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Autore: Ely_ck    14/10/2013    0 recensioni
Dal primo capitolo:
Correva ora sulla neve, le zampe che sfioravano appena la terra. Il lungo pelo folto e scuro la proteggeva dal freddo. Gli occhi dorati puntati verso la destinazione. Le orecchie a punta erano dritte, intente a cogliere il più piccolo suono. La coda sventolava nella gelida brezza.
La neve continuava a cadere.
Da lontano iniziò a scorgere la sua abitazione. Ora a pochi passi da lei si ergeva una colossale struttura di legno. Conservata abbastanza bene.
Mugolò, felice di essere a casa. Dopo essersi scrollata la neve di dosso, si rialzò in piedi, per rimettersi le mani in tasca. Dopo aver fatto qualche passo si fermò, voltandosi, per guardare due impronte affiancate una all’atra. Una di uno stivale, l’altra di un lupo.
Poi riprese a camminare, lasciando che la neve seppellisse le impronte.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Io non sono chi credi io sia

 

 

 

-Eh?-

 

Silenzio totale.

Kin guardava il ragazzo con l’aria di chi ha visto un ufo cadere davanti a se, mentre il povero ragazzo fissava la neve ai suoi piedi, in modo così intenso che Kin per un attimo non pensò che fosse solo una statua.

“No.” Si disse. “ Nononononononononono. No. No!”

Non capiva se fosse felice, imbarazzata o terrorizzata dopo quella confessione.

Avrebbe voluto chiedergli di ripetere, il che non era possibile, in quanto non poteva metterlo ancora più in imbarazzo.

-S-So che…- balbettò lui –è un po’… improvviso ma ehm, io sono convinto che insomma tu, lei mi… mi piaccia.- Deglutì. –Posso, benissimo capire se lei non, bè, non ricambi ma la prego di ecco, darmi… una possibilità!-

Alzò lo sguardo e Kin ammirò i suoi splendidi occhi blu. Si sforzò di ricomporsi e si costrinse a rispondere.

-Partendo dal fatto ce io non conosca neanche il tuo nome… Io non credo di poter contraccambiare i tuoi sentimenti.- Si morse il labbro, continuando il suo discorso. – Non voglio dire che tu non sia un bel ragazzo ma… Semplicemente non credo di essere la persona adatta per affrontare una storia d’amore.-

Silenzio.

-Io…- Deglutì. – Non sono chi credi che io sia.-

-No! Cioè…- Ribatté l’altro. – Io credo davvero che lei sia la persona adatta! La prego, la prego! Mi dia una, una sola possibilità!-

Kin si sentiva alle strette. Che cosa avrebbe potuto dirgli? Non poteva, o meglio non se la sentiva di infrangere il cuore di un povero ragazzo innamorato ma…

-A-Allora una sola. Una sola chiaro?-

-Oh, sì!- Gli occhi del ragazzo si illuminarono all’istante.

-Non la deluderò! Io la renderò felice!- Il ragazzo irradiava felicità da tutti i pori. – Qualunque cosa ci possa essere, io le starò accanto!-

Il cuore di Kin si stritolò. “Qualunque cosa?”

-D’accordo.- Annuì Kin. –Ma non darmi del lei ti prego. Io sono solo Kin.-

-Oh, sì certo. Io sono Snow. Snow Yukiyama.- Si presentò. –V-Va bene se ci vediamo che so… Venerdì giù in paese? Vicino alla pasticceria?-

-Ci sto.- Acconsentì Kin.

-Allora io vado signorin…-  Si interruppe allo sguardo riverente di Kin. -Cioè… Kin.-

Dicendo così si allontano correndo giù per la montagna.

Kin lo seguì con lo sguardo, e lo vide bisbigliare un “Yuppi!” sottovoce. Mentre esultava saltando nella neve però, inciampò e  finì con la testa nella neve.

La ragazza alzò un sopracciglio, divertita e turbata. Poi si voltò e si avviò verso casa con un uragano di pensieri in testa.

 

 

Rientrata a casa, Kin si sedette sul divano e guardò l’ora: le 3:20.

Non aveva fame, bensì sonno e pensò di farsi un pisolino. Cercò a tastoni la coperta per coricarsi sul divano. Aveva già la coperta in mano quando lasciò la presa.

Aveva la fronte corrugata. Le parole di Snow le rimbombavano nella testa.

“ La renderò felice! Qualunque cosa ci possa essere, io e starò accanto!-

Felice… Che significava? Lei non era già felice?

“Bhe…” sospirò. “Non che io stia male, ma…”

Sapeva che c’era qualcosa che non andava. Che mancava. Cercò di pensare al momento più felice della sua vita, ma le venivano in mente solo il volto della madre che le ripeteva: “Promettimi, che proteggerai sempre i tuoi occhi dorati.” Si lasciò sfuggire un gemito di dolore.

Cosa non avrebbe fatto per riaverla di nuovo vicino a lei, sentirsi ripetere all’ infinito quella frase, ricevere il suo affetto…

Forse era questo che le mancava. Era questo che l’aveva spinta a dare una possibilità al ragazzo. Affetto. Era questo che desiderava.

Strinse la mano attorno alla coperta.

Ridicolo.” Pensò. “ Ma necessario.”

Con un gesto fulmineo, scagliò la coperta nell’angolo della stanza per poi alzarsi in piedi e dirigersi nella sua camera. Appena spalancò la porta fu invasa dalla polvere e tossì forte.

