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Autore: Iwas_    13/10/2013    3 recensioni
[After CoLS]
Un Alec pieno di dolore e di rabbia affiancato da una Isabelle incapace di far fronte ai propri sentimenti e da un Jace pronto a spaccare (e all'occorrenza bruciare) il mondo.
E mentre Clary si allena per diventare una Shadowhunters e Simon si trova coinvolto suo malgrado in una faida fra vampiri, Sebastian muove le sue pedine.
Ma se con i fatti inquietanti successi a New York c'entrassero in qualche modo segreti custoditi gelosamente da Magnus? Se lo stregone avesse ancora qualche carta da giocare? Come districarsi da una fitta rete di imbrogli, bugie e cose non dette quando si è indecisi fra sentimento e ragione?
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Un passo avanti




Imprecò, mentre perdeva l'equilibrio e finiva distesa supina sul materasso.
- Non va bene. No, devo concentrarmi sull'allenamento. Non su papà.
Continuava a ripetere quelle tre frasi mentre provava capriole, salti ed esercizi che rendeva man mano più complessi nella palestra dell'Istituto. Non che avesse ottenuto i risultati sperati.
Isabelle era furiosa con suo padre per la predica fatta a lei e ad Alec: non riusciva a capire se ci provasse una sorta di sadico gusto a trattarli così. Come poteva sperare di migliorare il rapporto fra di loro se aveva fatto inizialmente al fratello una predica su quanto fosse sbagliato il suo amore per un Nascosto gay e a lei una predica su come non tenesse a bada Alec e su come fosse stufo di sapere che faceva scappatelle con i Nascosti?
"Allora non sei totalmente scemo" era stata la sua risposta, "mi sembrava quasi impossibile che non te ne fossi accorto".
Non credeva che suo padre sapesse delle sue uscite con Simon, ma era sicura che se avesse saputo che si era trovata un ragazzo con cui sperava di riuscire ad avere un rapporto serio non avrebbe approvato comunque. Ma qual'era effettivamente il suo rapporto con Simon? Era la millesima volta che se lo chiedeva e che non riusciva comunque a darsi una risposta.
Frustrata, tirò un calcio ad un manichino che Alec usava per esercitarsi con l'arco quando ancora non era così dannatamente bravo. Una volta con aria snob le aveva detto che i bersagli fissi erano da principianti.
- Izzy? Tutto bene?
Isabelle si voltò, riconoscendo immediatamente la voce: le bastò un'occhiata ai capelli rossi per vedere che non si era sbagliata.
- Buongiorno, Clary. Come mai così mattiniera?
Clary fece un'alzata di spalle: - Avevo voglia di esercitarmi un po' in palestra prima di iniziare le vere lezioni, volevo riscaldarmi da sola. Più mi alleno, meglio sarà in fondo. Devo diventare una Shadowhunter vera e propria in fretta, no?
Isabelle le sorrise, nonostante sapesse che Clary avrebbe dovuto impiegare anni per raggiungere i livelli suoi e dei suoi fratelli. Non che la ragazza avesse un bisogno immediato di rendersene conto, ovviamente.
- Comunque... a quanto vedo è già occupata.
- E allora? Ti imbarazza fare esercizi davanti a me?
Clary arrossì violentemente, mentre iniziò a mormorare: - Vedi... sono talmente goffa che tu non hai idea... mentre tu...
- Io sono appena inciampata facendo una capriola a mezz'aria. Fai tu - le rispose, mentre prendeva un coltello d'esercitazione e lo lanciava su un bersaglio. Mancò di poco il centro.
- Tu invece... come mai sei qui a quest'ora?
Isabelle fece una smorfia: - Sia io che Alec non sopportiamo nemmeno la vista di nostro padre dopo quello che è successo ieri. Lui in noi non vede due esseri umani, lui vede solo l'idea di figlio perfetto che ha lui e vede quanto la roviniamo.
Clary sembrò basita. - Io... cos'è successo ieri?
- Lascia stare, Clary. Vai ad allenarti piuttosto - le rispose, mentre tirava un ultimo coltello, si voltava ed usciva dalla palestra senza aggiungere altro, lasciando alla ragazzina con le lentiggini un'espressione interrogativa dipinta sul volto.
 
