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Autore: Mitsuki91    11/10/2013    6 recensioni
Lily Luna Potter è stata rapita il giorno della sua nascita e mai nessuno è riuscito a trovarla.
Severus Piton, dopo la guerra magica, ha fatto perdere le proprie tracce e ha vissuto insegnando inglese nelle scuole babbane. Ora, mentre si gode la pensione, un incontro sconvolgerà la sua vita.
Chi è quella ragazza che ha la stessa voglia a forma di cuore di Lily? Che ne sarà dei sentimenti di Severus?
[Repayment]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ebbene, una settimana piena mi ha tenuta ben lontana dal pc, e adesso l’ho acceso solo per sistemare e pubblicare l’epilogo.
Spero che questa storia vi sia piaciuta, o che vi abbia lasciato qualcosa :)
Io mi son divertita molto a scriverla e, beh… Ringrazio tutti quelli che l’han seguita/preferita/ricordata e chi mi ha lasciato un parere :) La prossima Repayment sta tutta nella mia testa; volevo prima finire anche qualche altra storia (ne ho troppe in corso) per poi iniziarla, e avendo tirocinio e esami forse ci metterò un po’… Ma non demordo, e ricordatevi che le idee ci sono :)
Buona lettura!


Epilogo

La scelta era difficile.
Dopo aver scoperto la verità, dopo che Rodolphus fu processato e condannato, dopo i sentimenti nati e condivisi, dopo tutto… Questo.
Entrambi i genitori erano preparati a subire una grossa delusione, a cercare di ingoiare il rospo, ripromettendosi di non avercela l’uno con l’altro. Dopotutto, Eva era maggiorenne, e aveva due famiglie.
Doveva solo decidere con chi stare.
Con i White, con cui aveva condiviso la vita fino a quel momento? Con i genitori che l’avevano scelta, accudendola come se fosse loro figlia?
O con i Potter, che la stavano cercando da tutta una vita? Con la famiglia che l’aveva persa, a cui era stata ingiustamente sottratta?
Eva sorprese tutti.
“Vivrò con Severus.”
Anche lo stesso professore la guardò scioccato, non aspettandosi quelle parole.
“Sempre se a lui va bene.” aggiunse poi, rivolgendo un timido sorriso all’uomo.
Quattro teste si girarono nella sua direzione, confuse e con uno sguardo sospettoso.
“Ehm… Insomma… Per me non ci sono problemi…”
“Professor Piton.” lo interruppe Harry “Lei lo sa, vero, che lei non è…?”
“Lo so, Potter.” rispose lui, freddo “E lo sanno tutti.”
Eva riportò l’attenzione su di sé, tossendo.
“Non è stata colpa sua. È colpa mia.”
“Ma… Cosa?” chiese Abbie, perplessa.
Eva sospirò.
“Mamma, forse è meglio se ti siedi…”

