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Autore: mary_cyrus    13/10/2013    8 recensioni
In una giornata qualsiasi ad una ragazza qualsiasi, può cambiare la vita un fatidico incontro? E se ce ne fosse anche un secondo? E se a complicare le cose si aggiungesse una ricerca scolastica particolarmente difficile con persone sbagliate? Può in un momento di crisi interiore, un i-pod, essere la risposta alle tue domande? Non tutte le cose accadono senza un motivo...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 10- Il Summit Mondiale dei Maghi

Tutta la scuola era in gran trambusto per il Summit. C’era chi preparava le decorazioni, chi ripassava le canzoni per il coro e chi era in cerca dell’abito perfetto.
Ecco, io non stavo facendo nessuna di queste cose. Ero nella Sala Grande, seduta in fondo sulla lunga panca di legno, così che non dessi nell’occhio.
Harry aveva ragione, erano mesi che aspettavo con trepidazione questo evento; mi ero anche candidata per l’organizzazione ma adesso avevo mollato tutto…e per cosa poi? Per lei? Volevo davvero dargliela vinta? Continuavo a contorcermi le mani, a fregarle una sull’altra fino a farle diventare rosse; non ce la facevo proprio a rimanere ferma, sapendo perfettamente che Sylvia avrebbe potuto agire in qualsiasi momento, anche nel bel mezzo del ballo. Oh no. Il ballo!
Accidenti, me ne ero completamente dimenticata! Era dai tempi del Ballo del Ceppo che non pensavo più ad una simile tradizione! No, no e ancora no!
Io non ci sarei assolutamente andata! Ormai era deciso: sarei rimasta in camera a studiare un piano da mettere in atto da domani stesso.
Mentre continuavo a parlare mentalmente da sola, avvertii una presenza accanto a me. Speravo proprio di sbagliarmi e invece…

“Ehi” e invece avevo sfortunatamente ragione.

“Come stai?” insistette “È un po’ che non ci si vede..” continuavo ad ignorarlo, magari si sarebbe stufato e se ne sarebbe andato.

“Ti ho per caso fatto qualcosa? Non mi hai più cercato neanche per il compito..” Come sarebbe a dire ‘neanche’? Io avrei dovuto, se proprio voleva, cercarlo SOLO per il compito!

“Puoi continuare ad ignorarmi, ma sappi che rimarrò qui in piedi finchè non mi degnerai di una risposta” Va bene, tanto peggio di così non sarebbe potuta andare, perciò andiamo fino in fondo.

“Ciao Malfoy..” il mio tono era piatto, speravo si stufasse e mi lasciasse in pace il prima possibile.

“Allora ce l’hai ancora la lingua” non era una battuta ma sembrava amichevole.

“Senti, non c’è niente di personale ma vorrei rimanere da sola. Ho ben altro a cui pensare che stare a parlare con te” mi alzai e feci per andarmene, quando mi disse qualcosa che non mi sarei mai aspettata.

“Come a quel pomeriggio sotto la pioggia?” il cuore mi si fermò in gola e mi paralizzai. Gli davo le spalle, ma immaginavo perfettamente la sua faccia, compiaciuta per avere (ancora una volta) colpito nel segno. Stavo per voltarmi verso di lui, quando un bagliore dorato mi costrinse a guardare davanti a me.
Era Sylvia. Non doveva assolutamente vedermi! Tanto meno con Malfoy qui presente e vicino a me. Feci un gesto impulsivo, che ancora adesso non riesco a spiegarmi. Mi girai di scatto verso di lui e gli afferrai velocemente la mano; dopodichè lo strattonai dietro il muro, per cercare di nascondere entrambi dalla vista di quella creatura malefica.

“Dobbiamo andarcene subito da qui” gli spiegai, il cuore che ancora mi batteva forte, non so se più per lo spavento o ancora per ciò che mi aveva detto lui prima.

“Cosa succede? Perch..”

“Non ora. Se mai ne usciremmo vivi te lo spiegherò” sbirciai dietro all’angolo, per vedere se fosse ancora li. Solo in quel momento realizzai che gli stavo ancora tenendo la mano. La lasciai subito.

