Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: marty1894    11/10/2013    1 recensioni
Ormai il sole era tramontato da molti su quel vecchio castello. Non vi era più nessuno in quel regno, tutti uomini, demoni, donne e bambini, compresi i mezzi demoni avevano abbandonato quel posto un tempo una terra fertile, da far invidia al paradiso. Ora quelle terre, quei campi e gli stessi giardini del castello non erano altro che terreno per i poveri cani abbandonati, per le fecce di demoni, dimenticati dalla società, soprattutto erano il cimitero di antichi guerrieri.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo: 14

Il suo corpo era sparito, sparito in una folata di vento caldo, sparito, dissolto nel nulla. Le sue mani non stringevano più quelle braccia leggere e forti allo stesso tempo, la sua bocca non avrebbe più pronunciato il suo nome, il naso di demone non avrebbe più riconosciuto il suo odore disperso tra altri mille. Il fine udito non avrebbe ascoltato mai più le sue risposte pungenti o i suoi complimenti; ma ciò che lo distruggeva era che non avrebbe mai più visto quegli occhi così belli, di quella tonalità malinconica e felice al tempo stesso, non avrebbe più visto il suo volto contratto in mille maschere o le sue movenze per affrontare il nemico, non sarebbe stato più in grado di rivederla.

Se ne erano andati così senza dire addio, senza dire un arrivederci oppure avere l'opportunità di ringraziarli, ringraziarli per averli aiutati. Avevano lasciato un enorme vuoto in tutti loro, adesso però che la guerra si era compiuta, che la pace era tornata e che Naraku era finalmente morto, si poteva di nuovo avere una vita felice senza avere paura della paura stessa.

 

Sango era ancora inginocchiata dove Ricmorn e Cruhand erano distesi senza vita, li aveva visti sparire così come era sparita Kagome. In un primo momento quando conobbe quella giovane ragazza gli sembrò solo arrogante e presuntuoso, ma poi dovette ricredersi. Ricmorn un giorno gli disse che Kagome non era arrogante, si comportava da dura e testarda solo perché aveva imparato a non contare su nessuno se non su se stessa, che si era fidata di molte persone, ma ne fu sempre tradita. Però con il passare delle settimane, Sango notò un cambiamento nel comportamento della ragazza, lei si avvicinò molto alla principessa dei demoni puma, che divennero amiche. Erano molto unite, una che comprendeva e condivideva le gioie e i dolori dell'altra, ridevano e scherzavano insieme. Adesso però Sango non avrebbe più avuto questa opportunità, lei se ne era andata lasciando un divario troppo grande da colmare, un amaro in bocca che difficilmente se ne sarebbe andato. L'unico rimpianto quello di non aver fatto promettere a Kagome di essere la sua damigella d'onore al suo matrimonio, questo non se lo sarebbe mai perdonato.

 

Miroku guardava il posto dove poco prima era sdraiata la figura di Searmon, anche lui come quella piccola combriccola se ne era andato via, lasciando solo un lieve ricordo di se. Miroku non poteva credere che tutti loro fossero spariti, Searmon, Ares, Belendithas, Ricmorn e Cruhand, era solo un incubo, ahimé quanto si sbagliava quel demone. Loro se ne erano andati e molto difficilmente sarebbero tornati. Ciò che lo distruggeva maggiormente era il fatto di non aver conosciuto meglio Kagome, la prima signora dei draghi; per lui era sempre stata un mistero fin da quando l'avevano trovata nella foresta di Dilong, un mistero che avrebbe voluto districare volentieri, ma il tempo era stato crudele. Inizialmente, come per Sango; gli era parsa come una ragazza fredda e insensibile, ma si era sbagliato su tutta la linea, per lui era cominciava ad essere come una sorella, la sua presenza gli infondeva coraggio, e per sua fortuna si era accorto che Kagome c'era sempre stata per dargli una mano. Molto spesso per districare quel mistero che era la ragazza aveva parlato con Ares e Searmon, solo allora aveva capito chi realmente fosse, chi era quella persona che loro seguivano senza fare troppe domande. Sopratutto Miroku, il principe, doveva molto a Kagome, si perché era stato grazie a lei se adesso aveva avuto l'eterna possibilità di sposare Sango, conosceva quanto Kagome tenesse alla yasha e aveva chiesto la sua benedizione per avere la sua mano, Kagome acconsentì, ma lo minacciò di morte se avrebbe fatto soffrire la sua migliore amica. Gli sembrava di vederla perseguitarlo dalla tomba, era una cosa semplice per lei che non si fermava davanti a niente, adesso sorrideva sotto i baffi, un sorriso amaro e nostalgico. Il rimpianto di non aver avuto la possibilità di ringraziarla.

