Cap
9
- Il lancio non
era male, ma con un pugnale avresti potuto
calibrare meglio inclinazione e traiettoria. –
esordì lo sconosciuto, gettando
di lato il cappello e mostrando una capigliatura corvina e un paio di
occhi
neri come tizzoni ardenti. Come a volerle dare una dimostrazione,
estrasse uno
dei pugnali che aveva assicurati agli avambracci, prese la mira e lo
mandò a conficcarsi
nel boccale di legno che stava sorseggiando uno degli avventori. Questo
si girò
con aria irata, ma quando incrociò lo sguardo del tiratore
impallidì e tornò a
voltarsi dall’altra parte.
- Notevole.
– ammise Keira, porgendogli l’avambraccio e
lasciandosi attirare in un abbraccio.
-
Perché non mi presenti ai tuoi amici? Sai, sembrano
alquanto incerti. –
Lanciò
un’occhiata al resto della sua ciurma. In effetti
sembrava che fossero indecisi sul mostrarsi aggressivi o meno nei
confronti di
quello sconosciuto.
- Direi che
è una buona idea. –
Lo
scortò al tavolo, sorridendo all’indirizzo dei
suoi
compagni che sembravano essere molto più rilassati. Avevano
capito che, chiunque
fosse, per il momento non rappresentava una minaccia.
- Vi presento
un mio caro amico, lui è… -
- Rico D.
Teach, conosciuto come il Corvo, figlio di
Barbanera. – concluse per lei Zoro.
-
L’ultima parte puoi anche risparmiartela, cacciatore di
pirati, ho smesso di usare quella parola molto tempo fa. –
replicò pacatamente.
Roxanne lo
osservò con attenzione, cercando di trovare in
lui i tratti di Marshall, ma sembrava che al di là dei
colori scuri di occhi e
capelli non avesse preso altro dal padre. Gli zigomi alti e il viso dai
tratti
arroganti erano identici a quelli di sua madre, Arabella la Sanguinaria.
- Tu devi
essere Cappello di Paglia, vedo la somiglianza con
Ace. – aggiunse, scrutando Rubber. Sapeva della sua forza,
così come della
taglia stratosferica sulla sua testa, ma non riusciva proprio a
preoccuparsi di
lui. Doveva avere un modo tutto suo di infondere timore che andava
oltre la
scia di morte e distruzione che di solito si lasciava dietro lui.
- Conoscevi mio
fratello? –
Annuì
mestamente, - Abbiamo lavorato insieme per un periodo,
era il mio migliore amico. –
- E tu come lo
conosci? – chiese Zoro, rivolgendosi a Keira
con tono guardingo.
Sembrava quasi
che si aspettasse di sentirle ammettere che
Rico era una sua vecchia fiamma o qualcosa di simile. Quella testa
verde
cominciava forse a essere geloso?
- Siamo
cresciuti insieme, è mio fratello. –
Non
specificò che si trattava solo di una parentela
acquisita per scelta, era chiaro a tutti.
- A me basta,
non ho bisogno di sapere altro. Vuoi unirti a
noi? – lo invitò Rubber, rivolgendogli un sorriso
a trentadue denti che lo
colse di sorpresa.
- Di solito
recluti i membri della tua ciurma in questo
modo? – domandò ironico.
- Certo.
–
Rivolse
un’occhiata perplessa a Keira, che si limitò a
scrollare
le spalle. Non riusciva proprio a capire come quel ragazzino potesse
essere
tanto temuto dalla marina militare. Anche Ace era strano, ma in un modo
più
comprensibile, Rubber invece andava al di là della sua
comprensione.
- Non capisco.
– ammise.
- È
semplice, ho visto quello che hai fatto con la spada e
poi con il pugnale, sei in gamba e ti voglio con noi. –
replicò, come se non ci
fosse nulla di strano nella sua richiesta.
- Rubber,
magari lui ce l’ha già una sua ciurma. –
provò a
fargli notare Robin, pazientemente.
- Oh, giusto,
non ci avevo pensato. –
Zoro scosse la
testa. Era tipico di lui, agiva senza
riflettere, era un caso disperato.
- Ha scelto
così anche me e Roxanne, non usa i metodi dei
nostri padri o di Barbabianca. –
- È
un’offerta interessante, dal momento che mi trovo senza
una nave e senza una ciurma. – considerò.
A quelle parole
Keira sgranò gli occhi: - Che ne è stato
della tua ammiraglia e delle sue cadette? –
- La Royal
Reaper è stata distrutta un paio di settimane fa,
durante lo scontro con Barbanera, ed è in fase di
riparazione, mentre la Royal
Pain e la Royal Revenge le ho lasciate al comando di Rashel e Roland.
– replicò,
riferendosi ai fratelli minori.
- Come sei
arrivato fin qui? –
- Jewelry mi ha
dato un passaggio. –
- Jewelry
Bonney? – domandò Keira, storcendo il naso. Quella
ragazza non le era mai piaciuta, troppo chiassosa ed eccessiva in tutto
ciò che
faceva.
-
Già, sai che è una mia amica. –
confermò, con un sorriso
ironico.
-
Un’amica generosa. – commentò Zoro.
- Quando dico
amica, intendo amica. –
Un leggero
mormorio di comprensione si levò dal tavolo.
- Certo, anche
io quando dico che Roxanne è una mia amica
intendo amica. – replicò Rubber, non capendo come
al solito il vero senso di
quell’affermazione.
Roxanne
avvampò per l’imbarazzo, ma notò che
fortunatamente
nessuno aveva fatto commenti maliziosi. Era evidente che tutti avevano
compreso
che il loro capitano non avesse capito proprio nulla.
