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Autore: MaryMatrix    06/04/2008    8 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato usare il doppia tag br.
Rinoa81, assistente amministratrice.

Questa è un'Hermione/Draco, tutta raccontata e commentata dall'unico, originale, mitico... Signore Oscuro Eterno e Terribile (ET)!!! Cosa accadrà ai due nemici quando nel mezzo c'è Voldemort??? Mah... leggere per scoprirlo...
"Addio Tom,
Almeno per quanto mi riguarda tu sarai sempre l'Unico Signore Oscuro"
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Pansy Parkinson, Voldemort | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

Capitolo 12:

Il ricordo di Lucius, il coraggio di Draco

 

Nda: sono le ore 00:14. Vi prego pertanto di scusare eventuali errori ed orrori ortografici o di battitura che potrebbero essere sfuggiti alla revisione. Spero che questo capitolo vi piaccia.

 

Aveva un ghigno stampato in faccia. Il suo solito ghigno madeinMalfoy che nessuno sapeva imitare… a parte mi chiedo a chi mai potrebbe venir voglia di imitare un ghigno… io ho sempre considerato un ghigno una questione di stile e lo stile o ce l’hai o non ce l’hai… io per esempio ce l’ho… voi altri fan di Potter… beh, sorvoliamo…

Tornando alle cose serie (per quanto Lucius Malfoy si possa definire una cosa seria), sfoderando il suo ghigno aspettò che gli succedesse qualcosa, che il gioco lo trasportasse in qualche mondo parallelo per affrontare la sua prova.

E infatti così accadde.

Era in una foresta. Si guardò intorno con occhiate sospettose, e considerando gli occhi che si ritrovava avrebbe potuto benissimo gelare gli alberi. Quando, dopo moooooolto tempo, decise che non gli sarebbe successo nulla (che genio…) decise di alzare i tacchi e di continuare per quel sentiero… come mai proprio per il sentiero? Ora, Lucius Malfoy non è mai stato una cima, ma almeno a pensare che forse sarebbe stato meglio seguire un sentiero già tracciato piuttosto che inoltrarsi in una foresta sconosciuta ci riusciva anche lui.

Come dite?

È una trappola? Povero Lucius… fategli fare un ragionamento alla volta… non sono mica tutti come me…

Comunque scoprì ben presto quel che il sentiero gli riservava. Sentì una voce che lo chiamava. – Lucius…-.

La riconobbe subito… fossi stato in Narcissa l’avrei cruciato all’istante se non avesse riconosciuto la mia voce…

-         Moglie? – domandò lui spaesato.

E la voce ripeté il suo nome. Lucius si sentiva come attirato da quella voce. Insomma era sua moglie e aveva capito che non si doveva sottovalutare il gioco.

“Non essere irragionevole Lucius. Mantieni freddezza!”.

Non fece una piega e sul suo volto nuovamente il ghigno famoso.

La selva intorno a lui sembrava danzare al fruscio del vento, il salice piangente con le sue lacrime accompagnava il lamento di Narcissa.

Lucius correva, per arrivare il prima possibile, eppure qualcosa dentro di lui gli diceva chiaramente che non doveva fidarsi, che c’era qualcosa di sbagliato in quel lamento. Finalmente arrivò in una radura, una piccola piazzola rivestita d’erba, e il suo ghigno si inclinò nel vedere quello che gli si presentò davanti. Infatti…

 

-         No Lucius. – interruppi la mia narrazione seccato. – Il fatto che tu abbia lo stesso nome di tuo nonno non significa che anche tu dovrai affrontare il gioco di Pansy. -.

La piccola peste si stava agitando sul pavimento accanto a Sirius, che non ne poteva più del fratello. E anche la mia piccola, promettente Serpeverde Minni si stava seriamente seccando. – Calmati Lucius! Tanto lo sai già come va a finire la storia! -.

Lui annuì. – Lo so, ma nonno Lucius è il mio nonno preferito! -.

e se nei suoi occhietti da traditore c’era la gioia innocente di bambino, io avrei potuto passare benissimo per Caronte in quel momento: i miei unici e fantastici occhi rossi stavano eruttando faville di fuoco come un vulcano.

