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Autore: Killigrew    14/10/2013    4 recensioni
Kate e Josh Cooper, novelli sposi appena trasferitisi in un lussuoso quartiere della Grande Mela, sono in realtà Rachel Moore e Liam Davis, due agenti del FBI sotto copertura, nonché ex-fidanzati dai tempi del liceo con molte cose da chiarire.
Riusciranno a trovare la chiave di volta per risolvere il caso che gli è stato affidato e soprattutto i loro problemi di cuore?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 16                                                                    Next to me
    

__RACHEL__

I giorni seguenti all’arresto di Jessica ed alla morte di Bobby furono vissuti in apprensione, non sapendo quale sarebbe stato il futuro di Timmy. Non me la sentivo di abbandonare quell’angelo, ma non sapevo neanche come fare per tenerlo con me. Era vero che Liam avrebbe potuto chiedere l’affidamento, ma sarebbe stato difficile, avrebbe avuto bisogno di un buon avvocato e ci sarebbe potuto voler tempo, tempo durante il quale Timmy magari non sarebbe stato con noi.

Quando qualcuno bussò alla porta mi risvegliai dai miei pensieri ed andai ad aprire convinta che fosse Liam, che era uscito per andare a parlare con il capo. Dovevamo ancora concludere il nostro incarico e sembrava che Jessica avesse qualche collegamento con il fratello di Marcus, anche se lei non aveva la minima intenzione di collaborare con le autorità.

“Ciao!” Urlò un’allegra Karen saltandomi al collo ed abbracciandomi. Non mi ero dimenticata dei Mendez, ma quei giorni erano stati frenetici e non avevo avuto modo di pensare dove fossero finiti. Non mi sembrava più abbronzata del solito e, nonostante volesse farmi credere diversamente, non era poi così felice, i suoi occhi erano spenti.

“Karen! Ma si può sapere dove sei stata? Qui sono successe un sacco di cose e non ti trovavamo da nessuna parte”

“Lunga storia, siamo appena tornati e Abram ci ha detto che ci avevate cercati più volte, così eccomi qui! Ti sono mancata?”

“Karen, dobbiamo parlare. Possibile che tu non abbia saputo niente? Non hai sentito i tuoi genitori?” Domandai sorpresa, sembrava non sapere nulla di ciò che era successo. Come fai non sapere che tua sorella è stata arrestata?

“Kate, dovresti saperlo che io non sento MAI i miei genitori, ma cosa centrano loro? Sono venuti a cercami?” Sembrava quasi speranzosa, sapevo quanto ci tenesse a recuperare il rapporto con loro ed un po’ mi dispiaceva rovinarle quel momento d’attesa.

“No, si tratta di Jessica...” Fui interrotta da un pianto proveniente dal piano di sopra e Karen mi guardò interrogativa, confusa sia dalla mia risposta che dal piano del bambino. Le feci un cenno e lei mi seguì, quando arrivammo al piano superiore notò immediatamente la culla e si affrettò per vedere chi ci fosse al suo interno. Inutile dire che la sorpresa e la confusione fu tutto ciò che riuscii a leggere sul suo volto.

“Perché Timmy è qui?”

“Jessica è stata arrestata per rapina a mano armata ed aggressione” Spiegai abbassando lo sguardo su Timmy, che reclamava di essere preso in braccio e così feci. Karen ci guardò per un attimo, poi scosse la testa incredula.

“Mia sorella Jessica?” Si portò una mano alla bocca, poi si avvicinò ad accarezzare la testa di Timmy, che le sorrise riconoscendola. Provai una piccola fitta di gelosia e panico al pensiero che anche lei avrebbe potuto accampare gli stessi diritti di Liam per quel bambino.

“E’ venuta qui circa una settimana fa, ha lasciato Timmy ed ha trascinato Josh con se’ in una gioielleria, una volta là c’è stata la rapina e lei se n’è andata con uno dei rapinatori, che a quanto pare è il padre di Timmy...”

“Aveva sempre detto di non sapere chi fosse il padre!” Esclamò Karen sedendosi un letto, io mi avvicinai e feci lo stesso.

“Io non so. Karen, è tutto un gran casino!”

In quel momento sentii la porta al piano di sotto richiudersi e la voce di Liam risuonare per la casa.

“Kate! Vieni che abbiamo ospiti” Sperai vivamente che non fosse nessuno dei nostri colleghi, ma poi mi resi conto del nome con cui mi aveva chiamata e mi tranquillizzai un po’. Scendemmo entrambe di sotto, dove trovammo Liam e Marcus intenti a parlare. Marcus mi guardò interrogativo ed a bocca aperta quando vide il bambino che ancora tenevo in braccio e che non appena vide Liam si sporse verso di lui ridendo.

“Ma...Timmy? Che…” Balbettò Marcus facendo scattare il suo sguardo da me a Liam, per poi guardare la moglie, che gli rispose con una semplice alzata di spalle. Dedussi che Liam non doveva avergli detto nulla.

“Forse è meglio se ci sediamo” Disse Liam facendo strada verso il soggiorno, prendendo gentilmente Timmy dalle mie braccia, lanciandomi un sorriso sicuro.

