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Autore: N F LEYDEN    25/10/2004    6 recensioni
Il sesto anno di Harry in puro stile Rowling
Genere: Avventura, Azione, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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odoacre

  odoacre, Caillena, eurogirgio, Marty e Marty-Chan( a proposito siete sorelle?): un grandissimo, strascicato grazie ad ognuno di voi!                 

 

 

 

 

      SUSSURRI NELL’ OSCURITA’

 

 

 

 

 

 

 

<< Ron! Hermione! Neville! >> Harry e Ginny si precipitarono verso gli amici, subito dopo la premiazione.

<< Ehi! >> disse Ron con aria inquisitoria dopo aver abbracciato l’amico, << sei sporco di rossetto >>.

<< No >> disse Harry in panico, << aspetta, non è come credi >>.

Ma il rosso non l’ascoltava, passava invece lo sguardo da Harry alla sorella.

Un silenzio teso scese sulla comitiva.

<< Era ora che voi due vi conoscesse meglio! >>Disse, e scoppiò in una fragorosa risata, per quella che per lui doveva essere una fine battuta di spirito.

<< Sai Ron >> fece Hermione tra le risate generali, << credo che un rinoceronte infuriato abbia più tatto >>.

 

 

 

 

 

<< L’ hai detto a Silente? >> chiese quella sera Ginny, accoccolandosi in braccio ad Harry.

<< Ehm…si >> rispose piano il ragazzo.

<< Cos’ hai? >> gli fece Ginny guardandolo divertita.

<< In che senso, cos’ ho ? >> fece Harry.

<< Sei…strano >>.

<< No >> disse il ragazzo, <<  è solo che dopo devo incontrare Silente e altri membri dell’ordine, e sono un po’ nervoso all’idea >>.

<< Oh >> fece Ginny delusa, << e io che volevo fare una passeggiata romantica, beh vorrà dire che ti aspetterò aiutando Hermione a ricamare cappellini per gli elfi domestici >>.

<< Ehm…veramente Hermione e Ron vengono con me >>.

<< Cosa? >> chiese la ragazza, ma ora non sorrideva più.

<< Bè >> iniziò nervosamente Harry, << quando prima ho parlato con Silente, mi ha detto di non arrischiarmi a parlare di notizie dell’ordine  al di fuori del suo ufficio, ma ovviamente è parso subito evidente che ne avrei parlato con Ron e Hermione, così ha deciso di rende anche loro membri effettivi, è un piccolo strappo alla regola, solo i maggiorenni possono farne parte, ma considerando quello che hanno già affrontato, l’anticipare di un anno non è una gran cosa >>.

<< E io? >> chiese Ginny con un cipiglio sempre più rabbioso.

<< Silente crede che tu sia troppo giovane >>.

<< E tu cosa credi, Harry? Hai almeno provato a intercedere per me? >>.

<< No, >> rispose il ragazzo, << anche per me sei troppo giovane >>.

<< L’anno scorso mi sono battuta con te all’ufficio misteri >> rispose in un sussurrio furioso la ragazza.

<< Non vado certo fiero di avervi trascinato in quella pazzia >> disse Harry abbassando ancora la voce, anche se la sala comune era ormai deserta ad eccezione di Ron ed Hermione, zitti e assorti sul divano di fronte.

<< E voi non dite niente? >> sbottò la ragazza rivolta all’amica e al fratello.

<< Ne ho già parlato con Harry >> rispose secco Ron, << e sono d’accordo con lui >>.

<< Ma…ma come vi permettete di decidere cosa è meglio per me!? >> inveì Ginny al massimo dell’indignazione, << Hermione anche tu la pensi come loro? >>

<< Ginny >> fece l’amica imbarazzata, << se Silente pensa che sei troppo piccola… >>

<< Bene…bene >> disse Ginny, mentre lacrime di rabbia le cadevano sul viso, << buonanotte a tutti >> e salì verso i dormitori.

<< Vedrai che le passerà >> fece Ron all’amico.

<< Si >> rispose Harry avvilito, << come no >>.

<< Andiamo >> disse Hermione, << è quasi mezzanotte, la riunione sta per iniziare >>.

Così tutti e tre coperti, e ormai decisamente stretti, sotto il mantello di invisibilità di Harry, si avviarono verso l’ufficio del preside.

 

 

 

Nell’ufficio, quando arrivarono, non vi erano più di sette persone, ed era chiaro, da come li accolsero, che non ne sarebbero venute altre.

C’era Silente, ovviamente, e la Mc Grannit e Piton, entrambi a quanto pareva, palesemente contrari all’idea che tre ragazzi ancora minorenni entrassero nell’ordine. C’era Lupin, che sembrava essersi del tutto ripreso dopo il tentativo di linciaggio a Diagon Alley, e Sturgis  con quella specie di pagliaio in testa.

C’era Bill in rappresentanza dei Weasley, e Aberforth il misterioso fratello di Silente.

Harry avrebbe rivisto volentieri tanti altri visi, e si chiese preoccupato se non gli fosse successo qualcosa.

<< Stanno tutti bene, Harry >> disse il preside cogliendo il suo sguardo, << ma questi sono tutti quelli che sono potuti venire con un preavviso così breve >>.

