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Autore: Le Parche di Costantino    07/04/2008    6 recensioni
Contrariamente da quanto potrebbe sembrare dal titolo, a Hogwarts non è spuntata una polleria al dettaglio. Niente pennuti, dunque, sono personcine, tenere tenere, con qualche piccolo problema coi sentimenti, con l'alcool, con la solitudine o con tutte e tre le cose messe insieme. Riuscirà una dolce papera da stagno a risolvere i problemi dei nostri eroi preferiti?
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è tutto dedicato a ROWENA per il suo compleanno.

AUGURI POLLA!

 

 

Oh, adesso basta!

Sirius Black era stufo, e molto anche. Erano due ore che lui, Ninafdora e Remus stavano seduti in soggiorno: loro due sul divano e lui compostamente svaccato sulla poltrona; nessuno parlava e la cosa lo stava mandando su tutte le furie.

Remus teneva ostinatamente la testa china su di un libro, che però non stava leggendo, dato che lo teneva al rovescio, mentre sua cugina non faceva altro che rigirarsi la papera di gomma tra le mani; ogni tentativo di iniziare una conversazione, per Sirius si rivelò un clamoroso buco nell’acqua, i due rispondevano a monosillabi per poi tornare a concentrarsi su quello che non stavano facendo o che fingevano di fare.

Un diversivo, come l’arrivo in casa di Arthur Weasley, fu preso da Sirius come l’arrivo di una spogliarellista; lo accolse calorosamnte, lo fece sedere e iniziò ad intavolare con lui una discussione sul suo lavoro, (Con una spogliarellista avrebbe fatto altro…) e Arthur fu ben felice di raccontargli l’avventura avuta nel pomeriggio con alcune trombette di carta, di quelle che si allungano e suonano quando vi si soffia dentro: queste, però, anziché suonare ripetevano insulti e della peggior specie.

Ad un tratto l’attenzione di Arthur fu catturata dall’oggetto che Tonks continuava a rigirarsi tra le mani.

“UNA PAPERA DI GOMMA!” Esclamò tutto eccitato, come se avesse visto Merlino resuscitare. In quel momento la giovane Auror sembrò risvegliarsi di colpo.

“Posso… ti spiace?”

Subito Tonks non capì cosa l’uomo volesse, ma quando vide le sue mani protendersi verso l’oggetto che teneva in mano si lasciò sfuggire una risatina prima di porgergli la papera.

“Strabiliante!” Il mago sembrava un bambino al quale era stato appena regalato un giocattolo nuovo; la studiava, la passava da una mano all’altra e arrivò persino a metterla controluce. Continuava ad avvicinarla e ad allontanarla, cosa che distrasse anche Remus dal suo… Libro.

“Qualcuno mi sa dire a cosa serve, di preciso?”

Prima che qualcuno potesse parlare Sirius colse la palla al balzo: “Io! Però se non ti spiace te lo spiego mentre do da mangiare a Fierobecco, ormai è ora e non tollera ritardi.”

Gli occhi di Arthur si illuminarono; annuì emozionato precedendo poi Sirius al piano di sopra. L’Animago prese un secchio con dentro degli avanzi dalla cucina e prima di raggiungere l’uomo da Fierobecco andò davanti ai suoi due amici.

“Mi raccomando”, li ammonì, “Mentre sono con Arthur, voi due non parlate, non guardatevi, e non interagite in nessuna maniera l’uno con l’altro. Potrebbe venirvi l’orticaria o un cocktail strano di malattie improponibili.” Infine, leggermente stizzito, sparì ai piani alti.

Remus e Tonks si guardarono e come furono sicuri che l’amico fosse abbastanza lontano, scoppiarono a ridere. Loro sapevano il perché di quella ramanzina…

A Remus piaceva Tonks, e lei lo sapeva.

A Tonks piaceva Remus, e lui lo sapeva.

 E il fatto che, secondo Sirius non volessero ammetterlo l’un l’altro era una cosa ridicola; in più era un periodo che se si incontravano a Grimmauld Place, non si rivolgevano nemmeno la parola.

 

“Allora, dimmi Sirius, a cosa serve questa meraviglia all’apparenza innocua?”

L’uomo sorrise sornione, versò il secchio con gli avanzi a Fierobecco poi condusse Arthur nel suo studio e lo fece accomodare.

“Vedi Arthur, quest’oggettino, a prima vista banale e inutile, se vogliamo, per i Babbani ha un valore immenso. Inutile dire che solo pochi possono permetterselo; solitamente viene regalato ai bimbi molto piccoli e li accompagna lungo tutto il loro cammino. Questa, ad esempio, è per una ragazza: noti i cuoricini rosa? Bene, per i maschietti sopra ci sono caramelle azzurre.”

Arthur prese in mano la paperella e la osservò ancora più estasiato.

“Allora, la leggenda che servissero da intingere nell’acqua, è falsa.”

“Oh no! Assolutamente.” Disse Sirius, cercando disperatamente di rimanere serio. “ Vedi, grazie ad una particolare proprietà, riescono a galleggiare sull’acqua, e tu, lo sai meglio di me, suppongo, non c’è posto miglio per la privacy che il bagno.”

“Vero”, ammise Arthur.

“E non c’è nulla di più rilassante di una bagno.”

Arthur annuì nuovamente.

“Quindi, unisci le due cose e il gioco è fatto.”

