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Autore: Strekon    22/06/2003    1 recensioni
Un oscuro incantesimo ha colpito Hogwarts. Chi sarà in grado di ripristinare l'ordine? Una storia Dark con un fondo di romanticismo....
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diversi gruppi parlavano animatamente

Diversi gruppi parlavano animatamente. I mangiamorte erano tutti riuniti in una grande sala. Le vetrate permettevano di vedere l’esterno. Buio. Quella spessa cortina di tenebre che era comparsa dopo tre anni non accennava ad andarsene. Gaherl strisciava rapidamente qua e là per apprendere il maggior numero di notizie sugli ultimi avvenimenti. Si sarebbe incontrato con il suo padrone fra poche ore. Non voleva deluderlo di nuovo, non dopo l’ultima volta. Rabbrividì al pensiero del suo ultimo incontro con l’ombra.

“Maestro, posso… fare una domanda?”

“E sia, Gaherl, dimmi”

“Se lei non è un mangiamorte, anzi…come è rimasto intrappolato qui? E…la sua mano…è…”

“Come osi! Io sono qui perché…perché…non devo certo dirlo e te verme traditore! Crucio!”

Quella maledizione Cruciatus bruciava ancora sul suo petto. Ma aveva ripensato alla cosa a lungo durante quel periodo. Non sapeva perché era lì. Il suo maestro non aveva idea di come si fosse trovato lì dentro intrappolato. Ma uccideva tutto e tutti. Perché? Forse l’istinto lo spingeva ad agire? No. L’istinto avrebbe dovuto cercare di far capire che era meglio allearsi con gli intrappolati piuttosto che eliminarli. Eppure molte cose non gli erano ancora chiare. A volte tentava di vedere il suo volto sotto il cappuccio, ma sembrava saldamente cucito intorno alla sua testa.

Finì di raccogliere informazioni. Un nutrito gruppo di mangiamorte avrebbe, fra qualche ora, fatto un giro di ispezione nei sotterranei di Hogwarts. Era un bel colpo da riferire al suo maestro. Almeno si sarebbe sfogato un po’ con loro, invece che prenderlo a calci. Senza dare nell’occhio uscì dalla grande sala e si diresse sicuro lungo le scale, in un percorso che conosceva ormai troppo bene. La porta era chiusa. Bussò secondo uno speciale codice e quella si aprì rivelando una spoglia stanza. Una persona, in piedi, lo fissava entrare. O almeno credeva che lo fissasse, visto che era girato nella sua direzione.

“Sei in ritardo Gaherl” sentenziò l’ombra.

“Chiedo perdono signore, e stato difficile questa volta. Ma ho grandi notizie! Un gruppo di venti mangiamorte ispezionerà i sotterranei fra un paio d’ore” sorrideva e annuiva con la testa mentre riferiva la notizia.

“Venti? Sarà un ricco bottino… proprio ricco. Dimmi Gaherl, qual è la prima raccomandazione che ti ho detto un mese fa, quando hai iniziato a lavorare come spia?” si girò verso la finestra che mostrava le serre di vetro, ormai in rovina. Gaherl pensò un attimo alle parole del maestro. Perché quella domanda? Che fosse una specie di test per valutare la sua devozione? Doveva essere così. Sorrise compiaciuto e rispose.

“Di fare attenzione di non essere mai seguito” poi il suo sguardo si incupì. L’ombra gettò vicino ai suoi piedi la treccia di capelli del mangiamorte.

“Esatto. Avresti dovuto seguirla” sollevò il piede e pestò con forza il feticcio magico. In un attimo si sbriciolò. E Gaherl finì in cenere altrettanto rapidamente.

L’ombra impugnò la bacchetta e si girò verso la porta che, d’improvviso, si spalancò spinta da una forza magica. Una decina di maghi oscuri entrò e puntò la bacchetta verso l’ombra. Sorrisi compiaciuti si dipinsero sui loro volti.

“Beccato, e questa volta non riuscirai a farci fuori tutti. Di te non resterà che polvere” quello che pareva essere il capo del gruppo parlò deciso rivolto all’ombra.