“ Scusa..”

“E di cosa?” lui accennò un sorriso e per un momento lo guardai negli occhi anche io.

“Se non mi spieghi da cosa stai scappando, non potrò mai aiutarti” riflettei un momento su quello che aveva appena detto. Azzardai una domanda assurda.

“Conosci un modo per lasciare questa stanza senza che nessuno se ne accorga?”

“Potrei provarci” anche in un momento come questo, Malfoy voleva dimostrare di essere all’altezza della situazione. Cosa che, per evidenti ragioni, era impossibile.

“Ah davvero?” ironizzai “E come?” Sembrò riflettere anche lui.

“Una volta ho letto di un incantesimo..”

“Aspetta un minuto! Non penserai che voglia farmi fare un incantesimo da te!”

“Altrimenti possiamo saltare dalla finestra, decidi tu” mi sporsi leggermente per vedere l’altezza che ci separava dal terreno sottostante. Eravamo abbastanza in alto. Mi arresi.

“E va bene, fai questo incantesimo” mi sorrise.

Cominciò a borbottare qualcosa sottovoce, non riuscivo a distinguere bene le parole. So solo che dopo pochi attimi sentii una strana scossa percorrere tutto il mio corpo.

“Wow!” esclamò lui con una strana aria divertita “Sai, il rosso ti dona molto”

Non riuscivo a capire a cosa stesse alludendo; mi guardai i vestiti ed erano esattamente gli stessi che avevo indossato quella mattina.
Alzai la testa per vedere la sua faccia e scrutare il suo sguardo per comprendere dove stesse mirando. Un momento. Malfoy era…sparito!
Nel preciso istante in cui pensai ciò, dovevo aver assunto un’espressione stranissima perché il ragazzo di fronte a me scoppiò a ridere.

“Ma come? Non hai riconosciuto l’incantesimo?” fece divertito il tizio davanti a me. Eppure aveva la stessa voce di…

“Sono sempre io! E anche tu sei sempre te stessa! Beh…forse con qualcosa di diverso” dal momento che mi fissava i capelli, ne presi una ciocca tra le dita e la osservai. Accidenti, aveva ragione! Erano…rossi! Allora studiai meglio il, se così si può dire, ‘nuovo’ Malfoy. Aveva i capelli neri, un po’ più lunghi del solito, e non erano per niente in ordine, erano tutti scompigliati e leggermente ricci; anche gli occhi erano diversi, brillavano di un verde bellissimo.
Solo dopo mi accorsi che anche la sua divisa era diversa: portava i colori dei Tassorosso.

“Ci conviene sbrigarci, non dura molto l’effetto di questo incantesimo”

Procedette in direzione della porta che conduceva fuori dalla Sala Grande e io lo seguii.

“Mostrati naturale, nessuno potrà riconoscerti”

Certo, il tragitto era breve, ma io continuavo a guardarmi in giro in cerca di Sylvia. Si era appena seduta al tavolo e sembrava davvero non essersi accorta di me. Quando finalmente fummo fuori dalla sua vista, mi appoggiai con la schiena al muro e tirai un grosso sospiro di sollievo.

“Allora? Mi dici cosa sta succedendo?” sembrava essersene ricordato.

“Sinceramente? Ancora non lo so” risposi io.

“Ma allora perché sei scappata? E da chi?”

“Scusa ma sono davvero stanca. Ne riparliamo un’altra volta” feci per andarmene e speravo con tutto il cuore che il suo interrogatorio fosse terminato.

“Scusa se mi preoccupo per te!” ora il suo sorriso era scomparso.

“Sai una cosa? Nessuno te lo ha chiesto!” ribattei con il suo stesso tono.

“Bene! Allora arrangiati la prossima volta!” e così dicendo se ne andò.

Questo episodio mi aveva ulteriormente confuso. Era davvero colpa mia questa volta? Non era mia intenzione rivolgermi così, ma non mi aveva dato altra scelta.

