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Autore: Darth Rainbow    14/10/2013    3 recensioni
Nyss e Myrtle sono un duo piuttosto particolare con il pallino per i furti, le astronavi e le pistole. Sono soddisfatte della propria vita fino a quando Thorn, il capo della più influente organizzazione criminale della Galassia, le costringe a entrare nella sua banda. Tra tigri giganti, telepati, alieni viola minacciosi, androidi, pianeti remoti, governatori corrotti, piscine idromassaggio e covi umidi e sgradevoli, le loro vite verranno leggermente sconvolte...
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico il capitolo a cate394rina!! La mia meravigliosa, prima recensora! (A proposito, come si dice?)


CAPITOLO III
 
Fu l’intensa luce del giorno a svegliarla. Si era infiltrata tra le sue ciglia strappandola al sonno, così che era stata costretta a tuffarsi sotto le coperte per evitarla. Non riuscendo a riaddormentarsi, si era messa a sedere sul letto sbuffando, guardandosi intorno assonnata. Gettò un’occhiata alla sveglia sul comodino: segnava le dieci e ventitré.

Ogni astronave aveva un proprio fuso orario, dato che viaggiando di pianeta in pianeta era inutile adottare quello universale. A giudicare dal suo corpo relativamente fresco e riposato però, Myrtle valutò che fosse simile al suo.

Lanciò lo sguardo oltre il vetro, ammirando il paesaggio riscaldato dai raggi solari. Sembrava così vero… D’altronde tutte le astronavi di grandi dimensioni erano dotate di quel tipo di dispositivo: se si viaggiava a lungo nello spazio in quella notte perpetua era deleterio per il corpo e per la mente. Così si ingannavano i sensi con un giorno artificiale.

Sbadigliando, scostò le coperte e scese dal letto, avviandosi per una doccia. Il bagno era confortevole e pulito, e ciò era estremamente importante per Myrtle, che si mostrò soddisfatta del nuovo alloggio. D’altronde, era adattabile, e finché avesse avuto di che sopravvivere e un’occupazione per divertirsi, era contenta. Certo, c’era la piccola questione della sua libertà personale…

L’acqua calda fu un toccasana, che la risvegliò completamente. Uscì dal bagno di buon umore, e prese a rivestirsi: indossò i suoi pantaloni neri preferiti, molto attillati, e una canottiera fluo. Le scarpe le lasciò da parte: adorava andare a piedi nudi, e il pavimento era coperto da una morbida moquette.
Poi si girò a guardare Nyss che dormiva placidamente e un ghigno malefico le si dipinse in volto. Prendendo la rincorsa, si gettò a peso morto sul letto della ragazza, svegliandola di soprassalto.
Nyss gridò, poi ruggì e con uno scatto le fu addosso. Dopo averla immobilizzata le soffiò in viso, furiosa. Era sempre divertente vedere il suo lato felino prendere il sopravvento, anche perché la forma umana rendeva tutto più comico.

Qualche secondo dopo l’attenzione della rossa fu catturata dall’ambiente circostante.

“Dove chi troviamo?”

“Sull’astronave di Thorn.”

L’altra la guardò interrogativa.

“Ok, mettiti pure comoda, è una lunga storia da raccontare” sospirò Myrtle.

“Sembra divertente” sorrise l’altra. “Avanti, sono tutta orecchi!”

“Allora” iniziò prendendo un lungo respiro “dopo che ti hanno messa fuori gioco mi sono arresa. Salta fuori che colui che ci stava dando la caccia era Thorn”

“Quel Thorn?” la interruppe Nyss.

“Lui in persona” confermò.

 “Ricordo vagamente di essere stata in braccio a un Adone dagli occhi di ossidiana e inquietanti pupille color insalata, chi era?”

“Era lui.”

Gli occhi di Nyss brillarono, ma non disse nulla.

“Comunque, mi sono arresa e lui mi ha proposto di entrare a far parte della ciurma”continuò Myrtle “Non che avessimo molte alternative, ma ho accettato. E così siamo qui.”