“Se ne sei così sicuro non aspetto altro che una vostra mossa. Sempre che riuscirete a farne dopo che i vostri corpi carbonizzati copriranno il pavimento” disse con voce gelida l’essere, poi prese la bacchetta e la gettò fuori dalla finestra. Sorpresi, i maghi oscuri, fissarono la bacchetta precipitare verso il basso, e lasciarono il tempo all’ombra di agire. Anche lei si lanciò nel vuoto seguendo la verga magica, ma non prima di aver detto.

Ineo Simbolo” Sul pavimento della piccola stanza cominciò ad apparire una lunga linea rossa, incandescente. La linea disegnò a terra un complicato simbolo runico. Il mago oscuro che prima aveva parlato fissò, bloccato dalla sorpresa, la linea concludere il disegno magico. Un simbolo ad attivazione vocale. L’ombra l’aveva spuntata ancora.

Afferrò la bacchetta a mezz’aria pochi metri prima del terreno.

Wingardium Leviosa” e piano atterrò sopra il tetto della serra numero due. Appena i piedi si posarono un boato risuonò nell’aria. La stanza dove era fino a poco prima era esplosa, ed ora un denso fumo nero usciva dalla finestra, anche se ora più che una finestra era un vero e proprio squarcio. Un soffio di vento un po’ più intenso degli altri sollevò il suo cappuccio che ricadde sulle sue spalle. Ora il suo volto era scoperto. D’istinto, in un attimo, lo ritirò sopra la testa e si maledisse per la sua sbadataggine. Controllò che li attorno non ci fosse nessuno che lo avesse visto, poi, soddisfatto, scese dal tetto della serra e si diresse verso i sotterranei. Aveva un lavoro da sbrigare.

L’ombra si allontanò ignara che qualcuno fra i cespugli ancora la fissava mentre se ne andava.

*****

Ginny scese dal Nottetempo e salutò Stan ed Ernie. Si sistemò il vestito ed i capelli meglio che poté e si diresse verso l’entrata del palazzo. L’uomo dai capelli neri scese subito dopo di lei. Pareva aver rattoppato qualche buco della sua tunica con l’utilizzo della magia. Il suo aspetto rimaneva comunque poco rassicurante e dubbio. Pareva un clochard. Raggiunsero insieme l’entrata, aveva il passo molto più lungo del suo. Il suo cappuccio era abbassato sulla testa, ma Ginny ricordava ancora chiaramente il suo sguardo. Le pareva di averlo già visto. Le pareva che quello sguardo la terrorizzasse ogni volta. Eppure non aveva capito dove o come aveva già visto quegli occhi. Pensando agli occhi, le tornò in mente l’uomo della sera prima. Occhi bianchi coperti dalle lenti scure. Chi diavolo era? Più che altro, cosa diavolo era? Non era un mago, non aveva visto la bacchetta. E poi il suo atteggiamento calmo, compito. Così piatto, ma così terrificante. Quasi certamente lavorava per qualche gruppo di mangiamorte. Quello che aveva fallito nell’ucciderla, grazie all’intervento di Sirius, doveva ancora essere a piede libero.

Raggiunse il bancone di ricevimento per i visitatori e vi si appoggiò con i gomiti, accanto a lei l’uomo dai capelli neri la imitava. Una segretaria si avvicinò ai due. Forse credendoli insieme chiese ad entrambi.

“Desiderate?”

“Dovrei parlare con Remus Lupin, la ringrazio” ad una sola voce entrambi diedero la stessa risposta. Entrambi si girarono uno verso l’altro e si fissarono. Ancora quegli occhi. Quello sguardo. Poi l’uomo parlò rivolto alla ragazza.

“Ginny… Ginny Weasley, Grifondoro” lei spalancò gli occhi e quasi le parole le morirono in gola.

“Professor Piton…”

*****

Le reazioni dei presenti furono le più diverse fra loro. Ginny stava bene, subito fu circondata dai fratelli, Ron in primis, che la abbracciò e le ripeté fino allo spasimo “Mi dispiace”. Ginny era felice. Ron l’aveva perdonata, capita. Era di nuovo Ron. Il suo Ron. Anche Arthur Weasley le si avvicinò a la abbracciò forte.

