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Autore: ValeA    11/10/2013    1 recensioni
«La faccio breve...» Sperava che lui le dicesse che provava qualcosa per lei ma non se ne rendeva conto quanto fosse lontana dalla verità. Si stava sbagliando troppo.
«Tre mesi fa mi sono accorto che mi seguivi ovunque andassi, pensavo che fosse finita prima o poi ma vedendoti ancora qui...» sospirò. «Non lo è. Sono qui per dirti che sono stanco di non poter uscire tranquillamente senza che ci sia tu e ti conviene non farti più vedere perchè a me non piaci e non potrai mai piacermi!» La guardò per circa dieci secondi e poi riprese il suo discorso «Guardami e guardati... Siamo troppo diversi!»
Si era mai vista una storia tra un ragazzo popolare e una ragazza ''sfigata''? Forse sì, nelle trame dei film o dei libri ma quella era la vita reale e non sarebbe mai potuto succedere anche perchè dopo due settimane quel ragazzino dovette trasferirsi con i suoi familiari in America per il loro lavoro.
Lei non lo vide più dopo quella volta.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 33

Pov Joyce

Finalmente oggi è il primo giorno di vacanza e nonostante tutto mi sono svegliata abbastanza presto invece di dormire qualche ora in più. Io e Harry abbiamo un piano da mettere in atto.
Bussai alla porta di casa di quest'ultimo. Possibile che stesse ancora dormendo?
Mi venne ad aprire sua madre. «Ciao tesoro, che ci fai a quest'ora in giro?» mi domandò cordialmente facendomi accomodare in cucina. 
Trovai Gemma intenta a far colazione e poi Anne mi chiese «Vuoi qualche pancakes anche tu?» rifiutai, erano deliziosi ma avevo già mangiato «Harry sta ancora dormendo, vi dovevate incontrare?»
Era ovvio che lui dormisse, perchè prendeva impegni se poi non era capace di rispettarli?
«In realtà sì.» risposi.
«Gemma te lo chiamerà subito.» quest'ultima guardò la madre in malo modo «Va' a svegliare tuo fratello.» invece l'altra le sorrise facendo finta di non aver visto lo sguardo della figlia. Gemma svogliatamente si alzò dal suo posto.
«Non era necessario, posso aspettare che si svegli se non creo disturbo.» il problema era: quando si sarebbe svegliato?
«Oh no, tu non disturbi mai.» disse rassicurandomi. «Preferisco che gli giri intorno tu che quella ragazza rossa che non ho idea nemmeno di come si chiami.» Sophie, suggerì. «Oh sì, giusto.» non la sopportava? 
Questa mi era nuova, Harry non me l'aveva mai detto.
«E poi è giusto che adesso si alzi, non può dormire fino all'ora di pranzo.» in fin dei conti noto che le madri sono tutte uguali, neanche la mia mi farebbe dormire fino a tardi. Inizierebbe a far molto rumore per svegliare me e soprattutto l'addormentato nel bosco ovvero mio fratello. 
Se una principessa lo bacia mentre dorme, possibilmente prende lei il sonno profondo invece di farlo svegliare. Stessa cosa per Harry.
«Come è andato ieri il ballo?» Harry non le aveva raccontato nulla come al solito.
«Bene. Harry è stato il mio accompagnatore.» risi, non era previsto e ricordai il mio primo ballo a cui andai con lui. Ok, in realtà ci intrufolammo.
Anche lei rise pensando sicuramente la stessa cosa.
Ci misero in punizione per due settimane per essere usciti di nascosto ma ne era valsa la pena.
«Liam non stava bene?» 
«Non stiamo più insieme.» ma questo lei non poteva ancora saperlo.
«Mi dispiace...» la rassicurai che non c'era nessun problema e subito dopo sentì dei rumori che provenivano dalle scale e man mano diventavano sempre più vicini a dove ci trovavamo io e Anne.
In pochi secondi spuntò Gemma che spintonava Harry ancora mezzo addormentato. Questo era solamente in boxer. 
Questa scena mi ricorda una mattina di qualche anno fa quando ero andata a casa di Harry e sua sorella non riuscendo a farlo svegliare con le buone maniere, lo prese per il colletto del pigiama e iniziò a trascinarlo per tutta la casa, lui ovviamente si lamentava per essere stato svegliato durante un sogno.
«Mi spieghi tu cosa intendi per "mattina presto"?» domandai, finalmente si accorse di me e smise di litigare con la sorella.
«Oh ciao, Joyce!» mi salutò. «Che ore sono?»
«Quasi le dieci.» rispose la madre mettendo dei pancakes nel piatto di Harry e nel mio nonostante le avessi detto che non ne volevo.
«Io stavo aspettando ancora che passassi da casa mia.» e avrei potuto aspettare per sempre vedendo che ancora dormiva.