“Capisco, così speriamo di far carriera, eh?”

“Beh, non saprei. Potrebbe essere divertente, vedremo. Ora però ho fame, che ne dici di andare a fare colazione?”

“Condivido pienamente” rispose Nyss allegra.

“Alt. Ferma: non ti permetterò di girare ancora senza veli per questa astronave.”

“Uff, ma perché no? Già l’ho fatto una volta!”

“Nyss. Ora.”

“Come sei puritana” sbuffò l’altra, ma obbedì. Optò per un corto abito verde che si intonava ai suoi occhi, dopodiché si incamminarono per il lungo corridoio. Nyss le afferrò il braccio, entusiasta.

“Pronta per una nuova avventura?”

“Altroché!” esclamò Myrtle di rimando. Raramente vedevano il lato negativo di quanto gli accadeva.

Entrarono nella mensa, un ambiente ampio con tavoli dalle varie forme e dimensioni, rischiarato da un’enorme vetro che correva lungo tutta la lunghezza della sala, che al momento mostrava un paesaggio simile a quello presente nei loro alloggi.

Si diressero verso il bancone, dietro il quale vi era una Sirena dalle scaglie rosate e profondi occhi turchesi, dallo sguardo dolce e gentile.

“Desiderate qualcosa?” chiese con una voce soave. Faceva sempre uno strano effetto ascoltare una Sirena: sembrava di ascoltare non una, ma una moltitudine di voci. Potenti e potenzialmente letali.

“Uhm, cosa avete da offrire?” domandò Myrtle.

“Abbiamo praticamente tutto” la Sirena sorrise mostrando una fila di piccoli denti aguzzi, bianchi come perle “dai succhi di frutta alla carne di balena di Oyd.”

“Io prendo una bistecca!” decise Nyss, senza pensarci troppo.

“Per colazione?” Myrtle era scettica. “Io comunque prendo del latte e cacao, e un cornetto, grazie.”

Furono servite in un istante, e Nyss si avventò sulla carne con voracità, addentandola direttamente, mentre Myrtle si gustava con più calma la sua ordinazione.

“Come funziona il pagamento qui?” chiese.

“Oh, nulla: offre sempre la casa” rispose la Sirena.

“Uh? Stai dicendo che potrei venire e mangiare quando e quanto mi pare? Completamente gratis?”
Nyss aveva alzato la testa dal suo pasto.

“Già, è tutto pagato dall’Organizzazione” rispose la Sirena “comunque, io mi chiamo Reen, piacere. Voi siete nuove, vero?”

“Hai indovinato. Mi chiedo come tu abbia fatto” replicò ironicamente la mora. “Io comunque sono Myrtle, molto piacere.”

“Io invece sono Nyss!” e agitò la mano in aria. “Molto piacere anche da parte mia.”

“Non vi ho mai visto qui prima d’ora, quindi” esordì Reen “questo vuol dire che o siete sempre state rintanate nei vostri alloggi, oppure siete arrivate a bordo ieri.” Ricevette un segno d’assenso in risposta. “E quindi voi siete le prigioniere con cui ci siamo scontrati.”

“Siamo prigioniere?” Nyss aveva uno sguardo interrogativo.

“Ah, questo non l’ho capito bene nemmeno io, chiariremo più avanti” replicò Myrtle con un’alzata di spalle.

“Vi hanno fatto entrare nella ciurma?” chiese Reen.

“Così avevo capito” rispose Myrtle.

“Beh, ci avete messo un pochino nei guai ieri, Thorn deve aver riconosciuto la vostra abilità.”

“Adesso non esageriamo” una voce alle loro spalle fece sobbalzare tutte e tre. Thorn era apparso
all’improvviso e le osservava con una luce divertita negli occhi. “Vedo che apprezzate il servizio di ristoro.”

“Soprattutto il fatto che sia gratis” sottolineò Nyss.

“Una parte degli introiti è destinata alla cura di chi fa parte dell’Organizzazione” spiegò lui.