“Mi dispiace, bambina mia. So di aver sbagliato, anche mamma lo sa. Quando abbiamo temuto di perderti abbiamo capito il nostro errore. Non sarà semplice, ma so che se ci impegneremo tutti riusciremo a tornare felici come un tempo” guardava la figlia con un tale amore che non poté fare a meno di piangere, subito seguito dalla ragazza. Anche Fred l’abbracciò e le scompigliò i capelli.

“Sorellina sono contento che tu sia ancora qui”

“Anch’io Fred. Mi sei mancato, mi siete mancati tutti quanti…” le lacrime cominciarono a scorrere a fiumi. Hermione la fissava distante, per non interferire con il “gruppo famigliare”. Ginny la vide e le si buttò addosso circondandola con le braccia. Hermione si lasciò andare, anche lei si unì alla felicità del momento. Un’innaturale leggerezza pervase il cuore di Ginny. Tutti le volevano bene. Tutti quanti. Come era stata stupida ad andarsene di casa anni prima. Era lei che per prima si era distaccata. Era iniziata per colpa sua quella sensazione di angoscia che le avvolgeva il cuore. Ma ora era finita. Ora finalmente, per cause tropo serie e troppo complicate da ignorare, era nuovamente in famiglia. Ma alla sua famiglia ora mancava una persona. Draco. Che fine aveva fatto il suo Draco? Per quello era lì. Per scoprirlo.

Piton entrò subito dopo Ginny. Lupin non aveva idea che anche quello strano tizio fosse stato condotto nel suo ufficio per incontrarlo. Poi il viso pallido di Piton comparve da sotto il cappuccio. Remus alzò gli occhi ed incrociò lo sguardo con l’uomo.

“Severus…o mio Dio” Lupin mollò sul tavolo una cartellina che teneva stretta in mano e con passo veloce raggiunse il professore afferrandolo per le spalle.

“Mio Dio. Non posso crederci… Severus, ma dove eri…? Cosa ti è successo? Io…io non capisco…” Piton parlò, la sua voce era distante.

“Capirai. Ho molte cose da dirvi. Molte. Ho scoperto cose credo molto utili al ministero per la faccenda Hogwarts…” si staccò dalla stretta di Lupin e si mise seduto su una sedia lì vicino. Un grosso cane nero lo fissava. Piton ricambiò il suo sguardo. A quanto pare entrambi erano sorpresi di vedere l’altro vivo. Il cane si avvicinò e balzò su una sedia accanto a Piton. Il più grande segno di rispetto che i due si fossero mai fatti. Sedersi l’uno accanto all’altro. L’attenzione di tutti i presenti si spostò sul professore.

“Vedo che c’è il raduno al completo proprio oggi. I Weasley, la signorina Granger, Lupin con il suo fedele segugio. E’ forse un caso?” chiese Piton. Il suo aspetto malconcio faceva pensare al peggio a chi lo guardava. Hermione prese la parola.

“Anche se sembra strano…sì, è un caso. Una serie di eventi, più o meno spiacevoli, ci ha condotto tutti qui oggi” Ginny sospirò alle parole della ragazza “bhè, quasi tutti. Manca Draco” Piton sgranò gli occhi.

“Malfoy? Al ministero? E suo padre che fine ha fatto?” la voce del professore di pozioni era sorpresa.

“D’accordo, credo che ora sia venuto il momento di spiegare bene tutto quello che è capitato” Lupin, detto questo, afferrò la cartellina che aveva in mano e pregò tutti di seguirlo. Percorsero un po’ di corridoi ed infine raggiunsero un’ampia stanza predisposta per le proiezioni di immagini magiche scattate in precedenza. Una serie di comode poltroncine erano schierate di fronte ad un muro bianco. Tutti si sedettero, tranne Lupin che chiuse la porta, spense la luce e si portò davanti al muro. Agitò la bacchetta e dal fondo della stanza un raggio luminoso colpì il muro.

