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Autore: blejan    11/10/2013    5 recensioni
Momenti di vita ordinaria di esistenze straordinarie: la Interdimensional Magical Energy Security and Control Organization di tutti i giorni, tra ordinaria amministrazione e non.
Raccolta per la challenge “Slice of Life” di areon.
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I.M.E.S.C.O.: Chocolate Box'
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Prompt: 17 - VACANZA
Titolo: Nagging Jvette
Autore: blejan
Fandom: Originale
Personaggi: Riven, Adriss, Jvette, Cyril, Alaros
Genere: Fantasy, Avventura, Comico
Rating: Verde
Avvertimenti:nessuno
Lunghezza:777 parole


Nagging Jvette

Riven sentiva il sudore straripare dalla pelle, condensarsi e scivolare silenziosamente lungo il collo; con la punta della lingua fremente fuori dalle labbra, contratto in una smorfia di estrema attenzione, appiattì accuratamente le asperità della sabbia con i polpastrelli, cercando di essere il più delicato possibile.
"Sono una piuma, sono una piuma, sono una piuma."
Portò indietro il busto, passando un avambraccio sulla fronte, osservando con sguardo critico la coda di sirena che aveva plasmato sopra le gambe di Adriss, il quale dormiva profondamente, beato ed ignaro, sdraiato al sole caldo della spiaggia.
Rimirò compiaciuto le scaglie rotonde e sinuose, la curva morbida della coda che si allargava increspandosi e, ultime ma non per importanza, le due piccole e pittoresche conchiglie sui capezzoli.
Sentiva le lacrime spintonare per uscire e fu costretto ad addentarsi il labbro inferiore con forza per evitare di sbellicarsi senza riserbo, mentre nella testa i suoi neuroni squilibrati assembravano centinaia di esilaranti idee su maniere spassose con cui spacciare le foto.

Sentendosi un borseggiatore strisciò vicino all’ombrellone, a caccia della Nikon 1 di Jvette, non accorgendosi che in realtà la ragazza lo stava spiando curiosa dal suo lettino, occhieggiando da sopra le pagine di un rapporto: mestolò con le braccia in mezzo a costumi vivaci, infradito colorati e morbidi asciugamani, dubitando seriamente sul fatto che esistesse un fondo su cui raschiare.
In trionfante silenzio, estrasse lo strumento di un fulgido rosso papavero, tenendolo come una reliquia preziosa, avvicinandosi temibile al gemello, innocentemente assopito nella sabbia fine.
Jvette sollevò gli occhi scuri al cielo nella speranza che qualcuno, da qualche parte, almeno provasse a darle una spiegazione, più o meno razionale, sul perché Riven, a parte aver scattato talmente tante foto da aver surriscaldato il flash e prosciugato la batteria, si fosse poi messo a scavare con le sue mani una buca proprio sotto il suo lettino, acquattandovisi e ricoprendosi come una formica leone, mugolando malestruo.

L’energia che governa l’Universo si avvalse della facoltà di risponderle con una maestosa eruttazione.

Cyril riuscì a trasmetterle tutta la sua solidarietà, sedendosi sul bordo del lettino per ripararsi dai raggi ruggenti.
Sollevò il pince-nez dalle scure lenti di cristallo temprato dal naso, pinzando le pagine del rapporto alla cartellina tra le mani di Jvette, per bloccare il loro svolazzare malandrino alla debole brezza che li aveva investiti.
- Ho smesso da tempo di ostinarmi a voler trovare per forza una logica in parecchie situazioni. - decretò il ragazzo con semplicità ed un sorriso disarmante, esasperato e divertito, affibbiando un pestone alla mano di Riven, che dalla sua postazione segreta tentava di rifilargli un pizzicotto sul malleolo.

- Tana per Cyril! -
Con la prepotenza di una fucilata, la percezione di pericolo imminente gli fece rizzare i capelli sul collo, mentre tutto il suo corpo scattava come una corda di balestra, lanciandosi in aria.
Sfruttò l’elasticità della rete del lettino, che lo innalzò ad un paio di metri buoni dal punto in cui, fradicio come uno straccio imbibito e non strizzato, grondante d’acqua marina, Alaros si schiantò, travolgendo Jvette.
- Tana per Jvette, allora! - Esclamò con un latrato da battaglia.
In un groviglio di gambe, braccia, fogli masticati e sputacchiati ed articolazioni messe a dura prova, la ninfa si sprecò ad esaminare, con gomiti e ginocchia adorni di cattiveria, zone particolarmente sensibili del gemello, pungolandolo col becco dell’olecrano tra le costole e ficcandogli una tibiata alla bocca dello stomaco.
Alaros, ridendo e tossendo, cercò di non farsi colpire ancora, minacciando di scrollare i folti capelli color mogano ancora copiosamente gocciolanti, strappandole uno strillo di protesta.
- Frenastenico! - soffiò Jvette, la pelle bronzea impanata come una cotoletta grazie all’umidità generosamente donatale dall’elfo; sentiva la sabbia crepitare e sfrigolare in posti che non pensava di avere.
- Andiamo Jvette - iniziò il ragazzo dagli occhi di giada - sii un po’ goliardica, siamo in vacanza! -
Si abbassò con la rapidità di una mangusta sentendo lo schiaffo fischiare sopra la sua testa.
- Io ti decapito, troglodita! - ruggì la ragazza tentando, con l’unico spigolo ancora integro della cartellina, di eseguire su di lui una biopsia cerebrale.

A qualche metro da loro Cyril osservava con sguardo vacuo di fronte a sè le decine di frammenti di cristallo scuro riflettere la luce nella sabbiolina dorata.
- I miei occhiali. - constatò, lapidario ed imbestialito.
Alaros sentì con intensità una sensazione oltremodo disagiante.
- È stato lui a voler cominciare a giocare a nascondino! - si difese indicando il moro, insabbiato di fianco a lui, il quale percepì chiaramente il sangue ghiacciarglisi nelle vene alla vista degli occhi d’ambra trafiggerlo con furia cieca.

Adriss fece finta di continuare a dormire, cullato ed intimamente appagato dai guaiti lamentosi di Riven, subissato di badilate come un sacco da box.


NdA : Salve creature! Che dire, uno scorcio di vacanza degno dei miei ragazzi.
So che il mare e la spiaggia sono un cliché, ma spero di aver sopperito in qualche maniera ed avervi fatto divertire^^.
Adriss è semplicemente un genio del male.
Ed Alaros, da bravo casinista, si è preso una vagonata di botte; poverino, a suo favore gioca la sua fibra d’acciaio.
La mia deformazione professionale mi ha fatto inserire una parola che molto probabilmente è oscura a parecchi di voi: non arrabbiatevi né sentitevi analfabeti, è perfettamente normale non conoscere il becco dell’olecrano, perché è comunemente conosciuto come…la punta dell’osso del gomito. Non odiatemi, so che potevo scriverlo così, ma è stato più forte di me, chiedo venia XD.

Grazie per aver letto, vi invito se potete e volete a lasciarmi le vostre impressioni su questo capitolo, sono sempre bene accette, positive o negative che siano ;) See ya!

blejan



Banner’s credits: immagine di Brigitte-Fredensborg
Istantanea credits: immagine di Suzuko42
  
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