Sorrise colpevole. «Scusa?» ma che era, una domanda? «Ok, vado a prepararmi.» disse poi vedendo il mio sguardo accigliato.
Prese uno dei pancakes e lo fece entrare interamente in bocca, ma che schifo! 
Poi mi baciò una guancia sporcandola tutta di sciroppo d'acero. Sapeva quando odiavo quella cosa appiccicosa nella mia guancia!
Sparì prima che potessi dirgli qualcosa.
«Scusalo, alcune volte non riesce a fare la persona seria.» Anne mi porse un fazzoletto per pulirmi.
Lo sapevo, avevo imparato a conoscere ogni suo comportamento e ad abituarmici.
Alla fine, avevo anche mangiato i pancakes mentre aspettavo che il signorino Styles si sbrigasse.
Finalmente, dopo circa mezz'ora, era pronto.
Adesso ci trovavamo proprio alla porta di casa sua. «Prometto che mi farò perdonare.» sì, sempre così diceva.
«Non lo farai.» non era importante per lui un ritardo.
«Sì, hai ragione.» sorrise. «Ti ha fatto il terzo grado mia madre?» chiese.
Come se non sapesse già la risposta.
«Mi ha chiesto del ballo.» risposi.
Mi guardò allarmato. «Non le avrai mica detto della rottura con Sophie?» ma per chi mi aveva preso? A delle volte sembrava che non mi conoscesse proprio.
«Certo che no. Le ho detto solo di me e di Liam per spiegarle perchè io e te c'eravamo andati insieme.» lo vidi annuire. «Ricordi il nostro primo ballo?» cambiai argomento.
«Non potrei mai dimenticarlo.» iniziò a ridere. «Ti è caduto addosso il vassoio dei salatini!» proprio quel momento era quello da dimenticare. Che imbarazzo! Tutti mi guardavo e ridevano, per fortuna Harry mi aveva salvato da tutta quella gente.
«Non ci voglio pensare...» penso di essere arrossita ricordando l'imbarazzo di quella volta. Ma non riuscì a trattenere le risate.
«Ah...» mi si accese una lampadina. «Perchè non mi hai mai detto che tua madre non sopporta Sophie?» domandai.
«Dovevo per forza?» rispose con un'altra domanda.
«No, ovviamente no.» negai. «Ma essendo la tua migliore amica pensavo mi dicessi tutto come hai sempre fatto.» anche se da quando c'era Sophie sembrava che si fosse drasticamente allontanato da me.
Eravamo anche arrivati al punto di litigare ed era strano che io litigassi con Sophie o Harry. 
«Non te l'ho voluto dire perchè Sophie è anche tua amica e non mi sembrava il caso...» 
«Era mia amica, non riesco a perdonarle quello che ti ha fatto.» proprio in quel momento, come se si fosse sentita nominare, mi arrivò una sua chiamata. 
Una delle tante che mi aveva fatto e che io avevo declinato. Non volevo parlarle.
«Non dovete rovinare il vostro rapporto per me.» era una questione di principio, io odiavo i tradimenti.
Aveva tradito il suo ragazzo, non era una cosa da prendere alla leggera.
«Lo so. Ma adesso non voglio parlarle.» declinai anche questa chiamata in arrivo.
«Ok.» e continuammo a camminare in silenzio.
Eravamo arrivati quasi a destinazione. Stavamo per fare davvero una cosa stupida e non sapevo neanche quanto tempo ci avremo impiegato.
«Tu e Liam avete chiarito?» domandò smorzando quel silenzio che si era creato.
«Ieri al ballo ci siamo evitati e oggi sono qui, quando dovevamo parlare?» chiesi retorica.
«Ok, era una domanda stupida.» sì, decisamente. «E tu e Zayn?» ma io e Zayn non avevamo nulla da chiarire, già era tutto risolto.
Ero un po' confusa su cosa volesse sapere e infatti cercò di essere più specifico. «Come vanno le cose tra di voi?»
«Al solito.» sorrise furbo.
«é strano che ancora non vi siete saltati addosso.» gli tirai uno schiaffo sulla nuca e lo richiamai quasi urlando il suo nome. Gli lanciai uno sguardo truce e lui iniziò a ridere, mi stava prendendo in giro. «Che c'è? Non guardarmi così. Sto dicendo solo la verità.»
No, non è vero. Era tutta una presa per il fondoschiena.
«La gente pensa che siete attratti l'uno dall'altra.» se la gente pensa davvero certe cose, l'avrei saputo. Le voci girano. «E forse l'ha capito anche Liam e per questo ha fatto quel che ha fatto.»
«Io amo Liam.» lo contraddì. Tra me e Zayn non c'era nulla.
«Ma non negare che non provi qualcosa anche per Zayn.» perchè pensava queste cose?