“Bene. E’ ora di spiegare per filo e per segno quello che si sa e non si sa sul caso Hogwarts. Il 28 dicembre 1999 Hogwarts viene attaccata da un vero e proprio esercito di seguaci di Voldemort” i presenti rabbrividirono a sentire pronunciare il nome del mago oscuro “mangiamorte, giganti, disennatori e così via. Sembra la disfatta più totale, anche perché lo stesso… voi-sapete-chi, partecipa all’attacco. Lo scopo è chiaro. Uccidere mezzosangue e chi non è fedele a lui, e soprattutto eliminare Harry Potter” Remus si fermò, più che per riprendere fiato, per scacciare il pensiero di Harry.

“L’attacco sembra essere perfetto, ma succede qualcosa di inaspettato. Un potente incantesimo di sigillo colpisce tutto il castello. Con un onda d’urto potentissima tutte le persone presenti vengono sbalzate in giro con danni più o meno gravi. Molti studenti non riescono a sopravvivere, altri cadono in un coma profondo, che, per fortuna, ormai sembra essere scioglibile” lo sguardo di Remus cade su Ron ed Hermione che si tengono la mano l’un l’altro, come per proteggersi da qualcosa che conoscono fin troppo bene.

“L’incantesimo di sigillo riesce e chiude sotto una cupola magica tutta la scuola. E da tre anni che gli scienziati maghi studiano il problema” sul muro comparve l’immagine di Hogwarts. Molte persone dall’abito blu correvano qua e là per l’immagine “ma Hogwarts è assolutamente inaccessibile dall’esterno. Anche con viaggi in piani di passaggio la cortina impedisce il l’attraversamento”

“Parlando di situazioni più recenti, ieri sera sono stati eliminati quattro babbani nei pressi di Chinatown, a Londra” Ginny fissò Lupin, Black abbaiò, delle foto dei cadaveri comparvero sul muro “tre ragazzi, uno strangolato, l’altro trapassato da parte a parte con un oggetto veramente grande” la foto del ragazzo squarciato era comparsa sulla parete “e l’ultimo, senza testa, tagliata di netto. Poco più distante, una ragazza orientale è stata trovata morta. Il sangue gli è stato succhiato via da due buchi alla base del collo. Un vampiro, signori. Non se ne vedevano in giro da tempo. Ma è un vampiro, è chiaro. Ho fatto delle ricerche su tutti i vampiri negli ultimi anni visti in giro per Londra e città limitrofe, non sono molti, ma non sappiamo chi sia. Nessuno l’ha visto in faccia”

“Io sì” disse timidamente Ginny “l’ho visto, so chi è. Sono scappata da lui, sono salva per un pelo” Remus spalancò gli occhi. Abbozzò un sorriso.

“Eccellente. Dopo ti mostrerò le foto e mi dirai se lo riconosci. Ora, tornando a noi, dalle ultime ricerche sappiamo che Draco è stato portato via la sera di venerdì scorso, con oggi sono sei giorni che è scomparso. I rapitori direi che sono chiari a tutti: mangiamorte. Da quello che ci ha riferito il signor Backer, e dal cadavere ritrovato nel parco vicino a casa Malfoy, Draco è stato portato via con la forza da un tizio alto, magro e dai denti gialli. Uno dei gemelli che hanno attaccato ieri sera la Tana. Bene, direi che tutta questa complicata faccenda è stata spiegata, anche i fatti più recenti. Ora, direi che è il caso di fare qualche domanda al nostro amico Severus Piton” Remus si avvicinò all’uomo e le luci si riaccesero.

“D’accordo, Severus. Dicci quello che non sappiamo, ora” Piton sospirò e iniziò a parlare.