“Quindi?” Chiese nervoso Marcus, passeggiando avanti ed indietro davanti a noi.

“Hanno arrestato quella stupida di mia sorella” Spiegò Karen sospirando “A quanto pare ha fatto una rapina con il padre di Timmy”

“Ma...” Karen interruppe il marito intuendo immediatamente cosa stesse per dire.

“Lo so, a quanto pare ci ha mentito, sapeva benissimo chi era il padre” Disse lei, sorridendo a Timmy che si era messo a giocare con il suo ciuccio.

“E’ mio fratello” Disse Liam abbassando lo sguardo mentre i suoi occhi si perdevano per un attimo nel vuoto “...Era” Si corresse.

“Come?” Urlarono contemporaneamente Marcus e Karen facendo sbarrare gli occhi al bambino che li guardò aprendo leggermente la bocca.

La situazione si faceva sempre più spinosa. Avremmo dovuto spiegare tutto a Karen e Marcus,
ma come potevamo farlo omettendo che Liam era un agente, che io ero un agente? Sarebbestato tutto più strano di quanto già non fosse. Nella mia mente c’era una confusione assurda e non trovavo un modo ideale per affrontare quella situazione.

Sentii nuovamente Liam sospirare ed incrociando il mio sguardo mi fece un segno d’assenso, che mi fu difficile interpretare. Di solito bastava un solo gesto, mi bastava guardare i suoi occhi per capire quali fossero le sue intenzioni e cosa stesse pensando, ma quella volta ero certa di aver interpretato male, perché mi sembrò proprio che stesse per vuotare il sacco ed io rimasi a bocca aperta, non pronta a ciò che stava per succedere.

 
__LIAM__

Vidi Rachel sbiancare leggermente e capii esattamente che aveva intuito ciò che stavo per fare. Ero andato a parlare con il capo quella mattina e lui mi aveva detto che i piani, dopo le rivelazioni di Jessica, erano cambiati. Ora toccava uscire allo scoperto e sperare che Marcus avesse abbastanza rancore verso il fratello da mettersi dalla nostra parte od almeno farlo per amor proprio e di Karen in modo da poter ricevere una riduzione di pena da parte del giudice quando ci sarebbe stato un probabile processo.

“Marcus, Karen...Penso che non vi piacerà quello che vi sto per dire e non so come reagirete, ma vi consiglio di pensare bene a ciò che direte o farete” A quelle parole vidi Marcus e Karen scambiarsi uno sguardo eloquente e pieno di timore per ciò che stavo per dire “Io non sono Josh Cooper e lei non si chiama Kate” Karen scattò in piedi e fece per andarsene, ma Rachel fulmineamente le bloccò la strada e la guardò quasi implorante.

“Ascoltaci Karen, è importante ed per il tuo bene” La sua non suonò come una minaccia, ma più che altro come una richiesta amichevole. Karen si morse un labbro e guardò Marcus, che invece era rimasto perfettamente immobile dov’era e mi fissava con sguardo indecifrabile. Mi ritrovai a sperare che non stesse meditando di prendermi a pugni.

“Liam Davis e Rachel Moore, agenti dell’FBI sotto copertura” Continuai mentre Marcus si passò preoccupato una mano sul volto e si buttò sulla poltrona. Non sembrava per nulla intenzionato a fuggire, per lo meno non al momento “Siamo stati mandati per controllarvi, sapevamo che gestivate un importante giro di droga e...”

“Non è più così” Mi interruppe Marcus “Non facciamo più quella vita da parecchio tempo”

“Lo so, lo sappiamo. Quindi abbiamo bisogno del vostro aiuto perché sembra proprio che tutte le nostre piste siano sbagliate”

“E noi cosa ci guadagniamo?” Domandò Karen avvinandosi alla poltrona dove era seduto Marcus, poggiandogli una mano sulla spalla, mentre Rachel le stava vicina, pronta a placcarla nel caso in cui avesse deciso di darsela a gambe.

“Il vostro passato non può essere cancellato, ma non abbiamo mai avuto prove sufficienti per incriminarvi, avete lavorato bene...” Marcus rise a quella mia frase ed io anche gli sorrisi. Per quanto fosse un criminale era stato inevitabile instaurare un rapporto d’amicizia con lui in quei mesi. “Quindi, a meno che non decidiate di confessare, non abbiamo niente contro di voi, altrimenti sareste già al fresco e noi non saremmo stati costretti a fare questa commedia” Vidi Karen rilassarsi a quelle parole e riprese posto sul divano. “Marcus, crediamo che dietro a tutto quanto ci sia tuo fratello e se è così ho bisogno del tuo aiuto per andare avanti, siamo ad un punto morto. So che è la tua famiglia e che...”

“Ci sto. Voglio vederlo dietro le sbarre, però mi garantisci che Karen sarà al sicuro da tutto” Rispose lui velocemente stupendomi. Mi aspettavo sarebbe stato più difficile convincerlo. Cosa aveva fatto per scatenare quell’odio puro che leggevo nei suoi occhi in quel momento. Mi voltai verso Karen e la vidi abbassare lo sguardo mordendosi un labbro, Rachel alzò semplicemente le spalle. Aveva lasciato tutto in mano a me, probabilmente non sapendo quale fosse di preciso il piano aveva preferito starne fuori.