Non penso di aver dato mai a nessuno modo di pensarlo. 
«Quello che provavo per Zayn è stato più di quattro anni fa. Siamo solo amici adesso.» se si metteva a ridere, come potevo prenderlo sul serio?
«Sì, certo. Infatti ieri al ballo non vi mangiavate con gli occhi, non ti ha chiesto di ballare con lui e tu hai accettato e soprattutto non ti ha dato un passaggio con la sua moto e tu ne sei terrorizzata ma hai accettato lo stesso anche questo.» come sapeva di questa mia paura? «Joyce, non mentire a me. Ti conosco meglio di quanto tu possa pensare.»
Non potevo dargli completamente torto. Avevo fatto cose che normalmente avrei evitato. Ma questo non significava che mi stessi innamorando di lui!
«Non significa niente.» conclusi.
Eravamo anche arrivati.
«Sei cocciuta. Spero solo che non ci impiegherete anni come Julie e Niall per capire cosa provate.» non poteva paragonarci a loro, erano due situazioni completamente diverse.
«Se davvero è come dici tu, perchè non l'ho baciato quando lui stava per farlo? Perchè, secondo te, mi sono allontanata?» mi accorsi troppo tardi che questo non dovevo dirlo, lui non ne sapeva nulla e infatti si trovò spiazzato.
«Odi i tradimenti, non avresti tradito Liam.» non gli avrei mai accennato che avevo avuto degli strani sogni su quell'episodio. «E voglio sapere questa storia!»
«Non è niente di che...» cercai di essere convincente.
«Ok, va bene.» l'avevo convinto? «Racconta lo stesso...» mi ero illusa solo per qualche secondo.
Sarebbe stata una lunga giornata.

Il tempo passava e di Thompson non c'erano tracce.
Il nostro piano prevedeva di incontrarlo vicino casa sua per ricevere le sue scuse.
Più non erano preparate, più sarebbero state divertenti.
Lui non era il tipo che si scusava facilmente, era più il tipo da "ti incolpo anche se non ho prove".
Per fortuna non era un detective o poliziotto o se no avrebbe incolpato tanta gente anche se innocente.
Mentre aspettavamo che si facesse vivo, Harry aveva voluto sapere di quel bacio mancato e io avevo dovuto raccontargli tutto nei minimi dettagli.
Aveva fatto strambe supposizione che non sto qui a ricordare perchè sono davvero assurde.
Mi arrivò un messaggio di Julie che mi informava che mi doveva parlare.
Voleva annunciarmi che stava con Niall?
Le dissi che di pomeriggio sarei stata tutto per lei ma il suo messaggio di risposta fu quasi strano, voleva parlare con tutti e non solo con me. Che aveva da dirci di così urgente?
In quel momento arrivò un'altra chiamata di Sophie. Non si arrendeva facilmente. Non mi arrendevo nemmeno io, però.
Da lontano vidi spuntare Thompson e feci segno a Harry. Eravamo pronti.
Rimanemmo a bocca aperta quando scese dalla macchina una donna bionda e molto più giovane di lui. 
Era sposato? E soprattutto, era sposato con una di quarant'anni in meno di lui?
Poi però arrivò la conferma che quella non era la moglie quando dalla porta di casa Thompson spuntò una donna molto più vecchia della ragazza che le somigliava incredibilmente e che le andò incontro ad abbracciarla.
Quella doveva essere la figlia e l'altra donna la moglie.
Ero sorpresa sia che fosse sposato sia che avesse una figlia.
«Andiamo.» mi richiamò Harry.
In questo momento Thompson stava prendendo dall'auto delle valigie.
Passammo ridendo e scherzando abbastanza vivacemente per farci notare. E infatti fu così.
«Professor Thompson!» parlammo all'unisono io e Harry in cenno di saluto.
«Styles, Harrison...» rispose meno contento lui.
«Abbiamo saputo che è stato trovato il colpevole della sua auto.» iniziò Harry, voleva andare dritto al punto senza girarci attorno.
«Sì.» disse, stava per andarsene.
Aspetta... e le scuse?
«Gliel'avevamo detto che non eravamo stati noi...» Harry non si dava per vinto.
«Se vi faccio le mie scuse, sparite dalla mia vista?» domandò.
Sì, era quello l'intento. Non volevamo passare una giornata con lui.
Mi vennero i brividi all'idea.
«Bene, mi dispiace di avervi accusato. Adesso potete andare.» ma il primo ad andarsene fu lui che raggiunse la sua famiglia dentro casa.
«Missione compiuta.» cantai vittoria e iniziammo a ridere.
Non era il massimo delle scuse ma ce lo facevamo bastare.
«Ho registrato tutto.» era sempre il solito.
