Camminare.
Ormai camminavamo da due? Tre ore? Beh, troppo comunque
per le mie povere gambe.
Anche Kev sembrava della mia stessa idea, lo capivo
dal modo in cui trascinava a terra i piedi, Khym era pensieroso, come accadeva
ormai molto spesso dall’inizio di quel viaggio, Dyar, Brywyn, Red e Wil
sembravano a loro agio, chiacchierando tranquillamente tra loro, mentre il
Dottore e la giovane sirena Aira camminavano vicini silenziosamente.
Di
Joanne neanche l’ombra. Sinceramente non mi preoccupavo troppo per lei, dopo il
modo in cui mi aveva abbandonato nella foresta delle illusioni era piuttosto
offeso e arrabbiato…
Ma in quel momento la persona che più mi dava da pensare era
Danny, che si guardava intorno come un animale in trappola… sembrava temer che
qualcuno o qualcosa ci attaccasse da un momento all’altro.
Ehtel
era vicina al Capitano e lo guardava in modo strano. Sembrava un misto tra le
occhiatacce della rossa e gli sguardi maliziosi che di tanto intanto la Dama
lanciava a qualcuno.
E,
a dirla tutta, quello sguardo non mi piaceva affatto.
Ero
così impegnato nelle mie congetture e pensieri, che non mi accorsi
del giovane nobile che mi si avvicinò, con il suo sguardo pensieroso.
-
Se tu sapessi una cosa che sai che qualcuno non
vorrebbe che tu sapessi, eppure allo stesso tempo sai che qualcun altro
pagherebbe oro per saperlo, cosa faresti? – mi chiese, con uno sguardo
speranzoso.
-
Eh? – riuscì solamente a commentare, guardandolo, senza capire.
-
Non scherzare, Jyk, sono serio! –
-
Khym, la frase non ha senso… che cosa sai che non dovresti sapere? – gli domandai,
aggrottando la fronte
-
Beh… ho promesso di non dire nulla. –
-
Quindi qualcosa sai…? –
-
Certo, altrimenti il problema non esisterebbe –
-
Questa discussione non ha alcun senso, te ne rendi
conto?-
Sospirò.
Ovviamente avevo ragione e anche lui lo capì.
-
Io… - cominciò, ma proprio in quel momento comparì, dopo una svolta, seduta su
un sasso, una ragazza dai capelli rossi e vestita di nero.
-
Finalmente, Jo, credevamo che fossi morta… - la punzecchiò il Capitano.
Si
strinse nelle spalle, senza rispondere. Poi si rivolse a me, con uno sguardo triste
e severo allo stesso tempo, che mi fece rabbrividire – Scusa se ti ho abbandonato – E basta. Non un’altra parola, non una
giustificazione… niente di niente.
Io
non ribattei, limitandomi a lanciare uno sguardo torvo. Ci incamminammo
nuovamente e io mi voltai verso il mio compagno, perché continuasse la sua
storia.
-
E…? – dissi io, scrutandolo curioso.
-
Niente, niente – liquidò la questione, allontanandosi e lanciando occhiate alla
sorella.
Che cosa aveva saputo su quell’isola, mentre noi rischiavamo
la vita?
Llyannon
camminava per la stradina del Vicolo, masticando maledizioni
contro tutto il mondo, soprattutto i suoi compagni. Jiam e Drem che parlavano
di armi… o meglio Colui che Capì parlava, mentre lo
Sbagliato gli lanciava occhiate assassine, come se stesse cercando di
fulminarlo con uno sguardo, nel tentativo di farlo smettere.
Eten
invece,fischiettava, guardandosi intorno come un re.
Tre
giorni, erano passati tre giorni dalla convocazioni,
eppure non erano ancora riusciti a scoprire dove si fosse diretta la Senza
Nome, famosa nave del Capitano Dyar.
Avevano
girato i Quattro Quartieri della Capitale… ma niente.
Improvvisamente
Jiam perse l’equilibrio, cadendo steso a terra davanti ad un negozio di… beh,
di quelle che sembravano armi.
- E per fortuna che eri fortunato… - lo prese in giro
Drem, divertito dall’umiliazione subita dal compagno troppo chiacchierone.
Quello,
invece, sorrise smagliante, indicando qualcosa appeso
al muro.
“Registro
Navi Mercantili”. Non era un negozio di armi, ma un registro di navi che partivano… anche se
nessuno dei quattro sapesse che cosa fosse un registro.
-
Sei talmente fortunato da essere quasi disgustoso! – esclamò Llyannon,
incredula.
-
Ho trovato una moneta d’oro! – sorrise Colui che Capì,
in un sorriso smagliante.
-
Rettifico, è disgustoso! – ringhiò l’unica ragazza del
gruppo, spalancando la porta, con ira.
-
La Nave!! – esclamò Dyar, con un sorriso smagliante – E ci sono anche le
scialuppe sulla spiaggia… muoviamoci avanti!-
Nessuno
disse nulla. Eravamo stanchi… beh, provate voi a rischiare la vita in un’isola
sconosciuta!
Salimmo,
dirigendoci, finalmente, verso la Senza Nome, senza sapere che i nostri guai
erano appena cominciati.
Spektryum
guardò le scialuppe allontanarsi, con un sorriso soddisfatto sul volto cinereo.
- Eh… com’è semplice ingannare gli Umani! – rise,
avviandosi per il dedalo dei corridoi del suo palazzo, nella Città degli
Spettri.
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chiedo
scusa per l’orrido ritardo… l’ispirazione era in vacanza!!
Baci
Jo