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Autore: aris_no_nami    13/10/2013    2 recensioni
New York.
Chloe: appena trasferita da un piccolo paesino del Galles con il padre;
Rebecca: figlia di persone di grande importanza e reginetta indiscussa della Matthew's School;
Maya: italo-coreana, vive con i suoi fratelli maggiori e lavora in un bar a BroadWay;
Laure: studentessa perfetta e lavora in un'officina;
Alex: chitarrista metallara e genio di matematica.
Cosa potrebbero avere in comune queste cinque ragazze? Così diverse l'una dall'altra?
Semplice! Odio profondo verso il Bronx e la peggior banda che ci sia: i Big Bang!
E sarà proprio questo odio reciproco che li farà avvicinare come non mai...
----------------
(...)
-Che volete?
Chiese loro.
-Assolutamente niente.
Ripsose Capelli Gialli.
-Sentite un pò, si è già fatto un giretto Seungri, non c’è bisogno che andiate in giro per il quartiere a far paura ai bambini.
Disse secca.
-Mica facciamo paura ai bambini buoni. Solo alle bimbe cattive.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscii di casa sbattendo la porta infastidita dalle continue litigate per telefono dei miei. Dovevano litigare sempre, anche per le cose più stupide.
Mi diressi a passo spedito verso il Campetto B, ossia un semplice campo da basket dove di solito ci stavano i ragazzi del Bronx. Non mi importava se sarei stata con quei drogati di merda, almeno sarei stata lontana da casa per un po’.
Ad un tratto cominciò a suonarmi il cellulare. Lo presi dalla tasca dei miei jeans già pronta col pollice sul tasto rosso quando vidi chi mi stava chiamando. Risposi subito.
-Rebecca! Perché mi chiami di domenica?
Chiesi un po’ sorpresa.
-Novità! – urlò lei entusiasta –E’ arrivata una tipa nuova, Chloe. Viene da un paesino del Galles.
-E quindi?
-E’ simpatica.
-E mi hai chiamato per dirmi solo questo?
Chiesi con una voce annoiata. Dall’altro capo del telefono la sentii sospirare.
-In verità no… Ti avevo chiamata per dirti che i cretini si sono fatti un giretto per il quartiere e che hanno addocchiato la nuova.
Disse infine.
-Vuoi dire i BB?! Ma chi tra i sei?
Chiesi preoccupandomi un po’.
-Il primo è stato Seungri, poi sono arrivati GD e TOP. Il piccoletto non ha neanche rotto tanto, ma i più grandi hanno scassato fin troppo. Capelli azzurri si è persino messo ad urlare. E prima di andarsene hanno chiesto il nome alla ragazza, la quale ha mentito ma GD se n’è accorto… Forse si è messa un po’ nei casini…
Mi spiegò tutto d’un fiato.
La questione era più seria di quel che sembrava… Anche se sembravano dei “semplici” bulletti da quattro soldi erano parecchio pericolosi… fin troppo.
-Ok… Io adesso sto adnando al Campetto B. Se ci sono mi faccio una bella chiaccherata con quei sei deficenti!
Risposi sicura ed ancora più nera.
-Alex… Però stai attenta. Sai chi sono quindi non fare cazzate.
Mi raccomandò Rebecca.
-Ok ok, non preoccuparti. Ci sentiamo.
-Ok.
E riattaccai.
Sarei andata la e li avrei messi in guardia. Una delle tante fortune di conoscere Rebecca Queen era il fatto che i suoi genitori fossero di cariche così importanti e così non rischiavi molto.
Accellerai il passo sentendo la rabbia crescere sempre più.
Seungri, GD e TOP. Il primo era il più innocuo ma il più donnaiolo… oppure diversamente chiamato “puttaniere”… GD era la scheggia impazzita del gruppo. Un fulmine di ragazzo e disponeva di un casino di espressioni facciali, che però non ne capivi mai il vero significato. Mentre TOP… era quello duro, quello permaloso, rompi palle, incazzoso e chi più ne ha più ne metta. Diciamo che dal caratterino che aveva sembrava avesse sempre il ciclo…
In meno tempo del solito arrivai al Campetto, dove c’erano dei ragazzi che giocavano a basket. Mi avvicinai alla ringhiera per vedere se c’era qualcuno dei BB. Stetti li a cercare capelli azzurri, gialli o di altri strani colori per un bel po’ ma niente. Fino a che non vidi un tipo sul metro e ottanta dai capelli mori, con jeans bassi e maglia nera a maniche lunghe, tirare a canestro attaccandosi praticamente ad esso.
-TOP…
Sussurrai un po’ sorpresa dal vederlo con i capelli di un colore umano. Poco più in la da dove i trovavo io c’erano delle ragazzine che si misero ad urlare quando lui si girò verso di loro e fece quella cosa strana col sopracciglio. Io le guardai schifata. Cosa ci trovavano in dei ragazzi come quelli. Delinquenti, drogati fino al midollo, puttanieri, stronzi… Cosa avevano che le faceva impazzire?!
Stavo continuando a fissarlo quando mi accorsi che lui mi fissava a sua volta con uno sguardo fin troppo serio…
Una persona normale avrebbe subito distolto lo sguardo per non finire nei casini… Ma da quando i metallari sono normali?!
