Luck
è solo un
ragazzo
Come
ormai da più di una
settimana, la mia vita non aspetta altro che un momento della giornata:
la
pausa pranzo. In pratica per adesso io vivo aspettando le 14.00,
perché è
quella l’ora in cui vedo Luck. Giochiamo ogni giorno,
divertendoci come
bambini, sto iniziando a essere brava!
<<
Time out
>> dice Luck fermandosi.
<<
Ma abbiamo
appena cominciato, cos’è sei già
stanco? >> dico sarcastica.
<<
Ho una proposta
da farti >> dice.
<<
Dimmi, sono
tutt’orecchi >> rispondo scherzosa.
<<
Ti va di venire
alla partita domani? >> chiede.
<<
Certo, così
vedrò le mosse vincenti >> rispondo ironica.
<<
Bene, allora
alle 15.00 qui al campo >> dice.
<<
Ci sarò, adesso
continuiamo >> termino.
Aspettiamo
la campana
per finire la nostra “partita”. Però non
c’è stato più niente
dall’altra volta,
non un bacio, né tantomeno altro. Alla fine delle lezioni
decido di invitare
Alice e Cathy al match.
<<
Ti ha invitato
lui? >> chiede Cathy.
<<
Sì, che c’è di
male >> rispondo.
<<
Chissà cosa ha
intenzione di fare >> dice Alice.
<<
Niente, cosa
può mai voler fare, ci sono i suoi amici >>
rispondo.
Adesso
aspetterò la
giornata di domani con ansia, forse non dormirò neanche
stanotte.
<<
Sam, dov’è il
mio mascara? >> chiedo indaffarata.
<<
Io ho il mio,
non so dove sia il tuo >> risponde.
Dove
può essere? È un
po’ che non lo uso.
<<
Prestami il tuo
>> dico.
<<
Ma a che ti
serve, stiamo per andare a scuola. Cos’è, ti fai
bella per Luck? >>
chiede sarcastica.
<<
Che c’è di male
a truccarmi un po’ >> rispondo.
Be,
forse oggi è una
giornata speciale, oggi vedrò Luck in pubblico.
Non seguo le lezioni con
interesse com’è mio
solito fare, perché non vedo l’ora di vedere Luck.
Oggi non ci vedremo durante
la pausa pranzo, ma avrò un pomeriggio da trascorrere con
lui anche se io in
tribuna e lui in campo.
<<
Ci sediamo qui?
>> chiede Alice.
<<
Da qui c’è una
bella visuale >> dice Cathy.
<<
Va bene
>> rispondo.
Comincia
la partita,
prima la mascotte, poi le cheerleader, poi la squadra e…
Luck. Lui è il capo
squadra, è lui che dirige tutto, lui tiene tutto sotto
controllo, forse anche
me. E in fondo mi fa piacere. La tribuna urla a squarciagola, non ero
mai stata
a una partita, così mi unisco al coro. Controllo le mosse
vincenti, proprio
come ho detto a Luck, ma il mio sguardo è concentrato su di
lui, e forse se n’è
accorto. Appena è entrato, mi cercava, cercava il mio
sguardo, o così mi è
sembrato, e l’ha trovato. La partita va avanti da ore, tra
alti e bassi, sembra
che nessuno debba vincere. Ma alla fine è Luck a segnare il
punto vincente. La
tribuna si alza e corre verso il campo, allora io e le ragazze
decidiamo di
seguire la mandria impazzita. Non vedo Luck, be ovvio non si capisce
niente.
<<
Ah, ecco Luck
>> grida Alice.
<<
Dove, dove non
lo vedo >> rispondo.
<<
Alza gli occhi
>> dice.
Eccolo.