 

Sango e Miroku si alzarono e si avvicinarono l'uno all'altra, poi dopo essersi guardati negli occhi, si presero per mano e andarono incontro a Inuyasha, ancora seduto nel luogo dove Kagome gli aveva detto addio.

Sango: “ Lei sarà sempre con noi Inuyasha” disse la ragazza inginocchiandosi e abbracciando l'amico, che però non rispose. Poi si alzò e si affiancò di nuovo al compagno.

Miroku: “ Andiamo Inuyasha, ci aspettano” disse il demone porgendo la mano all'amico, il quale non dicendo niente la prese e si tirò su, per poi lasciarla e andando verso Katara che non osò parlare.

 

Erano tornati al castello, la notizia della morte di Naraku si era diffusa piuttosto velocemente, tutti i regni e ogni singolo cittadino festeggiava quella agognata vittoria, sopratutto festeggiarono il ritorno dei loro eroi, ma non nessuno sapeva che era vivo grazie ad altre creature; così inconsapevolmente applaudiva loro che erano stati delle comparse.

I portoni del palazzo si aprirono alla loro entrata, tutto il castello li accolse a braccia aperte, specialmente i loro genitori li accolse con preoccupazione e con lacrime. Piangevano quei demoni, che avevano visto molti anni e molte cose nelle loro vite, piangevano perché avevano fortemente temuto di poterli perdere, di perdere qualcosa di prezioso che non sarebbe mai tornato indietro, ma vederli tornare tutti sani e salvi era una gioia immensa che aveva sostituito la paura di quei giorni difficili. Li abbracciarono e si congratularono con loro, ma si vedeva chiaramente che loro non erano felici, tutto il contrario.

Sesshomaru: “ Inuyasha dov'è Kagome?” chiese il fratello visibilmente preoccupato, poiché non vedeva ne lei ne i suoi draghi.

Izayoi: “ Si dov'è la nostra eroina?” chiese contenta la madre.

Inuyasha: “ Lei...è...” non riuscì a finire, il suo viso per la prima volta in vita sua si riempì di lacrime, lo abbassò come un eroe sconfitto, come un medico che annuncia la catastrofe, come colui che non avrebbe mai voluto dire quella parola.

Tutti guardarono i volti i quei ragazzi, che per la prima volta in vita loro avevano combattuto una guerra, forse una guerra troppo impegnativa, ma conoscendo il pericolo nessuno di loro si era tirato indietro, avevano fatto tutto il possibile, ma non era stato sufficiente perché avevano perso. Guardandoli un ad uno capirono cosa volesse dire quello sguardo triste, vago e disperato di chi non vuole parlare degli orrori della guerra, di chi ormai sa che la sua esistenza è stata segnata. Capirono che Kagome e i suoi draghi erano morti, morti per un futuro, futuro affidato a loro, morti per dare una possibilità alle nuove generazioni di non vivere sotto il dominio di Naraku. Morti per una giusta causa. Ma la loro mancanza, la loro assenza sarebbe stata sentita per tutti coloro in cui lei aveva lasciato un pezzo di se, della sua anima, del suo essere semplicemente Kagome, la quale li aveva colpiti con la sua semplicità.

 

Sacerdote: “ Adesso io vi dichiaro marito e moglie, può baciare solo e soltanto la sposa e la sua futura moglie, signor Miroku” disse il sacerdote.

Miroku ancora rosso in volto per la ramanzina del prete alle proprie nozze, baciò colei che era e sarebbe stata sua moglie, Sango. Un bacio semplice e fantastico per i due sposi.

Si finalmente erano marito e moglie e anche due giovani genitori. Si alcuni giorni dopo quella guerra Sango aveva scoperto di aspettare un figlio da quel maniaco di Miroku. Così avevano deciso di rimandare le nozze di mesi, però poi quei mesi si erano trasformati in anni, e adesso il pupillo, Aikino; aveva ben cinque anni, un maschietto bellissimo con i caratteri somatici simili alla madre, e le mani troppe lunghe come quelle del padre. Sano aveva tanto sperato che fosse femmina, ma gli dei l'avevano punita dandogli un maschio depravato e donnaiolo come il marito, l'unica nota positiva era che con padre e figlio in giro la poveretta non si annoiava mai.

Sango: “Aikino, Miroku muovetevi ci stanno aspettando” urlò una giovane donna, ancora fresca e piena di energie. I suoi due uomini arrivarono di corsa, con il fiatone per aver corso giù per le scale, montarono sui draghi e si diressero verso il castello di Inu No Taisho.

 

Erano tutti lì dopo cinque anni, in quel giorno di tristezza adesso erano li a rendere loro omaggio. Quando erano tornati dalla guerra cinque anni prima, Kagome non ebbe l'opportunità di tornare a casa con loro, in seguito loro tre dissero alle famiglie cosa era successo veramente e la notizia sconvolse molto. Così per ricordare chi veramente aveva sconfitto Naraku venne creata una statua in loro onore.