***

Che cosa?!
Tre di loro li stavano guardando sconvolti, tranne Harry. Lui aveva già compreso, e si era in qualche modo rassegnato. Valutava, ma in silenzio, mentre la confusione attorno a loro cresceva.
Onestamente, Severus avrebbe voluto essere da qualsiasi altra parte, piuttosto che lì. Lo stavano guardando come se volessero strozzarlo e, beh, lui non poteva dar loro torto.
“È stata colpa mia.” insistesse Eva, serrando i pugni e alzando il mento, cercando di farsi valere “Lui non voleva, ma alla fine l’ho convinto.”
“Ma sei uscita di testa?! Potrebbe essere tuo nonno!”
“Oh, questo è un reato, so che è un reato da qualche parte, avete troppi anni di differenza, e se c’è un modo legale per sbatterlo in prigione a vita io lo troverò e lo userò…”
“Ehm.” interruppe tutti Harry, prima che Ginny avesse anche solo la possibilità di aprire bocca “Tecnicamente, la vita media di un mago è di centocinquant’anni. Il professor Piton è, uhm, a circa metà del suo tempo, ecco.”
“Ma tu da che parte stai?!” urlò Ginny, prendendosela con il marito, mentre anche Abbie a Alan si giravano irati verso di lui.
Tre pari. Almeno quello, pensò Severus, valutando la situazione. Non aveva detto niente e aveva cercato di rimanere impassibile. Non capiva perché Eva avesse dovuto sbandierare tutto, perché adesso
Harry si passò una mano fra i capelli, nervoso. Non andava giù neppure a lui tutta quella situazione, però…
“… Ginny. Lo sai meglio di me. Se Piton la ama, allora non c’è niente da fare, e sinceramente mi sento anche un po’ sollevato nel sapere che… Ci sarà lui a proteggerla.”
“Cosa? Amore? Siamo seri, questa è una cotta di Eva e un… Non so che di un vecchio.”
“Noi ci siamo fidati di lui! È stato a cena a casa nostra, e oh cavolo, Eva…”
“Basta!” urlò di nuovo lei, zittendo tutti “Ho detto basta. Non mi serve il vostro permesso. Ho diciotto anni. A voi sta solo decidere se mi volete ancora nella vostra vita o meno.”
Ginny, che era rimasta zitta, fissando Harry negli occhi, si girò preoccupata verso la figlia.
Era così, dunque? Aveva appena ritrovato sua figlia per perderla di nuovo, dato che non accettava il compagno che si era scelta?
Il compagno che si era scelta… L’ironia di vedere Severus Piton accanto a Lily era evidente. Eppure, Harry… Non aveva forse ragione?
Se Piton la amava, allora Eva sarebbe stata sempre al sicuro e protetta. Se l’amava, l’avrebbe riempita di amore come non aveva mai potuto fare in vita, ma come avrebbe sempre desiderato fare…
Fece un passo verso l’uomo, riportando l’attenzione di tutti su di lui.
Severus, con anni e anni di Occlumanzia alle spalle, non tradì il minimo nervosismo e mantenne un’espressione neutra, ma dentro di sé poteva sentire il cuore martellargli in gola.
Ginny alzò la testa e pose un’unica domanda.
“La ami?”
Tutti si zittirono, e persino Eva smise di fronteggiare i suoi genitori adottivi per girare la testa verso di lui.
Alla fine, era così semplice. Sapeva già la risposta, era arrivato solo il momento di condividerla.
Non poteva più scappare di fronte a ciò che provava.
Non poteva più avere paura di se stesso.
Non dopo aver trovato qualcosa per cui valesse la pena, e che non fosse solo un ricordo sbiadito.
“Sì.”
Eva si aprì in un enorme sorriso e gli si buttò fra le braccia, e lui la strinse, sorridendo, così, davanti a tutti e incurante del resto.
Si sentiva… Vivo. Di nuovo libero di vivere le sue emozioni, senza maschera, senza timore.
Alla fine, fu quel sorriso a convincere Ginny, più della risposta.
“Allora, ti affido mia figlia. So che ogni altra raccomandazione è inutile.”
Ci furono altre proteste da parte di Abbie a Alan, a cui Harry e Ginny si occuparono di rispondere.
Severus e Eva sembravano troppo persi in quell’abbraccio, per prestare attenzione a qualsiasi altra cosa.