Nonno Lucius??? Stupido ragazzino, vuoi mettere nonno Lucius con me? Con me? L’essere Eterno e Terribile??? Paragonato miseramente a quel Mangiamorte Platinato??

Lucius si spaventò. – Mamma, nonno ET mi sta guardando male! -.

-         ET! Smettila immediatamente di guardare male Lucius! – e il suo assomigliava tanto ad un ordine.

In che stato mi ero ridotto? Ad obbedire agli ordini di una Mezzosangue sprofondato su una poltrona di casa sua. Ancora non riuscivo a capacitarmi di come fosse potuta accadere una cosa del genere.

Minerva si accoccolò di nuovo sulle mie ginocchia e una fitta alle gambe mi fece capire che se volevo scrollarmela di dosso avrei dovuto ricominciare la storia.

 

Mille Narcisse. Mille e forse qualcuna in più, donne identiche a Narcissa Malfoy. E probabilmente una di loro era proprio lei. Proprio lei che chiamava il suo Lucius, e lui immobile, davanti a tutte quelle Narcisse, per lo sgomento.

Che razza di prova era quella?

Tutte lo chiamavano, e affermavano di essere la vera Cissy. Lucius indietreggiò di un passo. Aveva intuito quello che doveva fare. Doveva riconoscere la vera Narcissa Malfoy, e per un momento disperò. L’impresa gli sembrava impossibile.

Poi si ricordò che quella donna era sua moglie e che quindi qualcosa di lei doveva pur aver imparato in tanti anni di matrimonio.

-         Lucius! – fece una voce dentro la sua testa.

-         Cosa? Chi? Bellatrix? – non riusciva a credere di avere in testa la voce della Black. Perché mai avrebbe dovuto avere la sua voce in testa? Beh, in fondo lo sapeva. Era talmente abituato a sentirla dare ordini per mio conto che ormai per darsi ordini da solo usava la voce della Black.

-         Proprio io Lucius. Cosa fai, indietreggi? Non sia mai che un Malfoy indietreggi! – sbottò quella. – Dimmi un po’ ti sei bevuto il cervello per caso? -.

-         Gentile come al solito, Bella. -.

-         Tsk tsk… con la gentilezza non ho mai ottenuto nulla. Adesso ascoltami: devi riconoscere mia sorella tra queste qui. -.

-         Grazie Bella… davvero non ci sarei mai arrivato da solo! -.

Probabilmente non lo avrebbe fatto, aggiungo io.

-         Ma come devo fare? Sono tutte uguali. -.

-         Benedetta Cruciatus, è tua moglie! Sei tu che devi sentire chi è tra queste la donna che ami! -.

Un sorriso amaro si dipinse sul suo volto. – Sai perfettamente Bella che è da molto che non provo un sentimento di grande amore nei confronti di mia moglie. -.

-         E allora cerca di ricordare quello che provavi prima. -.

Lucius sapeva che la prima cosa da fare per accedere ad un ricordo di quel genere era liberarsi del ghigno. E poi tornare indietro nel passato.

Indossava un bellissimo vestito nero, di stoffa pregiatissima, e per l’occasione i suoi lunghi capelli biondi erano stati legati in un codino, e alcuni ciuffi lasciati sciolti. Era bellissimo. Davanti a lui c’era un altare e si sentiva impaziente. Impaziente perché era solo davanti a quell’altare e invece non avrebbe dovuto esserlo. Avrebbe dovuto esserci un’altra persona. E infine la porta della Chiesa si aprì, ed entrò lei, più bella che mai, un lungo vestito bianco, così luminoso che pareva una nuvola, e lei con quei capelli biondi sembrava un angelo. Si chiese cosa avesse fatto lui di così buono nella sua vita per meritarsi un angelo. A parte nascere Purosangue ed essere Serpeverde si intende.

