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Autore: Menma__    11/10/2013    1 recensioni
Emily scopre di essere una strega dopo aver vissuto per 11 anni tra i babbani, passa ad Hogwarts sette anni facendo nascere nuove amicizie e qualcosa di più...
Compagna di corso del 'golden trio' ma con diverse peripezie, sarebbe come rileggere i romanzi sotto la prospettiva di una nata-babbana.
Questa fanfiction parla di tutti e sette gli anni scolastici di Emily.
Spero che vi piaccia e che continuiate a seguirla :)
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Le prime lezioni passarono senza problemi.
Neville si era fatto male nella prima lezione di volo ma Harry, proprio per aver ripreso la Ricordella che gli aveva preso Malfoy, era entrato a far parte della squadra di Quidditch.
Era arrivato il giorno di Halloween, i tavoli erano stracolmi di dolci e biscotti.
Tutti si abbuffavano a volontà e i vassoi, una volta svuotati, si riempivano di nuovo.
Emily era seduta, come al solito, tra i gemelli Weasley.
Si era abituata bene nel castello, i gemelli erano molto simpatici e le facevano sempre compagnia, giravano insieme per il castello e si riunivano nella Sala Comune per fare i compiti insieme e, anche se sembra impossibile, erano abbastanza bravi tanto che a volte l’aiutavano anche.
Spesso le arrivavano delle lettere dei genitori che le chiedevano come si trovava e se si era ambientata, a volte le mandavano anche alcuni pacchi contenenti dei dolci o delle foto.
La Sala Grande era piena di ragazzi affamati e rumorosi, il soffitto incantato rifletteva un cielo pieno di nuvole grigie e fulmini, c’erano diverse zucche con strane smorfie che volteggiavano sulle teste degli studenti.
Tutto era calmo e tranquillo senza contare i rombi dovuti al temporale.
I professori erano riuniti al loro tavolo chiacchierando pacificamente.
Emily si era già fatta un’idea precisa su ognuno di loro: Piton non le era simpatico per niente, la McGranitt era severa ma gentile ma quello che le prestava più sospetto era Raptor, non che fosse cattivo o altro, anzi, era troppo timido e impacciato, sembrava una farsa, balbettava molto ed era irritante, alcune volte lo aveva visto passeggiare e parlare da solo anche se non era poi così strano per un tipo come lui.
Guardando con attenzione il tavolo, Emily si accorse che l’unico a mancare era appunto Raptor così chiese ai gemelli.
-Sapete perché Raptor non è con gli altri insegnanti?-
-Non saprei, magari e a parlare con la sua iguana…- cominciò Fred.
-O magari si è appartato con lei in qualche sgabuzzino.- continuò George mettendosi a ridere.
Il grande portone che si trovava in fondo alle tavolate si aprì di scatto e il professor Raptor entrò di corsa nella Sala Grande.
-Un troll… un troll… nei sotterranei- cominciò a gridare per poi rimanere imbambolato al centro della Sala.
-Io ve l’ho detto- concluse per poi crollare a terra svenuto.
La Sala era rimasta in un macabro silenzio da quando il professore aveva fatto irruzione nella stanza ma appena cadde a terra un fragore esplose dagli studenti che si alzarono di scatto gettando via quello che stavano mangiando.
George afferrò prontamente la mano di Emily e si alzò dal tavolo portandosela dietro.
-SILENZIO!- tuonò Silente dal tavolo degli insegnanti.
Tutti gli studenti si pietrificarono all’istante rivolgendo lo sguardo verso di lui.
-Bene, i prefetti accompagnino gli studenti della loro casa nei dormitori mentre gli insegnanti mi seguiranno nei sotterranei!- ordinò lui con una calma quasi snervante.
Percy Weasley iniziò subito a urlare ordini per far rimanere compatti i Grifondoro.
George tirava Emily verso la porta ma lei non si muoveva.
-Emily, Emily, svelta, dobbiamo andare con gli altri!- cercò di convincerla lui.
-Ma non c’è Fred, dov’è finito?- rispose lei continuando a guardarsi intorno preoccupata.
Qualcuno le afferrò velocemente l’altra mano e la cominciò a tirare insieme a George.
-Ehi Emily, sono qui, svelta dobbiamo andare.- disse Fred tenendola per mano.
Lei si tranquillizzò un po’ e li seguì.
Emily si diresse con tutti gli altri studenti per i corridoi.
Fred e George la tenevano per mano premurosamente, come con una sorellina minore.
Raggiunsero la Sala Comune.
-Voi attendete qui, io raggiungo i professori- sentenziò Percy per poi uscire in fretta attraverso il quadro.
Fred e George, notando lo sguardo preoccupato e spaventato di Emily, la tranquillizzarono assicurandole che l’avrebbero protetta loro.
 