Me lo fece sentire e iniziammo a ridere, allontanandoci da quella casa.


****
Eravamo tutti a casa di Julie, non so per quale motivo ma all'appello non mancava nessuno.
«Cosa ci dovevi dire di così importante?» presi la parola.
Lei non voleva decidersi a parlare.
«Ci deve essere per forza qualcosa?» il suo tono me ne dava una conferma: QUALCOSA CHE NON ANDAVA C'ERA.
Guardandomi attorno vidi tutti tranquilli, eccetto Niall che era irritato e anche molto più distante da noi. 
Tutti eravamo seduti nei divani, lui era vicino la finestra rivolgendo il suo sguardo all'esterno.
«Che è successo?» domandò Zayn.
Quando ero arrivata avevo notato che qualcosa non andava. Prima di me era arrivato proprio il biondo irlandese e li avevo interrotti sicuramente in una lite ma non so per cosa stessero litigando.
«Parto.» e cosa c'era di così urgente e importante in un viaggio?
Non era la prima volta che parte per le vacanze natalizie. L'anno scorso con la sua famiglia erano andati in montagna, quello prima a New York. Ogni anno era una meta diversa.
Solo la mia famiglia stava a casa perchè ci veniva a trovare la mia vecchia, sorda e antipatica zia Alfreda che oltretutto mi odiava al contrario di mio fratello che adorava. Mia sorella Hailey per mia zia era invisibile, non esisteva. Odiava i bambini, l'unico che non odiò, quando lo era, fu Josh.
«Dove vai quest'anno?» chiesi entusiasta.
«No, non hai capito.» mi credeva stupida? L'ha detto lei che parte! «Mi trasferisco in un'altra città.»
Mi trovai spiazzata, il cellulare che tenevo tra le mani mi cadde sul pavimento. 
Spero che stava scherzando, lei non poteva andarsene.
Vidi Niall allontanarsi e sbattere la porta di casa, era arrabbiato. Dalla sua reazione capì che Julie non stava scherzando.
«Perchè?» fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Harry mi venne in aiuto e mi raccolse il cellulare mentre io mi ero messa in piedi ed ero andata in direzione di Julie.
«Mio padre è stato trasferito per lavoro a Parigi, dobbiamo partire tutta la famiglia.» rispose, le prime lacrime iniziarono a solcare la mia guancia.
Non volevo perdere la mia migliore amica, già con Sophie le cose sembravano irriparabili. Non potevo perdere anche lei.
Era un discorso egoistico ma non poteva andarsene così come se niente fosse.
Mi abbracciò, era raro un momento del genere tra noi. Lei preferisce fare la dura che non viene scalfita da nulla. Ma lo fa solo per non mostrarsi debole, la conosco troppo bene.
«Non puoi rimanere da tua nonna?» speravo che mi desse la conferma che sarebbe rimasta.
«Non posso.» negò. Anche lei aveva la voce rotta dal pianto. «Ma verrò per le vacanze estive a trovarvi.» mi rassicurò. «Starò da mia nonna per tutta la durata dell'estate.» la strinsi ancora più forte.
Ancora non era partita e io già volevo che le vacanze estive arrivassero al più presto.
«Quando parti?» speravo che ci fosse ancora tempo da passare insieme.
«Domani mattina presto.» era impossibile. Perchè tutto così di fretta? «Lo so da un po' ma non sapevo come dirtelo.»
Sarei stata un po' più preparata, avrei preso meno male la sua partenza. Ma non glielo dissi, non era giusto rinfacciargli una cosa del genere in un momento così triste.
Altre due paia di braccia ci avvolsero e mi accorsi che erano quelle di Eleonor e di Zayn, quelli che si erano più legati a lei.
Guardai le altre persone nella stanza e mancava Liam, dove se n'era andato? «é andato a parlare con Niall.» sussurrò Zayn al mio orecchio provocandomi dei brividi lungo la schiena. Strano. Non sentivo freddo.
Poco dopo anche Louis ci abbracciò, lui era un amante degli abbracci e gli dispiaceva per Julie. Non parlavano molto ma con quel poco che si erano detti, avevano capito di starsi simpatici.
La pensavano quasi sempre allo stesso modo, alcune volte parlare con Julie era come se stessi parlando con Louis e viceversa.
Harry si trovava in difficoltà e non sapeva cosa fare, mi allontanai da quell'abbraccio di gruppo e lo presi per una mano avvicinandolo a noi e rendendolo partecipe.
Fummo interrotti dal rumore della porta, Liam e Niall stavano tornando.
Nonostante fossi arrabbiata con lui, apprezzavo il gesto che aveva fatto per il suo amico biondo.
«Possiamo parlare?» domandò Niall dopo aver ricevuto uno sguardo di incoraggiamento di Liam. «Civilmente.» specificò.