Harry annuì tranquillizzato.

<< Bene >> disse Silente, <<  vi ho riunito qui, questa sera, per decidere il da farsi in seguito all’intuizione di Harry sull’apertura della camera segreta, quella che presumibilmente contiene lo scudo di Merlino >>.

<< Credo >>, continuò il preside, << che dovremmo stabilire delle aree, dei punti strategici, da sorvegliare, mai come ora dobbiamo impedire a Voldemort di giocarci d’anticipo >>.

La riunione andò avanti per poco, furono stabilite le aree primarie, e a chi toccasse sorvegliarle, furono fatti turni di guardia e convenuti segnali d’allarme.

<< E’ tutto deciso >> disse il preside alla fine, << domani mi recherò da Cornelius Caramell, a Londra, è giusto che sia informato, e poi devo chiedergli un paio di fatti. Signori, buonanotte a tutti >>.

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno dopo Harry era sempre più convinto che l’idea del preside, di recarsi a Londra, fosse sbagliata in partenza.

Aveva la netta impressione che fossero giunti a una svolta cruciale nel mistero dello scudo, ed era fondamentale che Silente non si allontanasse da Hogwarts, ma ovviamente se il più grande mago del mondo doveva incontrare il ministro della magia, ci voleva ben più di un vago presentimento di un ragazzo di sedici anni, per mandare a monte l’incontro.

E così Silente partì, si allontanò in una fresca sera di Marzo, con la promessa di tornare da lì a due giorni.

Il giorno dopo Harry si svegliò con un feroce mal di testa, aveva trascorso quasi tutta la notte senza riuscire a prendere sonno.

“Sentirsi come uno scudo di Merlino”, quella stupida espressione, che aveva pronunciato Ron, non aveva fatto altro che entrare e uscire dalla sua testa impedendogli di dormire.

<< Ehi >> disse Ron vedendolo alzato, << sei in forma? Oggi iniziamo gli incantesimi di smaterializzazione con la Mc Grannit, sono la base per poi sapersi smaterializzare di persona >>.

<< Potrei stare meglio >> borbottò Harry, << hai visto Ginny? >> chiese poi.

<< No >> rispose un po’ impacciato il rosso, << Hermione dice che si è alzata presto questa mattina, ed è uscita subito dalla torre >>.

<< Ah >> fece un po’ deluso Harry, << a proposito, Hermione dov’è? >>

<< E’ così emozionata per la lezione di oggi che non sta facendo altro che entrare e uscire dalla sala comune >> rispose Ron con una faccia disgustata, << ecco, questa deve essere lei >>.

Il ritratto della signora grassa si aprì lasciando entrare una Hermione più agitata che mai. << Harry ci pensi? Tra meno di dieci minuti inizieremo la lezione sugli incantesimi smaterializzanti, non è meraviglioso? >>

<< Sicuro >> risposero i ragazzi insieme.

<< Dobbiamo fare presto se vogliamo dei posti decenti >> continuò la ragazza che evidentemente non aveva colto il tono sarcastico, << forza andiamo >> disse, e li trascinò alla lezione.

 

 

 

<< Potter! Ma si può sapere cos’ hai oggi? >>.

Harry guardò mogio il finto galeone sul suo banco, avrebbe dovuto farlo scomparire e materializzarlo sulla cattedra della professoressa, cosa che aveva già fatto tutta la classe (Hermione in verità ci stava già provando con una coccinella), ma per quanto tentasse sembrava avere sviluppato una sorta di blocco.

<< Non…non credo di stare benissimo, professoressa >> rispose il ragazzo.

<< E allora esci, Potter >> fece la Mc Grannit.

Harry si buttò sul letto schiumando rabbia per la Mc Grannit, la testa gli faceva un male da morire, aprì il baule per estrarre la Firebolt, ma poi si ricordò di non saper più volare. Non si trattenne più, sferrò esasperato un violento calcio contro il baule.

Un rumore si vetri rotti gli rispose.

Con più calma iniziò a guardare tra la propria roba,  ed ecco, proprio in fondo al baule, trovò un frammento di vetro. Gli bastò un attimo per riconoscere in esso un pezzo dello specchio donatogli da Sirius l’anno prima.

Sirius, pensò, è con lui che vorrei parlare.

<< MALEDIZIONE! >> urlò scagliando il frammento contro la porta.

<< Ma perché te ne sei andato!? SIRIUS!  Mi hai lasciato quando avevo più bisogno di te >>. Ora ansimava, la testa appoggiata contro un muro, << Sirius  >> disse più piano, << Mio Dio quanto odio quel dannato arco >>.

<< Quel dannato… >> ma ora aveva chiuso gli occhi, nella mente la visione dei pensieri di Voldemort, quei deboli sussurri appena avvertiti, quel dannato arco..., "mi sento come uno scudo di Merlino", quel dannato arco...

Alzò lentamente la testa, una eccitazione innaturale si era impadronita del suo corpo, perché aveva appena capito due cose.

La prima era che doveva subito correre a Londra ad avvertire Silente.

La seconda era che l’arco della morte e lo scudo di Merlino, erano due parti della stessa opera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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