“Insomma, ti compri la lealtà dei tuoi con la buona cucina” commentò Myrtle. Thorn rise.

“Desidera qualcosa?” offrì Reen.

“No, grazie Reen” rispose Thorn. “Stavo giusto per chiedere a queste due incantevoli fanciulle se potevano seguirmi al ponte di comando.”

“Finifco di mamgiare e arrivo” disse Nyss masticando “anfi mi sbrigo.” Si tolse elegantemente il vestito verde e si trasformò, divorò la bistecca in un sol boccone, e ritornò velocemente in forma umana. Myrtle alzò gli occhi al cielo.

“Tu e la tua teatralità” sbuffò. L’altra le fece la linguaccia, mentre Thorn le osservava divertito.

“Un metodo efficace di mangiare” commentò. “Se ora volete seguirmi…”

Si incamminarono tutti e tre verso il ponte di comando.
 
 
Quando entrarono scoprirono che era praticamente deserta, eccezion fatta per una bellissima Yule che aspettava nervosamente in piedi, con le braccia conserte.

“Lei è Calypso” la presentò Thorn “è la mia pilota più abile. Pilota una delle astronavi della flotta.”

Assomigliava molto ad un’umana, con una cascata di capelli d’ebano striati di blu elettrico, colore che si ripeteva nelle morbide labbra e negli intensi occhi dalle lunghe ciglia. Questa corrispondenza cromatica era il tratto distintivo delle Yule – ognuna aveva il suo particolare colore.

Se non fosse  stato per Nyss, che quanto a bellezza eclissava chiunque, Myrtle avrebbe pensato fosse la creatura più bella che avesse mai visto. La pelle era candida, con un’impercettibile sfumatura azzurrina, e il corpo snello e sensuale era fasciato da un vestito perlato impreziosito  da arabeschi neri. La fronte era cinta da una catenina d’argento con un piccolo pendente a goccia, finemente lavorato, che cadeva graziosamente al centro.

Ovviamente la odiò sin dal primo istante, data anche la grande stima che sembrava godere presso il Capitano.

“Mi dispiace, non doveva essere in gran forma ieri, dato il trattamento che le ho inflitto” sputò Myrtle provocatoria “ma sono sicura che ha tanto da insegnarmi.” L’altra la fissò con odio, e poi con un’aria di sufficienza.

“E’ facile darsi delle arie quando si hanno navicelle che sono migliori del pilota” replicò.

“Non si mettono fuori gioco due astronavi con una navicella sportiva, se non si ha talento” a parlare era stata Nyss. Myrtle la guardò con un luccichio negli occhi.

“Direi che possiamo rimandare i battibecchi a dopo, fanciulle, ora dobbiamo discutere di questioni più importanti” la voce calda di Thorn si era intromessa. Calypso sembrò volesse aggiungere qualcosa, ma desistette.

“Che tipo di questioni importanti?” chiese Myrtle accigliata.

“La vostra futura missione” rispose Thorn calmo, mentre si sedeva languidamente sulla poltrona di comando.

“Già andremo in missione!?” esclamò Nyss stupita, mentre un sorriso le illuminava il viso.

“Beh, dato che siete due elementi più che validi non vedo perché non impiegarvi subito al lavoro.”

“Che tipo di missione sarà?” chiese Myrtle sospettosa, socchiudendo gli occhi.

“Una missione dove mi saranno necessarie le tue abilità da pilota, Myrtle, e le tue doti da seduttrice,
Nyss. Specialmente per insegnare qualcosa a Myrtle.”

“Eh?” esclamò Myrtle sconvolta, mentre Calypso ridacchiava dicendo: “Sarà un duro lavoro per la rossa.”

“Sedu-che? Assolutamente no! Io guido astronavi, punto” Myrtle aveva gli occhi sgranati ed era leggermente nel panico.

“Oh, sembra divertente” disse Nyss con una punta di malizia nella voce.

“Si tratta semplicemente di acquisire certe informazioni riservate da un governatore – umano, di Unidrus. Si dia il caso che ami le corse dei Dardi e le ragazze avvenenti, e tu Myrtle rientri almeno in una delle categorie. Guidi Dardi, non è vero?”

