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Autore: sfiorisci    13/10/2013    0 recensioni
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"Come la chiamiamo?- gli chiese Rena
-Celeste, perchè ha il potere del cielo-"
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24

 
Come aveva detto Lux, tutti gli altri erano già in cucina e l’aspettavano. Dalle loro espressioni capì che stava succedendo qualcosa di terribile, perché erano tutti sconvolti.
«Finalmente sei arrivata» le disse Dan correndo ad abbracciarla.
Quel gesto le fece capire che stava accadendo qualcosa di terribile, perché di solito lui non era un tipo che faceva queste cose.
«Che succede?» chiese Les preoccupata.
«I demoni» le rispose Rachel indicando fuori dalla sua finestra e Les vide quelle creature sparse ovunque, che però non potevano entrare nella casa per via delle cure di sua nonna, o era forse perché lì si trovava il luogo ancestrale della magia bianca?
Les sentì un brivido correrle lungo la schiena: non avrebbe mai immaginato che avrebbero approfittato della loro assenza per attaccare.
«Anche il villaggio è sotto assedio, certo, c’è chi cerca di difendersi come può, ma la maggior parte sono senza poteri…» Dan si stava mordicchiando il labbro.
«Sentite, facciamo così: io devo andare a cercare il demone principale, quello che ha fatto scatenare tutto questo, una volta che l’avrò ucciso tutti gli altri se ne andranno e non torneranno mai più su questa terra, per cui l’unica cosa che dovete fare è tenerli a bada, ci siamo riusciti l’altra volta, ora con i poteri al massimo per noi dovrebbe essere una passeggiata» spiegò ai suoi amici.
Dan le accarezzò leggermente una guancia «Stai attenta» le sussurrò.
Les annuì e si riversarono tutti fuori, pronti come non mai ad uccidere i demoni.
Si divisero, ognuno andò in una direzione diversa per cercare di contenerli, Les individuò subito il suo bersaglio, era il capo e si trovava esattamente davanti alla sua casa; la guardava con i suoi occhi gialli e quando la vide le sorrise beffardo, Les capì che questa volta era lui e non un altro.
“Andiamo in un posto più tranquillo” le parlò dentro la mente, e la voce era femminile.
Quindi il demone che aveva tanto temuto era una lei.
Les annuì e seguì il demone, ma questa volta non era spaventata, era solo consapevole: sapeva che con questa battaglia avrebbe messo fine a tutto, ormai credeva nelle sue capacità e non si sarebbe lasciata sfuggire quest’occasione.
Il demone la portò in una radura, simile a quella dove l’aveva portata l’altra volta il suo sosia, e si fermò a guardare Les, con i suoi occhi gialli.
“Sei stata coraggiosa, non credevo saresti riuscita ad arrivare fino qui” le disse.
La sua voce penetrava nella mente di Les, ma non avrebbe potuto dire come ci riuscisse.
«Io invece credevo che tu lo fossi di più, invece l’altra volta mi hai lasciato ad affrontare una tua squallida copia» rispose.
Il demone rise.
“Non capisci, eh? Non potevo ancora sconfiggerti, perché non eri al massimo delle tue potenzialità, in quel caso ci sarebbe stato qualcun altro a tentare di cacciarmi via, ma ora… ora sei vulnerabile”
«No, ora sono più forte»
“Davvero? Hai già fatto morire tante persone per te Les, perché vuoi che ne muoiano di più? Non ti sono bastati tuo nonno e la maga?”
«Cosa vuol dire la maga?»
“Oh, non te l’hanno detto? Lei è morta per darti il potere della conoscenza, che ti ha trasmesso con il suo rituale. Altrimenti come avresti fatto a leggere le scritture antiche nei luoghi ancestrali?”
«Io… io non sapevo che…» balbettò Les.
“Oh, già, dimenticavo, ai buoni è tutto concesso” si avvolse intorno a Les, come una nuvola nera.
“Dopotutto io e te non siamo poi così diverse, sai? Abbiamo entrambe deciso di scarificare qualcuno per uno scopo più grande”
Les serrò i denti.
«Io non ho sacrificato nessuno. Queste cose sono state decise prima della mia nascita, non è colpa mia» ribatté.
“Oh, tu credi che abbia importanza? Si sono lo stesso sacrificati per la tua causa”  il demone rise. “Esattamente quello che alcune persone hanno fatto per me”.
«Con la differenza che io sto cercando di ottenere un mondo libero dalla feccia, mentre tu ne cerchi la distruzione» ormai la strada del senso di colpa non era più efficace.
Les aveva compreso che certe cose erano più grandi di lei, più grandi di qualsiasi altra cosa potesse immaginare e non voleva di certo spiegarlo ad un demone.
“Oh, ma sentila. Se la metti così allora non resta che una cosa da fare” gli occhi gialli del demone divennero due fessure.
«Cosa?» chiese Les, improvvisamente attenta.
“Combattere” il demone non finì di parlare che si avventò su di lei, ricoprendola tutta. Les non riusciva a vedere nulla, inoltre aveva la sensazione che milioni di insetti le pungessero la pelle.
Strinse a sé il suo bastone e tentò di allontanarli, ma non era abbastanza concentrata da fare un magia potente, per cui l’effetto durò solo poco tempo, ma fortunatamente lei ebbe la prontezza dei riflessi per correre via.
“Ora sei tu quella che scappa?” le chiese divertito il demone.
In realtà Les non stava scappando, stava solo cercando un posto in cui potersi concentrare al meglio per sferrare il suo attacco.
Il demone la trovò prima che ci riuscisse, ma lei aveva accumulato abbastanza energia da scagliargli contro un fascio di luce, così intenso che lo mise fuori gioco per qualche secondo.
Finalmente Les si concentrò, ci riuscì così tanto che le sembrava essere diventata un tutt’uno con la magia. Lei era la magia e la magia era lei.
Non capiva bene ciò che stava accadendo, sapeva solo che si sentiva strana, era come se il suo corpo emanasse luce. Un po’ le ricordava quando aveva scoperto di avere la magia bianca, quando le si era illuminato il petto, con la differenza che ora era tutta fatta di luce.
“Non può essere vero…” per la prima volta sentì nella voce del demone lo sconcerto, e anche un qualcosa di nuovo, sentì la sua paura.
Les andò verso il demone, che sembrava paralizzato da quella visione e lo avvolse con i suoi fasci di luce. Lo sentì urlare, dimenarsi, contorcersi, ma fu tutto inutile: sapeva che il mostro era stato sconfitto una volta per tutte, ucciso da un potere che non sapeva bene come classificare.
Il demone scomparve e la luce lentamente si affievolì.
Les cadde sulle ginocchia esausta, le sembrava che con la scomparsa della luce se ne fosse andata anche la sua vita: non riusciva più a muoversi e le palpebre erano sempre più pesanti… in un attimo finì tutto e venne inghiottita dal nero.
 