Da quanto non entrava in quella stanza? Non se lo ricordava. Dette una fugace occhiata alla stanza. Benché alla morte della madre avesse avuto solo dieci anni, la stanza era arredata come per un adulto. La polvere ormai ricopriva ogni cosa, il divano nero, il letto azzurro, la scrivania e gli scaffali un tempo bianchi. Fece un giro su se stessa e per poco non scivolò.  La moquette del pavimento era fradicia. La finestra era rimasta socchiusa, e doveva essere entrata della neve. Ci sarebbe stato un gran lavoro da fare. Ma ormai aveva deciso. Avrebbe ripulito ogni angolo della casa, ripristinato ogni oggetto difettoso ed infine avrebbe ricreato se stessa.

Ripulire tutto fu davvero un’impresa. La casa era ormai immersa dalla polvere, e a causa della distanza tra il villaggio e la sua casa la ragazza dovette fare numerosi via vai per procurarsi un nuovo arredo.

Dopo ore di lavoro Kin fu soddisfatta dei propri sforzi. Ora la casa era pulita e splendente. Stanca, si sedette sul divano. Davanti a lei ora c’era la tv, deceduta, un modello abbastanza vecchio e rozzo.

Stette qualche secondo a fissare lo schermo vuoto dell’aggeggio. Poi si alzò e si preparò per scendere dalla montagna. Sarebbe andata a comprarsi una nuova tele.

 

Poco dopo si ritrovò davanti alla vetrina del negozio di elettronica dove vendevano a 369.500 yen una tv plasma a 60 pollici.

Contro ogni aspettativa, Kin ne fu inspiegabilmente attratta da quell’intruglio di circuiti.

Si ricordò di quando pochi giorni fa aveva criticato l’uomo che guardava il prezzo del televisione. Ora anche lei si trovava nella stessa condizione di quell’uomo.

Si chiese se stesse per fare qualcosa di sbagliato. Scosse la testa confusa e decise di fare ciò che non avrebbe mai pensato di fare.

 

-Salve vorrei il televisore samsing numero…. Insomma, quello della vetrina.-

La commessa alzò un sopracciglio.

-Come paga?-

-Contanti-, disse la ragazza posando un mazzetto di banconote sulla scrivania della donna.

Per poco alla commessa non uscirono fuori gli occhi dalle orbite.

-Oh… Oh, ehm certo. Mi aspetti qui.-

Kin seguì con lo sguardo la commessa che andava in fondo al negozio e ne approfittò per guardare l’ora. Erano le 8:37. Ficcò la testa nel colletto della giacca, stanca.

Improvvisamente sentì la campanella della porta dell’ingresso tintinnare allegramente e le giunse all’orecchio un’esclamazione:

- O-Ougetsu-san!-

Voltatasi si ritrovò davanti uno Snow con la faccia rossa come un pomodoro che la guardava imbarazzato.

-Oh! Tu…-

-Ehm… cosa.. ci fa qui?- Improvvisò tossicchiando il ragazzo.

-Mha… Le potrei definire… Spese.-

Prima che Snow potesse farle un’altra domanda si sentirono i passi della commessa che portava un grosso cartone che aveva l’aria di essere ben poco leggero.

-Ecco a lei signorina, ma… Non penserà mica di portarla lei spero! Pesa una tonnellata!-

Kin alzò il mento sentendosi sottovalutata.

-Non c’è problema. Posso benissimo curarmene io.-

-Bhe in questo caso… Eccole il resto.-

La sedicenne prese il mazzetto di soldi e se li ficcò disordinatamente in tasca, e afferrata la scatola fece per uscire quando Snow intervenne.

-Ehm… Posso aiutarla io Ougetsu-san!-

-No!- Si voltò imbarazzata Kin. – Cioè…  Posso benissimo fare da sola. E ti ho detto di non darmi del lei!-

Detto questo uscì sbattendo controvoglia la porta sotto lo sguardo deluso di Snow, che non la perse d’occhio, mentre la guardava avviarsi verso la montagna.

 

 

“Stupida, stupida, Stupida!” Continuava a rimproverarsi Kin, mentre trascinava la pesante scatola sulla neve morbida.

-AAARGH!- Gridò esasperata rivolta al cielo.

-Stupida scatola del cavolo!- Gridò scandendo le parole.

Si sedette e per un momento pensò di diventare lupo per facilitare la cosa.

“No.” Si disse. “Ormai ho fatto una scelta. Basta lupi.”

Poi sospirando riprese la scatola e prese a trascinarla su per la montagna.

Quando arrivò a casa, completamente fradicia, erano le 10:02.

Si tose la pesante giacca, e la scaraventò sul mobile di marmo all’ingresso. Poi, dopo aver fatto alcuni passi, tornò indietro e mise la giacca sull’attaccapanni, sbuffando.

Dopo aver mangiucchiato qualcosa dal frigo, decise di provare ad attaccare la nuova televisione. Le ci vollero almeno un’oretta, e dopo essersi intrugliata più volte nei circuiti del diabolico aggeggio, mise da parte la vecchia tv, e accese la nuova con il telecomando.

Per poco non sobbalzò quando il volume a palla del telegiornale non le frantumò i timpani.

Corse verso lo stereo, e abbassato il volume stette mezzoretta a guardare il tizio che blaterava notizie in continuazione. Poi si avviò nella camera da letto e si ficcò sotto le coperte.

“Non mi trasformerò più.” Si disse, prima di addormentarsi. “ Da oggi sarò solo una semplice umana.”

Poi Orfeo la fece cadere in un sonno profondo.

 

*****************************

 

Eccoci qui! Dopo secoli ho trovato il tempo e la voglia di aggiornare la storia.

Spero che il nuovo capitolo vi piaccia!

Recensite Please!!!!! ;)

  
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