogwarts, quest'anno, ne accadono parecchi. Gli alleivi vengono attaccati da forze oscure e solo Melinda sembra in grado di percepire quando questi sono in pericolo. Tra amicizia, lealtà, magia e ovviamente avventura riusciranno Melinda, James, Rose, Scorpius e Al a sventare la minaccia che grava su tutti loro?
Siate clementi, é la mia storia non originale! Non sono affatto brava nelle presentazioni, quindi spero che vorrete dare almeno una sbirciata al testo XD
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 21 – Duplice (parte seconda)

 

 

“Finalmente, non ce la facevo più ad aspettare”

disse una voce di donna, in un sussurro ovattato in cui si riconoscevano i suoni di un’insana follia.

 “Tutti questi anni ad attendere che i due Potter arrivassero a scuola e poi aspettare ancora per le misure di sicurezza del Ministero, non ne potevo più.”

 Melinda rimase immobile, con gli scudi alzati e il respiro pesante.

“Potter mi ha rubato i genitori, io toglierò la vita ai suoi figli.”

 Melinda cominciò a fare un rapido calcolo di quanto stesse male e decretò che era in ottima forma, nessun osso rotto, nulla di slogato.

“Ma dobbiamo proprio tenere tutti questi ostaggi? Mi voglio divertire.”

 Disse una voce di uomo con lo stesso tono in cui un bambino avrebbe chiesto più biscotti alla baby-sitter. La donna rise sadicamente, a Melinda si accapponò la pelle.

“No, effettivamente non ci servono tutti questi ostaggi.”

Sentì dei passi avvicinarsi e la paura cominciò ad accelerarle il battito cardiaco, finché non ordinò a se stessa di calmarsi.

“Allora, questo no perché è un Malfoy, sono sempre stati dalla parte del lato Oscuro, non vorremmo perdere la loro fiducia proprio ora.”

 Disse la donna.

“Questa no, perché è la loro cara cuginetta e io voglio vedere il loro volto sofferente mentre la uccido davanti ai loro occhi. Questa qui non so neanche chi sia, puoi averla, ma ad una condizione.”

 Disse la donna sadica in tono divertito.

“Devi batterla a duello.”

 Per poco Melinda non aggrottò le sopracciglia. Ma chi diavolo era quella strega infida? Uno scossone la scrollò e lei fece finta di essersi appena svegliata.

“Su ragazzina, ti sfido a duello.”

Disse la voce di uomo, questa volta distorta da una nota di divertimento. Melinda aprì gli occhi e inorridì alla vista dell’uomo. Era alto, sudicio, magrissimo, si vedevano persino le ossa e pareva più morto che vivo. Il suo naso era incredibilmente grande, quasi un becco, l’insieme non era solo brutto, ma anche orribile e terrificante.

 “Alzati piccolina, non vorrai morire senza aver lottato, no?”

 Disse la donna che entrò finalmente nel suo campo visivo. Un tempo, quando ancora non era stata corrosa dalla vendetta, doveva essere stata bella, perfino divina, ma ora sembrava solo l’ombra di una pazza. Le occhiaie sfioravano quasi le labbra, gli occhi erano iniettati di sangue, i capelli erano crespi, sudici e disidratati, il suo corpo era deteriorato, quasi che la rabbia che portava dentro si fosse riversata fuori attraverso la pelle. Anche lei nel complesso era terrificante. La lasciarono andare e Melinda barcollò un poco, ma ritrovò subito la sua posizione eretta. Osservò la radura in cui si trovavano, la luna illuminava tutto e rendeva ogni cosa contornata d’argento, tutto, tranne le tre figure immobili e nascoste nell’ombra. In tutto erano cinque, cinque maghi oscuri, pronti ad uccidere.

“Cinque contro una, non vi pare come minimo scorretto?”

 Chiese con voce flebile ma dura nonostante la paura stesse attanagliando le viscere. La donna rise apertamente, era evidentemente il capo della banda e non solo perché gli altri sembravano chiederle il permesso per ogni singolo movimento, ma anche perché Melinda faticava a credere che qualcuno non avrebbe obbedito ad un così alto concentrato di cattiveria.

“Si, ragazzina, cinque contro uno sarebbe scorretto, ma sarà lui a sfidarti.”

E indicò con un dito il Nasone, che sorrise e si leccò le labbra.

 “Non vedo l’ora”

Disse, con un tono sudicio che sembrò arrampicarsi sulla pelle di Mel.

 “Cosa ottengo se vinco?”

Chiese Melinda, nel disperato tentativo di rinviare il duello. La donna rise di gusto, prese a camminare avanti e indietro, con un indice sulle labbra, come se stesse davvero prendendo in considerazione quella possibilità. Era davvero così scarso il Nasone? Si poteva Mel fidare della follia di quella donna?

“Se vinci, uno di voi tre potrà andarsene indenne, non verrà attaccato fino a domani notte.”

 Melinda non sorrise, se il premio era quello voleva dire che il Nasone non era certo un pivellino.

 “Come faccio a sapere che potrò scegliere indistintamente tra di loro e che manterrai la promessa?”

 La donna sorrise un’altra volta.

“Dovrai fidarti. Sai checché ne dicano i maghi buoni”

 e qui fece una smorfia.

“Noi manteniamo sempre la parola data, in un certo senso siamo molto affidabili.”

