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È un peccato sprecare la bellezza, pensa il cavaliere.
È un peccato, e tuttavia lo farà.
Osserva con compiacimento la propria opera: la ragnatela si è intrecciata attorno alla fanciulla bionda di propria volontà, poiché la spada riconosce la superbia come una volpe la propria preda. La fata ne era intrisa, intrisa di un orgoglio sfacciato e irritante che non le fa mai abbassare lo sguardo. Neppure ora.
Sì, è bella, si dice il cavaliere.
Tuttavia non cederà alla sua avvenenza, poiché si giudica leale verso il signore che serve e mentre la fata morirà per il suo orgoglio, egli vivrà con onore.