“Io sono morto il 28 dicembre 1999. La belladonna iniettata mi stava uccidendo. Ho preferito provare a non-vivere. Mi sono suicidato con una particolare pozione che mi avrebbe permesso di tornare come non-morto anni dopo il mio decesso. E’ inquietante, ma non potevo morire così, in quel luogo. Hogwarts. Sì, ero ad Hogwarts, e ne sono uscito. Non pensare sia possibile, Remus, non cominciare ad eccitarti all’idea. L’incantesimo di sigillo posto su Hogwarts non solo blocca l’entrata e l’uscita di persone, ma colpisce le loro menti impedendo loro di cercare un’uscita. Li ho osservati, i mangiamorte, i disennatori e… un tizio strano. Nessuno, anche se prova, riesce a trovare un’uscita. L’incantesimo glielo impedisce. Ma c’è di più. Quel tizio strano, uno dei mangiamorte, è impazzito, credo che sia un mangiamorte da come si batte e da come mi ha, una volta, sorpreso alle spalle. Va in giro per il castello ed elimina qualsiasi cosa si muova, ma ha cominciato ad evolversi. Quando me ne sono andato aveva costretto uno dei mangiamorte a spiare i compagni per facilitare il compito. Le persone rimaste la dentro non saranno più di 400, massimo 500. L’esercito, all’inizio, era di quasi 2000 unità. Quel tizio è un genio nella lotta. E’ veloce, è forte, è mortale, conosce un gran numero di incantesimi e molti li ha creati lui stesso. Ha passato anni a combattere contro quella feccia, ed è diventato una macchina che uccide. Fredda e spietata. Dopo essere rimasto ad osservare un po’ la situazione ho aperto un varco con la magia in un pezzo della cortina magica che impedisce il passaggio. Si rigenera rapidamente, sapete. A quest’ora sarà già chiusa. Sono uscito e con il Nottetempo sono arrivato fino a qua, ed ho incontrato la signorina Granger che fuggiva dal suo vampiro”

Dire che le espressioni di chi lo fissava fossero allibite, era poco. Miliardi di idee e pensieri passarono nella testa di ognuno. Solo Remus riuscì a porre una domanda.

“Ma…ma perché tu sei riuscito a cercare un uscita? Come hai…” Piton lo interruppe come era solito fare anche ad Hogwarts con gli studenti indisponenti.

“Perché, caro Remus, io sono morto. La mente di un morto è totalmente diversa da quella di un vivo. Molti incantesimi che colpiscono la mente non funzionano”

Il silenzio cadde sui presenti. Nessuno diceva nulla. Una miriade di emozioni passarono attraverso quelle facce. Paura, angoscia, speranza, ansia, terrore, stupore, incredulità, ammirazione, sfrontatezza,…troppo per elencarle tutte.

“Ed ora…che facciamo?” chiese Hermione rompendo il silenzio.

*****

Una abile massacro. L’ombra finì di spostare l’ultimo cadavere nel corridoio sotterraneo. Un peccato aver perso la spia. Era abile, ma non troppo.  Oggi ne aveva fatti fuori ben trenta, tenendo conto dei dieci esplosi nella stanza poco prima. Un bottino soddisfacente, e poi ora era stanco. Molto stanco. Salì le scale e raggiunse il piano terra. Salì ancora imboccando la scala alla sua destra. Non sapeva bene dove andare, ma sperava di trovare un alloggio per la notte. Un letto o qualcosa di simile. Camminò a lungo e la sua attenzione fu attratta da un quadro. Rappresentava una signora grassoccia, dormiva con la testa chinata sul petto. Il dipinto era leggermente staccato dal muro. L’ombra lo spinse piano. Una porta. Aprì il passaggio e percorse il corridoio. Una grande stanza con camino e tutto. Doveva essere uno dei dormitori. Decise di cercare un letto, dopotutto era il luogo migliore per trovarne. Due scale salivano verso quelli che probabilmente erano le stanze degli studenti. La scala a sinistra era distrutta. Andò a destra e entrò nella prima porta che incontrò. Ben cinque letti. Non poteva chiedere di meglio. Si butto su quello più vicino, sollevò le gambe sopra il materasso e prese a dormire. O almeno ci provò. Non riusciva. Ancora si tormentava per la distrazione di poche ore prima. il cappuccio gli era sceso di testa, non sapeva se qualcuno lo aveva visto in faccia. Sperava di no. La odiava. Odiava la sua faccia, per questo la nascondeva. La odiava a tal punto di non mostrarla a nessuno, neanche a se stesso. Si alzò dal letto rimuginando sul da farsi. Tanto non riusciva a dormire. Cominciò a guardarsi attorno. Un sacco di bauli. Degli studenti, probabilmente. Cominciò a aprirli per esplorarne il contenuto. Tutta robaccia. Poi, il quarto, lo trovò vuoto. Impossibile. Un baule di scuola vuoto? Allungò la mano e sentì qualcosa di solido. Afferrò e strappò con forza. Nel baule comparve la normale attrezzatura di uno studente. Libri, bilancia, calderone, ingredienti vari… e nella sua mano un mantello. Fu chiaro subito che cosa fosse. Un mantello dell’invisibilità. Un tesoro così prezioso in mano ad un ragazzino di Hogwarts. Ridicolo. Lo indossò per provarlo. Cadeva alla perfezione. Con quell’aggeggio avrebbe semplificato di molto il suo “lavoro”. Si sarebbe divertita molto di più. E non avrebbe avuto più bisogno di una spia. Ci avrebbe pensato l’ombra stessa a spiare i suoi nemici.

