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Autore: xbelicapeli    14/10/2013    6 recensioni
La gente mi ha sempre visto come un ragazzo forte e felice.
La verità è che tutti, anche quelli che sembrano più felici, soffrono. Anche chi magari non ne ha motivo.
Nessuno si può permettere di giudicare, la nostra vita, le nostre scelte.
Ognuno di noi cerca solo un modo per sfuggire al proprio dolore. Io, tra tanti, ho scelto questo, non me ne pento e non me ne vergogno.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il bacio e l’amore di Harry o la pace e la tranquillità con Luca?
Questa domanda mi tormentava da giorni. Erano forse tre notti che non riuscivo a chiudere occhio. I pensieri sembravano scritti con le penne di cui le scritte si leggono solo al buio: tutto il giorno non si vedevano sotto la luce del sole, ma una volta arrivata la notte si leggevano chiaramente e non c’era modo di oscurarli.


E’ mattina, anche se non fa differenza che parte del giorno sia: sto sempre una merda.
Sono circa le 9 e, durante la seduta di gruppo, entra la segretaria ‘Louis Tomlinson’ annuncia
‘Si? Sono io’ mi alzo velocemente.
‘Mi spiace dottoressa, ma il ragazzo deve venire con me, lo vuole il direttore’ riprende la donna.
‘Non si preoccupi signorina Smith, a dopo Louis.’ Risponde la responsabile della terapia.
Esco un po’ impaurito accompagnato dalla segretaria salutando tutti.
Chissà cos’è successo di così importante da non poter aspettare la fine della terapia.
Percorro velocemente i corridoi spinto dall’ansia, lasciando la donna un po’ indietro.
Appena arrivo davanti all’ufficio non esito a bussare in modo deciso. Entro non appena sento un ‘avanti’ dimenticandomi anche le buone maniere non salutando la segretaria.
‘Buongiorno Louis!’ inizia subito il direttore
‘Buongiorno signor Walker, cos’è successo?’ chiedo immediatamente
‘Louis, ti prego calmati.’
‘Mi dica tutto’ lo fulmino con lo sguardo
C’è una chiamata urgente per te..’ dice l’uomo abbassando lo sguardo.
‘Dio, ci fosse un giorno tranquillo!’ sussurro prima di prendere in mano la cornetta.
Il direttore prima sorride, dopo avermi sentito mormorare, poi torna serio e si siede accanto a me guardandosi le scarpe.
‘Pronto?’ dico con la voce tremante dalla paura.
‘Lou..’ riconosco la voce, la riconoscerei tra mille voci urlanti tra il pubblico di un concerto.
‘Haz?’ dico in tono interrogativo, non sto chiedendo conferma che sia lui, questo già lo so, ma voglio sapere cosa succede.
‘Lou..’
‘Haz?’
‘Lou..’
‘Harry non possiamo fare tutta la conversazione così’ Walker sorride, ma dal telefono non si sente nemmeno l’accenno di una risatina di Harry: è preoccupante.
‘Harry dove sei?’ chiedo dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante.
‘In ospedale’
‘Mio Dio..’ sussurro allontanando il telefono dalla bocca per non farmi sentire. ‘E… Esattamente cosa succede?’ chiedo intimorito dalla possibile risposta.
‘Lou, non è stata forte come dicevi tu...’ risponde Harry dopo qualche secondo con voce roca, come se avesse un nodo alla gola che non gli permettesse di parlare chiaramente.
I miei occhi prima si spalancano, poi si chiudono, non appena le parole arrivano al mio cervello, lasciando scorrere le prime lacrime lente sulle mie guance pallide.
‘Har..’ non riesco neanche a parlare e accorgendosene, Walker, mi mette una mano sulla schiena, come per farmi forza.
Sento il pianto disperato di Harry dall’altra parte della cornetta e il mio cuore si spezza lentamente, uccidendomi.
‘Louis! Puoi farlo venire qui anche se non hai le visite oggi..’ mi interrompe l’uomo guardandomi con compassione.
‘Harry, vieni qui oggi.’ ordino al telefono dopo aver recuperato qualche forza per parlare.
‘Si..’ risponde lui che non riesce a dire parole più lunghe.
‘A dopo Haz, ti prego non fare cazzate e vieni qui subito’ concludo.
‘Si..’ ripete lui riattaccando.
Appoggio il telefono sulla sua base e mi copro il viso con le mani per non mostrare le mie lacrime al direttore, che però si alza e mi abbraccia per consolarmi. Poi mi spiega che posso aspettare Harry lì con lui oppure andare in camera, scelgo la prima opzione: stare da solo non mi farebbe bene, so bene quanto io sia fragile.