Quando Miroku e Sango si sposarono vollero assolutamente che lei ci fosse, così invece che in chiesa, il prete decise di sposarli sotto la statua sotto quel volto gentile e malinconico che la caratterizzava. La statua fatta per loro sarebbe resistita per le epoche future per non dimenticare il passato che è qualcosa di troppo importante da scordare.

Una ragazza giovane dai lineamenti molto semplici si caratterizzava da quelle figure, gli occhi rivolti al cielo, in segno della libertà conquistata, i capelli sciolti al vento e le mani sulle impugnature delle sue spade, Kagome era stata raffigurata come in quel giorno che l'avevano conosciuta, fiera e spietata, ma tanto dolce e attenta. Dietro di lei cinque figure, i cui nomi erano sulla bocca di tutti, Cruhand e Searmon seduti a terra uno a un lato e un al altro di Kagome, Ricmorn in piedi dietro di lei e ancora dietro Ares e Belendithas in piedi con le ali spiegate pronti a spiccare il volo. Eccoli li riuniti nel giorno della lotta che avrebbe deciso il loro futuro.

Quando Sango e Miroku si baciarono sotto i loro sguardi, Inuyasha sorrideva per la tenerezza di quel gesto, mentre li guarda, qualcosa o meglio qualcuno dietro di loro catturò la loro attenzione, Kagome in cima ad una collina poco distante, che lo fissava e gli sorrideva con accanto tutti loro, continuava a sorridergli finché non si voltò e scomparve. Inuyasha da quel giorno non seppe mai se era stata la sua mente a giocargli un brutto scherzo, oppure ciò che aveva visto era stata la realtà.

 

A cinque anni di distanza adesso erano tutti li a pranzare con lei e a parlare del più e del meno, si vedevano raramente, perché i doveri di un regno venivano prima di qualsiasi altra cosa. Parlavano di tutto del figlio che cresceva come il padre, maniaco e depravato; parlavano delle condizioni dei genitori e della loro salute, parlavano dei fratelli e dei loro draghi. Erano felici l'uno per altro, l'importante era stare bene.

 

Mentre parlavano tra di loro Aikino giocava con i draghi poco più in la quando non notò la statua, il piccolo non sapeva chi fossero quelle figure.

Aikino: “ Chi saranno mai queste figure, mamma e papà mi ci portano tutti gli anni ma non ho mai capito chi fossero” disse a voce il piccolo con un enorme gocciolone sulla testa.

Voce: “ Quella che vedi è una yasha di una dinastia molto antica,estinta cinque anni fa, si chiamava Kagome, lei era stata prigioniera di Naraku, tu lo conosci?” disse la yasha rivolgendosi al piccolo.

Aikino: “ Mamma e papà me ne hanno parlato, mi hanno detto che era un essere cattivo” disse il bambino guardando quella donna.

Voce: “ Era davvero un essere spregevole, che aveva ucciso la famiglia di quella ragazza, ma lei era riuscita a sopravvivere e quando lei scappò gli promise che si sarebbe vendicata. Infatti si vendicò uccidendolo” disse sorridendo la donna, sedendosi accanto al bambino e guardando la statua.

Aikino: “ Ma chi sono quei draghi dietro la signorina?” chiese ingenuamente il bambini indicando ognuna delle figure.

Voce: “ Loro erano la famiglia che era rimasta alla ragazza sono i draghi che lei comandava, o meglio a cui lei voleva bene e considerava fratelli. Ares capostipite della casata dei dragoni d'oro, suo fratello Cruhand primogenito della stirpe dei dragoni d'argento, Belendithas discente dei creatori dei dragoni d'acqua, Ricmorn primogenito dei dragoni del fuoco bianco e infine Searmon padre dei draghi blu. Ognuno di loro aveva lasciato la propria famiglia corrotta e si era unito a lei, con un giuramento valido anche nella morte” disse la ragazza indicando ognuna delle figure.

Aikino: “ Ma perché sono così importanti per i miei genitori e per mio zio Inuyasha?” chiese il piccolo.

Voce: “ Perché lei voleva bene ad ognuno di loro, sai Kagome considerava la tua mamma come la sua migliore amica, il tuo papà era per lei come un fratello, un fratello che non aveva mai potuto avere. Inoltre lei amava tantissimo tuo zio Inuyasha lo sai piccolo. Non avrebbe mai voluto andarsene, però qualcuno doveva sacrificarsi. Dico bene ragazzi?” disse rivolgendosi ai proprio draghi dietro di lei e ai draghi degli amici che sino a quel momento gli avevano ascoltati senza rivelare al piccolo la loro identità.

Sango non vedendo più suo figlio e i draghi andò a cercarli, si stava facendo tardi e dovevano rientrare per prepararsi per cenare tutti assieme.