Sta saltellando
di braccio in braccio tra i suoi amici come un vincitore, e in effetti,
oggi lo
è stato. Appena scende mi vede, corro da lui per
congratularmi e… mi bacia. Mi
bacia davanti a centinaia di ragazzi trepidanti che urlano. Un bacio
profondo e
interminabile. Non che non mi renda felice, anzi, però un
po’ m’imbarazza,
davanti alle mie amiche, a Sam e a tutta la scuola. Quando ci
allontaniamo, mi afferra
per mano, saluto le mie amiche e lo seguo. Noto gli sguardi indiscreti
dei
ragazzi, ma non m’interessa. Ho Luck io e me l’ha
dimostrato proprio adesso.
<<
Andiamo a
festeggiare >> dice Luck.
Annuisco
sorridendo, sono
felice che mi porti con lui. Salgo a bordo della sua auto e con la
mandria dei
suoi amici alle spalle ci dirigiamo verso nemmeno io so dove. Arriviamo
in un
locale e tra fiumi di alcool e brindisi io sono rimasta sola. Luck
è con i suoi
amici, io invece no. Ho lasciato le mie amiche per seguirlo e lui che
fa, mi
lascia sola?
<<
Ciao, sei
nuova, non ti ho mai visto qui >> dice un ragazzo
avvicinandosi.
<<
Sì, è la prima
volta che vengo >> rispondo.
<<
Piacere James
>> dice porgendomi la mano.
<<
Lila >>
rispondo.
Cominciamo
a parlare e
noto che Luck sta per avvicinarsi. Appena arriva, mi afferra per mano e
non mi
lascia nemmeno salutare questo ragazzo. Com’è che
si chiama? Non lo ricordo
nemmeno, forse perché non m’interessa.
<<
Dove andiamo?
>> chiedo.
<<
In un posto più
tranquillo >> risponde.
<<
Cos’è, sei
geloso >> chiedo.
Non
risponde, nota
dolente. È geloso, è geloso di me. Quindi in
fondo ci tiene a me. Si ferma di
scatto e mi guarda dritto negli occhi.
<<
Non sono
geloso, non lo sono mai stato >> dice sicuro di
sé.
<<
Allora perché
ti sei accorto di me solo quando parlavo con quel ragazzo?
>> chiedo
curiosa.
<<
Scusa, è vero
ti ho lasciato sola tutta la serata, ma adesso siamo soli, tu ed io
>>
risponde.
<<
Tu dai più
importanza ai tuoi amici che a me >> dico.
<<
Non è vero
>> si affretta a dire.
<<
Sì, è così
>> insisto.
<<
Ti ho
dimostrato prima che ci tengo a te >> dice.
<<
Sì, ma non
basta un gesto perché io diventi la tua sentinella
>> rispondo.
Non
mi lascia nemmeno terminare
la frase che mi bacia. Di nuovo. Però mi allontano subito.
<<
Che cosa
significa questo? >> chiedo.
<<
Che sei mia
>> risponde.
<<
Cioè? >>
insisto.
<<
Che da adesso
in poi io sono tuo e tu sei solo mia >> risponde.
<<
Una coppia in
pratica >> dico.
<<
Se è così che
vuoi definirla >> risponde.
<<
Aspetta, quindi
io sono la tua ragazza, io passeggerò con te tra i corridoi,
io mi siederò
accanto a te a pranzo e usciremo insieme davanti a tutti?
>> chiedo
speranzosa.
<<
Da adesso sì
>> risponde.
Adesso
sono io a
baciarlo. Non l’ha detto esplicitamente ma è
così, io sono la sua ragazza, io,
Lila. Sono più che felice, adesso niente può
rovinare la mia felicità.
Rientriamo per salutare i suoi amici e mi riaccompagna a casa, proprio
da bravo
fidanzato. Perché sì, adesso è il mio
fidanzato, solo mio. Lo ringrazio per la
splendida serata ed entro a casa. La prima cosa che devo fare
è aggiornare la
mia lista “I miei amori”. Il primo rigo adesso non
è bianco e vuoto, ma vi è
inciso il suo nome: Luck.