 

*

 

Raggiunsi il mio dormitorio e mi buttai sul letto con un sonoro tonfo, facendo sobbalzare il materasso a molle. Avevo la testa immersa nel morbido cuscino di piume e ad un tratto percepii un brivido freddo sulla guancia. Una lacrima. Una goccia salata che presto scese a posarsi sulle mie labbra, facendomene assaporare il gusto. Amaro. Inconsciamente, ma allo stesso tempo con tutta la consapevolezza del mondo, conoscevo la ragione di quel sapore: stavo piangendo per lui, per quell’essere che fino a pochissime settimane fa disprezzavo, di cui non riuscivo nemmeno a tollerare la vista. Perché? Perché sprecavo il mio tempo e le mie energie per lui? Perché mi ero fatta abbindolare da quel suo lato totalmente diverso? È solo un’illusione, Hermione! Sei solo accecata dall’amor.. Ma che sto dicendo? Amore?! Io non provo nemmeno amicizia per lui! Figuriamoci amore! E poi io volevo bene a Ron. Ecco, appunto, ho detto ‘volevo bene’ non ‘amavo’. Perché non mi veniva naturale chiamarlo in quel modo? Da persona razionale quale ero, vedevo un’unica soluzione a questo ‘apparente’ problema: buttarmi a capofitto nell’organizzazione del Summit.
Così cominciai a riflettere sulle idee più disparate per renderlo un evento indimenticabile, e a forza di pensare e pensare, caddi in un sonno profondo, accompagnato dall’evidente traccia che la lacrima di prima aveva lasciato sulla mia pelle.

Non molto più tardi, o almeno così sembrava a me, avvertii uno scossone sulla spalla. Per niente stupita, aprendo gli occhi mi ritrovai davanti Ginny, tutta pimpante e sorridente.

“Che vuoi Ginny, non vedi che sono occupata?” la precedetti prima che potesse aggiungere qualunque cosa di cui certamente, in questo momento, non me ne sarebbe importato niente.

“A meno che dormire non sia un compito assegnato per una nuova materia, SVEGLIATI!”

“Punto primo, stavo riflettendo. Secondo..”

“Sì, sì, va bene, come vuoi! Se proprio vuoi saperlo, e sono certa che tu lo voglia, ho qualcosa di davvero importante da dirti!” Ancora mezza stordita dal mio pisolino non programmato le risposi

“E di cosa si tratta, sentiamo” Assicuratasi di avere tutta l’attenzione possibile su di sé (per quanto la mia potesse definirsi tale) estrasse da dietro la schiena un abito appeso ad una gruccia.

“Allora? Che ne pensi? Ti piace?” aggiunse con un sorriso a quarantadue denti

Mi stropicciai gli occhi per mettere meglio a fuoco ciò che teneva in mano. Era un abito lungo in raso che terminava con uno strascico, di un rosso scuro, quasi bordeaux; la scollatura a ‘V’ era adornata di un motivo traforato in oro, che richiamava quello dei bordi delle maniche a tre quarti.
Solo dopo realizzai che nella mano libera teneva sospese anche un paio di scarpette in vernice dorata, il tacco ricoperto di diamantini dello stesso colore.

“Beh, che dire…è…notevole! Di certo non passerai inosservata!”

“Era proprio quello che volevo sentire!” poi si sedette accanto a me sul letto “Sai, speravo proprio di sfruttare l’occasione del ballo per invitare Erik!” la guardai perplessa, cercando di abbinare quel nome ad una faccia nota. Accorgendosi che ero nel vuoto torricelliano mi schioccò le dita davanti agli occhi.

“Pronto? Erik! Erik Polaski!” ancora niente. “Serpeverde!”

“Quell’Erik Polaski?!” improvvisamente avevo capito chi fosse il ragazzo in questione.

“Perché, quanti Erik Polaski conosci tu?” fece ironica

“N-no, uno, ma non pensavo volessi uscire con lui!”

“E perché no? Mica ce l’hai solo tu l’esclusiva per i Serpeverde!” quella frecciatina non era stata per niente gradita dalla sottoscritta.

“Senti, ‘Miss Spirito Facile 2012’, diamoci un taglio con questa storia!”

“Sei tu che te la sei cercata! Comunque, se il tuo egocentrismo non mi avesse interrotta, sarei arrivata alla parte che ti riguardava” esordì con (finto) fare altezzoso

“E cosa avrei in comune con Erik?” chiesi incrociando le braccia, rimanendo esattamente dove ero.