Così l’uomo prende una sedia e mi fa spazio accanto a lui dietro alla scrivania.
‘Vado a prenderti un the caldo, aspettami qui’ si raccomanda uscendo dal retro della sua stanza.
Ed io rimango lì con mille pensieri guardandomi intorno. Vedo una grande libreria stracolma di volumi colorati, si tratta di libri di tutti i generi: romanzi, enciclopedie e persino dizionari. Accanto c’è una vetrinetta dove sono custodite diverse bomboniere e anche qualche cornice che custodisce delle foto. La scrivania è piena di fogli e quadernoni posti ordinatamente uno sopra l’altro, poi c’è un gran bel pc, un portapenne contenente una penna nera, una rossa, una blu, scotch e forbici: tutto perfettamente ordinato. Ed infine c’è una foto, che non avevo mai visto perché nascosta dietro al monitor del computer, che ritrae Walker e suo marito. Chissà se anche io un giorno riuscirò a sposarmi, chissà se lo farò con chi amo..
‘Ecco fatto’ rientra il direttore con una tazza in mano ‘e questo è lo zucchero!’ puntualizza mentre prende un sacchettino da una mensola.
‘Grazie mille’ è tutto quello che riesco a dire, così comincio a sorseggiare il mio the con lo sguardo fisso nel vuoto.
‘Ti serve altro?’ chiede lui, mentre io faccio un cenno di no con la testa rassicurandolo.
Allora lui si siede sulla sua poltrona e comincia a sbattere le dita contro la tastiera, digitando qualche cosa al computer: qualcosa che non mi interessa.

Passano circa due minuti quando si sente una sorta di campanello che mi fa spostare lo sguardo incantato dal pavimento. Walker si alza e si avvicina ad un citofono cliccando qualche tasto senza neanche chiedere chi sia.
‘Louis..’ inizia a parlare.
‘Okay’ lo interrompo io che ho già capito chi sia arrivato.
Mi alzo in piedi e giro intorno al tavolo, ma dopo qualche passo mi accorgo che le mie gambe non sono abbastanza forti, quindi mi appoggio sulla parte anteriore della scrivania, facendo attenzione a non spostare nulla. Walker intanto apre la porta aspettando, come me, l’arrivo di Harry.
Dopo poco dall’angolo della porta si vede comparire una figura, le mie ginocchia decidono di reggermi ancora per un po’, ed io mi alzo velocemente avvicinandomi all’uscio. Harry arriva di fronte al mio viso e, dopo qualche secondo, si butta tra le mie braccia cominciando a piangere e facendo piangere anche me: vederlo soffrire mi distrugge.
Il direttore rimane al suo posto, quasi impassibile, mentre osserva il nostro lunghissimo abbraccio, ma, quando esso termina e si crea un silenzio imbarazzante, Walker spezza la tensione: ‘Prego Harry, entra e siediti pure.’ Gli indica con una mano la sua poltrona mentre va a chiudere la porta, allora io accompagno Harry a sedersi sostenendolo sotto le spalle.
Il suo pianto continua silenziosamente e sembra non volersi fermare mai, come se non si stancasse di continuare a lacrimare. I suoi occhi verde smeraldo sono diventati verde acqua, contornati da striature rosse. Le sue gote scarlatte contrastano con il resto del viso pallido e i ricci sono totalmente disfatti. Penso di non averlo mai visto in queste condizioni.
‘Harry, davvero non so cosa dire. Mi spiace moltissimo. Ma ora vi lascio un po’ soli’ annuncia il direttore prima di uscire dal suo ufficio.
Harry con un gesto mi invita a sedersi sulle sue gambe e io obbedisco immediatamente, quindi mi avvolge tra le sue braccia e riprende con un pianto energico.
Mentre sono appoggiato sul suo petto riesco a sentire il suo odore, le sue braccia che tremano e sento persino il suo cuore battere. E in questo preciso istante mi accorgo che il volersi bene si costruisce, ma l’amore, quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. E’ dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, e tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque. E rinunciare a Harry sarebbe stata davvero una pazzia.
Così mi stringo a lui chiudendo lentamente gli occhi e lasciandomi andare.