La Sala Comune Rosso-Oro rimase affollata per molto tempo, di tanto in tanto qualche studente andava a letto mentre altri, soprattutto i più grandi, restavano svegli in attesa di notizie.
Emily si era accorta dell’assenza di Hermione, Harry e Ron e ne aveva parlato con i gemelli, era rimasta sveglia ad attenderli ma alla fine era crollata su una poltroncina, accanto a Fred e George.
Harry, Ron ed Hermione tornarono nella Sala Comune quando era ormai quasi vuota, diedero una breve spiegazione alle persone restanti e andarono a letto.
Fred svegliò Emily, le disse che i tre erano tornati e le raccontò brevemente l’accaduto.
Emily fece per salutarli volendo andare a letto ma loro la fermarono.
-Sai, ci è venuta un’idea ma devi venire con noi, ci stai?- chiese George.
La curiosità ebbe la meglio e chiese spiegazioni.
-Sai, noi conosciamo più che bene tutti i passaggi segreti di questa scuola…- cominciò George.
-Ma ieri ne abbiamo trovato uno nuovo che vorremmo mostrarti!- concluse prontamente Fred.
-L’unico problema è che dobbiamo raggiungere il corridoio…-
-Dal quale si entra nel passaggio-
-Ma se ci trovano?- chiese Emily preoccupata.
-Beh quello sarebbe un problema-
-Ma non ci hanno mai scoperti e non scopriranno neanche te se farai come diciamo!-
Emily si lasciò convincere e dopo un po’ si erano già preparati.
Uscirono in silenzio dal quadro e si diressero verso un corridoio a destra.
Continuarono a svoltare nascondendosi ad ogni minimo rumore, cambiarono direzione così tante volte che Emily fu sicura di essersi persa.
Finalmente, dopo parecchio tempo, Fred e George si fermarono davanti ad un muro, non aveva niente di speciale, era una parte di muro come le altre ma Fred si mise a schiacciare dei mattoni precisi mormorando delle frasi apparentemente incomprensibili.
La frazione di muro davanti a loro scivolò via silenziosamente e George entrò.
-Siamo certi che sia sicuro li dentro?- chiese la ragazza in un sussurro.
-Si, puoi stare tranquilla, dai vieni.- la incitò Fred prendendole la mano.
Entrarono entrambi e si unirono a George che era in piedi poco lontano da loro.
Avevano davanti una stanza enorme, con lampade di mille colori e di lunghezze diverse appese al soffitto, un’enorme finestra coperta da tende bianche e dorate che lasciavano intravedere il cielo stellato che si stanziava oltre il vetro.
Il pavimento era un enorme tappeto soffice colorato di bianco, sparpagliati sul pavimento c’erano diversi libri, ampolle contenti liquidi colorati, vestiti utilizzabili all’occorrenza.
Era una stanza meravigliosa, inutilizzata da tempo ma del tutto pulita grazie ad uno spolverino che rimuoveva la polvere di propria iniziativa.
Un grande camino in mattoni creava una sensazione di calore e sicurezza, non bisognava neanche metterci la legna perché faceva tutto da solo.
In fondo c’era una grande scala a chiocciola in mattoni come le pareti, i ragazzi salirono al piano superiore e si trovarono davanti una stanza un po’ più piccola dell’altra, un grande telescopio puntava dritto verso il soffitto a cupola di vetro, senza nessuna traccia di sporco e senza nessun graffio, anche lì il pavimento era formato da un soffice tappeto ma questa volta di un leggero colore dorato.
Il cielo era molto più visibile da quella cupola e si intravedeva anche la luna, il telescopio permetteva di vedere, anche grazie ad alcuni incantesimi appuntati su un foglietto lì accanto, tutti i pianeti del sistema solare e le costellazioni molto chiaramente.
Si divertirono a guardare le stelle insieme e a dare un’occhiata ai libri sparsi sul pavimento.
Emily aveva perso tutto il sonno che aveva prima e si stava divertendo un mondo.
 
-Da quando conoscete questa stanza?- chiese la ragazza seduta su una morbida poltroncina azzurra.
-Veramente da ieri, più o meno, l’abbiamo trovata per caso…-cominciò George allungato sul tappeto bianco con una strana fialetta contenente un liquido rosso in mano.
-E abbiamo pensato di fartela vedere proprio quando la vedevamo noi per la prima volta- concluse l’altro mettendosi a sedere distogliendo la sua attenzione da un carillon nero pece che aveva trovato in giro.
-Che ore saranno?- chiese lei guardando la finestra dalle tende bianche e oro.
-Non saprei ma penso sia ora di tornare a letto se non vogliamo che ci trovino- disse sbuffando George e mettendosi a sedere.
-Già- acconsentì lei alzandosi a sua volta e dirigendosi verso la piccola porta che sembrava un muro dall’esterno.
Rimase lì ferma per un po’ facendo preoccupare i due.
-Emily, è tutto a posto?- chiese George.
-Ehm… è normale che la porta sia chiusa? Insomma non si apre!- disse lei guardando preoccupata nella direzione dei gemelli.
-No, non è possibile!- disse George dirigendosi verso la ragazza cercando di nascondere la preoccupazione che rispecchiava la sua voce.
Cercò anche lui di aprirla ma non vi riuscì.
-Ehm… Fred, credo che siamo in un mare di guai- disse il gemello tenendo le spalle all’altro, non accorgendosi quindi che Fred stava nascondendo la bacchetta nella tasca della divisa.
 
