Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: rainicornsan    13/10/2013    4 recensioni
"Ma perchè 'Say love'? Cioè, suona bene, ma non penso...".
"Mettilo e basta, Max!".
E' la mia prima ff su Mika! Siate clementi!
Genere: Fantasy, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'When Michael met Mark'
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Eccomi qua! Buona lettura :D

L'urlo della ragazzina gli fece capire che non doveva farlo.
Ma ormai Michael aveva già il piede sull'arcobaleno, e si sbilanciò con tutto il peso e cadde giù, sempre più giù.
Vide un terreno color ambra che si avvicinava a vista d'occhio.
'Merda.' pensò prima di sfracellarsi al suolo.
Pronto al dolore imminente, attese, ma non sentì altro che una roba unta e sballonzolosa (??) sotto il suo corpo.
Alzò lo sguardo e notò il colore stranamente gelatinoso che dall'alto non aveva notato.
Provò a rialzarsi, ma era bloccato da qualcosa. Voltò la testa, non più di qualche millimetro, e la sua guancia sbattè contro una cosa.
'Perfetto, bloccato in una gelatina al limone gigante.' pensò seccamente.
Una lampadina si accese nel suo cervello. Non poteva farlo. Ma il suo istinto infantile da Peter-Pan ebbe ancora, come tutte le sante volte, il sopravvento.
Spalancò la bocca, si protese più in avanti che poteva e richiuse la mascella. 
Con un mega-sforzo che gli fece smaltire trecentosettantanove calorie in un solo colpo, deglutì.

Si sentiva malissimo, e allo stesso tempo come mai si era sentito meglio prima d'ora.
'Mai più gommose al limone.' pensò rotolando fuori dalla galleria che si era scavato in circa un'ora a furia di morsi.
Alzò lo sguardo e vide la bambina che lo guardava cercando di trattenere le risate.
"Era ora! Ma dove ti eri cacciata..." disse piuttosto arrabbiato, sputando a fatica le parole tra il collo con quintuplo mento e le guancie grassoccie.
"Emily. Mi chiamo Emily." rise lei.
"Ah, e, non ti arrabbiare, ma mi sembra che abbia messo su un centinaio di chiletti abbondanti dall'ultima volta che ci siamo visti." ghignò perfidamente lei.
"Ha-ha. Molto divertente. Sarà stata un'ora fa.".
"No, per me un anno fa circa.".
"Come? Ma è stato solo poco tempo fa!" protestò indignato.
"Il tempo scorre molto in fretta qui, non lo sapevi? Dio, sei il lupo più ignorante..." alzò gli occhi al cielo lei.
"Hai messo su un bel caratterino, eh? E sei cresciuta di una decina di centimetri! Ma quando sei nata...".
"Ho quindici anni ora! Quindi quindici ore fa sono nata... Vivrò solo tre altri giorni circa..." affermò Emily.
"E hai fatto una festa di compleanno?" chiese lui.
"No... Ma ti sembra?! Fino a mia nonna ci vuole un casino di tempo... Due giorni circa, non ho tempo da perdere!".
"Ma cosa ci vai a fare da tua nonna se vivi così poco?" chiese perplesso.
Lei lo ignorò bellamente mentre i suoi occhi si oscuravano dalla tristezza.
Guardò verso il collo, per poi tirarne fuori un medaglione.
Lo aprì con un piccolo scatto e si oscurò ancora di più guardandolo.
"Non abbiamo tempo da perdere. Muoviti." disse duramente.
"E io? Potevo essere morto!".
"Noooo! Io lo sapevo che sotto c'era il lago di gelatina, al massimo un trauma cranico!".
"E per la mia obesità come faccio?" chiese sempre più stizzito Michael.
"Qual è una grande idea, Michael? Che tu rotoli fino a casa di mia zia, dove ti stireremo per me grazie alla macchina per lo zucchero filato." disse lei corrugando la fronte.
"Quanto è lontana? Sai com'è, ci devo ancora prendere la mano...".
"Poco... Più o meno un'ora di viaggio...".
"Aaargh!".