Capitolo 15! Ormai sono a tre quarti abbondanti della Fic! Almeno secondo le previsioni. Allora? Come va? Eh? Piace? Ditemelo!!!! Recensite ragazzi che senno non so più come fare!!! Ed ora…………Ringraziamenti!!!!: Giuggy, non snellisco (sotto minaccia felina men che meno…sei cattiva…J); Angi, non conosco il fumetto Arms, il personaggio è ispirato al personaggio (ripetizione) che interpreta un mio amico in un RPG, anche se gli occhiali e gli occhi bianchi li ho messi io…J; Ci, ringrazio questa nuova Recensionist, ma sappi che anch’io amo gli scontri Draco/Harry, e la mia prossima Fic sarà basata sul mago più figo di tutto l’antico regno (e non è Silvan…)J; Ice, grazie per il messaggio, ma non ti preoccupare, non è che mi ammazzo! Sei in gita scolastica (non conosco la tua età, potresti essere anche un pensionato in effetti….eheheh scherzo J; Keijei, zenchiu! Era proprio quello che volevo fare!! Azione, Romantico, Triste…. Proprio quello che volevo riuscire a trasmettere!!! Woooooohooooo!!!J; Kiak, caspita se continui con questi commenti mi metti in imbarazzo! (BLUSH) ho cambiato il capitolo 2 3 volte perché non mi convinceva (la storia sarebbe stata diversa). Vuoi una femmina? Chissà, ma ti pongo una domanda: se le radiazioni atomiche modificano il feto, cosa fa un’Avada Kedavra in fronte???? (sono bastardo eh?) baci baci J; Eli e Kia, vabbè, ormai per me siete come il caffè di mattina: senza non vado avanti! (che paragone del cavolo NdHarry) (Hai ragione, vai da Dante Alighieri e chiedigli un buon paragone NdMe) (D’accordo dov’è? NdHarry) (All’inferno, piccolo mago bastardo!!!!! NdMe) (Ahhhhhrrggghhh! NdHarry) avete dipendenza da Fic? Comincerò a spacciarle nelle disco…J. Appunto per Eli, io vado in macchina la bici si è rotta! PS Strekonuccio? (BLUSH); Mikan, ti comunico che sei in testa alla classifica con altri MILLE punti per aver beccato Piton!!! (ma sono così banale? Vabbè …) ora dentro la multipla sfasciabile c’è anche l’arbitro Moreno legato e imbavagliato! Contenta?J; Monica80, sorbole, una cara consanguinea! Sono di Granarolo (si quella del latte NdMe…) in provincia. Non ti preoccupare per il commento, l’importante è lasciare qualcosa. Curiosa eh? Vedrai che la storia allora ti piacerà…J; Anjulie, new recensionist! Grazie per il commento. E’ bello veder nuova gente fra le recensioni!J.

Ragazol, sem a post. Az vedem al prosim vulta can al nuv capitol. (Traduzione: Ragazzi, siamo a posto. Ci vediamo la prossima colta con il nuovo capitolo)

See you again!!!!!

   
 
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