Juliè acconsentì e poi fu strano Niall quando si voltò verso di Liam per suggerirgli qualcosa.
«Joyce, possiamo parlare anche io e te?» annuì, volevo sapere cosa aveva da dire. «In privato.» 
Lo seguì mentre senza rifletterci mi voltai verso Zayn come se stessi cercando una sua conferma. Stavamo andando in cucina sapendo che non c'era nessuno e che non ci avrebbero sentiti.
«Dimmi.» lo incitai a parlare, nel frattempo prendendo posto in una delle sedie del tavolo.
Ero davvero confusa. Prima mi evitava e adesso vuole addirittura parlare. 
E poi dicono che sono le donne quelle enigmatiche!
Ero anche curiosa di sapere cosa aveva da dirmi. 
«Mi dispiace per come le cose sono andate tra noi...» frase scontata. «Ma credimi che è la cosa giusta. Non poteva andare avanti così e tu lo sai meglio di me.» io l'unica cosa che sapevo, è che sono stata lasciata dal mio ragazzo senza una spiegazione plausibile.
«Se non provi più nulla per me, non invertarti scuse. Bastava dirmelo.» l'avrei presa meno male.
Non era il caso che tirasse in ballo il discorso della gelosia che non riusciva più a contenere.
«Non posso dirti qualcosa che non è vero.» con ciò che voleva dire? 
Volevo chiarirmi le idee ma questa conversazione ha l'effetto contrario.
«E allora perchè mi hai lasciato?» il sol sentire le mie parole, mi risultavo patetica.
Sembrava che lo stessi implorando a tornare da me, un po' è quello che voglio.
Che lui ritorni da me e tutto prosegua come prima.
«Perchè non è quello che vuoi tu.» come se lui sapesse leggere nel pensiero della gente.
«Ti sbagli.» lo contraddì. «Io mi sono innamorata di te, dopo due anni di relazione non può finire così perchè tu pensi di sapere cosa IO voglia.» non mi sarei sorpresa se avessi aperto la porta e avrei trovato tutti i nostri amici a spiare.
Non stavo neanche tentando di parlare a bassa voce.
«Vuoi negarmi quello che provi per Zayn?» non si metteva bene. Anche lui aveva alzato il tono di voce.
«Perchè tutti vi ostinate a dire che provo qualcosa per Zayn?» stava per ribattere ma lo bloccai. «IO NON PROVO NULLA PER LUI.»
«Non ci credi nemmeno tu alle tue parole...» mi veniva voglia di schiaffeggiarlo.
Perchè metteva in dubbio le mie stesse parole?
«Credi a quel che vuoi, Liam.» altro che chiarire! Qua stavamo litigando di più di quanto non avessimo fatto prima.
«Credo alla verità.» una verità distorta. «Adesso potrai odiarmi, urlarmi in faccia o qualsiasi cosa tu voglia ma quando ti passerà, capirai che io ho ragione...» odiavo piangere in un momento del genere ma non potevo fare diversamente.
Io non riesco a tenere a bada le emozioni come Julie.
«Non metto in dubbio che tu provi qualcosa per me, in questi due anni me l'hai dimostrato.» si avvicinò a me, facendomi una carezza sulla guancia e poi passando i pollici sulle mie lacrime per eliminarle dal viso. «Ma quello che provi per Zayn non è mai andato via, tu credi che sia così perchè non vuoi accettarlo ma lo desideri...» si prese una piccola pausa. «Tanto quanto lui desidera te.» mi ero persa qualcosa? Che andava a blaterare?
«Lui non prova nulla per me.» Liam capì lo stesso le mie parole nonostante le dissi balbettando e tra una lacrima e l'altra. 
«Non dovrei dirtelo ma ho trovato il tuo diario a casa sua, quando l'ho scoperto gli ho chiesto spiegazioni e ha cercato di improvvisare qualche scusa credibile...» aspetta, aspetta, aspetta... ho sentito bene? Zayn ha preso il mio diario?
«Vado ad ammazzarlo!» mi partì verso la porta ma Liam mi tenne stretta per il polso.
Ma non si capiva che era solo un modo per concludere il discorso? Oltre al fatto che ero davvero arrabbiata con Zayn?
Che cazzo gli era saltato in mente? Conosce il significato della parola privacy? Evidentemente no.
«Stavo dicendo che...» riprese il discorso. «alla fine ha ceduto e mi ha detto la verità, ho anche io le mie colpe perchè l'ho voluto leggere.» ma un corso accellerato di cazzi loro, no?!
«Ho saputo anche del quasi bacio, gli ho chiesto spiegazioni quando ho letto quella pagina e non mi ha potuto mentire.» non sapevo che dire. Ero senza parole. «Ho capito subito tutto dopo che mi ha spiegato. Lui lo voleva e scommetto che anche tu avresti ricambiato se non avessi fatto prevalere la ragione.» non è vero. 