"Salve, signora! Non volevamo disturbare, ma Emily e io abbiamo un piccolo problema..." disse imbarazzato indicando la sua immensa mole.
"Ah, sì, e, zia, ora ho sedici anni!" disse Emily.
"Cara, sono molto triste per te!" disse la zia, "Sei così giovane, e scopri che la vita è così breve...
Lola è già partita per la nonna circa tre ore fa... Aveva nove anni... Odio questo mondo..." sospirò.
"Chi è Lola?" chiese Michael.
"Mia cugina...".
"Quanto hai, zia?".
"Ho cinquantaquattro anni. Mi rimangono una quarantina di ore se mi va bene... Un paio di giorni..." disse guardando il suo medaglione.
Michael sbirciò e vide un orologio a cipolla pendere dal collo bianco della donna.
"Ma ora andate... Voi potete ancora salvarvi, no? Allora sbrigatevi... A, Emily, chi è il tuo amico?".
"E' un lupo... Si chiama Michael ed è piombato dal nulla... E' troppo grasso, mi rallenta... Possiamo usare la filatrice?".
La donna annuì. "Veloci! Io la accendo, tu fallo entrare... Ma è una persona, non è un lupo!" aggiunse sorpresa, mentre un gran sorriso sornione si faceva strada sul suo volto.
Emily corrugò le sopracciglia: "Ma non vedi il pelo nero e quegli occhi spaventosi?!".
"No, vedo solo un gran bel ragazzo, alto, con dei riccioli castani e dei begli occhi... Un pò paffutello, ma ora rimediamo...Sai cosa significa, vero?" disse rivolta alla nipote, dando un buffetto sulla guancia di Michael.
"Sì, lo so... Ma non voglio, zia!" disse Emily arrossendo.
"Non è ancora il momento, cara... Alla fine lo sai che comunque accadrà..." disse lei con l'aria di chi la sa lunga.
Emily non disse nulla.
"Cosa sta succedendo?" chiese Michael confuso.
Entrambe lo ignorarono.
"Entra, veloce!". Emily lo spinse dentro la porta.
L'arredamento di quella piccola casetta colorata era essenziale e curato.
Una grossa bambola di zucchero viola troneggiava spettrale sul tavolo in mezzo alla stanza.
Una lacrima rotolò giù dalla guancia di Emily.
"E' lo zio? Quanto aveva?" chiese.
La zia sospirò stancamente e rispose: "Aveva cinquantanove ore, Emily. E' stato sfortunato.".
Emily osservò i suoi occhi rossi e gonfi e le posò una mano sul braccio. "Tu vieni con noi. Ti mancano un paio di giorni, ce la possiamo fare.
Ti puoi salvare. Recupereremo Lola se la troviamo. Non moriranno altre persone in questo dannato mondo." sussurrò.
"Sicura? Vi rallenterei solo. Sono vecchia e stanca, vorrei che l'ultima cosa che farò sarà starmene seduta tranquillamente.".
"Non ci pensare neanche. Proveremo. Tanto cosa ti costa? La tranquillità del tuo ultimo respiro? Non dire sciocchezze. Ci proverai o morirai nel tentativo.
Questa è una cosa per cui vale la pena di muovere il culo!" esclamò poco finemente Emily, "Lola arriverà sicuramente prima di noi, e, se è vera la leggenda, sarà al sicuro.
Ora muoviamoci a centrifugare Michael, ti mancano solo due giorni!".

"Hey, what's the big idea? Yo, Mika. Suona bene però, vero?" chiese Michael pulendosi gli eccentrici occhiali che indossava in quel momento sulla maglietta.
"Tu sei strano." disse lentamente la nuova corista.
Michael si sentì soddisfatto e contento.
Un corista più vecchio le sussurrò: "Ti ci abituerai, credimi.".
   
 
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