Quinto
capitolo:
Pov
Eva
Mi
svegliai con un dolore atroce alla testa. Toccando
il punto dolorante vidi che era coperto da un’enorme cerotto.
Non mi resi
subito conto di dove mi trovassi, ma appena mi accorsi che quella non
era la
mia camera mi agitai. Provai ad alzarmi ma sentivo le gambe deboli,
come se il
mio corpo pesasse più di quanto ricordassi. Con le forze che
trovai mi alzai. I
muri della stanza erano di tonalità chiare, e i colori erano
tutti tendenti all’azzurro.
Mi diressi in una delle due porte che scoprirono un bagno molto
ordinato. L’altra
porta invece era chiusa a chiave.
‘E
ora che faccio’
pensai.
Mi
allarmai e cominciai a tirare pugni contro la porta
e ad urlare di voler uscire.
Dei
passi mi fecero spaventare e indietreggiare.
Lo
scatto della chiave mi portò a prendere l’unica
cosa
che mi potesse aiutarmi a difendere da chiunque fosse: una lampada
mini, molto
mini.
La
porta si aprì e ne spuntarono due uomini con il viso
completamente coperto.
Non
ebbi mai avuto paura come in quel momento.
Sentivo
come se il cuore stesse per scoppiarmi. E
doveva vedersi dalla mia faccia, sicuramente sarei stata bianca dalla
paura.
Pov
Zayn
-Tranquilla,
non vogliamo farti del male, vogliamo
solo aiutarti.-
presi
parola io davanti alla sua faccia bianca.
-Che
succede? Dove mi trovo? Chi cazzo siete? Sono
armata brutti bastardi! Riportatemi a casa mia!-
-Stai
calma cazzo! Non vogliamo farti del male…- dissi
io cercando di tranquillizzarla
-E
allora cosa volete farmi? Il regalo di Natale? Dite
tutti così voi con queste facce coperte per far calmare la
vostra preda, per
poi ucciderla facendola soffrire!-
sembrava sclerata.
-Ma
ti pare? Calmati che non ti succederà nulla!-
speravo
che si sarebbe calmata.
-E’
una minaccia?-
l’avrei già uccisa se fossi stato un assassino.
-Lo
sarà-
ok, avevo esagerato un po’, ma almeno si sarebbe
calmata
Pov
Eva
Si,
in quel momento me la stavo facendo sotto.
Cedetti.
-Tranquilla,
uscirai da qui senza il minimo graffio. Ansi,
ci dispiace per la ferita alla testa- con
il cazzo che ci avrei creduto.
-Non
vi credo bastardi. Mio padre vi cercherà, e quando
vi troverà per voi sarà la fine.-
speravo di averli almeno un po’ intimiditi.
-Non
ne sarei così sicura se fossi in te-
perché
ridacchiava? Perché? Mi sta prendendo per il culo?
-Sentite,
io non so cosa volete da me, ma vi prego,
lasciatemi andare, non ho fatto nulla!-
ero disperata
-Devi
stare tranquilla, da te non vogliamo nulla, tu ci
servi solo come ostaggio, sperando che funzioni. Non ci interessi tu.
Noi non
abbiamo mai fatto del male a nessuno, e mai ne faremo, cerchiamo solo
la
vendetta. Tu puoi stare sicura che ti tratteremo bene.-
quelle
parole mi fecero sospirare quasi tranquilla.
-E
se non dovesse funzionare? Mi ucciderete? E poi cosa
ne farete del mio corpo?-
pensavo al mio corpo dopo che sarei morta. Ma che
cazzo avevo fumato?
-Ma
allora la botta in testa ti ha davvero fatto male-
disse
l’altro ragazzo sconvolto che fino ad ora non aveva aperto
bocca.
-Senti,
che sia chiaro, noi avremmo la nostra vendetta
a qualsiasi costo, e a qualsiasi costo tu rimarrai viva. Non morirai
nelle
nostre mani.-
disse il primo.
-Che
cazzo significa? Che ad uccidermi ci penseranno
altri? Brutti bastardi, lavate via il lavoro sporco!-
se
fossi stata io la rapitrice mi avrei preso per il culo da sola. Che
razza di
idiota.
-Ti
prego, dimmi che stai scherzando!-
il
ragazzo che aveva parlato si e no una volta si stava innervosendo,
quindi
decisi di stare zitta.
-Ma
quindi cosa dovrò fare?-
anche
io mi stavo incazzando.
-Niente,
guarderai la tv, leggerai qualche libro, farai
la doccia. Per il resto penseremo tutto noi. Vestiti, cibo e cose
varie.
Chiaro?-
avevo
altra scelta? Evidentemente no.
-Chiaro-
Sospirai chiudendo gli occhi e sperando che quello
fosse solo un brutto sogno.
-Hai
fame?-
disse stranamente dolce il secondo.
Annuì
leggermente, rendendomi conto di non aver
mangiato per niente quel giorno.
-Ok,
tra un po’ verrò a portarti qualcosa, passa il
tempo facendo qualcosa. Fatti una doccia che puzzi assurdamente di
sudore, ed è
disgustoso-
Guardai
male il primo rapitore ma capendo poco dopo che
avesse ragione visto l’odore sgradevole che emanavo.
Sbuffai
per la centesima volta quella sera e dopo che
furono usciti cominciai a cercare dei vestiti.
Non
sapevo come fare, avevo paura che potessero farmi
del male, violentarmi, picchiarmi. Non sapevo nemmeno come uscirne. Ma
speravo
che quella situazione finisse presto.
Erika
scrive:
Hola
chicass y chicoo!
Non
so se ho scritto il saluto bene, sto studiando spagnolo, ma non so
ancora un cazzo.
Eccomi
qui con un altro schifosissimo capitolo di cacca, tra l’altro
più
corto del solito.
Spero
però che vi piaccia, e spero anche di ricevere qualche
recensione,
mi farebbe piacereJ
Ringrazio
di cuore: quelli che recensiscono, quelli che mettono la storia
tra le ‘seguite’ e quelli che in silenzio leggono
la mia storia. Grazie.
Tornando
alla storia: come vedete è la prima sera del rapimento. Lei
terrorizzata comincia a sparare cazzate, capita in queste situazioni.
Nel
prossimo capitolo ce ne saranno delle belle, ho già
cominciato a
scriverlo e ho tante belle idee, spero di poterlo pubblicare per domani.
Buonanotte
belli<3
Erika.
Oggi
niente spoiler heheheJ