Questo
capitolo è tutto dedicato a ROWENA per il suo compleanno.
AUGURI
POLLA!
Oh, adesso basta!
Sirius
Black era stufo, e molto anche. Erano due ore che lui, Ninafdora
e Remus stavano seduti in soggiorno: loro due sul
divano e lui compostamente svaccato sulla poltrona; nessuno parlava e la cosa
lo stava mandando su tutte le furie.
Remus
teneva ostinatamente la testa china su di un libro, che però non stava
leggendo, dato che lo teneva al rovescio, mentre sua cugina non faceva altro
che rigirarsi la papera di gomma tra le mani; ogni tentativo di iniziare una
conversazione, per Sirius si rivelò un clamoroso buco
nell’acqua, i due rispondevano a monosillabi per poi tornare a concentrarsi su
quello che non stavano facendo o che fingevano di fare.
Un
diversivo, come l’arrivo in casa di Arthur Weasley, fu preso da Sirius come
l’arrivo di una spogliarellista; lo accolse calorosamnte,
lo fece sedere e iniziò ad intavolare con lui una discussione sul suo lavoro,
(Con una spogliarellista avrebbe fatto altro…) e Arthur fu ben felice di
raccontargli l’avventura avuta nel pomeriggio con alcune trombette di carta, di
quelle che si allungano e suonano quando vi si soffia dentro: queste, però,
anziché suonare ripetevano insulti e della peggior specie.
Ad
un tratto l’attenzione di Arthur fu catturata dall’oggetto che Tonks continuava
a rigirarsi tra le mani.
“UNA
PAPERA DI GOMMA!” Esclamò tutto eccitato, come se avesse visto Merlino
resuscitare. In quel momento la giovane Auror sembrò risvegliarsi di colpo.
“Posso…
ti spiace?”
Subito
Tonks non capì cosa l’uomo volesse, ma quando vide le
sue mani protendersi verso l’oggetto che teneva in mano si lasciò sfuggire una
risatina prima di porgergli la papera.
“Strabiliante!”
Il mago sembrava un bambino al quale era stato appena regalato un giocattolo
nuovo; la studiava, la passava da una mano all’altra e arrivò persino a
metterla controluce. Continuava ad avvicinarla e ad allontanarla, cosa che
distrasse anche Remus dal suo… Libro.
“Qualcuno
mi sa dire a cosa serve, di preciso?”
Prima
che qualcuno potesse parlare Sirius colse la palla al balzo: “Io! Però se non
ti spiace te lo spiego mentre do da mangiare a Fierobecco,
ormai è ora e non tollera ritardi.”
Gli
occhi di Arthur si illuminarono; annuì emozionato precedendo poi Sirius al
piano di sopra. L’Animago prese un secchio con dentro
degli avanzi dalla cucina e prima di raggiungere l’uomo da Fierobecco
andò davanti ai suoi due amici.
“Mi
raccomando”, li ammonì, “Mentre sono con Arthur, voi due non parlate, non
guardatevi, e non interagite in nessuna maniera l’uno con l’altro. Potrebbe
venirvi l’orticaria o un cocktail strano di malattie improponibili.” Infine,
leggermente stizzito, sparì ai piani alti.
Remus
e Tonks si guardarono e come furono sicuri che l’amico fosse abbastanza
lontano, scoppiarono a ridere. Loro sapevano il perché di quella ramanzina…
A
Remus piaceva Tonks, e lei lo sapeva.
A
Tonks piaceva Remus, e lui lo sapeva.
E il fatto che, secondo Sirius
non volessero ammetterlo l’un l’altro era una cosa ridicola; in più era un
periodo che se si incontravano a Grimmauld Place, non si rivolgevano nemmeno la parola.
“Allora,
dimmi Sirius, a cosa serve questa meraviglia all’apparenza innocua?”
L’uomo
sorrise sornione, versò il secchio con gli avanzi a Fierobecco
poi condusse Arthur nel suo studio e lo fece accomodare.
“Vedi
Arthur, quest’oggettino, a prima vista banale e inutile, se vogliamo, per i Babbani ha un valore immenso. Inutile dire che solo pochi
possono permetterselo; solitamente viene regalato ai bimbi molto piccoli e li
accompagna lungo tutto il loro cammino. Questa, ad esempio, è per una ragazza:
noti i cuoricini rosa? Bene, per i maschietti sopra ci sono caramelle azzurre.”
Arthur
prese in mano la paperella e la osservò ancora più estasiato.
“Allora,
la leggenda che servissero da intingere nell’acqua, è falsa.”
“Oh
no! Assolutamente.” Disse Sirius,
cercando disperatamente di rimanere serio. “ Vedi, grazie ad una
particolare proprietà, riescono a galleggiare sull’acqua, e tu, lo sai meglio
di me, suppongo, non c’è posto miglio per la privacy che il bagno.”
“Vero”,
ammise Arthur.
“E
non c’è nulla di più rilassante di una bagno.”
Arthur
annuì nuovamente.
“Quindi,
unisci le due cose e il gioco è fatto.”
L’espressione
di ammirazione del signor Weasley non era nemmeno lontanamente immaginabile.
“Sai”,
continuò Sirius, “Credo che per vie traverse potrò procurartene una, se la
desideri.”