Come
si fa a cambiare
così radicalmente? Da che nessuno ti saluta a che sei la
tipa più famosa della
scuola, la ragazza di Luck. È così che si diventa
importanti qui. Ho quasi
oscurato mia sorella, non me lo perdonerà mai. Le mie amiche
sono felici per me,
loro mi vogliono bene e appoggiano ogni mia decisione.
<<
Ehi Lila
>>
<<
Ciao bellezza
>>
<<
Lila >>
Ho
esaurito la voce.
Rispondo con un cenno della mano. Chi sono queste persone? Come mi
conoscono, o
perlomeno perché mi salutano?
<<
La metà di
quelli che mi salutano non li conosco >> dico.
<<
Questo è perché
sei con me >> dice scherzoso Luck.
Be,
in effetti, è vero.
Quando attraverso i corridoi mano nella mano con lui succede questo.
Sarà
l’effetto di Luck.
<<
Ci vediamo a
pranzo al mio solito tavolo >> chiede.
<<
Ehm… non so e
le mie amiche? >> chiedo.
<<
Se ti vogliono
bene, capiranno >> termina e mi saluta baciandomi.
Non
rispondo, ma si
capisce che pranzerò al suo tavolo.
Con
il vassoio in mano,
cerco il tavolo di Luck, tra una folla di ragazzi affamati.
<<
Lila, Lila
>>
Mi
giro e noto chi mi ha
chiamato. Spero non siano le ragazze, non ho avuto il coraggio di
riferirgli
niente. Non so come l’avrebbero presa.
<<
Cathy, ciao
>> rispondo.
<<
Ti abbiamo
tenuto il posto >> dice Alice.
<<
Ehm… grazie ma…
>> rispondo.
Le
loro espressioni
diventano interrogative.
<<
Be, in realtà
Luck mi ha invitato al suo tavolo, con i suoi amici, ma se volete io,
rinuncio
>> continuo.
Spero
che non
m’impediscano di stare con Luck per loro. No, non lo
farebbero mai, sanno
quanto è importante per me.
<<
Ah, ok, va da
lui >> dice freddamente Alice.
Si
gira e continua a
mangiare come se io non esistessi. Mi allontano dal loro tavolo e mi
dirigo
verso quello di Luck.
<<
Ehi, tesoro,
vieni, siediti accanto a me >> m’invita Luck.
Faccio
come mi dice e
comincio a mangiare. Sono silenziosa e forse Luck l’ha
notato. Sto pensando
alle mie amiche, alla reazione di Alice. Che cosa è cambiato
tra di noi? Spero
che la mia relazione con Luck non rovini la mia amicizia con Alice e
Cathy.
<<
Tutto bene?
>> mi chiede sottovoce Luck.
<<
Sì, sì
tranquillo >> rispondo.
Non
voglio dirlo a Luck.
Lui andrebbe a parlare con loro per difendermi, ma non ne ho bisogno.
Per
diciotto anni mi sono difesa da sola e ho affrontato problemi ben
peggiori,
posso continuare a farlo da sola.
Come
ormai da più di una
settimana, va avanti così con le mie amiche, sono diventate
fredde nei miei
confronti. Cosa gli ho fatto?
<<
Dopo la scuola
ho gli allenamenti, vieni a vedermi? >> chiede Luck.
<<
Sì, certo, mi
farebbe molto piacere >> rispondo.
Sì,
ho bisogno di
distrarmi e cosa è meglio di una partita di rugby di cui il
tuo ragazzo è il
capitano?
Dopo
la scuola mi dirigo
verso il campo, attraversando mezza scuola. Chissà come
staranno le ragazze,
chissà se sono ancora arrabbiate con me. Ma la mia domanda
ha subito una
risposta. Sento la voce di Cathy, forte e squillante, ma da dove
proviene?
Sento
la voce farsi
sempre più vicina, Cathy sarà a due passi da me.
Ma che ci fa qui? E poi a
quest’ora.
Il
suono proviene da
dietro una porta, allora decido di spalancarla, magari è in
pericolo.
<<
Cathy? >>
dico appena entro.