***

Severus aveva comprato un’altra casa.
Il Ministero, una volta che Harry Potter disse a tutti di aver ritrovato Severus Piton, gli rimborsò in un’unica rata la rendita vitalizia che gli sarebbe spettata dopo la guerra.
Il professore, perciò, scelse con Eva una piccola villetta, abbastanza grande per due o tre persone, a metà strada fra il paese di Eva e Godric’s Hallow, dove vivevano i Potter. Harry aveva collegato subito il camino della casa sia a casa White che alla propria, ed Eva aveva imparato ad utilizzare la Metropolvere come prima cosa.
Anche Minerva non ci aveva messo molto ad abituarsi alla nuova casa e alle nuove comodità: Eva aveva comprato un sacco di giochi solo per lei; giochi che sarebbero andati bene ad un gatto piccolo, ma con cui Minerva aveva simpatizzato presto, reclamandoli con le unghie e con i denti – letteralmente – come suoi.
Per il resto, per la magia, Severus era un ottimo insegnante. Dopo il trasferimento si era messo d’impegno per far diplomare Eva. Erano partiti dalle basi, dopo aver fatto un giro a Diagon Alley per comprare la bacchetta e tutto l’occorrente, e Eva era un’allieva entusiasta, anche se non imparava molto in fretta.
Pazienza, avrebbero avuto tempo.
Avevano tutto il tempo del mondo.

***

Lily tornò a trovarla in sogno circa due anni dopo la prima volta.
“Nonna!” esclamò Eva, riconoscendola. Si trovavano in un prato e il vento scompigliava loro i capelli, dispettoso.
“Lily Luna, mia cara.”
Eva, oramai, si era abituata al suo doppio nome. I suoi genitori adottivi, i suoi amici e Severus la chiamavano Eva, mentre i Potter e la sua altra famiglia – ci aveva messo mesi a memorizzare facce e nomi, da quanti erano – la chiamavano Lily.
“Come mai qui? Dopo tutto questo tempo?”
Lily rise, poi si alzò e le venne incontro, abbracciandola.
“Saranno due gemelli bellissimi.” le disse.
“Co… Gemelli? Ma che dici?”
“Beh, i figli tuoi e di Severus.”
“Ma io non sono incinta!”
“Oh, non ancora!”
“Ma Severus è sempre così scrupoloso…”
“Accadrà, vedrai. Prima di quanto credi.”
Quando si svegliò, Eva si tastò la pancia, ma sembrava come sempre piatta e vuota.
Siccome erano solo le quattro di mattina – l’orologio sul comodino non sbagliava – si rigirò nel letto, trovando Severus; si accoccolò all’uomo e riprese a dormire.

***

Noemi aveva appena finito di frequentare il college e si era laureata da poco. Le ci erano voluti solo tre anni, dopo la maturità.
Aveva fatto una festa in grande, invitando ovviamente Eva e Severus – quest’ultimo suo malgrado –. Con il tempo aveva imparato a conoscere l’uomo, ma non gli ispirava ancora fiducia.
Eva era migliorata moltissimo negli studi e, a volte, si divertiva a combattere per finta con i suoi fratelli o con i suoi cugini. Suo padre, Harry, le diceva che avrebbe avuto un futuro come Auror, una volta preso i M. A. G. O.
La festa era in un locale, che Noemi aveva affittato per tutta la notte.
Mangiarono, bevvero e ballarono per parecchio tempo. Persino Severus, dopo qualche bicchierino di troppo – che Eva gli spinse con forza in bocca, ovviamente – si lasciò andare e scese in pista.
Nella sua testa vorticavano le immagini della ragazza. Erano passati anni e lei era ancora al suo fianco, innamorata come e forse anche più del primo giorno.
Si sentiva fortunato.
Ho fatto bene a lasciarmi i miei timori alle spalle.
Nonostante l’età, forse complice l’alcool, dopo la festa lui ed Eva si diedero alla pazza gioia. Era stato strano resisterle persino mentre erano in discoteca, ma da qualche parte nella sua mente sapeva che fare certe cose in pubblico era sbagliato.
Il giorno dopo si svegliarono, nudi, in mezzo al letto sfatto.
Severus sentiva male dappertutto e non era passato istante, da quando aveva aperto gli occhi, che non si fosse lamentato.
“Ricordami di non andare mai più in un posto simile.” stava dicendo, per l’ennesima volta, mentre Eva tornava dal bagno dopo aver fatto la doccia. Lui avrebbe voluto seguirla, ma non riusciva neppure ad alzarsi.
Lei rise e gli si sedette accanto, accarezzandogli i capelli.

