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Autore: Pink_    13/10/2013    0 recensioni
"Siamo su una spiaggia. Non una vera spiaggia, in realtà; quelle spiagge lì adesso sono tutte sott'acqua.
Siamo al porto e la carneficina sta per iniziare. Devono scegliere solo tre nomi, tre.
Tre nomi, tre giovani e poi l'Abisso potrà mangiare. L'Abisso ha sempre fame, chiederà altro cibo. Ed altri tre nomi, tre ragazzi, le enorme fauci dell'oceano dovranno affrontare."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.


Afferrai Seth per una caviglia ed affondai i piedi nella sabbia, nel disperato tentativo di tenerlo fermo. Grace continuava a camminare. Lacrime le rigavano il volto, mentre sulla bocca le era spuntato un sorriso radioso. 
<< Mamma... >> mormorava, avanzando verso la creatura che continuava a cantare, emettendo note sempre più alte. Seth prese a divincolarsi ed io aumentai la stretta sulla sua caviglia. 
<< Grace! >> urlai. Avevo la sabbia negli occhi che lacrimavano per il bruciore: << Grace! Ti prego ascoltami! >> urlai ancora più forte. Lei si fermò.
Fece qualche passo incerto avanti, visibilmente confusa: << Mamma? >> miagolò. 
La creatura rimase in silenzio per qualche secondo. Prima che me ne potessi accorgere, la strana figura era scivolata via dallo scoglio e ora nuotava in direzione della ragazzina che, vedendola, si avvicinò a sua volta.
Anche Seth aveva smesso di divincolarsi, così decisi di alzarmi. Tossicchiai un paio di volte, sputando grumi di sabbia e mi alzai, scrollandomi di dosso quanta più polvere mi era possibile togliermi. 
Guardai Seth. 
I suoi occhi color nocciola erano fissi sulla creatura e luccicavano, piangeva. Agrottai le sopracciglia e tornai a guardare Grace. Il vestitino rosa a quadrettini era zuppo, dato che era immersa nell'acqua fino alla vita. Era ad un passo dalla creatura che tendeva le mani verso di lei. Mani perfette che sembravano scolpite nel marmo. 
<< NO! >> urlai, furiosa con me stessa per non essermi precipitata subito da lei. Spinsi Seth sulla sabbia e mi fiondai verso Grace che aveva teso a sua volta le mani verso la figura. Bastò un'istante. 
Mano nella mano, Grace e la creatura entrarono in acqua sparendo a poco a poco, lasciando sulla sabbia bagnata, padroneggiata dalle onde, la targhetta della piccola.


Caddi in ginocchio, gli occhi fissi sull'Oceano. 
Non piangevo, non urlavo, nulla di nulla. L'Abisso si era portata via la prima vittima. 
Seth si asciugò gli occhi col polso e corse verso di me: << Dov'è Grace?! >> mi chiese. E' davvero incredibile il fatto che non sapessi rispindere ad una domanda così semplice: << Morta >> mormorai << E se non ti avessi trattenuto, saresti morto anche tu >>. 
Si morse un labbro: << Mi sembrava...di aver visto mia sorella >>. Sbattei le palpebre velocemente, ricacciando indietro le lacrime.
<< Grace aveva visto sua madre >> sussurrai, ricordando le sue parole. 
<< Molto probabilmente è un trucco di qualche discepolo dell'Abisso >>. Non dissi nulla, anche perchè sapevo che ciò che diceva era vero. Allungai la mano e presi la targhetta di Grace, portandola al petto, in un ultimo abbraccio, sapendo che non avrei più potuto dirle di non piangere.
Guardai Seth. 
Allargò le braccia e mi abbracciò. Sorpresa da quell'improvviso gesto d'affetto rimasi con la faccia schiacciata contro il suo petto. Nessuno mi abbracciava così da anni. 
Scoppiammo insieme, quasi per tacito accordo, in lacrime silenziose. 
Sapevo che presto l'Abisso avrebbe preso o me o lui. L'antipasto era stato consumato velocemente, la cena non era ancora finita. 


Scavammo una piccola buca accanto al falò e vi depositammo la targhetta. Dopo una breve preghiera la seppellimmo e vi ci piazzammo sopra una pietra abbastanza liscia, con il pugnale incisi il nome di Grace e poi gettai un'occhiata a Seth.
Immerso in sa quali cupi pensieri, guardava fisso le fiamme. La luce del fuoco proiettava ombre danzanti sul suo volto rendendo i suoi lineamenti lievemente marcati. 
<< A cosa pensi? >> gli chiesi. 
Mi guardò per qualche secondo, poi scosse la testa: << Sto cercando di capire perchè tu non sei rimasta vittima del canto di quella creatura >>. 
Non ci avevo nemmeno pensato! 
Feci spallucce: << Magari funziona solo con quelli che sono tristi. Tu sei triste? >>
<< Si, tu? >>
<< Si >> quelle due lettere mi uscirono dalla bocca velocemente, senza che potessi rendermene conto. Mi morsi l'interno della guancia destra, accennando un sorriso. 
Tornai a guardare la mini tomba che avevo realizzato per Grace. Sfiorai con la punta delle dita la pietra, rabbrividendo al contatto con il gelido materiale.
<< Leona... >> mormorò Seth, affondando una mano nei suoi riccioli scuri. Aveva gli occhi puntati a terra, un'espressione di puro dolore aveva preso il posto di quella estremamente seria.
<< Mhm...? >>
<< Mi dispiace >> borbottò. Agrottai la fronte: << Non è colpa tua se Grace è morta, Seth >>
<< Ma se non fossi caduto nella trappola di quel mostro, molto probabilmente lei sarebbe ancora qui >>
<< Non è comunque colpa tua >> lo giustificai. 
In parte aveva ragione, ma entrambi sapevamo che la potenza del Popolo Del Mare arriva fino a livelli immaginabili. 
Mi alzai e andai a sedermi accanto a lui. Teneva ancora gli occhi bassi, fissi sulla sabbia. Istintivamente gli presi il volto tra le mani, e con il pollice, gli asciugai le lacrime che tanto cercava di nascondere ma che avevo notato comunque.
Sorrise e sorrisi anche io, seppur tristemente.
Un breve ricordo della mia infanzia mi balenò davanti agli occhi:
Faceva molto caldo.
La sabbia mi scottava i piedi ed il vento mi scompigliava i capelli bagnati, rendendoli nodosi e crespi. L'aroma di fragola appena colta mi riempiva la bocca. 
Papà mi rincorreva, urlandomi di non correre e di non farmi male.
Ma io non lo ascoltavo.
<< Amo il mare! >> gridai, lasciandomi cadere sulla sabbia.
Mio padre mi raggiunse: << Ed il mare ama te, piccola mia! >>
.
Rabbrividii.
Avevo solo quattro anni, non ero ancora nell'età richiesta per la carneficina.
E mio padre era ancora lì, al mio fianco.

Restammo a guardare il falò ancora per un po'.
Tra le fiamme mi pareva di scorgere Grace che veniva fatta a brandelli da volti sconosicuti dei quali riuscivo solamente a distinguere i denti, affilati come rasoi.
Ed il mare ama te, piccola mia.
  
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