Sango: “ Aikinooo, ragazzi dove siete fatevi vedere è tardi dobbiamo andare, forza”urlò la donna cercandoli.

Quando Miroku e Inuyasha sentirono Sango gridare i nomi sia del figlio e dei draghi, la aiutarono a cercarli, la notte non era un buon alleato per giocare a nascondino se non si è sicuri della terra circostante.

Sango: “ Finalmente vi ho trovato, cosa fate qui?” chiese vedendosi venire incontro il piccolo.

Aikino: “ Mamma non sai cosa è successo?” disse tutto contento il piccolo.

Sango: “ Cosa è successo?” chiese un po' preoccupata rivolgendo lo sguardo ai draghi, che fissarono il bambino, come dire fattelo dire da lui, non ci crederai.

Aikino: “ Ho parlato con una signora che mi ha spiegato chi sono queste figure, anche lei è una signora dei draghi come noi” disse tutto contento il piccolo, che si ammutolì di colpo all'urlo della madre.

Sango: “ COSAAA CONCHI HAI PARLATO?!!!” chiese la donna, al cui urlò il piccolo si rifugiò dietro le gambe di un'altra donna.

Voce: “ Non sei un po' troppo dura con lui, in fondo abbiamo solo parlato” disse quella voce femminile, accarezzando la testa del piccolo.

Sango: “ Lascia stare mio figlio” disse, mentre veniva affiancata da Miroku e Inuyasha, i quali avevano entrambi estratto le loro spade.

Voce: “ E' proprio bello tuo figlio Sango, ti assomiglia” disse continuando ad accarezzarlo.

Inuyasha: “ Lascia stare mio nipote o te la vedrai con me” disse il demone avvicinandosi.

Belendithas: “ Non cambieranno mai sai” disse il drago avvicinandosi assieme agli altri alla ragazza.

Ares: “ Andiamo metti fine alle loro sofferenze, rivelati e basta” la incitò l altro.

 

I tre rimasero stupiti, riconoscevano quelle cinque figure e quelle cinque voci, non poteva essere loro erano vivi, erano davanti a loro in carne ed ossa, non odoravano di morti, le loro aure demoniache erano presenti, il profumo era vero. Erano vivi, allora quella donna...

Kagome si tolse il cappuccio e mostrò il suo volto, erano passati cinque anni, ma non sembravano averla segnata molto. Loro poi non erano cambiati di una virgola.

Kagome: “ Lo ripeto è proprio bello tuo figlio amica mia” disse la yasha cominciando a piangere.

Sango l'aveva riconosciuta, era lei la sua migliore amica, adesso era li davanti a lei viva e reale, che corse ad abbracciarla; si tenevano strette l'una all'altra, forse per la paura che tutto fosse un sogno, ma non lo era.

Anche Miroku, ripresosi dallo shock iniziale andò ab abbracciarla e abbracciare i draghi a cui si erano affezionati.

L'unico che ancora non si era mosso era lui; Inuyasha era davanti a lei fermo, immobile, impassibile, era davvero lei, non era un'illusione.

Kagome: “ Inuyasha..” lo chiamò ma niente, Riprovò varie volte ma lui non rispose. Quel suo silenzio la faceva stare male, la fece piangere di dolore, forse lui non l'amava più. Inuyasha la vide piangere a causa sua, cosa stava facendo perché non correva ad abbracciarla, cosa glielo impediva, aveva paura che lei se ne sarebbe andata, no lei sarebbe rimasta. Al diavolo le domande, al diavolo le risposte, rifoderò Tessaiga e corse da lei, la bacò stringendola contro il suo petto, abbracciandola. Lei rispose finalmente, felice a quel bacio stringendosi di più al suo amato. Felici entrambi di essersi finalmente ritrovati dopo tante peripezie. Lei era tornata e adesso non se ne sarebbe più andata, questo gli bastava, adesso poteva avere una famiglia, delle nozze, dei figli con lei, una casa dove tornare,una casa con lei. Adesso sarebbe potuto invecchiare con lei, e vivere la sua longeva vita con lei e i suoi migliori amici. Adesso aveva un motivo per essere grato e felice, di essere andato in quella foresta, in quel giorno e averla trovata e essersi innamorato di lei.

 

La storia è stata narrata, la leggenda si conclude con questo

finale molto reale. Non vi sono troppe dolcezze, quanto basta a

rendere il racconto bello e misterioso.

Dei protagonisti ancora oggi si sa poco, ci si chiede dove

abitino. Ma a questa domanda nessuna risposta sarà data.

Adesso cari lettori, la storia finisce con un amore

che supera anche la morte, con un amore eterno.

Ciò che i nostri eroi ci dicono prima di lasciarci è che

il bene vincerà sempre sul male.

  
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