«Ma questo non dimostra che lui provi qualcosa per me, forse ha preso il diario solo per curiosità.» anche Louis aveva provato a leggerlo, anche se lui al contrario di Zayn e Liam, non c'è mai riuscito. O almeno spero!
Ormai non so più cosa aspettarmi, magari l'hanno già letto tutti senza che ne sapessi nulla.
«Ti assicuro che non è così...» era inutile portare avanti questa conversazione, ognuno voleva far prevalere la propria opinione e questo non ci avrebbe portato mai a nessuna conclusione.
Sembrava che stesse pensando la stessa cosa, mi abbracciò e io mi strinsi tra le sue braccia, poggiando la testa sul suo petto e sentendo il suo battito cardiaco regolare. Gli bagnai la maglia a causa delle mie lacrime che non volevano cessare di scorrere dal mio viso.
Non volevo che arrivasse mai un giorno del genere, contro ogni mia speranza, stava succedendo proprio adesso.
Mi allontanai di poco da lui per guardarlo, volevo che mi dicesse che mi stava prendendo in giro, che tutto questo era solo uno stupido scherzo di cattivo gusto, volevo che mi dicesse che tutto sarebbe tornato alla normalità, che da domani eravamo Liam e Joyce, Joyce e Liam. Quei ragazzini che si erano piaciuti al primo sguardo, quei ragazzi che dopo due anni sembrava che nessuno avesse mai potuto dividerli e che hanno imparato ad affrontare le avversità insieme. Voglio tornare al periodo in cui non c'era gelosia, non c'erano segreti, non c'erano delle stupide attrazioni che rovinavano tutto.
Mi prese il viso tra le sue mani. Nonostante tutto mi sentivo sempre la stessa ragazzina impacciata di qualche anno fa.
Non so cosa successe esattamente, le mie labbra erano lontane solo due centimetri dalle sue e pian piano lui annullò ogni distanza.
Mi stava baciando, io non stavo esitando e stavo ricambiando e questo mi mandava sempre più in confusione.
Perchè lo stava facendo se era tutto finito?
Mi persi in quel bacio, cercai di eliminare ogni pensiero dalla mia mente, non volevo pensare a nulla e concentrarmi solo su Liam.
Partì la suoneria del mio cellulare e lui si allontanò, accorgendosi forse di quello che stava succedendo e non volevo che se ne pentisse.
Lui l'aveva voluto tanto quanto lo bramavo io.
Era Sophie, di nuovo. 
Nel momento meno opportuno, lei aveva deciso di ricominciare con le sue chiamate. Rifiutai immediatamente.
«Non rispondi?» domandò imbarazzato Liam.
«No, non è importante.» ma io adesso volevo delle spiegazioni perchè era davvero incoerente. Prima mi lasciava e poi mi baciava... «Che significa questo bacio?» dissi, toccando le mie labbra e sorridendo.
«Niente, ho sbagliato...» distrusse tutta la mia felicità con tre parole. «Era il nostro ultimo bacio.» stava per uscire dalla stanza, la conversazione si era conclusa.
«Era un bacio di addio?» che serviva averne una certezza ulteriore? Era stato chiaro. 
Forse perchè non riuscivo a convincermene ancora, non riuscivo a formulare nella mia testa una cosa del genere.
«Sì.» e la sua risposta semplice mi confermò che sarei dovuta andare avanti.
Era una giornata di merda, la mia migliore amica sarebbe dovuta partire e non si sapeva neanche quando sarebbe potuta tornare e il mio primo ragazzo mi aveva lasciata definitivamente.
«Possiamo rimanere almeno amici?» stavo anche implorando la sua amicizia pur di non perderlo.
«Speravo che me lo chiedessi.» mi sorrise e fece segno di raggiungerlo.
Uscimmo dalla cucina insieme e mise un braccio intorno alle mie spalle, dandomi un piccolo bacio sulla fronte.
Ok, mi sarei fatta bastare tutto questo.



Tutto il resto del pomeriggio l'avevo passato insieme ai miei amici. Io, Julie, Liam, Harry, Niall, Zayn, Louis ed Eleonor.
Ero stanchissima ed era tardi, non vedevo l'ora di cenare e andare subito a dormire. Domani mi sarei dovuta svegliare molto presto perchè Julie sarebbe partita e io volevo esserci fino all'ultimo.
Non so come erano finite le cose tra lei e Niall, dopo che io e Liam eravamo tornati, loro erano già in salotto e non sembrava che avessero molta voglia di interagire fra di loro.
«Joyce, sei tu?» finchè questa domanda fosse posta da mia madre, non c'era nulla di cui preoccuparsi ma se questa domanda veniva fatta da mio fratello, era davvero strano.