Quando ti nasce un figlio non sai mai chi ti metti in casa.
Non ricordava dove l'aveva letto, ma quelle parole gli erano rimaste come stampate nella testa. Erano quelle parole che gli passavano davanti agli occhi ogni volta che vedeva Alec o Isabelle girare per l'Istituto. Dov'è che aveva sbagliato con loro?
Robert Lightwood aveva rinunciato a tutto per i suoi figli: aveva rinunciato alla possibilità di passare anni felicemente ad Alicante, aveva rinunciato ad una donna che desiderava e aveva rinunciato alla sua libertà, venuta sempre prima di tutto.
Ora ogni volta che si guardava attorno si chiedeva perché la vita fosse stata tanto ingrata con lui: ogni notte dormiva accanto ad una donna per la quale provava niente di più che rispetto, il suo primogenito non avrebbe mai portato avanti la sua dinastia, destinata ad estinguersi con lui, Isabelle preferiva comportarsi come una sciocca ragazzina irresponsabile, piuttosto che quello che ci si aspettava da una Shadowhunter quasi maggiorenne, e Max era morto. Rimaneva sempre Jace Herondale, ma non l'aveva mai sentito veramente parte di sé. Non c'era alcun riflesso di Robert Lightwood nei capelli biondi e negli occhi dorati del ragazzo. Inoltre le cose erano peggiorate da quando aveva scoperto che non era veramente il figlio di Michael, che del suo vecchio parabatai non era rimasto nulla.
Stava cercando di rimediare, stava cercando di far capire loro semplicemente quello che sarebbe stato meglio per la loro felicità, quella che a lui i propri doveri avevano negato.
Era da ingrati osare uscire da una stanza sbattendogli la porta in faccia dopo il discorso che aveva tentato di iniziare per loro.
- Robert? Ci sei?
- Scusa, mi sono distratto un momento - rispose a Ryan Whitemind, il Cacciatore che si trovava con lui nella vecchia chiesa abbandonata del Queens, sorvegliata costantemente, dove custodivano il cadavere della mondana uccisa... Robert non ricordava nemmeno come si chiamava.
Cercava di fissarlo il meno possibile, dopo l'ultimo esame che aveva effettuato su quel cadavere con l'aiuto di uno stregone la notte non aveva dormito: la faccia era deformata a causa di un taglio che partiva dall'orecchia destra fino all'occhio, di cui oramai non rimaneva quasi nulla; era stata strappata tutta la carne del ginocchio sinistro, tanto che era possibile vedere la rotula; ma la cosa più spaventosa era il torace. Il petto della ragazza era stato squarciato da un taglio verticale che lo divideva in due parti simmetriche, le viscere oramai erano solo una poltiglia indefinita e le costole, ben visibili, erano incrinate o in alcuni casi spezzate. Il cadavere non presentava segni di decomposizione, grazie a qualche Runa posta attorno ad esso.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato in quella scena: una sensazione di profondo disagio riempiva Robert ogni volta che la fissava, nonostante avesse visto fin troppi cadaveri e ferite raccapriccianti, assieme alla certezza che tutto quello era assolutamente innaturale, una consapevolezza che lo riempiva di una paura che razionalmente parlando era quasi immotivata.
- Allora, hai trovato qualcosa di utile? - chiese allo stregone che avevano chiamato: il Concilio sperava di ottenere qualcosa di più da un secondo esame che desse delucidazioni in merito alla modalità dell'assassinio o all'assassino stesso. Durante la prima analisi erano soltanto riusciti a stabilire che sulla ragazza era stata effettuata della magia nera, a quanto pareva prima della morte, ma non era ben chiaro il perché quel cadavere fosse stato abbandonato con tanta noncuranza in un luogo in cui era abbastanza facile ritrovarlo. Oppure l'abbandono di quel cadavere in un luogo dove gli Shadowhunters potessero ritrovarlo era stato voluto, una parte di un quadro a loro sconosciuto. Era inutile però abbandonarsi in congetture senza elementi concreti da valutare.
- Io... potrebbe essere - disse il Nascosto, che tranne una coda di rettile che agitava in continuazione e una lingua biforcuta non aveva nulla di troppo anormale.
- Sei riuscito ad individuare che tipo di magia è stata usata? - chiese Ryan.
Non avevano idea infatti di cosa fosse stato effettivamente fatto alla ragazza, il primo stregone aveva detto che non era abbastanza esperto per cose di quel tipo. Aveva suggerito di chiedere a qualcuno di più costoso.
Il Nascosto scosse la testa, infrangendo le speranze dei due Shadowhunters: - Purtroppo non è di mia competenza: si tratta di magia proibita...
- Ma dai - commentò Ryan.
- ... e comunque credo sia qualcosa di molto difficile da eseguire. Penso che l'unica persona a New York che potrebbe dirvi qualcosa in più sia Magn...
- Pazienza, allora che altro hai trovato? - lo interruppe nuovamente Robert.
Lo stregone lo fissò per un istante con profondo disappunto, tirando fuori la lingua innaturalmente lunga, evidentemente infastidito dall'essere stato interrotto per due volte di fila. Pazienza, Robert era più infastidito di lui.
- Ho trovato qualcosa che potrebbe appartenere all'aggressore - disse comunque.
I volti dei due uomini parvero illuminarsi e accendersi di un interesse improvviso: quella era una svolta in cui non avevano osato sperare.
- Si tratta di una sottigliezza, ma con i miei poteri e un aumento della paga potremmo ricavarne qualcosa in più - continuò. - È un normalissimo capello, un classico insomma. Però sono sicuro che non appartenga alla ragazza e sono altrettanto sicuro che potrei trovare la persona a cui appartiene.
Detto questo, mostrò loro il capello in questione: un capello scuro e corto, non appartenente di certo a una ragazza bionda.
- Potrebbe essere un buco nell'acqua. Potrebbe non appartenere a quello che l'ha uccisa, ma a un suo amico o un suo famigliare.
- Beh, che ne dici, Cacciatore - gli occhi dello stregone fissarono i suoi - vale la pena provare o no?
 