Cercarono per parecchio tempo di aprire la porta ma fu tutto inutile mentre Fred se ne teneva a distanza.
Dopo qualche tempo si arresero e ripresero, preoccupati, a chiacchierare.
Emily, con l’aiuto di Fred, riuscì a rimettere un po’ in ordine tutte le cose sparse su pavimento.
Divisero i libri in base agli argomenti su un grande scaffale e misero le ampolle, in base al colore, su un altro, ripiegarono i panni e li posizionarono con cura su alcune mensole.
Dopo aver finito di risistemare le cose sparpagliate a terra si accasciarono ognuno su una poltroncina.
-Come facciamo ad uscire di qui?- chiese George.
-Non ne ho idea, e se qualcuno si accorge della nostra assenza rischiamo anche una punizione.- disse Fred.
Non sapendo che fare, i gemelli mostrarono a Emily la Mappa del Malandrino che era in loro possesso e grazie alla quale avevano trovato quella stanza segreta.
Continuarono a chiacchierare del più e del meno per tutta la notte.
 
George si era addormentato da un pezzo nella stanza con il telescopio, allungato sul soffice tappeto dorato.
Fred ed Emily erano ancora svegli e guardavano assorti la distesa di stelle sulle loro teste, sembrava quasi di essere allungati su un prato.
In quell’istante un gruppo di piccole farfalle dalle ali brillanti e perlacee, quasi dello stesso colore della luna, cominciarono a volare nell’osservatorio lasciandosi dietro una scia argentata.
Erano comparse dal nulla e volteggiavano libere in entrambi i piani.
Delle volte si posavano leggere sulle mani protese dei ragazzi e delle altre si posavano sul gigantesco telescopio.
Emily e Fred erano distesi, in silenzio, ad osservare quelle bellissime farfalle, respirando a malapena per evitare di farle fuggire.
Sembrava quasi che anche le pareti fossero sparite e che fossero solo circondati da stelle e cielo, da ogni lato, e le farfalle aiutavano a creare quest’atmosfera di pace e tranquillità, di magia, che si era andata a creare.
 
Le farfalle svolazzavano tranquille da parecchio tempo ormai.
Fred, non sentendo neanche fiatare Emily, si chiese se non si fosse addormentata, dovevano essere circa le quattro di notte ed era più che normale che fosse stanca.
-Emily, sei sveglia?- chiese in un sussurro il ragazzo.
Non sentì una risposta così si mise a sedere.
Emily aveva gli occhi chiusi e sulla pelle sembrava riflettersi il colore delle stelle.
I capelli color caramello sembravano più accesi alla luce lunare ed erano sparpagliati sul pavimento, alcune farfalle le si erano posate tranquille tra i capelli dandole un’aria ancora più angelica e magica.
Per la stanza si era sparso il suo dolce profumo.
Era stato affascinato da lei dalla prima volta che l’aveva vista, forse anche da prima, quando Nathaniel parlava orgoglioso di lei e, quando aveva ricevuto la notizia che a Emily era finalmente arrivata la lettera d’ammissione ad Hogwarts, era stato contentissimo, impaziente di conoscerla, così aveva proposto la scommessa a Nathaniel che l’avrebbe trovato prima di partire.
Con il tempo che avevano passato insieme si era affezionato a lei, così come George, ma George la vedeva come una sorellina minore, lui la vedeva come qualcosa di più, una persona fragile che era suo compito proteggere, doveva assolutamente assicurarsi che stesse bene e che fosse felice.
Era rimasto affascinato, sin dall’inizio, da quegli strabilianti occhi verde smeraldo, così simili a quelli del fratello ma anche così diversi, aveva cominciato a capire quello che pensava solo osservandola negli occhi, non l’aveva mai vista piangere e sperava di non vederla mai in una simile occasione.
Si chinò dolcemente sul suo viso gentile ma allo stesso tempo così deciso, che sembrava ormai senza più protezioni a quel chiarore della luna.
Arrivò a pochi centimetri da lei e le posò un leggero bacio sulle labbra che, in quel momento, gli parve la cosa migliore che gli fosse mai successa, migliore del Quidditch, migliore delle scorpacciate alla Tana, migliore degli scherzi ben riusciti con George, migliore di tutto.
Avrebbe passato ogni istante con lei, semplicemente a proteggerla.
Si allungò accanto a lei, ancora con il sapore del bacio addosso, un grande sorriso felice si fece strada sulle sue labbra.
Infine si addormentò, una mano stringeva quella di Emily e l’altra era immersa tra i suoi soffici capelli.
Si addormentò cullato dolcemente dal profumo e dal calore di lei.
  
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