La ragazza si accigliò. I Dardi erano navicelle molto piccole e aerodinamiche (e costose) usate per gare a velocità spaventose. Partecipare a tali corse richiedeva una notevole abilità.

“Veramente, no” rispose Myrtle “ non me ne sono mai potuta permettere uno.”
Thorn si adombrò per un secondo.

“Oh, sarà perfettamente in grado” si intromise Nyss “Myrtle ha l’abitudine di volare su Skyboard modificate che vanno a cinquecento chilometri all’ora. In città.”

“Cosa? Pilota quegli affari senza protezioni in mezzo a tutto quel traffico?” perfino Calypso era stupita.

Le Skyboard erano delle tavole di piccole dimensioni dotate di un motore a propulsione che potevano volare come qualsiasi altro veicolo. La loro pericolosità consisteva nel fatto di essere totalmente scoperte, azzerando qualsiasi protezione per il pilota. Erano usate negli sport estremi, e mai nelle città, dato l’alto rischio costituito dagli ostacoli e dalle altissime velocità.

“Beh si, è divertente” sminuì Myrtle.

“Perfetto allora” Thorn era decisamente sollevato “ti servirà semplicemente qualche allenamento, se
sei in grado di usare la Skyboard in quei contesti non avrai problemi con i Dardi. Dovrai partecipare alle corse e entrare nelle grazie del governatore.”

“Certo un nonnulla” si lamentò Myrtle “Senti, seriamente, non sono la persona adatta. So pilotare, ma non ingraziarmi le persone. Il massimo che posso fare è stamparmi un sorriso finto in faccia. E poi ho diciotto anni, pilotare Dardi a questa età ti fa sembrare più fenomeno da baraccone che femme fatale. Non sono nemmeno maggiorenne!”

“Oh, per quello basta aumentarti l’età e usare un po’ di trucco per farti sembrare più grande e avvenente” ammiccò Nyss.

“Ma tu da che parte stai?” la rimbeccò la mora.

“Dalla sua, ovvio! Sembra una cosa troppo divertente perché io ti permetta di rovinarla! Ti trasformerò finalmente in una creatura con un filo di sex appeal. Chissà, potrei pure finire per innamorarmi di te” e sospirò drammaticamente. L’altra la fissò con un vago terrore negli occhi per poi dire lentamente:

“Credo che Calypso sia molto più adatta per questo. Ho paura di quello che questa creatura potrebbe farmi.”

“Osi criticare il mio senso estetico?” finse di scandalizzarsi la rossa.

“Non mi abbasserei mai a una missione del genere” rispose invece la Yule, arricciando il naso.

“Ci avevo pensato a mandare Calypso, ma tu sei una pilota più abile” aggiunse invece Thorn, con il suo solito tono calmo e uno scintillio negli occhi.

“Come prego?” disse Calypso gelida “se la mettiamo in questi termini, andrò io. Vedremo chi è la migliore”

“Oh, non ci penso nemmeno” Myrtle aveva improvvisamente acquisito entusiasmo per la cosa.

“Sogno di pilotare un Dardo da una vita e non mi lascerò di certo sfuggire l’occasione.”

“Mi commuove tutta questa tua partecipazione” commentò Thorn “il tuo desiderio è esaudito: farai
parte della missione.”

Ed incredibilmente, tutti erano contenti della cosa.

“Comunque, riceverete tutti i dettagli fra breve. Intanto, gradirei che voi due lasciaste me e Myrtle da soli.”

“Eh? Ho fatto qualcosa di male?” Myrtle era accigliata. Nyss con gli occhi accesi di malizia le mimò con le labbra: ‘questa è la tua occasione’ ottenendo un’occhiataccia in risposta, quindi uscì ridendo seguendo Calypso fuori dalla porta.

Myrtle nel frattempo si sentiva assurdamente imbarazzata dal trovarsi da sola con Thorn. Che diavolo le passava per la testa?