“Sono morta?” fu questo il primo pensiero di Les quando raggiunse quel luogo.
“No, bambina mia, ti aspetta una lunga vita davanti” le rispose, calmo come sempre, suo nonno.
“Allora come mai sono qui?” gli chiese.
“Perché questa è l’ultima volta che ci vedremo, Celeste. Hai portato a termine il tuo compito, come era destino che fosse, ormai non ho altro da dirti” le confessò il nonno.
“Non ci incontreremo mai più?” in questi tre anni che aveva passato insieme a lui, Les si era molto affezionata a suo nonno. Era stato la sua guida nei momenti più difficili, l’aveva sempre aiutata e confortata come meglio poteva.
“Sì, ma quel tempo arriverà fra molto, ora dovrai pensare a stare bene con i vivi, non pensare ai morti” quelle parole fecero risvegliare una consapevolezza in Les: suo nonno era morto, solo perché lei ci poteva ancora parlare non voleva dire che fosse tornato fra i vivi.
“Cos’è stata quella cosa che ho fatto oggi? Intendo la magia di diventare tutta di luce” Daniele le sorrise divertito.
“Ti hanno mai detto perché ti chiami Celeste?”
Les scosse la testa.
“Perché tu hai il potere del cielo, bambina mia. Quello che hai fatto oggi non è stato altro che tirare fuori il potere che hai dentro di te. Tu sei la magia, Celeste”.
Quella rivelazione la scioccò, ma non tanto come pensava: forse una parte di lei lo sapeva, anche se inconsciamente.
“Alla prossima, nonno” lo salutò con tristezza Les.
“Alla prossima” e quella fu l’ultima volta che Les vide suo nonno.
 
Quando si risvegliò era ancora in mezzo alla radura. Si alzo lentamente in piedi e andò in cerca dei suoi amici, che trovò poco dopo, malconci quanto lei, ma con i sorrisi stampati in faccia.
Dan corse ad abbracciarla e la strinse fra le sue braccia.
«Ci sei riuscita, l’hai ucciso!» esclamò felice.
Les non riuscì a staccare le braccia dal suo collo, in quel momento era così felice che iniziò a piangere, piangeva e rideva contemporaneamente, senza sapere come fermarsi.
«Sì, è vero, ce l’ho fatta» si staccò da Dan e guardò anche gli altri suoi amici… erano quasi tutti messi male, con i vestiti strappati e le ferite che gli percorrevano il corpo, ma erano felici.
«Siamo liberi» e solo nel momento in cui lo disse si rese conto che era vero.
Ora erano tutti liberi.

 

 
Ehilà, eccomi qui, finalmente questa storia è finita.
Dico finalmente perché la sto scrivendo da più di un anno e il mio stile di scrittura è molto cambiato rispetto a un tempo, per cui capisco che non sia proprio il massimo. Forse un giorno (forse) la sistemerò meglio, ma per ora ho altri progetti in testa, che mi prendono molto più di questo.
Ho una long fantasy in corso che potete trovare sempre sulla mia pagina, un'idea per un'altra long fantasy e una raccolta di drabble su Phoenix Wright.
Voglio ringraziare lo stesso tutte le persone che hanno seguito la mia storia, che hanno recensito e l'hanno messa fra le preferite/seguite/ricordate, grazie davvero ♥
Ci vediamo alla prossima storia ;)

_WhiteRose_
   
 
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