“Io sinceramente non ci sto capendo più nulla!” Esclamò Karen, poi si rivolse a suo marito “Se sei sicuro di voler collaborare io sono con te, ma non trattarmi come una bambolina. Che vada bene o male lo affronteremo insieme” Sembravano una coppia davvero molto unita, chissà come sarebbe stata la loro vita se il loro passato non fosse stato ciò che in realtà era.

Karen mi risvegliò dai miei pensieri riprendendo a parlare con me e Rachel. “Siete agenti dell’FBI, eravate qui per arrestare noi ed adesso ci state chiedendo aiuto, poi c’è la storia di Jessica e Timmy. Per non parlare di tuo fratello!” Mi indicò restando a fissarmi in attesa di ulteriori spiegazioni. Mi rendevo conto che dal punto di vista loro era tutto un gran casino, lo era anche per noi. Certo non avevo immaginato che avremmo affrontato quella situazione con la calma innaturale che invece regnava in casa, mi aspettavo fughe ed inseguimenti per le strade di New York, invece ne parlavamo comodamente seduti in soggiorno, quasi come se stessimo commentando una partita degli Yankee.

“Non sapevo che Timmy fosse mio nipote fino a qualche sera fa e non vedevo mio fratello Bobby da 5 anni”

“Stiamo cercando di tenere Timmy con noi per evitare che finisca in qualche istituto” Continuò Rachel spostando su di lei l’attenzione di tutti “Jessica è stata arrestata, Bobby è morto ed i tuoi genitori non vogliono prendersi cura di lui”

“Lo immaginavo” Mormorò Karen “Sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa del genere, da quando Jessica aveva conosciuto Jarod, il fratello di Marcus, aveva iniziato a comportarsi in modo ancora più strano. Sapevo che prima o poi si sarebbe cacciata nei guai andando dietro a quello stronzo!”

“Cosa succederà a Timmy?”

“Se devo essere sincera mi sono affezionata terribilmente a questo bambino e non vorrei lasciarlo” Ammise Rachel mentre Karen annuiva comprensiva. “Ho proposto a Liam di richiedere l’affidamento, ma non siamo ancora certi”

“Penso che...possa essere una buona idea. Anche se mi rendo conto di non conoscervi presumo che siate delle brave persone ed io e Marcus non possiamo prenderci un impegno così grande in questo momento, anche se voglio un bene dell’anima a Timmy” Disse Karen sorridendo tristemente. Di slancio Rachel si avvicinò ad abbracciarla, quasi a volerla ringraziare di quelle parole. Non avevamo certo bisogno del suo consenso per richiedere l’adozione, ma sarebbe stata una lotta in meno, ammesso che Karen e Marcus fossero usciti puliti da quella storia. Ed in ogni caso non era ancora detta l’ultima parola.

“Che genere di rapina c’è stata?” Domandò Marcus sporgendosi in avanti e poggiando i gomiti sulle sue ginocchia.

“Gioielli” Risposi semplicemente “Se deciderete di collaborare vi spiegherò tutto meglio, altrimenti...”

“Altrimenti?” Chiese Karen guardando preoccupata Rachel.

“Altrimenti le nostre strade si divideranno e se scopriremo qualcosa anche su di voi sarete incriminati così come tutti gli altri coinvolti”

“Collaboriamo!” Esclamò Marcus alzandosi in piedi ed avvicinandosi a Karen “E’ meglio così piccola, avevamo detto che avremmo chiuso con quella vita e questo è il modo più giusto per farlo” Sussurrò prendendole il volto tra le mani.

“Ma...Non abbiamo la certezza che ci lasceranno stare poi. Potremmo comunque finire in carcere, Marcus io non so...” Rispose questa titubante, abbandonando un po’ delle sua sicurezza, con le lacrime agli occhi. Il loro mondo stava andando a rotoli ed il loro passato tornava prepotente a farsi sentire ed a sconvolgerli.

“Dobbiamo pensare a qualcun altro ora e non voglio rischiare che Jarod ti faccia di nuovo del male” Poggiò la sua fronte contro quella della moglie ed io e Rachel ci scambiammo uno sguardo imbarazzato sentendoci un po’ degli intrusi in quel momento intimo. Mi si avvicinò ed accarezzò la testa di Timmy sorridendogli dolcemente. Ancora non ero certo dell’adozione, volevo il bene di Timmy, ma c’erano mille ragioni che mi frenavano, quello però non era il momento ideale per affrontare il discorso. Ora che Karen e Marcus erano dalla nostra parte forse saremmo riusciti a chiudere il caso. Ma dopo cosa sarebbe successo?


__Killigrew__
Ciao, terribilmente in ritardo sulla mia tabella di marcia, ma alla fine sono arrivata. Questo capitolo sinceramente aveva qualcosa che non mi convinceva a pieno, comunque alla fine ho deciso di pubblicarlo comunque e spero che vi piaccia almeno un pochino pochino. ;)
A presto!

 
  
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