Thorn nel frattempo si era di nuovo seduto sulla poltrona e  le aveva indicato un posto a sedere di fronte a lui.

“E così, ho incrociato la strada con la pupilla di Enthor” esordì senza preamboli.
Myrtle spalancò gli occhi, sorpresa.

“Come fai a saperlo?”

Thorn sorrise leggermente.

“Lo conoscevo da parecchio tempo. Sai, affari. Era una canaglia estremamente abile, lo ammiravo molto.”

Fece una pausa e poi continuò:

“Ogni tanto ci incontravamo e parlavamo. Mi parlava parecchio di te, diceva che eri molto brava e
promettevi bene, mi aveva persino mostrato una tua foto. Una volta mi aveva raccontato anche di quella tua amichetta felina, che è stata l’indizio principale per capire la tua identità, quando me la sono ritrovata davanti.”

Myrtle ascoltava attentamente, con la fronte corrugata.

“Mi ha anche raccontato la tua storia.”

Lei sollevò la testa di scatto. “Cosa ti ha detto?” chiese.

“Tutto. Mi ha detto che sei originaria del pianeta Gaxyus, e che i tuoi genitori ti hanno fatto fuggire in una capsula di salvataggio quando il pianeta è stato occupato dalle Legioni del Senato. Il che ti rende una ricercata, per quanto tu sia indubbiamente innocente.”

Myrtle adesso non lo guardava più, ma fissava lo spazio immenso al di là del vetro con gli occhi lucidi.

“Era un pianeta così bello…” disse in un sussurro “ Aveva montagne e laghi bellissimi… città meravigliose, con giardini pensili e cupole di vetro… oceani profondissimi con mostri marini…” le parole le morirono in gola.

“Era anche uno dei pianeti dalla cultura più avanzata, un’ovvia minaccia per il Senato” aggiunse Thorn. “Adesso è inaccessibile, soprattutto per evitare che la resistenza riceva aiuti esterni.”

“Quando sarò in grado, andrò e farò qualcosa di concreto per mettere fine a questa storia” Myrtle lo disse con decisione. “Ora però riesco a malapena a mantenere me e Nyss” aveva uno sguardo quasi disperato. Thorn per un po’ non disse nulla, ma si limitò a fissarla di nuovo con quella sua espressione misteriosa.

“Sono contento che tu faccia parte della mia flotta, ora” dopo un po’ ruppe il silenzio “ Da quando ho saputo che Enthor era morto ti ho provata a cercare, ma eri sparita.” Ora Myrtle era decisamente stupita.

“Perché mi volevi cercare?”

“Ero intrigato.”

“Da che?”

“Da te.”

“Da me?” Myrtle aggrottò la fronte “E perché mai scusa?”

“Ho sempre avuto un certo… interesse nei tuoi confronti per quando saresti cresciuta” Myrtle deglutì
a vuoto.

 “Sia per la tua bravura di pilota, che altri motivi” continuò poi con voce morbida, lanciandole un’occhiata eloquente. Myrtle, non sapendo che dire, decise di glissare.

“Ok, e quindi mi hai trovata. Che fortuna, eh?”

“Parlerei quasi di destino.”

“No ti prego, odio pensare che la mia vita sia già pianificata.”

Thorn rise alla sua uscita.

“Anche io lo odio” rispose. “ Bene” aggiunse alzandosi in piedi fluidamente “la chiacchierata è finita.
O questo nostro incontro si evolve in qualcosa di più intimo, oppure puoi accomodarti fuori. Abbiamo una piscina al terzo livello, se ti interessa.”

Myrtle lo guardò con un sopracciglio alzato. “Un modo particolare di congedare le persone” commentò “non ti offendere, ma preferisco di gran lunga la piscina.” Dopo questa frase quasi corse fuori il ponte di comando, non avendo il coraggio di guardarsi indietro.




Note dell'autrice: ringrazio come sempre la mia meravigliosa beta Francesca, che è anche tra le mie lettrici favorite! (E le piace la storia nonostante gli orrori che è costretta a correggere!)

 
  
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