Continuai a fissarlo imperterrita, facendo scaturire dai miei occhi tutto l’odio che potessi incorporare. TOP fece segno di time-out e mi si avvicinò. Ok, adesso ero un po’ in merda.
-Da quando delle ragazze delle zone alte stanno qua?
Mi chiese alzando un po’ il mento.
Io indicai con l’indice le mocciosette che stavano continuando a fissarlo con sguardo sognante. Il ragazzo si schiarì la voce per poi urlare.
-CHE CAZZO VOLETE! FUORI DAI COGLIONI!
Le mocciose corsero via strillando come delle galline.
-Ora sei l’unica.
Disse ritornando a fissarmi.
-Devo parlarti. Vieni qua.
Sbuffando uscì dal campo e mi venne davanti.
-Cazzo vuoi?
-Non toccate la nuova.
Dissi diretta.
Lui mi guardò un attimo perplesso per poi farsi fiorire un sorrisino malizioso sulle labbra.
-E perché non dovremo?
Mi chiese avvicinandosi un po’ a mo’ di sfida.
-Perché altrimenti sai come potrebbe andare a finire.
Risposi con un sorrisino da chi l’ha già vinta.
-Carcere, ergastolo, bla bla bla… - disse con voce annoiata –Ma sai che cazo me ne frega? Tanto io non ci andrò mai in galera.
Concluse avvicinandosi ancora di più e mettendosi le mani in tasca.
-Ma tu hai sempre il cazzo in bocca?
Chiesi schifata da quel suo linguaggio.
-No, in verità è sempre in mezzo alle gambe di qualcuna. Ammettilo che lo vorresti anche tu.
A quella risposta non potei fare a meno che tirargli uno schiaffo. Il ragazzo rimase immobile per un attimo, per poi prendermi il polso di scatto e trascinandomi nel boschetto accanto al Campetto. Quando fummo abbastanza dentro mi sbatté contro il tronco di un albero, procurandomi un male assurdo alla schiena.
Poi si avvicinò pericolosamente al mio volto e sussurrò con rabbia.
-Nessuno mi tratta così. Ti è chiaro?!
Io cercai di divincolarmi da quella presa ferrea, ma con l’unico risultato che strinse ancora di più.
-Voi ve ne state nella vostra topaia e non toccate la nuova e non verrai più trattato così. Ti è chiarp?!
Sussurrai a mia volta, con lo stesso tono pieno di rabbia.
TOP scosse la testa divertito.
-Che razza di putt…
Non gli lasciai finire la frase che gli sputai in viso. Lui mi mollòp subito e cercò di togliersi la saliva dagli occhi. Colsi l’occasione e gli tirai una ginocchiata sui gioielli per poi correre via.
-STAI ATTENTA SAND! STAI ATTENTA!
Urlò ancora più incazzato.
Ero ancora dentro al boschetto. Con la ginocchiata che gli avevo tirato non sarebbe riuscito a correre quindi mi misi acamminare ridacchiando tra me e me. vedevo ormai la fine di quell’insieme di alberi, quando dietro di me sentii dei passi veloci. Mi voltai e lo vidi non tanto lontano, correre verso di me, con uno sguardo killer.
Ricomicniai subito a correre più veloce che potevo.
Ero in merda.
Passammo davanti al Campetto e i tipi con i quali stava giocando fino a prima gli urlarono cose del tipo “Corri che ti fa bene!” o “Prendi quella lecca piedi dei dollari!”.
Stavamo correndo ormai da un po’ ed io ero stanca. Stavo per fermarmi esausta quando vidi accanto a me un parchetto con gli alberi che facevano quasi da labirinto.
Perfetto!
Mi buttai al suom interno e cercai di seminarlo. Dopo poco non sentii più i suoi passi dietro di me. mi guardai un po’ intorno prima di fermarmi e riprendere il respiro. Ero veramente sfinita.
Mi nascosi dietro un grande cespuglio e stetti la per un tempo indeterminato, cercando di fare il meno rumore possibile.
Sporsi la testa un po’ in fuori per vedere se c’era, ma non vedendolo uscii completamente. Feci un passo e qualcuno da dietro mi bloccò con un paio di braccia forti.
Il mio sangue si raggelò.
-Questi cazzo di capelli corti che ti ritrovi non si possono tirare…
Mi sussurrò all’orecchio.
Già, i miei capelli… corti e neri… per un motivo che mi faceva un male assurdo solo a pensarlo…
In una mossa mi girò verso di se e me lo ritrovai a pochi centimetri di distanza dal mio volto.
-Sei una tale cretina…
Sussurrò nuovamente.
Chiusi gli occhi aspettandomi che mi avrebbe stuprata o picchiata a morte, invece lo sentii respirare con fatica, quasi fosse a disagio.
Aprii gli occhi e lo trovai guardarmi con una strana espressione in volto, quasi fosse sorpreso di qualcosa.
Si schiarì la gola e mi mollò, facendomi cadere a terra.
-Al tre non ti devo più vedere.
Disse dandomi le spalle.
-Come?!
Chiesi io parecchio scioccata che non mi avesse fatto niente.
-Cominciò a contare. Uno…
Disse lui.
Mi alzai subito e prima di correre via mi parve di intravedere un sorriso spuntargli sulle labbra.
Che tipo strano…
  
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