Melinda annuì, sentiva che ormai non poteva più rinviare il duello, per cui si preparò come meglio poteva. “Accetto la sfida.”

Le opzioni erano due, poteva morire subito o tentare di lottare per salvare almeno uno di loro, avrebbe optato per la seconda, era un Grifondoro per qualcosa, per le mutande di Merlino! La donna rise un’altra volta.

 “Bene bene bene, non vedo l’ora di assistere allo spettacolo e voi cosa ne dite? Non vi avvicinate per vedere?”

Chiese. Gli uomini annuirono  e uscirono dall’ombra, senza però mostrare i volti, coperti dal cappuccio. Melinda si posizionò di fronte al Nasone, con la bacchetta alzata e fece l’inchino insieme a lui, poi, appena si alzò schivò un colpo che le bruciò un poco la spalla sinistra.

“Ma come, tutto qui? Vogliamo più azione insomma!”

disse la donna, completamente fuori di senno. Melinda lanciò uno stupeficium, che non andò a segno, provò di nuovo con un expelliarmus, ma il Nasone evitava tutti i colpi con un movimento della bacchetta e un sorriso di scherno sul viso. Le lanciò addosso degli incantesimi potenti, che evitò per un soffio, ma che le procurarono ferite superficiali ma dolorose. Fu quando un incantesimo le colpì parzialmente un piede che Melinda comprese di non potercela fare da sola, non lei. Si nascose dietro ad un masso, i colpi continuavano a colpire la pietra per essere sbalzati con ferocia contro il terreno. Osservò il suo piede, che sanguinava abbondantemente da un taglio che percorreva anche gran parte della gamba. Pronunciò sottovoce una litania che rimise insieme gli squarci e attenuò il dolore. Poi si concentrò su se stessa e sulla sua mente. Ciò che voleva fare era molto facile e al contempo molto complicato. Lo so che ci sei, ci sei sempre. Perché ora non ti mostri? Chiese alla sua mente. Si ritrovò improvvisamente intrappolata nel suo stesso cervello, le apparve davanti una figura, era lei, ma con uno sguardo diverso, che trasformavano quella persona in un’altra Melinda. Cosa vuoi da me? La bocca non si mosse, ma Melinda comprese lo stesso le parole. Aiutami, ho bisogno del tuo aiuto. Io, quella che tu chiami la tua parte adulta? Non penso proprio, tu hai paura di ciò che io potrei fare, lo senti anche tu. Melinda annuì, aveva paura si di quella parte di lei, la temeva come temeva poche altre cose al mondo, aveva intravisto i sogni di quella creatura, di quell’altra lei, amava uccidere, torturare e distruggere. Lo so, ma non ho altra scelta, o ti lascio il mio corpo per alcuni momenti oppure morirò e con me i miei amici. La parte adulta sembrò riflettere per alcuni secondi. Voglio qualcosa in cambio. Disse, Melinda chiese. Che cosa? La parte adulta di lei sorrise sadicamente e disse. Voglio il permesso di uccidere quell’uomo, il Nasone. Melinda non ci pensò per molto tempo, annuì e il suo corpo fu invaso da rabbia, rancore, solitudine e tutto ciò che la parte adulta di lei rappresentava, un ammasso di emozioni così violente e negative che per alcuni secondi si dimenticò dell’amore con cui era cresciuta, delle grandi amicizie he aveva stretto e per cui stava per sacrificare tutto. Quello che accadde dopo fu strano, così particolare che anche la donna pazza tacque e semplicemente assistette alla scena. Melinda puntò la bacchetta verso il Nasone e pronunciò un incantesimo che aveva sperato di non ricordare.

“Sectumsempra.”

 Il Nasone lo evitò e sorrise divertito.

“Allora cominciamo a fare sul serio, piccina eh?”

 Detto questo lanciò un incantesimo che incendiò l’erba attorno a Melinda, lei puntò la bacchetta verso le fiamme e disse.

“Fredda fiamma!”

 Quando i lembi di fuoco la raggiunsero sentì solo un lieve formicolio. Melinda puntò la bacchetta e disse. “Dolohoferio!”

Anche di questa aveva letto nei libri di papà e aveva sperato di non ricordarla. La frusta magica partita dalla bacchetta della ragazza colpì il Nasone, che si accasciò a terra dopo alcuni secondi. Melinda si avvicinò lentamente al corpo e rise di gusto, alla vista del Nasone agonizzante, che cercava di asciugarsi il sangue che colava dalla bocca. Melinda poggiò la punta della bacchetta sullo sterno dell’uomo e sussurrò.

 “Avada Kedavra.”

 Quello morì in un lampo di luce verde. La parte adulta di Melinda si ritirò, soddisfatta della morte di un uomo, anche se non innocente, appena prima di andarsene la voce sussurrò. Chiamami Bella.

 

Note dell’autrice

Respirate, c’è una spiegazione a tutto e anche se questo potrebbe sembrarvi del tutto improbabile, credete, lo è solo perché non siete all’interno della mia pazza quanto fantasiosa mente. Bella è uno dei grandi misteri di quella che spero diverrà una serie e quindi non assicuro che alla fine di questa storia comprenderete chi sia davvero.  Detto questo vi saluto e spero di leggervi in tempo per il prossimo capitolo. Recensioni sono più che gradite, come sempre ;)

  
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