Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Laylath    13/10/2013    2 recensioni
Dal capitolo 1.
Levi vide con orrore che quella donna, senza alcun timore, si stava avvicinando alla gabbia e stava allungando una mano. Il gigante ovviamente cercò di muoversi, spinto dall’istinto di mangiare l’umana che aveva davanti. Ma lei ignorò completamente quel dettaglio e gli accarezzò la mano enorme e sformata.
“E’ tutto a posto, Andy – disse, con voce amorevole, che Levi udì chiaramente in quanto trasportata dal vento della sera – è stato un viaggio faticoso, lo so. Ma è finito”
Perché diamine sta parlando ad un gigante? E perché lo sta accarezzando come se fosse un cagnolino… o peggio ancora un bambino?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hanji, Zoe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4.  Nuovo inizio.

 


La mattina successiva Levi beveva il suo the seduto distante dal resto dei soldati della Legione Esplorativa.
La notizia di quanto era successo la sera prima era circolata più in fretta del previsto ed erano state numerose le persone che gli avevano lanciato strane occhiate quando era entrato in mensa. Aveva sentito più di un soldato mormorare le parole “gigante” e “Hanji” ed era sicuro che tutti si stavano chiedendo se l’avesse fatto apposta o meno.
Non ho certo bisogno delle loro occhiate perplesse…
Quel giorno era più scontroso del previsto, tanto che aveva risposto di mala grazia anche al saluto che gli aveva fatto Erwin, quando era arrivato.
La verità era che quanto successo la sera prima l’aveva turbato più del previsto ed il pianto di Hanji gli era rimbombato nella testa per tutta la notte, impedendogli di prendere sonno.
Un dolore così forte, come se avesse perso una delle persone a lei più care…
Quanto era rimasto in piedi, con lei stretta alle sue gambe?
Non se lo ricordava, ma quando finalmente erano arrivati i membri della sua squadra, preoccupati perché non la vedevano tornare, era già buio fitto. Con suo estremo sollievo, i soldati avevano provveduto a sciogliere gentilmente quell’abbraccio così ossessivo e finalmente era stato libero di allontanarsi.
Non aveva detto una parola, del resto il corpo di Andy che finiva di decomporsi era una spiegazione abbastanza chiara.
Aveva agito in piena coscienza, salvando la vita di Hanji, non poteva essergli rivolta alcun’accusa.
Solo che…
Hanji l’avrebbe odiato con tutte le sue forze, era chiaro.
Era una situazione davvero strana: gli altri membri della Legione Esplorativa non lo odiavano, ma si limitavano a tenersi distanti da lui, allontanati dal suo carattere aggressivo e scontroso. Hanji era stata la prima, dopo Erwin, a tralasciare la sua personalità difficile e ad instaurare un rapporto con lui.
E sarebbe stata la prima a nutrire vero astio nei suoi confronti.
Altro che trovarlo simpatico…
Un sorriso ironico comparve sulle labbra.
Levi era destinato ad essere un lupo solitario.
E’ stato un bel tentativo, Erwin, te lo concedo.
Tuttavia guardando il liquido marrone all’interno della tazza non poté fare a meno di sentire un briciolo d’amarezza dentro di sé. Ma così come era arrivato, quel minimo rimpianto scomparve nell’istante successivo.
La cosa migliore era non pensarci più e sperare che la stramba studiosa se ne andasse al più presto da quell’avamposto della Legione Esplorativa: con un po’ di fortuna le loro strade non si sarebbero più incrociate e…
“Buongiorno, Levi – salutò Hanji, accanto a lui – Posso sedermi?”
“Tu…?” chiese il giovane girandosi con sincera sorpresa a guardarla
Hanji prese quella domanda come una risposta affermativa e si sedette accanto a lui, mettendosi a mangiare come se la sera prima non fosse accaduto nulla. Ma c’era un chiaro segnale che qualcosa era cambiato: non una parola sui giganti era stata pronunciata.
Levi riprese a bere il suo the, ma non mancò di guardare la ragazza.
Il pianto di ieri era ancora ben visibile nel suo volto, come dimostravano gli occhi arrossati dietro le lenti, questa volta di occhiali normali e non della versione robusta che usava quando era fuori. In generale tutto il viso era abbastanza tirato, eppure Levi riuscì a vedervi qualcosa che interpretò come dolce rassegnazione.
E’ incredibile come una persona possa cambiare in maniera così radicale, senza quelle reazioni esagerate a storpiarle il viso.
“Levi…” iniziò Hanji
“Che c’è?”
“Grazie”
Quella parola fu del tutto inaspettata tanto che il the sulla tazza di Levi si mosse lievemente.
Ma la sua espressione rimase impassibile.
“Per cosa?” si limitò a chiedere
“Per avermi salvato la vita ieri sera”
“Ho ucciso Andy” gli ricordò lui
“Ma lui avrebbe ucciso me – sospirò Hanji, levandosi gli occhiali e sfregandosi leggermente gli occhi arrossati – hai ragione: quando si tratta di giganti non sono molto obbiettiva, lo ammetto”
Arrossì lievemente a quella dichiarazione e si grattò il dorso del naso con aria pensosa, aspettando una reazione da parte del ragazzo.
Levi non seppe che dire: sentiva addosso a loro due tutti gli sguardi delle persone presenti in sala, Erwin compreso, e la cosa gli dava enormemente fastidio. Fu persino certo di cogliere qualche sorriso malizioso.
“Non hai di che ringraziarmi. – disse impassibile, finendo di bere il the ed alzandosi rigidamente – Ho fatto semplicemente il mio dovere. Cerca di stare più attenta la prossima volta”
“Attenta? – iniziò Hanji – Ma io…”
Tuttavia Levi non le lasciò il tempo di proseguire: si era già scostato dalla panca e si stava avviando verso l’uscita della sala.
 
