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Autore: Fire_    12/10/2013    3 recensioni
"Siamo sempre immersi nelle nostre menti. Per tutta la vita organizziamo sogni. A ognuno la sua strada, a ognuno la sua vita.
E quando la tua strada si unisce con quella di qualcun'altro? E quando non è solo la strada a unirsi, ma l'anima?
Non puoi fare a meno di gettare i sogni, di bruciare i programmi. E sai cosa? Non ti importerà perchè sarà stato per lui. Non ti importerà perchè per te esisterà solamente lui."
Questo è il continuo della mia storia 'Don't hate me'. Dove i due protagonisti hanno in comune l'amore nei confronti dell'altro, dove l'amore soffoca l'oscurità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb/Akio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blood.




Passarono alcune settimane, Sophie e Axel, riuscirono a distogliere, per la maggior parte delle volte, i miei pensieri. 
Quel pomeriggio, ero concentrata dietro a quel bancone, quando un ragazzo richiamò le mie attenzioni. Un volto nuovo. Dei capelli rossi fiammeggianti e uno sguardo color oro. 
Non lo avrei notato, se non fosse stato per la mia collega di turno, Ginger. Era una ragazza carina, mora e di bassa statura. Ginger, appunto, mi aveva tirato una gomitata e ammiccato verso il ragazzo. Non potei fare a meno di notare che aveva dei bei lineamenti. Sorrisi vedendo la ragazza provarci spudoratamente. 
Il rosso non sembrava ricambiare l'interesse. Attendeva impaziente il caffè che aveva ordinato dieci minuti prima, gli portai il caffè e in cambio ricevetti un sorriso. 
Ottenni uno sguardo assassino dalla mora, probabilmente non era riuscita nemmeno a farci due chiacchere. 
"Non è giusto" Borbottò lei. 
"Guarda  che non ti sto facendo concorrenza, non sono interessata." Le sorrisi. 

A fine turno, mi cambiai velocemente e mi diressi al parco. Amavo stare là. Seduta, a fissare il punto esatto da cui era sparito. Leggevo o ascoltavo la musica sotto quell'albero, cercando sulle mie labbra il suo sapore. 
Quella sera era particolarmente umida, preferii sedermi sulla panchina ed osservare l'albero da lontano. Speravo che si materializzasse, alle volte. Che comparisse dal nulla. 
Spesso avevo la sensazione di averlo vicino, alle spalle. In quei casi, mi voltavo. E il mio sguardo si perdeva nel vuoto della sua assenza. 
Infilai le cuffie nelle orecchie e chiusi gli occhi, nel disperato tentativo che nel riaprirli l'avrei trovato davanti a me. Quando li riaprii, il ragazzo dalla chioma infuocata era a distanza ben poco di sicurezza, da me. La musica, mi aveva impedito di sentire i rumori. Era a circa due centimetri da me, fissava i miei occhi. Poi fece una strana faccia e si mise a sedere vicino a me. 
Non potei fare a meno di notare quanto fosse buffo. Mi tolsi le cuffie dalle orecchie. 
"Che vuoi?" Dissi forse fin troppo poco cortese. 
"Uh finalmente hai scelto il mondo reale." Bobottò, rivolgendo lo sguardo altrove e mettendosi le mani in tasca. 
Lo fissai. 
"Che c'è da guardare?" Mi rivolse lo sguardo. 
 "Cosa guardavi due secondi fa nella mia faccia?" 
"Cercavo di capire cosa tu stessi facendo, sembravi un bradipo sul punto di morte." Disse con un tono esasperato, come fosse normale fermarsi a guardare persone estranee da così vicino. Mi scappò un sorriso. 
"Io sono James." Disse, guardandosi la punta dei piedi. 
"Io .." Mi interruppe. 
"Tu sei Alexander."
"Come sai il mio nome?" Ormai quel ragazzo non mi stupiva più. Era strambo. In senso buono.
"So tante cose su di te." 
"Chi sei?" Chiesi freddamente scrutandolo. 
"Questo non ti deve interessare." Si voltò quasi offeso. Sorrisi e scossi la testa rassegnata, poi Il mio sguardo cadde su quell'albero e sospirai. James si voltò di nuovo verso di me. 
"Sei strana. Direi.." Si soffermò due secondi e riprese "Si, sei sicuramente innamorata." 
"E' così evidente?" Chiesi incrociando il suo sguardo. 
"No. Ho imparato a leggere le persone." Disse ammiccando al mio zaino. Mi ero dimenticata di aver scritto il nome di Caleb nello zaino e che lui avesse scritto il mio. Quei dolci e torbulenti ricordi invasero la mia mente, poi tornai alla realtà e sentii i miei occhi inumidirsi. 
James dovette notarlo, ma mi graziò con il suo silenzio. Era di buona compagnia, se non altro. 
Accese una sigaretta e si perse nel vuoto. Mi infilai una cuffia e feci ripartire la musica. Dopo una manciata di minuti, sentii una carezza avvolgermi le guancie mi girai nella sua direzione, ma il ragazzo dalla chioma infuocata non c'era più. 