Con i tempi duri che correvano, mai avrebbe pensato che il giorno del suo matrimonio sarebbe stato così vicino. Gli sembrava quasi impossibile averla davanti, e le prese le mani nelle sue, piano, con delicatezza, come si confaceva ad un vero Lord, e come di solito si fa quando si vuole evitare di rompere qualcosa di molto fragile. Era quello che amava di più in quella donna. Era un’ingannatrice nata: sembrava così fragile, e così indifesa, guardandola nei suoi occhi marini. Eppure non lo era, e Lucius lo sapeva bene. era solamente vittima di un’illusione, della magia che in quel momento più che mai scaturiva la figura di Narcissa Black… Narcissa Malfoy. Finalmente Malfoy. Finalmente uniti in quel loro primo bacio. Finalmente insieme, coscienti che lo sarebbero stati per sempre.

Lucius adesso risentiva dentro di sé le emozioni di quel giorno. Guardò velocemente le Narcisse intorno a lui, e si rese conto che nessuna di quelle era la stessa donna per cui lui si era agitato quel giorno. Per cui lui era emozionato.

-         Tacete! – ordinò perentorio. – Nessuna di voi è mia moglie! -.

E furono proprio quelle parole che permisero la fine della prova. Si smaterializzarono davanti a lui, e insieme a loro anche tutto il bosco intorno a lui, e la radura, finché non fu di nuovo sulla spiaggia. Sul tabellone del gioco.

Tutti lo guardavamo con curiosità. Non aveva il ghigno. Aveva un’espressione seria. Guardò Narcissa.

-         Ho… sbagliato. – disse solamente. Ma per lui era anche troppo.

Narcissa aveva capito. Non aveva bisogno di altro. In fondo l’aveva sempre saputo che suo marito l’amava. Lei lo amava troppo per non poter essere riamata, e ne aveva avuto la certezza quando aveva letto la frase sulla sua casella, prima della prova di Lucius.

Ma anche quella volta non ci fu spazio per le spiegazioni.

-         Draco Malfoy! Casella 7! – Pansy parlò.

E Draco obbedì. Vide la spiaggia svanire davanti a lui.

Questa volta era nel passato. Aveva riconosciuto il luogo dove si trovava. L’aveva visto molte volte sui libri di storia Babbana… beh, cosa credete? Anche se siamo Purosangue ci interessiamo alla storia Babbana, noi… siamo colti.

Era in un’arena romana, quelle usate per gli spettacoli gladiatori. Non era mai stato a Roma di persona. Io personalmente ho sempre ammirato Roma… ci sapevano fare quelli, avevano costruito un impero praticamente partendo dal nulla… ma lasciamo perdere la storia romana…

Draco si vide mischiato a tutta quella folla che stava aspettando fremente l’inizio dei giochi gladiatori. Si stupiva della folla che aveva intorno. Non riusciva a capire che cosa ci trovassero di così bello in quel tipo di giochi.

Non gli sembrava il caso di starsene seduto lì. Sapeva che il gioco non poteva volere quello… si immaginava che le prove fossero più difficili rispetto allo scaldare un posto stando seduti.

L’imperatore sedeva sul suo trono, e Draco tentò di riconoscerlo, ma invano. Non riusciva a vederlo per bene.

Poi l’imperatore batté le mani e comparvero degli uomini, degli schiavi, che portavano una ragazza con le mani legate dietro la schiena. La riconobbe immediatamente.

-         Pansy! – trasalì.

Era lei. Lì nel gioco. Lì in pericolo. Draco capì che non avrebbe assistito ad uno spettacolo di giochi gladiatori, ma bensì ad un’esecuzione. Aveva gli occhi sbarrati.

“E adesso che faccio?” si domandò fra sé e sé.

-         Ma non lo so. – intervenne DD, con sarcasmo a mille. – Una cosa tipo intervenire, per esempio. -.

“Cosa? Andiamo, non siate ridicoli… una Serpe trova sempre un piano B”.

-         Certo. – confermò AD. – E nel frattempo la tua amica è uccisa. -.

-         Sveglia, bello! – esclamò DD. - È salvarla, la tua prova. -.

“Ma…” non voleva pensare quello che stava pensando.

Eppure DD lo intuiva lo stesso. – Ma è Pansy, vero Draco? Per te è sempre stata sempre e solo Pansy. Perché sprecarsi per lei? Sai, hai ragione. Sei troppo Serpe per fare una cosa del genere. -.