A lui non interessava se fossi o meno a casa, almeno che non avesse da chiedermi qualcosa.
«No, non sono io.» non ero in vena di favori.
«Divertente.» mi raggiunse e il suo tono ovviamente faceva intendere tutto il contrario di quello che aveva detto. «Ti devo chiedere un favore.» come non detto.
«Domani...» negai un mio aiuto in questo momento.
Dovevo già aiutare mia madre con la cena, era abbastanza.
«Solo due minuti, ti prego.» ma aveva un'altra sorella, non poteva chiedere a lei? Che cosa c'era da fare di così importante?
«Ok.» ero troppo gentile, dovevo imparare a dire di no. «Che devo fare?» speravo niente di troppo impegnativo.
«Devi parlare a una ragazza facendo finta di essere la mia ragazza, non smette di chiamarmi!» ecco perchè Hailey non poteva aiutarlo! 
«Va bene.» avvisai mia madre che stavo facendo un favore a Josh e che poi l'avrei raggiunta e lo seguì fino in camera sua.
La stanza era in disordine, non c'era neanche un piccolo spazio per passare. 
Compose il numero e mi passò il cellulare, non persi neanche tempo a guardare come l'avesse salvata in rubrica.
«Pronto?» oh aspetta... questa voce la conoscevo perfettamente. 
«Josh!» urlai, odiavo quando si intrometteva negli affari miei. 
«Joyce, non attaccare ti prego.» Sophie mi implorò. «Ho bisogno che mi ascolti e che mi credi...» la lasciai parlare, in fondo tutti devono avere la possibilità di spiegarsi. Questo non significa che l'avrei perdonata subito. «Eravamo a una festa, ero ubriaca e tu lo sai quanto poco controllo ho quando bevo.» sì, era sfacciata in tutti i sensi e poi non ricordava nulla di quello che faceva o almeno così diceva. «Me l'ha raccontato George e confermato mia cugina, io non sapevo di aver perso il controllo. Non era mia intenzione!»
«Ma l'hai tradito, io non l'avrei mai fatto con il mio ragazzo!» non aveva scuse, aveva sbagliato. Anche se non era sobria.
«Ma non volevo...» iniziò a piangere. «George è un bel ragazzo ma io amo Harry! Ti prego, spiegagli cosa è successo... a me non me ne da la possibilità.» ma se non sapevo nemmeno io cosa era successo... «Ti prego, Joy...»
«Senti, questo situazione la dovete risolvere tu e lui...» io non c'entravo nulla. «Io ho altri problemi, sono stata lasciata dal mio ragazzo, Julie parte a Parigi e adesso dovrei aiutare mia madre con la cena. Questa per me è la peggior giornata di sempre e non vedo l'ora di andare a dormire. Buonanotte...» passai il cellulare a mio fratello. «Dì a mamma che salto la cena e che l'aiuterò domani, non ne ho più voglia.» e me ne andai in camera mia, sotto le coperte e sperando che i pensieri non si affollassero nella mia mente.
Morfeo mi accolse tra le sue braccia ben presto.


 

Pov Julie

Non so bene cosa stavo facendo e neanche perchè mi era venuta questa idea folle. Non aveva senso uscire di casa alle tre di notte, soprattutto se lo stavo facendo per andare da Niall.
Sicuramente stava dormendo, la coversazione civile si era trasformata in un secondo round di urla e altri litigi ma questo non mi fermava, anzi mi faceva proseguire sempre più convinta. 
Mi sentivo in colpa, l'avevo trattato molto male e lui voleva solo rimediare a tutto quello che era successo.
Ripensandoci bene, era inutile prendersela ancora tanto per ciò che era successo in passato. Eravamo cresciuti ormai e quella litigata era molto più che infantile. Adesso erano passati dieci anni, non ne valeva più la pena rimuginarci sopra.
Ma ero spaventata, non avevo mai pensato all'ipotesi che tutto sarebbe potuto tornare come prima o esserci qualcosa di più perchè mi ero sempre imposta di odiarlo, evitando così ogni pensiero su di lui.
In questo momento stavo anche rischiando la vita per lui, mi ero arrampicata all'albero vicino alla finestra di camera sua e vidi che era aperta. Cercai di non guardare giù e mi inoltrai nella stanza.
Vidi Niall alzarsi di scatto e afferrare un mazza da baseball e puntarla contro di me. «Fermo lì o ti colpisco.»
Risi, vedendolo spaventato e soprattutto incapace di fare delle minacce credibili.
Ma lui cosa ci faceva con un mazza da baseball se giocava nella squadra di calcio?
«Niall, sono io.» tirò un sospiro di sollievo. «E posa quell'affare!» lo posò immediatamente e mi disse di far silenzio che i suoi stavano dormendo.