In genere andava sull’impalcatura di legno la sera, quando le attività della Legione Esplorativa iniziavano a terminare e tutti i soldati andavano verso gli alloggiamenti a godersi il meritato riposo.
Stare in quel posto di mattina significava vederlo in modo completamente diverso, con le ombre dell’impalcatura che si allungavano davanti a lui. Sul punto dove la sera prima giaceva Andy, c’erano solo i resti della struttura che l’aveva tenuto prigioniero: del cadavere non era rimasta praticamente traccia.
L’istinto di cacciatore di Levi si sentiva tranquillo: adesso tutto andava bene nel suo territorio; era finalmente finita quella situazione innaturale che l’aveva turbato in quegli ultimi giorni.
hai ragione: quando si tratta di giganti non sono molto obbiettiva, lo ammetto…
Quella frase di Hanji, assieme ai suoi ringraziamenti aveva avuto il piacevole effetto di fargli sparire dalla testa il ricordo dei singhiozzi disperati della sera prima.
Bene, almeno la sua voce smetterà di assillarmi per il resto della giornata.
“Ti ho per caso detto qualcosa che non va?” la voce in questione si ripresentò accanto a lui.
Non che Levi non l’avesse sentita arrivare, ma aveva sperato in un minimo di quiete.
“No, Hanji” borbottò
“E allora perché sei andato via dalla mensa in quel modo?”
“Lascia stare. Va tutto bene”
Hanji sospirò pensosamente e mise le braccia dietro la schiena, osservando Levi con gli occhi castani pieni di curiosità.
“Ma lo sai che sei davvero strano?” constatò infine
“Io? – chiese lui, lanciandole un’occhiata di sbieco – Fino a prova contraria non sono io quello che dà un nome ai giganti e rischia di farsi ammazzare da loro perché si avvicina troppo completamente disarmata
“Starò più attenta, te lo prometto”
“Non stai facendo un favore a me, ma a te stessa”
“Uh, che permaloso che sei! – ridacchiò Hanji – Sai, Levi, fino a quando c’era Andy ero troppo presa da lui, ma adesso mi accorgo che sei davvero scorbutico”
“Nessuno ti obbliga a stare in mia compagnia” sbottò il giovane, incrociando le braccia sul petto
Hanji imitò quella posa e dopo qualche secondo scoppiò a ridere.
Si può sapere che ha adesso?
“Allora, vediamo: - iniziò la ragazza – indubbiamente sei fenomenale a combattere; ma per il resto sei permaloso, maniaco del pulito, taciturno e scorbutico come un orso svegliato dal letargo. Non c’è che dire, Levi, sei un esemplare davvero anormale”
Anormale?” si irrigidì ulteriormente Levi, sentendosi riferito quell’appellativo in genere riservato ai giganti
“Prendilo come un complimento!” sorrise furbescamente lei
Perché ieri ho speso fatica e tempo per salvarle la vita?
Hanji, nel frattempo, spostò lo sguardo verso il campo dove giacevano i ricordi della loro breve avventura con Andy. Il suo volto si fece leggermente malinconico.
“E così non ho saputo se gli piaceva il nome che gli avevo dato” sospirò all’improvviso
“Non dovresti dare…” iniziò Levi, cercando di convincerla almeno su quel punto
“Oh dai! E che male ci sarebbe? Andy mi piaceva come nome… sai, era un capo tribù di un popolo vissuto secoli prima. Se vuoi ti parlo di lui… oppure vuoi sapere dei giganti che hanno preceduto Andy? Si chiamavano Ellie e Tommy”
“Non mi dire…”
“Allora, devi sapere che Ellie…” e iniziò a parlare e parlare, con Levi che rimase impassibile a fissare davanti a sé. Sapeva che, qualunque cosa avesse fatto, Hanji non avrebbe smesso di assillarlo con la sua passione per i giganti.
Però concentrandosi si accorse che quella voce così squillante poteva essere trasformata in un indistinto mormorio di sottofondo. E tutto sommato non era nemmeno spiacevole da ascoltare…
Nei limiti del ragionevole.
“Che ne dici se il prossimo gigante che prendiamo lo chiamo come te?” chiese all’improvviso la ragazza
Levi non si scompose e si girò verso di lei, afferrandole di nuovo la testa castana e obbligandola ad abbassarsi alla sua altezza.
“Tu provaci e sarò io stesso a darti in pasto al gigante”
 