- Sinceramente, penso tu dovresti provare con qualcos'altro - ammise Jace, passandosi una mano fra i capelli.
- Andiamo, posso farcela, ho solo bisogno di un po' di pratica - rispose Clary, il volto corrugato per la concentrazione con una goccia di sudore che le scendeva lungo la guancia. Avevano passato una serata piuttosto piacevole: si erano riusciti a concedere una cena al cinese dopo gli studi di Clary, ma lei aveva insistito per tornare subito all'Istituto per l'allenamento serale. Doveva ammettere che ammirava la sua determinazione e la sua serietà, ma odiava anche il fatto che quelli che stava facendo erano preparativi ad una battaglia troppo dura per lei.
- Clarissa, rassegnati, non sei portata per il tiro con l'arco.
- Non credo che Alec all'inizio fosse esattamente un fenomeno.
- Però a lui non sfuggivano le frecce di mano quando doveva incoccarle.
Clary lo ignorò: voleva saper usare tutte le armi, ed erano due settimane che cercava di imparare il tiro con l'arco. Non con grandi risultati: non era abbastanza paziente per quel tipo di arma, inoltre si distraeva molto facilmente.
- Clary, non sei riuscita a sfiorare il bersaglio nemmeno una volta - provò di nuovo.
- Quando ero bambina volevo provare a tutti i costi a usare l'arco, ma mia mamma non mi ha mai lasciato. Ora che ne ho l'opportunità devo farlo, Alec ha una certa grazia quando tira con l'arco che...
- Alec è una persona calma e controllata, a differenza tua, per quanto ultimamene salti su come un porcospino per ogni cosa.
- Lo stai criticando solo perché avete litigato e perché era lui ad avere ragione.
- Lo considero improbabile.
Non gli andava tanto di ricordare che il suo migliore amico gli rivolgeva a malapena la parola senza una giustificazione plausibile.
- Comunque - continuò - se stai cercando in Alec un modello da seguire sei fregata. Diventeresti una emo che non si rende conto di quanto sia fortunata ad avere al suo fianco un ragazzo perfetto come me. Questi Lightwood... fai anche l'impossibile per loro e poi ti danno dell'idiota e del falso amico, solo che te lo dicono con un linguaggio lievemente più volgare.
- Peccato che io mi renda conto di quanto sia fortunata ad avere al mio fianco un ragazzo come te... però toglierei il "perfetto".
Jace sorrise, avvicinandosi alla sua ragazza da dietro ed abbracciandola.
- Evidentemente non hai ancora scoperto tutte le mie qualità se non mi ritieni perfetto - le sussurrò, dandole un bacio sulla guancia.
Clary stava per replicare, ma si bloccò quando entrambi sentirono il rumore di una porta che sbatteva. Veloce come un fulmine, Jace liberò Clary dal suo abbracciò e si girò, trovandosi di fronte ad Izzy.
- Possibile che ci interrompi sempre nei momenti meno opportuni? - chiese, lievemente esasperato.
- Possibile che vi trovi sempre a pomiciare nei luoghi meno opportuni? - rispose lei, giocando con un coltello che aveva estratto dalla cintura. Solo allora Jace si accorse che era in tenuta da caccia.
- Dove stai...
- Andando? - terminò lei. - Nello stesso luogo dove verrai tu, fratellino. Andiamo a stanare un vampiro.


Note dell'autrice
Un piccolo capitolo che è una sorta di "calma prima della tempesta", difatti nel prossimo capitolo la storia prenderà una piccola svolta ed entreremo nel vivo dell'azione! 
Chiedo scusa a quelli che volevano sapere che cacchio ci facesse una vampira teoricamente morta alla porta di Magnus, ma perché dirvelo subito? 
Comunque, grazie per aver letto fin qui! Spero di pubblicare il prossimo capitolo questa settimana :)
Grazie anche a chi mi recensisce e a chi legge silenziosamente (ma che spero prima o poi si farà sentire).
Alla prossima 

Iwas_

 
  
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