«Che ci fai qui? Sono le tre e domani dovresti prendere un aereo...» anche io ero contenta di vederlo...
«Se ti do fastidio posso anche andarmene...» mi diressi verso la finestra ma venni bloccata per un braccio da Niall.
«Non ho detto questo.» mi spostò una ciocca dietro l'orecchio. «Rimani...» no, aspetta. Stavamo diventato patetici, sembravamo quelle coppiette sdolcinate dei film e noi non eravamo nè una coppietta nè in un film.
Non appena mi lasciò stare il braccio, presi i miei capelli e li scompigliai. Mi guardò confuso, lo potevo benissimo vedere dalla luce lunare in cui la stanza era immersa.
Una spiegazione al mio gesto c'era, tutto doveva essere il contrario di quello che succedeva nei film. 
«Ripeto la mia domanda, perchè sei venuta qui? E non provare ad andartene di nuovo senza spiegarmi nulla...» oggi era in vena di minacce fasulle, inutili e a cui non avrebbe creduto mai nessuno?
«Mi sono resa conto di aver sbagliato...» l'ultima parola la pronunciai con difficoltà.
«Cosa esattamente?» ma allora era davvero stupido! Perchè dovevo spiegargli per forza tutto, ogni minimo particolare?
«Io...» neanche sapevo cosa dovevo dire. «non so come andranno le cose tra noi quando tornerò, possibilmente tu sarai fidanzato con un'altra oca...» mi interruppe.
«O tu con un altro fuorilegge...» doveva per forza ogni volta sottolineare che i miei ex non erano tipi raccomandabili?
«Stavo per dire che sarei potuta tornare con un bellissimo artista parigino!» le ultime parole le dissi con un terribbile tono francese. Le lezioni di Miss LaFleur non erano servite a nulla, quella brava era Joyce. «Ma comunque... noi non possiamo sapere cosa succederà, io adesso voglio vivere il mio presente e prima di partire voglio fare una cosa...» stava per porre la domanda "che cosa?" ma non gliene diedi il tempo perchè lo baciai, questa volta avevo voluto sorprenderlo io.
Ogni volta aveva preso lui questa decisione. 
Era inutile negare che provavo qualcosa per Niall, l'avevano già capito tutti anche prima di me.
Sono orgogliosa tanto quanto sono codarda. E ho paura di quello che potrebbe succedere tra di noi.
«Non sai quanto desideravo farlo io oggi mentre tu mi inveivi contro...» e perchè non l'aveva fatto? Mi avrebbe risparmiato una notte insonne perchè non mi sarei sentita in dovere di alzarmi per scusarmi e baciarlo. 
Ok, il fatto che volessi scusarmi era tutta una stronzata! 
Riprendemmo a baciarci ma non era più un bacio tranquillo. Era tutto il contrario, era quasi diventata una lotta, nessuno voleva staccarsi prima dell'altro.
Era carico di emozioni e sentimenti che non riuscivamo a descrivere a parole solamente perchè non siamo bravi in questo, solamente perchè non avremo mai pensato di arrivare a questo punto.
Eravamo arrivati accanto al suo letto, mi fece sedere mentre continuavamo a baciarci, lo tirai verso di me e io finì per coricarmi.
Stavamo per andare oltre e l'idea non mi dispiaceva.
«Sei sicura?» sapeva sempre rovinare l'atmosfera che si era creata. «Non voglio che domani te ne pentirai.» e come potevo? 
Io lo desideravo anche più di quanto lui desiderasse me, in quel momento.
«Sì, sono sicura.» e ripresi a baciarlo, iniziò a sfilarmi la maglietta tra un bacio e l'altro ma... EHI! Questi non sono affari che vi riguardano!




 

Note dell'autrice:

Perdonatemi se potete!
Non aggiorno da tanto tempo ma purtroppo la scuola si porta via tutto il mio tempo e per scrivere non me ne rimane molto se non niente e quindi ne approfitto anche quando sono cinque minuti, adesso dovrei andare a studiare storia quindi sono di fretta :(
Questo è l'ultimo vero capitolo, il prossimo è il prologo e tornerò con una one-shot che avevo già scritto quando la storia era al decimo capitolo circa ahahah
Julie parte, Liam e Joyce si sono lasciati e Sophie vorrebbe scusarsi... come li troveremo nel prossimo? 
Se avete qualche supposizione, mi farebbe piacere venirne a conoscenza ;)

Abbigliamento: http://www.polyvore.com/boyfriend_many_friends_an_unknown/set?id=94462851 (Joyce-Julie)
http://www.polyvore.com/boyfriend_many_friends_an_unknown/set?id=94464863 (Sophie-Eleonor)
Un bacione <3
Valentina
  
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