L’espressione di ammirazione del signor Weasley non era nemmeno lontanamente immaginabile.

“Sai”, continuò Sirius, “Credo che per vie traverse potrò procurartene una, se la desideri.”

“Davvero?”

“Certamente. Appena avrò notizie, ti farò sapere. E non dirò nulla a Molly, tranquillo.” Aggiunse infine.

 

Rimasto solo nel suo studio Sirius si sedette sulla sua poltrona accanto al camino, ora spento, e prese in mano la paperella di gomma.

“Cosa avrai mai fatto te di male, per finire nelle prima nelle mani di uno e poi dell’altra? Chi può dirlo…”

Seguì qualche minuto di silenzio durante il quale l’uomo fu indeciso se proseguire o meno quella strana conversazione.

“Tu, giovane amica, sicuramente lo sai meglio di me. Avrai sicuramente la testa piena di scemenze, più o meno come me. Lui ti avrà detto che sono un pazzo a pensare che loro due possano mettersi insieme, che la loro differenza di età è abissale, che lei è così giovane ha tutta una vita davanti e lui non ha niente da offrirle. Per non parlare del fatto che è un mostro… solo perché si trasforma una volta al mese, ecchessaramai!”

 Con la bacchetta fece annuire la papera di gomma e questa ci mancò poco che si lanciasse giù dalla sedia, ormai aveva sentito queste cose talmente tante volte che non ne poteva più… ma non solo.

“E lei…” proseguì Sirius imperterrito, “Cosa fa? Quella timida! E credimi, è tutto tranne che quello. Ma tanto non gli piaccio, è un collega, al massimo mi vede come un’amica, e panzane simili. E chi ci va di mezzo? IO! Anzi… NOI!”

La paperella rimase impassibile, anche perché altro non poteva fare.

“Vedrò di renderti l’esistenza più lieta, almeno cambiandoti nome… Lizzy… ma come si fa? Bezzy, Ciccy, no! Niente nomi del genere. A te serve qualcosa di meglio… di più altisonante, nobile…

Ci sono! Siria… ti chiamerai Siria!

Non c’è nome più nobile del mio.

Mostra almeno un po’ di gratitudine, non fare quella faccia da anatra all’arancia; fingiti felice.”

Sirius sbuffò.

“Mi è venuta un’idea… e se li richiudessi nello sgabuzzino porta scope che c’è di sotto? Molly lo ha riempito di robe di ogni tipo, dovrebbe esserci giusto lo spazio per uno… PERFETTO!”

Senza farsi notare la paperella scosse la testa, disperata.

“Il piano è questo: tu li attiri in corridoio con una qualsiasi scusa, poi io li spingo dentro… facile, no?”

 Sirius balzò in piedi con la papera in mano.

“Andiamo!”

Una volta tornato al piano di sotto iniziò a mettere in opera il suo piano diabolico, ma dovette desistere subito: Molly stava cercando delle cose nell’unica stanza che gli serviva e quindi, sconsolato, andò in cucina dove vi trovò seduto Arthur.

“Qualcosa ti turba, Sirius?”

“Qualcuno…” Nel dirlo indicò il soggiorno.

Eddai, lasciali un po’ in pace. In fondo è il tuo migliore amico e non stanno facendo niente di male…”

“Lo facessero qualcosa di male! Mi renderebbero felice! E invece no… due polli sono. Cocciuti e insicuri: nemmeno per fare il brodo andrebbero bene. Si piacciono, per Merlino!”

Arthur rise, “Vieni con me…”

Nell’alzarsi Sirius portò con se la pape… Siria, e la posò su un mobile nel corridoio, in posizione-piano.

“Sbircia.” Gli sussurrò Arthur all’orecchio e Sirius obbedì.

Il suo migliore amico e sua cugina stavano tranquillamente limonando sul divano, felici e contenti, come nelle migliori favole.

“Ma… ma…” Non riuscì a parlare. Ma come avevano potuto non dirgli una cosa del genere!

“Sono comunque due polli! Potevano dirmelo, almeno… sono o no il migliore amico di uno e il cugino dell’altra?”

“Lo volevano fare, in verità… ma a non dirtelo si divertivano troppo.”

Ah… Bene, questo significa VENDETTA! Tremenda vendetta! Farmi passare per pollo, a me!” Borbottando, stizzito, Sirius ritornò in cucina.

“Quindi il pollo qui, è uno solo… ” Constatò Arthur, senza riuscire a smettere di ridere, seguendo Sirius in cucina.

 

Hey, e non dimentichiamoci della papera…

 

 

Spazio autore:

Grazie a tutti coloro che hanno seguito questa breve storia.

 

Laura&tonks93: scusateci per il ritardo, speriamo che il finale sia di vostro gradimento XD

Nonna: Grazie epr la tua recensione, fa sempre piacere.

Cucciola: Quella ne sa veramente una più del diavolo e alla Rowling non chiedo nulla, mi rifiuto.

Rain: Tu hai una papera che ti fissa con aria di sfida? *Brivido lungo la schiena.*

Pioggia: La papera, aiuta, l'ho testata personalmente. XD E sì, anche avere un cugino così non sarebbe male.
                molto. XD

Rue: Come ci è venuto in mente? Semplice, una banalissima citazione: “Con un'anatra di gomma 
         non si è mai soli.” (Douglas Adams)
 
 

 

 

  
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