Un
gruppo di ragazze si
gira di scatto. C’è anche Alice con loro.
<<
Lila, che ci
fai qui? >> chiede Cathy sorpresa.
<<
Io, voi che ci
fate qui? >> rispondo.
<<
Ecco, noi
stiamo… >> dice Cathy.
<<
Stiamo
chiacchierando >> la interrompe Alice.
<<
Qui? Nello
spogliatoio dei giocatori di rugby? Non ci credo >>
rispondo.
Non
so cosa mi faccia
più rabbia, che non mi abbiano coinvolto o che mi stiano
mentendo.
<<
Cos’è quella?
>> chiedo curiosa.
<<
Quella cosa?
>> si affretta a dire Alice.
<<
Quello che hai
tra le mani >> rispondo.
<<
É… >>
dice.
<<
È la felpa di
mio fratello >> dice una ragazza.
Mi
avvicino verso di
loro e noto uno strano movimento.
<<
Che cosa state
nascondendo? >> chiedo.
<<
Niente, perché
dovremmo nascondere qualcosa >> risponde Cathy.
<<
Allora non vi
dispiacerà se controllo cosa c’è in
quella borsa >> dico.
<<
Perché dovresti
farlo, non è tua >> dice Alice.
<<
Ma nemmeno
vostra >> rispondo.
Mi
armo di coraggio e
gli tolgo dalle mani questa borsa. È di Luck. Che cosa fanno
loro con la borsa
di Luck? Non c’è niente dentro che possa
interessarli: i suoi vestiti, i suoi
oggetti personali, il suo telefono. Il suo telefono.
<<
Che cosa
cercavate di fare con la borsa di Luck? >> chiedo
infuriata.
<<
Niente >>
risponde Cathy.
<<
Ragazze, potete
lasciarci sole? >> chiede Alice.
Il
gruppetto di ragazze
si allontana lasciando me, Alice e Cathy nella stanza.
<<
Allora?
>> insisto.
<<
Volevamo
fargliela pagare >> dice Alice.
<<
Lui ci ha tolto
la nostra amica >> continua Cathy.
<<
Luck non ci ha
allontanato >> rispondo.
<<
Invece sì,
trascorri tutto il tempo con lui, e noi? >> ribatte Alice.
<<
Voi siete una
parte di me, vi voglio bene, Luck è solo un ragazzo, ma non
ne ho mai avuto uno
quindi se sbaglio perché non mi aiutate a riparare?
>> dico più calma.
<<
Scusaci
>> dice Cathy.
<<
Almeno ditemi
cosa avevate intenzione di fare >> rispondo.
<<
Volevamo
nascondergli i vestiti >> dice ridendo Alice.
Scoppiamo
a ridere. So
che non dovrei ma la situazione è divertente.
Ci
abbracciamo tutte e
tre, io perdono loro e in fin dei conti loro perdonano me. Mi sono
allontanata
da loro, le ho lasciate sole. Sento la porta chiudersi alle nostre
spalle.
Qualcuno spiava, ma chi? Corro a vedere chi era dietro la porta che
ascoltava
la nostra discussione, ma niente, non si vede nessuno. Torno dentro
dalle
ragazze, sono felice che abbiamo risolto. Siamo di nuovo affiatate,
solo noi.
<<
Da oggi niente
può rovinare la nostra amicizia, niente >>
dice Alice.
<<
Siamo solo noi
tre >> dico.
Ormai
è tardi per vedere
gli allenamenti di Luck, torno a casa pensando a chi può
aver ascoltato da
dietro la porta me e le ragazze. Chi può essere?
Invio
un messaggio a
Luck scusandomi di non essermi presentata agli allenamenti. Ovviamente
non gli
ho riferito la verità, ho inventato una scusa. Lui mi
risponde, sempre gentile
com’è e finisce con un cuoricino. Amo quando
m’invia i cuori, mi fanno sentire
amata, quello che non ho mai provato fin a ora. L’amore.