 
Mi sveglio di soprassalto tutto sudato, mi strofino gli occhi velocemente e, disorientato, cerco di capire dove io sia.
Sotto la mia testa ci sono due cuscini quadrati verdi scuro appoggiati su un divano verde marino. Di fronte a me vedo una televisione con delle immagini che mi appaiono abbastanza confuse e, ai lati, due mobili color noce.
Di istinto mi metto seduto mentre il mio respiro accelera e chiedo con voce coraggiosa e tremolante allo stesso tempo ‘Dove sono?’ l’intensità vocale diminuisce un po’ ‘Mio dio, dove sono?’.
Una mano mi tocca la spalla, spaventato volto la testa di scatto e dopo qualche secondo metto a fuoco la sagoma davanti a me: un ragazzo con un pigiama grigio ed un cappellino azzurro in testa. Pian piano l’immagine diventa più nitida e riesco a vedere dei capelli ricci castani e due occhi verdi che mi guardano meravigliati. ‘Cosa succede Lou?’ chiede il ragazzo.
Harry?’ chiedo conferma.
‘Non mi riconosci?’ scherza lui.
‘No.. Cioè si..’ rispondo senza accorgermi nemmeno di quello che dico ‘Dove sono? Dove siamo?’
‘Louis, calmati. Respira’ mi tranquillizza avvicinando il suo corpo al mio ‘Siamo a casa mia, non vedi?’
‘Cos’è successo? Perché sono a casa tua? Quelli della clinica mi uccidono se mi hai fatto scappare Harry!’ riprendo a preoccuparmi.
‘Clinica?’
‘Si dai Harry non fare finta di niente, riportami lì subito!’ dico in tono autoritario e disperato cercando di metter fine ai suoi scherzi.
‘Louis calmati, mio Dio!’ mi interrompe.
‘Harry, ti prego..’ cerco di continuare io prima di esser messo a tacere dalla sua mano che preme sulla mia bocca.
‘Lasciami parlare Louis’ mi impone. ‘Allora’ riprende tranquillamente ‘siamo a casa mia. Sei venuto qui oggi pomeriggio dopo le registrazioni per guardare un film, ma, dato che avevi, e probabilmente ancora hai, la febbre, ti sei addormentato dopo circa 10 minuti, lasciandomi a piangere sulla fine di Titanic da solo.’
‘No Harry, io ero in clinica, eravamo nell’ufficio di Walker..’ ‘Chi è questo Walker?’ domanda mentre io proseguo ‘E tu stavi piangendo per tua madre tenendomi in braccio’ continuo io ignorandolo, ‘mia madre?’ riprende ad interrompermi lui, ‘si tua madre che è morta!’ esclamo.
Harry scoppia in una risata fragorosa mentre io rimango confuso a fissarlo cercando di capire cosa stia succedendo.
‘Louis, la febbre era davvero alta.’ Continua a scherzare lui mentre io continuo ad osservarlo perplesso.
Allora mi prende e mi porta sulle sue gambe avvolgendomi tra le sue braccia ‘Va tutto bene Lou, era solo un sogno.’ Mi sussurra all’orecchio.
‘Quindi Anne non è morta di tumore?’ chiedo.
‘Tumore? No, l’hai vista qualche ora fa fuori dallo studio!’ spiega lui mentre ridacchia.
‘Quindi io non sono stato ricoverato in una clinica? Tu non hai fatto l’incidente e Luca non esiste?’
‘Te l’ho detto, era un sogno!’ ribadisce lui ‘E chi è questo luca?’ chiede ingelosito non appena prende coscienza di tutta le mie domande.
‘No, nessuno..’
‘Devo sapere qualcosa?’ si incuriosisce.
‘Devi sapere che ho sognato questo ragazzo immaginario’ sottolineo questa parola ‘e che, mi sto per vergognare di quello che dico, per un attimo ho dubitato del nostro amore.’ Abbasso lo sguardo ‘Ma ti giuro che non ho cambiato idea su noi due, cioè..’ cerco di dare spiegazioni parlando alla velocità della luce.
‘Hai pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato in noi?’ domanda il riccio.
‘Haz, tu mi ami?’
‘Con tutto me stesso, e tu?’
‘Più di quanto tu possa pensare, ed è per questo che non c’è nulla di sbagliato in noi, non so davvero come io possa aver dubitato anche solo per un nanosecondo.’