- Quando dice
amica, intende… amica intima. –
- In che senso?
–
- Per tutti i
mari, nel senso di amante! – esclamò Sanji,
esasperato.
- Ah, adesso ho
capito. – disse, con l’aria di chi aveva appena
fatto una scoperta sensazionale, - Sanji, però non
c’è bisogno di urlare, per
certe cose ci vuole un po’ di discrezione. – lo
rimproverò.
Il cuoco
sembrava essere sul punto di perdere del tutto la
calma, perciò intervenne Roxanne, cambiando discorso, -
Quindi cosa hai deciso,
ti unirai a noi? –
Rico prese un
paio di secondi per meditare
sulla decisione da prendere, poi
annuì: - Sarò dei vostri, ma solo
temporaneamente. –
- Evviva,
bisogna festeggiare! Cameriere, una porzione di
tutto quello che ho ordinato anche per il nostro amico. –
Un’ora
più tardi, e numerosi piatti spazzolati, uscirono
dalla locanda con le tasche decisamente più leggere.
- Sei triste
perché Shanks non si è visto? –
domandò Rubber,
affiancando Roxanne e passandole un braccio intorno alle spalle.
- No, magari ha
avuto un impegno e non è potuto passare, lo
vedrò domani. –
-
Sì, sono sicuro che sarà così.
– confermò, per poi
proporle con un sorriso, - Ti va una gara a chi arriva primo?
–
No, non le
andava per niente, voleva solo passeggiare sotto
la luna godendosi la sua vicinanza e pregando che si
svegliasse e notasse il suo interesse per
lui. Ovviamente non disse nulla di tutto ciò e si
limitò a replicare,
stancamente, - Certo. –
Qualche metro
dietro di loro venivano Rico e Keira, intenti
a chiacchierare concitatamente e seguiti a distanza da Zoro. Non
riusciva a
capire cosa avessero da raccontarsi, era più di
un’ora che parlavano e ridevano
senza sosta. E pensare che non gli era sembrato che il Corvo fosse un
tipo
tanto loquace, né a dirla tutta che a Keira piacessero
quelle conversazioni
estenuanti.
Oh, ma
perché adesso si metteva a controllare ciò che
faceva
e diceva quella serpe? Certo, si erano baciati e non poteva negare che
gli
fosse piaciuto, e molto, ma era finita lì. Insomma, non
stavano insieme, non
erano neppure amici a dirla tutta, non era affar suo ciò che
faceva. E invece
gli importava, gli importava eccome. Sbuffò, rassegnandosi a
fare la parte
dello spadaccino fantasma.
- Ti lascio, di
sicuro il cacciatore non aspetta di parlare
con me. – commentò malizioso Rico, preparandosi ad
allungare la falcata e
raggiungere il resto della ciurma.
- Non
è come pensi. – si affrettò a replicare.
- Va bene, non
devi giustificarti, Keira. Ace è morto, tu lo
amavi lo so, ma la vita va avanti ed è normale interessarsi
a qualcun altro. –
Ecco, come al
solito aveva centrato in pieno qual’era il problema:
lei si sentiva in colpa, il fatto che provasse interesse per qualcuno
che non
fosse Ace le dava l’impressione di tradire la sua memoria.
- Tu credi? –
- Ne sono certo
e so che anche lui ti direbbe la stessa
cosa. Ora va da lui, saltagli addosso se credi, ma non farti vedere
fino a
domani mattina. – le ordinò.
- Non sei
più il mio Capitano. – gli fece notare, ironica.
- Per questa
volta fai un’eccezione e fa finta che lo sia,
anche perché io ho tutta l’intenzione di conoscere
molto meglio quella
navigatrice. – aggiunse, sorridendo malizioso.
- E Jewelry?
–
- Lei
è un passatempo, lo sai. –
Si augurarono
la buonanotte e si separarono.
Keira
rallentò finchè Zoro non le si
affiancò: - Ah, vedo
che hai smesso di sbuffare come una teiera. –
esordì.
- Ah, ora mi
parli, pensavo di essere diventato invisibile. –
- Che
c’è, ti metti a fare l’offeso?
–
Lo spadaccino
inarcò un sopracciglio, sdegnato, - Figurati
se mi offendo. –
- Sembra
proprio di sì. –
- Ti sbagli.
–
- Io non credo.
–
- E allora
credi male. –
-
D’accordo, ma non illuderti. – ammise.
- Illudermi di
cosa? – domandò, perplessa.
- Che dopo i nostri
baci, bè, non so… -
- Capisco, non
dovrei illudermi che capitolerai ai miei
piedi, giusto? – domandò, sorridendo serafica.
- Non
capitolerò ai piedi di nessuno. –
affermò risoluto.
Keira gli si
avvicinò fino a quando le loro labbra furono
sul punto di toccarsi.
- Certo, e tu
vorresti farmi credere che non ti
innamoreresti di me? – gli chiese, sfiorandogli le labbra con
le sue.
- Vedremo.
–
Fu
l’unica cosa che riuscì a replicare Zoro prima che
la
ragazza si allontanasse con un ghigno soddisfatto.
-
Bè, è già qualcosa. Adesso vado in
cabina, buonanotte. –
gli augurò, alzandosi in punta di piedi per scoccargli un
casto bacio a fior di
labbra, e piantandolo lì fuori.
Spazio autrice:
Dopo
un’attesa a dir poco indegna, per cui mi merito tutte
le offese e i lanci di pomodori che riterrete opportuni, eccomi
finalmente con
il nuovo capitolo. Spero che l’attesa sia valsa la pena e che
vogliate farmi
sapere come sempre cosa ne pensate. Al prossimo capitolo.
Baci baci,