“Davvero?”
“Certamente.
Appena avrò notizie, ti farò sapere. E non dirò nulla a Molly, tranquillo.”
Aggiunse infine.
Rimasto
solo nel suo studio Sirius si sedette sulla sua poltrona accanto al camino, ora
spento, e prese in mano la paperella di gomma.
“Cosa
avrai mai fatto te di male, per
finire nelle prima nelle mani di uno e poi dell’altra? Chi può dirlo…”
Seguì
qualche minuto di silenzio durante il quale l’uomo fu indeciso se proseguire o meno quella strana conversazione.
“Tu,
giovane amica, sicuramente lo sai meglio di me. Avrai sicuramente la testa
piena di scemenze, più o meno come me. Lui ti avrà detto che sono un pazzo a
pensare che loro due possano mettersi insieme, che la loro differenza di età è
abissale, che lei è così giovane ha tutta una vita davanti e lui non ha niente
da offrirle. Per non parlare del fatto che è un mostro… solo perché si
trasforma una volta al mese, ecchessaramai!”
Con la bacchetta fece annuire la papera di
gomma e questa ci mancò poco che si lanciasse giù dalla sedia, ormai aveva
sentito queste cose talmente tante volte che non ne poteva più… ma non solo.
“E
lei…” proseguì Sirius imperterrito, “Cosa fa? Quella timida! E credimi, è tutto tranne che quello. Ma tanto
non gli piaccio, è un collega, al massimo mi vede come un’amica, e panzane
simili. E chi ci va di mezzo? IO! Anzi… NOI!”
La
paperella rimase impassibile, anche perché altro non poteva fare.
“Vedrò
di renderti l’esistenza più lieta, almeno cambiandoti nome… Lizzy…
ma come si fa? Bezzy, Ciccy,
no! Niente nomi del genere. A te serve qualcosa di meglio… di più altisonante,
nobile…
Ci
sono! Siria… ti chiamerai Siria!
Non
c’è nome più nobile del mio.
Mostra
almeno un po’ di gratitudine, non fare quella faccia da anatra all’arancia;
fingiti felice.”
Sirius
sbuffò.
“Mi
è venuta un’idea… e se li richiudessi nello sgabuzzino porta scope che c’è di
sotto? Molly lo ha riempito di robe di ogni tipo, dovrebbe esserci giusto lo
spazio per uno… PERFETTO!”
Senza
farsi notare la paperella scosse la testa, disperata.
“Il
piano è questo: tu li attiri in corridoio con una qualsiasi scusa, poi io li
spingo dentro… facile, no?”
Sirius balzò in piedi con la papera in mano.
“Andiamo!”
Una
volta tornato al piano di sotto iniziò a mettere in opera il suo piano
diabolico, ma dovette desistere subito: Molly stava cercando delle cose
nell’unica stanza che gli serviva e quindi, sconsolato, andò in cucina dove vi
trovò seduto Arthur.
“Qualcosa
ti turba, Sirius?”
“Qualcuno…”
Nel dirlo indicò il soggiorno.
“Eddai, lasciali un po’ in pace. In fondo è il tuo migliore
amico e non stanno facendo niente di male…”
“Lo
facessero qualcosa di male! Mi renderebbero felice! E invece no… due polli
sono. Cocciuti e insicuri: nemmeno per fare il brodo andrebbero bene. Si
piacciono, per Merlino!”
Arthur
rise, “Vieni con me…”
Nell’alzarsi
Sirius portò con se la pape… Siria, e la posò su un
mobile nel corridoio, in posizione-piano.
“Sbircia.”
Gli sussurrò Arthur all’orecchio e Sirius obbedì.
Il
suo migliore amico e sua cugina stavano tranquillamente limonando sul divano,
felici e contenti, come nelle migliori favole.
“Ma…
ma…” Non riuscì a parlare. Ma come avevano potuto non dirgli una cosa del
genere!
“Sono
comunque due polli! Potevano dirmelo, almeno… sono o no il migliore amico di uno
e il cugino dell’altra?”
“Lo
volevano fare, in verità… ma a non dirtelo si divertivano troppo.”
“Ah… Bene, questo significa VENDETTA! Tremenda vendetta! Farmi
passare per pollo, a me!” Borbottando, stizzito, Sirius
ritornò in cucina.
“Quindi
il pollo qui, è uno solo… ” Constatò Arthur, senza riuscire
a smettere di ridere, seguendo Sirius in cucina.
Hey, e non dimentichiamoci della papera…
Spazio autore:
Grazie
a tutti coloro che hanno seguito questa breve storia.
Laura&tonks93: scusateci per il ritardo,
speriamo che il finale sia di vostro gradimento XD
Nonna:
Grazie epr la tua recensione, fa sempre piacere.
Cucciola: Quella ne sa veramente una
più del diavolo e alla Rowling non chiedo nulla, mi rifiuto.
Rain: Tu hai una papera che ti fissa con aria di sfida? *Brivido lungo la schiena.*
Pioggia: La
papera, aiuta, l'ho testata personalmente. XD E sì, anche avere un cugino così non sarebbe male.
molto. XD
Rue: Come ci è venuto in mente? Semplice, una banalissima citazione: “Con un'anatra di gomma
non si è mai soli.” (Douglas Adams)