“Che cosa intendi?” Draco era molto vicino all’offendersi.

-         Quello che intendo, Draco Malfoy, è che dovresti essere meno Serpe e più Grifone ogni tanto. -.

Draco non ce la fece a trattenersi, rosso di rabbia. – Stai cercando di dire che non avrei il coraggio di salvarla? – urlò.

E tutti lo sentirono. Scese il silenzio nell’arena. E lui si accorse di essersi messo in mostra. Troppo in mostra. Decisamente troppo.

-         Quis es? (Chi sei?) – domandò l’imperatore, rivolgendosi a lui.

-         Perfetto. – commentò Draco. – Ci mancava solamente il latino. Draco sum (sono Draco). – rispose.

Non aveva voglia di parlare troppo latino, quindi spiegò brevemente che avrebbe voluto riscattare la ragazza.

L’imperatore capì dalla sua pronuncia strana del latino che non era Romano.

Draco spiegò che veniva da lontano, e chiese nuovamente cosa avrebbe dovuto fare per liberare la ragazza. Come se non sapesse già la risposta.

Mezz’ora dopo era vestito come un gladiatore di tutto punto, e cercava di imparare un minimo ad usare il gladio. Non era una frana assoluta, ma sapeva che di solito i gladiatori non scherzavano… quindi sarebbe stato meglio andarci cauti con la sicurezza di sé che sfiorava il narcisismo. Meno Serpe, più Grifone. Continuava a ripetersi.

E poi passò alla luce. Entrò nell’arena, e tutti applaudirono per quel nuovo giovane eroe dai capelli biondi. Che si voltò e vide il suo rivale.

Era un gigante di 2 metri. Con un gladio e una mazza ferrata. La prima cosa che pensò Draco fu che non era valido. Era svantaggiato. Poi pensò che doveva essere un Grifone, non un coniglio, e quindi aspettò che il gladiatore attaccasse. Non dovette aspettare molto.

Fendente. Parata. Fendente. Parata. Fendente. Parata.

Per ora era riuscito a parare, grazie anche ai suoi movimenti veloci. Scivolò all’indietro appena in tempo per impedire che il gladio dell’avversario gli perforasse la milza. E sentiva anche che il pubblico rideva. Rideva della sua velocità o rideva di lui che sembrava aver adottato semplicemente una tattica difensiva, che sapeva non sarebbe durata ancora per molto?

Beh, l’unico modo per saperlo era cambiare tattica, quindi si slanciò verso il suo avversario lanciando un urlo per darsi la carica. Ma il gladiatore fu più veloce di lui ad utilizzare la mazza ferrata e colpì il braccio di Draco. Che cadde a terra, gemendo.

Vide il gladiatore venire verso di lui, per trafiggerlo, ma Draco rotolò di lato, evitando il colpo di grazia. Si alzò in piedi, e decise che la tattica Grifone non era quella che faceva per lui.

-         È durata anche troppo! – commentò.

Afferrò la bacchetta. Era più facile con la bacchetta. Era meno coraggioso ma più facile. Più da Serpe che da Grifone. Più intelligente che coraggioso.

La stava tendendo verso il suo rivale che rideva di quel pezzo di legno puntato contro di lui.

E il pensiero di Draco andò ad Hermione. Che cosa avrebbe detto lei? Che cosa avrebbe pensato di lui se avesse compiuto un atto di tal genere? Si voltò fulmineo verso Pansy… forse avrebbe davvero fatto meglio a pensare alla vita di lei, piuttosto a quello che la Mezzosangue avrebbe pensato di lui. Ma perse troppo tempo, e un nuovo colpo lo raggiunse, sulla gamba questa volta. E Draco fu di nuovo a terra. E l’impulsività ebbe il sopravvento su di lui.

-         PETRIFICUS TOTALUS! – urlò.

E il gladiatore davanti a lui divenne di pietra. Gli spettatori rimasero di sasso a quella scena. L’imperatore stesso si alzò dal trono.

-         Tu devi essere un dio! – sentenziò.