Non avevo voglia di fare la solita pallosa e tranquilla strada per tornare a casa, così imboccai quella strada che Caleb mi aveva sempre proibito di fare. Non mi aveva mai detto il motivo, così come per ripicca, camminai sicura dentro quel viale. 
In realtò cercavo solo lui. Lo cercavo dentro ogni ricordo e speravo che quella strada lo riportasse da me. 
La mia sicurezza diminuì, quando la strada si faceva sempre più buia. Sentii delle urla, più distanti. Vedi due figure che si azzuffavano violentemente. A poco, a poco mi avvicinai. 
Riconobbi quel ciuffo. Quello sguardo gelato che era concentrato sul prossimo pugno da dare. L'altra era una figura più possente, ma non più forte. Era una figura a me sconosciuta. 
Sentii dentro me un dolore profondo. Aumentava con ogni botta, con quel sangue che colava dal suo naso. 
Senza accorgermene urlai "Basta!" Entrambi mi fissarono. Caleb si irrigidì, l'altro scoppiò a ridere. Erano entrambi sfiniti e sanguinanti. 
Caleb distolse lo sguardo da me e assestò un pugno dritto sul viso, che fece cadere a terra quell'uomo. Poi mi prese violentemente e mi trascinò via correndo. 
Mi portò in un vicolo, se possibile ancora più buio. Feci per parlare, ma mi tappò la bocca. Non parlai. Lo vidi attento ad ascoltare i rumori che si facevano sempre più distanti. 
"Se ne sono andati. Che cazzo ci fai qui?" Mi ghiacciò con lo sguardo. 
"Fatti i cazzi tuoi."Lo sfidai e ressi il suo sguardo. 
"Alex, mi avevi promesso che non avresti mai preso questa strada." 
"Te lo promisi tempo fa. Che te ne frega se la prendo?" Dissi con tono arrogante. 
"Oh, se vuoi morire è il posto giusto." 
"Continuo a non capire cosa te ne importi." 
Mi appiccicò al muro con una spinta. Volevo respingerlo, ma le mie braccia crollarono alla vista delle sue labbra. Lo baciai, con una fame incontrollabile. Lui intromise la lingua nella mia bocca e mi morse il labbro. Infilò le mani sotto la mia maglia e prese a sfiorarmi la pancia, con gesti che sapeva che non resistevo, passò alla schiena. Mi sfiggivano sospiri ansanti, sospiri di arresa. Mi ero arresa all'amore, a quell'amore straziante. 
Quell'irritabile ghigno apparse sul suo viso. Mi prese un dolore allucinante nel pensare che probabilmente di lì a poco non sarebbe stato più mio. Decisi di non pensare, per adesso non sembrava volersi staccare da me. 
Morse ancora le mie labbra, questa volta più forte. Sentii il sapore metallico del sangue invadere la mia bocca.
Decise di lacerare il mio collo, mordendolo. Non avevo la forza di oppormi, perchè non lo volevo. Mi lasciai andare in preda alla tentazione, infilai le mie mani sotto la sua maglia e presi ad accarezzare il suo fisico scolpito. Lo vidi spengere quel ghigno trionfante e vidi far calare il suo muro. 
Inutile dire che fummo trasportati, uccisi dal fuoco che era in noi. 
Lo facemmo, in quel vicolo. In quel buco buio, dove però mi era sembrata di avere la luce più forte. Avevamo placato quella fame, perchè si, ce l'aveva anche lui. 
Caleb poggiò la sua testa sulla mia. 
"Non tornare più qua." Disse con un tono ansante, che cercava di essere duro. 
"Continuo a non capire cosa te ne importi." 
"Non voglio che tu muoia" 
"E se io lo volessi?" Chiesi sfidandolo. 
"Non lo faresti. Io te lo impedirei. Morirei anche io." 
"Non mi sembra tu stia morendo senza me." 
"Oh invece dovrebbe vedersi." Disse. 
"Alex, ti amo. Non commettere cazzate." 
"Sono stanca. Caleb, non ne posso più. Mi manchi. Ho un vuoto incredibile in me, fa male." 
"Lo so."
"No, tu non lo sai. Altrimenti non scapperesti. Altrimenti non mi lasceresti andare."
"Non posso, Alex. Ora devo andare, mi staranno cercando." Disse, ricostruendo il suo muro. 
"Chi ti cerca?" Mi fissò, con l'identico sguardo di quando mi aveva abbandonata sotto quell'albero al parco. Identica fu la sensazione che provai. 
Raccolsi le cose che mi erano cadute, me ne andai. Lontana da quel calore, lontana da lui. 
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Nota autrice: e rieccomi con un nuovo capitoloss :3 Beh, che dire, ecco il nostro Caleb. C'è un new entry: James. Spero veramente che vi sia piaciuto. Ci tengo veramente a sapere i vostri pareri, quindi recensite! 
Grazie a quelli che continuano a seguire questa fic e in particolare a chi recensisce *-* Ho trovato come una grande famiglia e siete tutti speciali :3 Scusate gli eventuali errori, non ho mai voglia di rileggere :/ 
Attendo le vostre recensioni, baci! <3





 
  
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