***

Il terzo giorno di fila che si svegliò in preda alla nausea e al vomito, Eva si ricordò del sogno che aveva fatto ormai più di un anno prima.
“Oh porc…!” esclamò, asciugandosi il viso.
“Che succede? Stai ancora male?” le chiese Severus, affacciandosi alla porta, preoccupato.
“Mh.” disse Eva, in tono neutro, piegando la testa “Severus, ti senti pronto per la paternità?”
Lui strabuzzò gli occhi e si strozzò con la sua stessa saliva. Quando si fu ripreso rialzò lo sguardo – aveva le lacrime agli occhi per la tosse – e le disse: “Stai scherzando, vero?”
Eva lo superò, andando in camera a buttandosi a pancia in su sul letto. Si toccò il ventre, sovrappensiero.
“A quanto pare no.”
“Ma noi non abbiamo mai…”
“Dopo la festa di Noemi.”
Severus si zittì, sedendosi accanto a lei, circospetto.
“Eravamo ubriachi, Severus. Probabilmente non te ne sei ricordato.”
“Però” disse lui, in difficoltà “Non è detto che un po’ di vomito possa stare a significare per forza…”
“L’ho sognato.”
Severus rimase zitto, incredulo, mentre Eva eseguiva una mezza piroetta e si metteva seduta accanto a lui.
“Me l’ha detto Lily.” disse, prendendogli le mani.
“… Lily?”
“Oh, sì. Era già successo, in passato. Mi aveva avvertito che sarei stata felice con te, che avrei conosciuto Harry, che il mio vero nome era Lily Luna.”
“Ma questo quando…?”
“Il giorno prima di scoprire tutto.” rispose lei “È vero, l’ho sognato più di un anno fa questo, ma so che è vero. Lo sento. Ogni tanto mi capita di prevedere le cose, di fare sogni che si avverano… Tipo quando mi sono scottata con l’acqua della pasta, o quando ho incontrato per la prima volta il ragazzo di Noemi… Credevo che fosse, ecco, normale. Ma solo due volte ho sognato Lily, e la prima volta mi ha detto cose esatte, quindi…”
“In poche parole, sei una Veggente.” concluse Severus, che si stava appigliando a tutto pur di non pensare a quello. A un bambino in arrivo.
Eva alzò gli occhi al cielo, pensando.
“… Può essere, non ci avevo mai pensato… Ma le profezie non funzionano in un altro modo?”
“Ci sono diversi modi per essere Veggenti, Eva. C’è chi profetizza facendo gli occhi vacui e la voce strana, chi legge il futuro nelle stelle e chi lo scopre tramite i sogni.”
Eva sorrise, riportando la sua attenzione su Severus.
“E allora, pronto per fare il padre?”
Povero me…!
“Insomma… Magari prima potresti fare un test… Merlino, i tuoi mi uccideranno, e intendo tutti e quattro…”
Eva rise, alzandosi con l’intenzione di vestirsi.
“Ah, Severus…” disse infine, mentre stava per uscire dalla porta. Severus era rimasto seduto sul letto, ancora incredulo.
Da una parte vedeva un bel bambino tutto suo, che gli somigliava e che somigliava ad Eva, e gli faceva una tenerezza incredibile.
Dall’altra era spaventato a morte.
“Che c’è?” le chiese, alzando lo sguardo.
Eva aveva l’espressione luminosa e birichina che lui associava ai bambini che facevano una marachella.
Oh, Merlino…
“Sono gemelli!”
Lo sapevo! Sono finito!
Eva uscì, ridendo, e Severus si sdraiò sul letto.
Forse non era poi un male.
Una famiglia mia.
No, non era un male.
Si riaddormentò, con il sorriso sulle labbra.


   
 
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