“Lascia perdere Erik! Volevo semplicemente darti questa” e così dicendo estrasse da non so dove una bustina di carta color panna. La teneva gelosamente tra le dita con fare ironico.

“Per me?” anche se evidentemente era ovvio

“No, per la mia decima sorella! Mentre la qui presente Bella Addormentata riposava dolci sonni, un gufo ha picchiettato il vetro per entrare e ha lasciato questa” Tese la mano per darmela. “Non l’ho nemmeno aperta per sbirciarla, sono stata brava?” aggiunse con aria innocente

“Grazie, Ginny. Sì, mi hai davvero sorpresa!” mi concentrai sulla busta, cercando di capire chi fosse il mittente. La girai sottosopra ma non c’era alcun nome, nemmeno un’iniziale. La aprii per estrarne il contenuto, quando all’improvviso mi resi conto che Ginny era ancora li in piedi davanti a me.
Alzai la testa e la fissai un momento.

“Oh, scusa! Toglierò il disturbo!” si avviò verso la porta ma prima di scomparire del tutto fece ancora una volta capolino ed aggiunse sghignazzando “Deve essere una cosa importante!!!”

Le tirai il cuscino su cui avevo dormito ma lei fu più svelta e non la sfiorai nemmeno. Rimasta finalmente sola, potevo accingermi alla lettura del misterioso contenuto. La pergamena che estrassi, una volta aperta, rivelò una grafia perfetta ed accuratamente scritta in corsivo con l’inchiostro nero.
Non mi sembrava di averla mai vista prima…Lessi.

 

<< “Solo il tuo nome mi è nemico:

tu sei tu, anche se non fossi una Grifondoro.

Che cosa vuol dire Grifondoro? Non è una mano, un piede,

né un brccio né un viso, nessuna parte del corpo.

Prendi un altro nome! Cosa c’è in un nome?

Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro nome

avrebbe comunque il suo profumo.

Rinuncia al tuo nome, e per il nome, che non è parte di te,

prendi me stesso”.

William Shakespeare, in collaborazione con Draco Malfoy


Non sono bravo con le parole, ho preferito che qualcuno che se ne intende di più parlasse al posto mio…
Con questo voglio scusarmi per oggi, non avrei dovuto prendermela con te. Evidentemente anche tu avevi le tue ragioni…
Spero che tu possa accettare questa lettera come un segno di pace e tornare ad essere amici, o come ci definivamo prima della lite di questa mattina.

P.S: Avrei una proposta da farti, se sei interessata e mi hai perdonato vediamoci nella Sala dei Trofei alle 8, stasera.

 

Draco. >>

 

 

Per tutto il tempo in cui la lessi mi si dipinse sul volto un sorriso che Ginny avrebbe definito ebete, ma non potei farne a meno!
Citare il mio poeta preferito per scusarsi! Che mossa scorretta! Però aveva funzionato…improvvisamente non ero più arrabbiata con lui.
Non ero nemmeno certa che prima lo fossi, ma questa è un’altra storia. Ormai era deciso. Lo avrei incontrato quella sera.

 

*

 

Scesi le scale che conducevano alla minuscola Sala dei Trofei e, come ogni volta, battei la testa su un palo di ferro che si trovava nel soppalco sopra di me.
Mi massaggiai la tempia e, cercando di scorgere qualcuno nella penombra del luogo, strizzai leggermente gli occhi.

“Sei venuta, vedo!”

“Oddio, ma sei impazzito?! Mi hai fatto prendere un colpo!” infatti Malfoy era sbucato all’improvviso alle mie spalle, facendomi sussultare.

“Scusa, non era mia intenzione” lo guardai con una smorfia, ma vedendolo così allegro non riuscii a fingermi arrabbiata.

“Sono stato davvero un stupido” iniziò “Ci tengo davvero alla nostra amicizia” e così dicendo mi prese entrambe le mani e le unì alle sue. Involontariamente mi ritrassi.