Entrambi sorridiamo dolcemente avvicinando i nostri volti e scambiandoci un dolcissimo bacio: le nostre labbra si toccano mentre tutti e due manteniamo il sorriso, per poi toccarsi dopo qualche secondo accarezzando quelle dell’altro.
‘Harry’ riprendo a parlare io staccando di pochi millimetri le nostre labbra ‘litigheremo, urleremo, ci lasceremo e troppo orgogliosi, non verseremo neanche una lacrima, non diremo una sola parola.’ gli bacio il labbro superiore e poi riprendo ‘E conoscendoci, capiterà ogni giorno pari della nostra vita insieme, della vita che non abbiamo il coraggio di avere.’ appoggio le labbra sulle sue ‘Ma so anche che nei giorni dispari, quelli freddi e vuoti, torneremo a riprenderci, a cercarci, tenerci stretti perché arriva l’inverno e, amore mio, c’è freddo fuori.’ un altro bacio ‘E resisteremo, saremo capaci di restare, perché lo sai, insieme stiamo meglio, insieme noi ci completiamo.  Insieme..’ sfioro di nuovo le sue labbra ‘Ed io ti amo.’ Concludo prima di ricadere in una serie infinita di baci.
Ora lui passa dalle labbra alle guance, poi arriva al lobo dell’orecchio per poi finire sul collo. I baci sul collo sono la mia più grande debolezza: un brivido mi percorre tutta la schiena mentre dalla mia bocca esce un piccolo gemito di piacere.
E mentre, muovendosi, mi lascia sul divano cercando di sdraiarsi sopra di me lo interrompo ‘Eh no Styles, sono io quello forte qui’ ridacchio.
‘E allora fammi vedere’ mi sfida lui distendendosi sul grande cuscino del divano e lasciandomi sedere sul suo corpo.
‘Ora guarda’ sussurro io prendendogli le mani e bloccandole sopra la sua testa.
‘Fai il ragazzo cattivo, Tomlinson?’ mi provoca.
‘Io sono il ragazzo cattivo.’ mormoro con un sorriso malizioso.
Comincio a lasciare baci sulle sue labbra carnose, per poi passare alla mascella ed al collo mentre lui incrocia le sue dita con le mie che non riescono più a tenerlo bloccato ed, infatti, gli permetto di portare le sue braccia sui miei fianchi.
‘Allora non sei così forte come dicevi’ ride il riccio.
‘Sei tu che mi rendi debole’ rispondo portando nuovamente la testa di fronte alla sua. Appoggio la mia fronte contro la sua mentre lui sussurra ‘Mi stavo chiedendo: quando saremo anziani, quando saremo insieme, cosa ce ne faremo di tutti questi tatuaggi?’
‘Ricorderanno a noi, e al mondo intero, quanto abbiamo lottato, e che l’amore vince su tutto.’ Dico prima di riprendere a baciare le sue labbra.
Adesso le posizioni si scambiano e lascio che il corpo di Harry si distenda sopra al mio mentre, tra un bacio e l’altro, lui comincia a cantare sussurrando ‘Don’t let me, don’t let me go..’
‘Non ti lascerò mai Haz.. Certo, questo non è esattamente il paradiso, ma in compenso è una fonte di gioia indescrivibile.’ lo metto a tacere.
‘Qualsiasi cosa dicano di noi, io non mi pentirò mai di amarti, Lou.
Neanche io, mai.
Riprendiamo con i baci, i gemiti e le carezze su tutto il corpo.
Harry Styles era maledettamente perfetto, ed io ne ero scioccamente, totalmente e masochistamente innamorato.





 



angolo dell'autrice:
penso che ve ne siate accorti: QUESTO E' L'ULTIMO CAPITOLO, LA FINE.
spero che la storia vi sia piaciuta tutta e che questo capitolo vi faccia capire quanto io sia migliorata dall'inizio.

aspetto tantissime recensioni, critiche, commenti sul mio modo di scrivere, commenti sul capitolo e su tutta la storia, consigli per il futuro (?) : NON DELUDETEMI.

un abbraccio, Marta.


 
   
 
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