E sul volto di Draco di nuovo il ghigno. Di nuovo un Malfoy. Serpeverde. – Infatti. – rispose. – Io sono il dio Marte. – sparò a caso il primo dio che gli venne in mente. – E quella ragazza è sacra a me! -.

L’imperatore si spaventò molto a quelle parole. – Ti preghiamo, Divino Marte, di perdonare la nostra impudenza verso una tua protetta. -.

-         Umpf. – l’espressione sul volto di Draco era sprezzante. – E sia. Per questa volta passi. Ma che non succeda più. -.

Pansy fu liberata, e corse incontro a quello che credeva essere il dio Marte. Draco le prese la mano.

E un secondo dopo era di nuovo sulla spiaggia.

 

-         E per le ferite come hai fatto? – domandò Sirius, interrompendomi.

-         Ho usato l’incantesimo Ferula. – spiegò Draco.

Sbattei il pugno sulla poltrona. Ma guarda un po’ questi che si permettevano di interrompere la mia narrazione… bah…

 

Ci chiedemmo a chi sarebbe toccato adesso.

E di nuovo la voce della Parkinson si fece sentire.

-          Oliver Baston! Casella 8! -.

 

 

Eccomi tornata!!!

Allora adesso che siete arrivati in fondo alla storia mi sento in dovere di spiegare alcune cose: le prove di Narcissa e di Lucius, come avrete capito anche da soli, sono servite per far rinascere un po’ il loro amore. Le prove di Draco e di Hermione sono state invece più complesse: purtroppo non posso rivelarvi il perché, altrimenti vi svelerei la fine della fan fiction… vi chiedo quindi di pazientare altri due capitoli, ed avrete tutte le spiegazioni che vorrete sulle loro prove.

In attesa, passiamo ai ringraziamenti:

-         Diddola: grazie!!! Mi fa piacere sapere che ti piace. Beh, ecco qui le prove di Lucius e di Draco. Spero che ti siano piaciute. Attendo un tuo parere. Baci!!

-         DamaArwen88: grazie per la recensione!! Hai visto??? Ho usato il tuo fantastico nome per Minerva!!! Grazie!!! Come vedi anche Lucius, più o meno, ha ricordato… il fatto è che al contrario di Narcissa, lui non lo immagino molto romantico, né tanto meno sdolcinato… ho cercato di fare di mio meglio. Quanto a Mootai, non temere, nel prossimo capitolo avrà una lezione… eheheh… nel frattempo aspetto una tua opinione su questo. Baci!!!

-         Myki: grazie!!! Sì, beh, era una domanda legittima… quindi ho risposto. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto… ci vediamo lunedì. Baci!!!

-         Tigerlily: carissima!!! Pansy la boss mi piace un botto! Ma come non te l’aspettavi? Bellatrix è ovunque… è il sostrato xD!!! E a proposito di gladiatore, piaciuta la prova di Draco? Non sono fissata con l’antica Roma, vero? Noooo… Comunque è Narcissa che ama troppo Lucius, e lui non può far altro che ricambiare… Baci!!!

-         Lenus: ok, basta… non puoi farmi lacrimare gli occhi dalla commozione ogni volta che leggo una tua recensione!!! Sono sempre al settimo cielo quando le leggo… anche al nono, direttamente nel Primo Mobile (scusa, reduce da un’interrogazione su Dante…). Spero di non aver deluso le tue aspettative con questo capitolo. Con affetto, tantissimo!

-         IaiaMalfoy_4ever: che bello sentirti!!! Mi ha fatto davvero piacere la tua recensione!!! Addirittura una genia??? Grazie!!! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Baci!!!

-         Ki_chan: addirittura le dita atrofizzate? Grazie mille… mi sento onorata… però non atrofizzarle più, mi raccomando!!! Allora la parte di Herm in effetti è più complicata di quello che sembra, ma come ho scritto sopra, spiegartela equivarrebbe a raccontarti il finale… mi dispiace L… spero comunque che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Baci!!

E un grazie immenso anche a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti.

Vista l’ora, buonanotte,

@matrix@

 

  
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