“S-scuse accettate” le misi entrambe nelle tasche

“Non mi sembri convinta…” mi squadrò da capo a piedi

“Invece ti dico di sì. Mettimi alla prova!”

“Ok. In questa maniera hai anticipato il motivo per cui ti ho chiesto di incontrarci” accennò un ilare ghigno, che mi fece iniziare a far palpitare il cuore. Cosa voleva da me? “Tu sei tra gli organizzatori del Summit, non è vero?”

“Sì, e quindi?”

“Beh mi chiedevo se anche gli organizzatori potevano, come dire, prendersi una pausa” mi fece l’occhiolino. Adesso ero seriamente preoccupata.

“Dipende cosa vuoi che io faccia…”

“Ma è semplice” mi afferrò i polsi, costringendo le mani ad uscire dalle tasche, dove fino a quel momento erano state benissimo. “Vorrei che venissi al ballo con me”

Ok, pausa. Che??? Ma era impazzito o cosa? Come gli era venuto in mente di farmi una proposta simile?! In quei pochi istanti che intercorsero tra la sua domanda e le mie considerazioni mentali ero certa di aver assunto un’espressione assurda, tanto che Malfoy aggiunse

“Come amici, ovviamente” Non sapevo che dire, ma ormai avrei dovuto rispondere.

“Non so…io…Ron..”

“Oh” sentendo il suo nome sembrò deluso “Certo, che sciocco! Come ho fatto a non pensarci prima! Era ovvio che tu andassi con il tuo…fidanzato!”

“Non volevo dire quello!” cercai di parare la situazione, non volevo che finisse come quella mattina.

“Ti capisco” mi voltò le spalle e si avviò verso le scale. Dovevo fermarlo! Non potevo ferirlo di nuovo! Improvvisai la prima cosa che mi venne in mente.

“IL FATTO È CHE NON SO COSA INDOSSARE!” forse, per una volta in vita sua, Ginny mi aveva salvato.

“Era questo il problema?” si girò verso di me con un’espressione stupita, accennando un sorriso

“Ehm, sì, proprio questo!” tornò indietro, mi raggiunse e mi guardò dolcemente negli occhi

“Qualunque abito indosserai, sarai comunque la più bella” mi sfiorò la guancia con una carezza, la stessa su cui, poche ore prima, era scesa la lacrima che avevo versato per lui. Evidentemente anche lui si accorse del gesto che aveva appena fatto e si ritrasse imbarazzato.

“Allora..” proseguì lui “ci si vede Venerdì sera” mi sorrise, e io ricambiai, facendogli intuire la mia risposta affermativa. Venerdì. Equivaleva a dire due giorni. Due giorni per preparare tutto: addobbi, scenografie, musica, banchetto e…me stessa! Complimenti Hermione, ti sei creata due problemi nello stesso giorno!

Lasciammo entrambi la Sala dei Trofei, nessuno disse più niente, ognuno pensava per conto suo.

 

 

 

Say you’re sorry, that face of an angel

comes out just when you need it to

as I placed back and forth all this time

cause I honestly believed in you

holding on and days drag on

stupid girl, I should have known”

 

White horse – Taylor Swift

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bonjour popolo di efp! Miei cari recensoriiii e lettori!

Che ne pensate? È un capitolo molto contrastante per i sentimenti dei nostri due protagonisti :) In un certo senso, sembra che nemmeno loro sappiano cosa stanno facendo: prima si aiutano, poi si odiano, poi si pensano...

Insomma, le cose non sono mai facili nemmeno per chi è dotato di poteri magici quando si tratta di amore!

Spero che anche voi siate in trpidante attesa per il capitolo del ballo perchè ci sarà davvero da ridere!

Fatemi sapere le vostre impressioni anche in due righe ma fatelo perfavore, ne ho bisogno, siete voi che mandate avanti il mio lavoro!

Grazie a tutti, in particolare

 

_mistake

mi55 rixxy

_MagicRainbow_

hjsmileniall'

ILoveZioVoldy

NooneButADreamer

Vale_san

SecsyStyles

niallsguitar

Camy_Cassidy

dolce_smile

Pleasebemywill

THINK PINK GINNY

Fly Away From Here

Camils

I follow my dreams

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