***
 
10 anni dopo (850)
 
La folla rumoreggiava entusiasta mentre la Legione Esplorativa avanzava a cavallo per le vie della città, verso una nuova missione che doveva portare alla riconquista del Muro Maria. Era sempre così: vedere quei soldati che andavano ad affrontare i giganti esaltava la popolazione. In quei momenti sembrava loro di poter riconquistare il mondo.
Ovviamente Levi sapeva che le cose non erano così e tutto quell’entusiasmo lo irritava notevolmente. Quelle persone avrebbero dovuto passare un paio di settimane con loro…
Vediamo se poi festeggiano in questo modo… sempre che siano ancora vivi
“Guardate, quello è il capitano Levi. Dicono che da solo valga quanto un esercito”
Ecco uno dei soliti complimenti rivolti alla sua persona.
Nel corso degli anni si era fatto una grandissima fama: dopo il Comandante Smith era lui il membro più conosciuto e idolatrato della Legione. Tuttavia la cosa gli dava solo un enorme fastidio…
Ma che avevano da guardarlo così? Anche quei ragazzini che sicuramente erano appena usciti dall’addestramento militare…
“Non possono stare zitti?” borbottò
“Prova ad immaginare a quanto sarebbero delusi i tuoi ammiratori se scoprissero quanto sei nevrotico” disse Hanji che cavalcava accanto a lui.
Levi non rispose alla solita provocazione della donna.
Si sorprese a pensare al fatto che ormai erano passati dieci anni dal loro disastroso incontro: nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo… anzi, forse Erwin sì… ma quella stramba coppia aveva instaurato uno strano legame di amicizia.
Levi aveva imparato a stare lontano da qualsiasi gigante Hanji catturasse e lei finalmente era diventata prudente il minimo indispensabile per non essere divorata dai suoi oggetti di studio. Certo, la donna aveva la notevole capacità di seccarlo per serate intere con chiacchiere sui giganti, ma a volte Levi aveva l’esigenza di sentire la sua voce.
Nonostante adesso lui avesse una squadra personale, ogni tanto sentiva la strana necessità di ascoltare questa sua particolare amica… compagna. Forse perché Hanji con la sua irruenza riusciva ad andare oltre il suo carattere scorbutico, più di quanto facessero i suoi uomini.
Il fatto che, in ogni caso, lei fosse sempre una pazza maniaca dei giganti era fuori discussione.
“Al di là di queste mura i giganti ci stanno aspettando! – esclamò la donna con entusiasmo, quasi a confermare i pensieri di Levi – Che tipo di giganti incontrerò questa volta? Spero di vederne di anormali. Sarebbe fantastico!”
Siamo alle solite…
“Se ne vuoi uno anormale, l’ho trovato” dichiarò con la solita impassibilità
“Eh? Dove?” chiese lei con perplessità
La mano di Levi si mosse in un gesto fin troppo automatico e raggiunse la testa castana di lei.
I loro volti si avvicinarono, uno a pochi centimetri dall’altra.
“Proprio qui” spiegò lui, con lo sguardo annoiato
Il rumore dei grandi cancelli che venivano aperti fece finire quel rapido scambio di battute.
Iniziava una nuova missione per la libertà.
  
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